Messaggio di Papa Francesco ai catechisti

ll 30 gennaio, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza i partecipanti all’Incontro promosso dall’Ufficio Catechistico Nazionale della Conferenza Episcopale Italiana.
In questa occasione, il Papa ha consegnato un Chirografo indirizzato a tutti i catechisti.
Di seguito il testo:
1 Febbraio 2021
Cari catechisti,
vi chiedo di non perdere entusiasmo. Come gli artigiani, anche voi siete chiamati a plasmare l’annuncio con creatività. Non cedete allo scoraggiamento e allo sconforto.
Puntate sempre in alto, sostenuti dalla misericordia del Padre.
Il Papa v’incoraggia e vi sostiene.
Vedi il video di presentazione del messaggio

Evento presentazione del sussidio “Educate, infinito presente”

24/02/2021 dalle 15:30 alle 17:30

la Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università ha pubblicato il sussidio “Educare, infinito presente. La pastorale della Chiesa per la scuola”. Si tratta di uno strumento prezioso, che manifesta l’amore e l’impegno della comunità cristiana per l’educazione e la scuola in particolare.
Il testo è scaricabile liberamente al link https://educazione.chiesacattolica.it/educare-infinito-presente/
Fra gli obiettivi che il sussidio si prefigge, vi è quello di favorire la riflessione su temi di così viva attualità in ambito educativo, attraverso il confronto e la condivisione delle esperienze.
È per questo motivo che proponiamo un’incontro fissato per mercoledì 24 febbraio 2021
dalle ore 15,30 alle 17,30 sulla piattaforma Cisco Webex.A presentare il sussidio sarà mons. Mariano Crociata, presidente della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università, insieme all’ing. Stefano Versari, direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale dell’Emilia Romagna. Seguiranno gli interventi di tre direttori di Uffici diocesani: Daniela Noris (Bergamo), Mirko Campoli (Tivoli), don Francesco Rinaldi (Napoli).

Sussidio per la celebrazione della Domenica della Parola di Dio

Il Sussidio per la celebrazione della Domenica della Parola di Dio, che quest’anno cade il 24 gennaio 2021, ruota intorno al tema della speranza. La Sacra Scrittura ci consegna parole profonde e vere, che ci consentono di essere realisti e nel frattempo di guardare al futuro con fiducia.

Il Sussidio per la celebrazione della Domenica della Parola di Dio, che quest’anno cade il 24 gennaio 2021, ruota intorno al tema della speranza. La Sacra Scrittura ci consegna parole profonde e vere, che ci consentono di essere realisti e nel frattempo di guardare al futuro con fiducia.
Il Sussidio vede la collaborazione di quattro Uffici della CEI: l’Ufficio Catechistico Nazionale, l’Ufficio Liturgico Nazionale, l’Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso e Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici e l’Edilizia di Culto. Ai testi biblici per la preghiera e la meditazione e a quelli liturgici per la celebrazione si aggiungono brani provenienti dal dialogo ecumenico e alcune immagini artistiche.

Consulta la presentazione sul sito di Chiesacattolica e scarica il sussidio.

 

Lo stop alla didattica in presenza causa perdite di apprendimento difficilmente colmabili

L’interruzione della didattica in presenza conseguente alle misure per contrastare la pandemia in corso, che ha riguardato più di nove milioni di bambini e ragazzi dagli asili nido alle scuole superiori, rischia di far accumulare nei loro percorsi educativi e formativi una perdita di apprendimento difficilmente colmabile. Secondo una stima dell’AGCOM, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, uno studente su dieci non ha svolto didattica a distanza e il 20% l’ha svolta solo saltuariamente.

Lo si legge nell’undicesimo rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia a cura del Gruppo CRC, di cui fanno parte, tra le tante organizzazioni aderenti, AGESCI, Caritas Italiana e CSI. Stando ai dati ISTAT, infatti, il 12,3% delle persone di età tra i sei e i diciassette anni non ha un computer o un tablet a casa, quota che raggiunge quasi il 20% al Sud, pari a 470.000 minori. A contare in questo divario sono anche la disponibilità della connessione in banda larga, non presente nel 26% delle famiglie (soprattutto del Meridione), e le differenze socio-economiche: solo il 16% delle famiglie con genitori senza titolo di studio ha un accesso alla banda larga, contro il 95% delle famiglie di laureati.

Il problema del nuovo anno scolastico, quindi, è quello di essere partito con differenze di apprendimento ancora più marcate fra gli studenti. È mancata un’attenzione al recupero dei saperi, con particolare riferimento alle competenze di base; alla riduzione dei divari presenti fra gli alunni più svantaggiati, che presumibilmente si sono allargati durante questa emergenza sanitaria; al rafforzamento delle motivazioni individuali e collettive e dei fattori relazionali ed emotivi come fattori chiave per affrontare la scuola. Anche perché, come afferma uno studio internazionale del 2018, l’uso anche intensivo di strumenti come pc, tablet e smartphone di per sé non garantisce lo sviluppo di competenze digitali sofisticate davvero utili per l’apprendimento. Ciò significa che non sono solo i docenti a dover essere educati alla didattica on line, ma anche gli studenti, nonostante siano nativi digitali.

Ciò è grave soprattutto perché la quota di abbandoni scolastici in Italia, pari al 13,5% del 2019, è ancora lontana alla media europea del 10,2% e non ha raggiunto l’obiettivo della strategia Europa 2020 della Commissione Europea di scendere sotto la soglia del 10% entro quest’anno. Preoccupante è, inoltre, la lettura in chiave territoriale: al Sud si arriva al 16,7%, nelle Isole addirittura al 21,4%. Questa situazione è aggravata dai risultati dei Rapporti INVALSI, secondo cui ci sono percentuali elevatissime di alunni all’ultimo anno della scuola secondaria di primo grado che non raggiungono livelli adeguati di competenze in italiano, matematica e inglese; al Sud e nelle Isole raggiungono anche il 50%. Questa è una dispersione implicita, che, assieme all’abbandono precoce, ha un’incidenza più elevata sugli studenti con cittadinanza non italiana.

Leggi il rapporto I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia

LA SCUOLA È FINITA? Lockdown, diritto all’istruzione, libertà educativa – incontro online 11 dicembre

5° incontro del ciclo di approfondimenti : “Osservare, giudicare, intervenire: pandemia & nuovi scenari”

Venerdì, 11 dicembre Ore 18.30-20.00 (CET Rome)

 

 

DESCRIZIONE 

L’indebolimento della scuola in Italia, fra chiusura e riapertura, incombe minaccioso sul diritto all’istruzione delle nuove generazioni e rischia di compromettere l’alleanza fra scuola e famiglia basata sul diritto naturale alla libertà di educazione nonché la libera iniziativa privata in ambito scolastico, penalizzata fortemente dalla pandemia. I sette milioni di ragazzi che vanno alla statale costano 8.500 euro l’anno a testa. I 900mila allievi delle paritarie, invece, costano allo Stato soltanto 500 euro l’anno a testa.

Con il sistema della deducibilità integrale si può scegliere liberamente tra scuola statale e paritaria e si innalza il livello qualitativo di tutte le scuole, sotto lo sguardo di uno Stato garante. Mentre i paesi che trent’anni fa uscivano dal comunismo hanno scelto saggiamente di investire in una sana collaborazione tra pubblico e privato per non ricadere nel regime, l’Italia, che ha una democrazia più “antica”, si è permessa il lusso di fomentare un dualismo tra pubblico e privato, che, in realtà cela la solita guerra intestina tra Stato e Chiesa.

 

RELATORE 

Suor Anna Monia Alfieri dal 2016 fa parte della Consulta di Pastorale scolastica e del Consiglio Nazionale Scuola della CEI. Numerosi sono i suoi contributi scientifici su Riviste specializzate. Tra i suoi Saggi: La buona Scuola Pubblica per tutti Statale e Paritaria (in collaborazione con M. C. Parola e M. Moltedo, Laterza, Bari 2010); Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento per un sistema integrato (in collaborazione con M. Grumo e M. C. Parola, Giappichelli, Torino 2015); Lettera ai politici sulla libertà di scuola (in collaborazione con Dario Antiseri, Rubbettino 2018).

Si è laureata in Giurisprudenza e in Economia, conseguendo anche il Diploma Superiore di Scienze Religiose. È legale rappresentante dell’Istituto di Cultura e di Lingue Marcelline.

MODERATORI
Dott. Benedetto Delle Site, Presidente UCID Giovani Lazio e Vicepresidente UCID Giovani nazionaleDott. Michael Severance, Direttore Affari e Relazioni Esterne – Istituto ActonDott. Jacopo Coghe, Socio UCID Giovani Roma e Vicepresidente Pro-Vita e Famiglia OnlusOffrono riflessioni ulteriori:

On. Gian Luca Galletti, Presidente nazionale UCID

Sen. Riccardo Pedrizzi, Presidente UCID Gruppo Regionale Lazio e Presidente Comitato Tecnico Scientifico UCID nazionale

Mons. Paolo Selvadagi, Vescovo ausiliare di Roma e Consulente spirituale UCID Gruppo Regionale Lazio

 

Collegarsi tramite Zoom Meeting

l’11 dicembre 2020

Inizio ore 18.30 – fine ore 20.00 

 

Zoom Link

https://zoom.us/j/93136103148?pwd=Q0tmVm1UREFZQXRHNWZmTTZzR1FhZz09

 

ID riunione: 931 3610 3148

Passcode: 12345

N.B. Il link di Zoom sarà attivo mezz’ora prima dell’inizio (dalle 18.00)

RSVP: Via email

3 dicembre 2020: Giornata Mondiale delle persone con disabilità- LINK EVENTO ONLINE

Il 3 dicembre 2020, GIORNATA MONDIALE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ, dalle ore 18:00 alle ore 20:00, avrà luogo un evento nazionale ed un momento di preghiera vissuto con gli altri uffici e servizi delle altre Nazioni.

A breve sarà disponibile il programma.

L’evento, che si svolgerà online tramite la piattaforma “Cisco Webex Events” e sarà trasmesso attraverso i canali Youtube e Facebook della Conferenza Episcopale Italiana, è indirizzato a tutti gli operatori pastorali che sono impegnati territorialmente nella “pastorale delle persone con disabilità” nei suoi vari aspetti (Diocesano, regionale, associazioni, movimenti, strutture residenziali e realtà carismatiche).

Tramite questo link è possibile effettuare l’iscrizione (entro il 30 novembre), obbligatoria per poter accedere all’evento.

 

Per ogni evenienza è possibile rivolgersi alla segreteria del Servizio, per telefono al n. 06-66398.311, oppure tramite email all’indirizzo pastoraledisabili@chiesacattolica.it.

 

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Il nuovo sussidio della CEI per l’Avvento e il Natale

«Due parole affiorano dal cuore in questo tempo particolarmente complesso: speranza e prossimità. I tempi dell’Avvento e del Natale segnano l’inizio di un nuovo anno liturgico. Come andrà? Cosa aspettiamo? Mentre le nostre parole restano incerte e mute, la Parola di Dio in questo tempo annuncia e celebra la speranza […]. La storia ci ha messi di fronte alla prova impegnativa di un’emergenza sanitaria che non sta risparmiando nessuno, chi direttamente e chi indirettamente. Il cuore è stretto dalla paura, le relazioni sembrano sospese come molte delle attività. Se pur immersi in questa situazione inedita, non vogliamo chiuderci all’inedito di Dio. Anzi, desideriamo aprirci a Lui, e ad ogni uomo e donna. […] Nella situazione di desolazione e sconforto, il Natale di Cristo, che ha assunto tutta la nostra umanità, ci apre alla speranza non solo di poter ricevere un supplemento di vita ma una nuova Vita.»

È con queste parole che mons. Stefano Russo, segretario generale della CEI, ha presentato il sussidio liturgico-pastorale per i tempi di Avvento e Natale che i vescovi italiani mettono a disposizione quest’anno e che si intitola Camminiamo nella speranza. Nella prima parte del documento, tre riflessioni richiamano le dimensioni essenziali di una vita autenticamente cristiana: “Celebrare per la vita” a cura dell’Ufficio Liturgico Nazionale, “Annunciare la vita” dell’Ufficio Catechistico Nazionale e “Vivere ciò che si celebra e si annuncia” della Caritas italiana. La seconda parte, introdotta dalla riflessione “Pregare in famiglia: la bellezza di un’esperienza” a cura dell’Ufficio per la Pastorale della Famiglia, offre le schede per la preghiera nelle domeniche e nelle solennità del Tempo di Avvento e Natale preparate dall’Ufficio Liturgico Nazionale e dall’Ufficio per la Pastorale per persone con disabilità, con rimandi a letture e attività da fare con bambini piccoli o ragazzi con disabilità intellettiva.

L’ultima parte presenta uno schema di preghiera per la celebrazione della novena in preparazione alla solennità dell’Immacolata Concezione della beata Vergine Maria e due schemi per la novena del Natale, uno con la famiglia e uno con la comunità. Infine, una breve scheda illustra la novità, presente nella nuova edizione del Messale Romano, della messa vespertina nella vigilia della solennità dell’Epifania. È anche possibile scaricare dei file di canti consigliati; gli audio non vanno utilizzati durante la celebrazione, ma per imparare il canto o favorire, mediante l’ascolto, la meditazione. Tutte queste proposte sono da utilizzare tenendo conto delle situazioni e delle opportunità pastorali di ciascuna comunità o delle diverse famiglie.

Messaggio alle comunità cristiane in tempo di pandemia

Fratelli e sorelle,
vorremmo accostarci a ciascuno di voi e rivolgervi con grande affetto una parola di speranza e di consolazione in questo tempo che rattrista i cuori. Viviamo una fase complessa della storia mondiale, che può anche essere letta come una rottura rispetto al passato, per avere un disegno nuovo, più umano, sul futuro. «Perché peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi» (Papa Francesco, Omelia nella Solennità di Pentecoste, 31 maggio 2020).

Ai componenti della Comunità cristiana cattolica, alle sorelle e ai fratelli credenti di altre Confessioni cristiane e di tutte le religioni, alle donne e agli uomini tutti di buona volontà, con Paolo ripetiamo: «Siate lieti nella speranza, costanti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera» (Rm 12,12).
Inviamo questo messaggio mentre ci troviamo nel pieno della nuova ondata planetaria di contagi da Covid-19, dopo quella della scorsa primavera. L’Italia, insieme a molti altri Paesi, sta affrontando grandi limitazioni nella vita ordinaria della popolazione e sperimentando effetti preoccupanti a livello personale, sociale, economico e finanziario. Le Chiese in Italia stanno dando il loro contributo per il bene dei
territori, collaborando con tutte le Istituzioni, nella convinzione che l’emergenza richieda senso di responsabilità e di unità: confortati dal magistero di Papa Francesco, siamo certi che per il bene comune occorra continuare in questa linea di dialogo costante e serio.

….

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Il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana
Roma, 22 novembre 2020

Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo

Francesco ai giovani: non “vivacchiate”, scegliere Dio rende felici

Non stare parcheggiati ai lati della vita: nella Messa per il passaggio della Croce della Gmg, il Papa parla ai giovani di “grandi sogni” che rendono liberi, da cercare oltre il pensiero dominante che riduce la felicità al divertimento, l’esistenza ad una febbre di consumi, l’amore ad emozioni. Poi l’annuncio: la celebrazione diocesana della GMG dal prossimo anno passa dalla Domenica delle Palme alla Domenica di Cristo Re

 

 

“Io sono lì – dice Gesù – dove il pensiero dominante, secondo cui la vita va bene se va bene a me, non è interessato.  Io sono lì, dice Gesù anche a te, giovane che cerchi di realizzare i sogni della vita”. Così il Papa si rivolge ai ragazzi nella Santa Messa per il passaggio della Croce della Giornata Mondiale della Gioventù nella festa di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo.  Commentando l’ultima pagina del Vangelo di Matteo prima della Passione sottolinea che “prima di donarci il suo amore sulla croce, Gesù ci dà le sue ultime volontà”. Francesco chiarisce: “Ci dice che il bene che faremo a uno dei suoi fratelli più piccoli – affamati, assetati, stranieri, bisognosi, malati, carcerati – sarà fatto a Lui”.  (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Due domande essenziali

Il Papa pone due interrogativi: “Aiuto qualcuno che non può restituirmi? Sono amico di una persona povera?”. Il Papa pone questi interrogativi per poi dare la risposta di Cristo: “Io sono lì, ti dice Gesù,  ti aspetto lì, dove non immagini e dove magari non vorresti nemmeno guardare, lì nei poveri”. Il Papa ricorda la figura di San Martino: da giovane soldato non battezzato, un giorno vide un povero che “chiedeva aiuto alla gente, ma non ne riceveva, perché tutti passavano oltre”. Francesco spiega che “vedendo che gli altri non erano mossi a compassione, comprese che quel povero gli era stato riservato”. Non aveva niente con sé, solo la sua divisa di lavoro e allora tagliò il suo mantello e ne diede metà al povero, “subendo – sottolinea – le risa di scherno di alcuni lì attorno”. Poi sognò Gesù, rivestito della parte di mantello con cui aveva avvolto il povero. Fece quel sogno – aggiunge il Papa – “perché lo aveva vissuto, pur senza saperlo, come i giusti del Vangelo di oggi”.

L’invito a non restare parcheggiati ai lati della vita

E dunque il forte incoraggiamento del Papa: “Cari giovani, cari fratelli e sorelle, non rinunciamo ai grandi sogni. Non accontentiamoci del dovuto. Il Signore non vuole che restringiamo gli orizzonti, non ci vuole parcheggiati ai lati della vita, ma in corsa verso traguardi alti, con gioia e con audacia”. E’ molto incisivo il richiamo all’attualità e a convinzioni che sembrano imperanti: “Non siamo fatti per sognare le vacanze o il fine settimana – afferma il Papa – ma per realizzare i sogni di Dio in questo mondo. Egli ci ha reso capaci di sognare per abbracciare la bellezza della vita”. Dunque, la convinzione profonda: “Le opere di misericordia sono le opere più belle della vita. Se hai sogni di vera gloria, non della gloria del mondo che viene e va, ma della gloria di Dio, questa è la strada. Perché le opere di misericordia danno gloria a Dio più di ogni altra cosa”. E su questa frase il Papa si sofferma, la ripete.

Grandi scelte per grandi sogni

Il Papa dà voce a un interrogativo importante: “Ma da dove si parte per realizzare grandi sogni?”, si chiede per poi rispondere: “Dalle grandi scelte”. E’ il Vangelo a chiarirlo, ricorda: “Nel momento del giudizio finale il Signore si basa sulle nostre scelte. Sembra quasi non giudicare: separa le pecore dalle capre, ma essere buoni o cattivi dipende da noi. Egli trae solo le conseguenze delle nostre scelte, le porta alla luce e le rispetta. Per i giovani il messaggio è chiaro e potente: “La vita, allora, è il tempo delle scelte forti, decisive, eterne. Scelte banali portano a una vita banale, scelte grandi rendono grande la vita”. Papa Francesco lo dice senza mezzi termini: “Noi, infatti, diventiamo quello che scegliamo, nel bene e nel male. Se scegliamo di rubare diventiamo ladri, se scegliamo di pensare a noi stessi diventiamo egoisti, se scegliamo di odiare diventiamo arrabbiati, se scegliamo di passare ore davanti al cellulare diventiamo dipendenti”. Con una certezza che illumina: “Se scegliamo Dio diventiamo ogni giorno più amati e se scegliamo di amare diventiamo felici”.

Non restare appesi ai perché della vita

“Sì, perché – aggiunge – la bellezza delle scelte dipende dall’amore”. E anche  questa affermazione Papa Francesco sceglie di ripeterla, sottolineando così tutta l’importanza.  Gesù sa che “se viviamo chiusi e indifferenti restiamo paralizzati, ma se ci spendiamo per gli altri diventiamo liberi”. Dunque il Papa “consegna” ai giovani il segreto della vita: “Il Signore della vita ci vuole pieni di vita e ci dà il segreto della vita: la si possiede solo donandola”. “Ma ci sono degli ostacoli che rendono ardue le scelte”: Francesco lo ricorda, citando “spesso il timore, l’insicurezza, i perché senza risposta”. Anche qui un’indicazione chiara: l’amore chiede di andare oltre, di “non restare appesi ai perché della vita aspettando che dal Cielo arrivi una risposta”. E, dunque,  “l’amore spinge a passare dai perché al per chi, dal perché vivo al per chi vivo, dal perché mi capita questo al per chi posso fare del bene. Per chi? Non solo per me: la vita è già piena di scelte che facciamo per noi stessi, per avere un titolo di studio, degli amici, una casa, per soddisfare i propri hobby e interessi.

La febbre dei consumi e l’ossessione del divertimento

Tra tante riflessioni, il Papa mette a nudo il rischio che tutte le attraversa: “Rischiamo di passare anni a pensare a noi stessi senza cominciare ad amare”. E cita Manzoni sottolineando che “diede un bel consiglio”, quando ne I promessi Sposi  scrisse: «Si dovrebbe pensare più a far bene, che a star bene: e così si finirebbe anche a star meglio». Ma “non ci sono solo i dubbi e i perché a insidiare le grandi scelte generose, ci sono tanti altri ostacoli”. Il Papa ricorda “la febbre dei consumi, che narcotizza il cuore di cose superflue” e “l’ossessione del divertimento, che sembra l’unica via per evadere dai problemi e invece è solo un rimandare il problema”. Ma anche “c’è il fissarsi sui propri diritti da reclamare, dimenticando il dovere di aiutare”. E poi sintetizza “la grande illusione sull’amore” spiegando che “sembra qualcosa da vivere a colpi di emozioni, mentre amare è soprattutto dono, scelta e sacrificio”.

Difendere l’originalità contro le mentalità  dell’usa-e-getta e del tutto-e-subito

Poi due inviti a ribaltare la mentalità che vorrebbe imporsi:  “Scegliere – sottolinea il Papa – soprattutto oggi è non farsi addomesticare dall’omologazione, è non lasciarsi anestetizzare dai meccanismi dei consumi che disattivano l’originalità, è saper rinunciare alle apparenze e all’apparire”. Inoltre, “scegliere la vita è lottare contro la mentalità dell’usa-e-getta e del tutto-e-subito, per pilotare l’esistenza verso il traguardo del Cielo, verso i sogni di Dio”. A questo proposito il Papa aggiunge a braccio che l’obiettivo è vivere e non vivacchiare, spiegando di aver sentito questa espressione da un ragazzo. Francesco aggiunge: “Vorrei darvi un ultimo consiglio per allenarsi a scegliere bene. Se ci guardiamo dentro, vediamo che in noi sorgono spesso due domande diverse. Una è: che cosa mi va di fare? È una domanda che spesso inganna, perché insinua che l’importante è pensare a sé stessi e assecondare tutte le voglie e le pulsioni che vengono. Ma la domanda che lo Spirito Santo suggerisce al cuore è un’altra: non che cosa ti va? ma che cosa ti fa bene?”. Il Papa ribadisce che “qui sta la scelta quotidiana, che cosa mi va di fare o che cosa mi fa bene?”. E afferma: “Da questa ricerca interiore possono nascere scelte banali o scelte di vita. Guardiamo a Gesù, chiediamogli il coraggio di scegliere quello che ci fa bene, per camminare dietro a Lui, nella via dell’amore. E trovare la gioia.”

Il passaggio della Croce

Al termine della celebrazione eucaristica, il Papa ha salutato cordialmente tutti  i presenti e quanti hanno seguito attraverso i media. E ha rivolto un saluto particolare  ai giovani panamensi e portoghesi, rappresentati da due delegazioni, che hanno fatto, subito dopo, il significativo gesto del passaggio della Croce e dell’icona di Maria Salus Populi Romani, simboli delle Giornate Mondiali della Gioventù. “È un passaggio importante – ha detto il Papa – nel pellegrinaggio che ci condurrà a Lisbona nel 2023.

La GMG locale nella festa di Cristo Re

Poi l’annuncio della decisione di Papa Francesco con queste parole: “E mentre ci prepariamo alla prossima edizione intercontinentale della GMG, vorrei rilanciare anche la sua celebrazione nelle Chiese locali. Trascorsi trentacinque anni dall’istituzione della GMG, dopo aver ascoltato diversi pareri e il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, competente sulla pastorale giovanile, ho deciso di trasferire, a partire dal prossimo anno, la celebrazione diocesana della GMG dalla Domenica delle Palme alla Domenica di Cristo Re”.  Il Papa ha spiegato che “al centro rimane il Mistero di Gesù Cristo Redentore dell’uomo, come ha sempre sottolineato San Giovanni Paolo II, iniziatore e patrono delle GMG”. Aggiungendo: “Cari giovani, gridate con la vostra vita che Cristo vive e regna! Se voi tacerete, grideranno le pietre!”.

Fausta Speranza – Città del Vaticano

Il sinodo per l’Amazzonia un anno dopo

A un anno dalla celebrazione del sinodo per l’Amazzonia, che si è tenuto in Vaticano dal 6 al 27 ottobre 2019, si tenta ora di tracciare un primo bilancio degli sviluppi che ne sono derivati. A fare il punto sono stati nei giorni scorsi alcuni partecipanti al sinodo di lingua tedesca in una videoconferenza organizzata ad Aquisgrana dalle organizzazioni caritative Misereor e Adveniat.

Voci e pareri sul cammino della Chiesa in Amazzonia

Una voce critica – come riferisce l’agenzia KNA del 21 ottobre scorso – è stata quella del teologo della liberazione Paulo Suess. A suo modo di vedere, nei dibattiti al sinodo c’è stata sì una grande apertura a vere riforme, ma alla fine hanno prevalso i «tradizionalisti» che volevano il minor cambiamento possibile. Hanno «messo all’angolo il papa», accusandolo persino di essere fautore di divisione e di eresie, ossia di falsi insegnamenti. Per questo Francesco sarebbe stato «molto cauto» nel Documento finale del sinodo. Secondo Suess, una forte Chiesa locale indigena sarebbe «un arricchimento per l’intera Chiesa mondiale e in nessun modo una minaccia, come alcuni temono».

Diverso, invece, il parere del vescovo tedesco Johannes Bahlmann, di Obidos (Amazzonia): gli indigeni e tutte le altre persone della regione amazzonica si sono sentiti rafforzati dal sinodo e hanno sviluppato una nuova fiducia in se stessi.

Per suor Birgit Weiler, del Perù, all’interno della Chiesa è gratificante che le donne e le popolazioni indigene dell’America Latina siano ora maggiormente coinvolte. È importante, tuttavia, che non siano solo consultate, ma anche che abbiano voce nelle decisioni. Ci sono qui molti segnali positivi – ha sottolineato –, e ha espresso la viva speranza che continuino ad essere tradotti in pratica.

Riferendosi all’attuale pandemia del coronavirus, ha affermato che questa ha mostrato «in tutta la sua brutalità» quanto siano drammatiche le differenze sociali e le ingiustizie che ne derivano: vittime sono soprattutto i poveri che, affidati a un sistema sanitario pubblico marcio, non possono rimanere a casa per proteggersi. Inoltre – ha proseguito – è aumentata notevolmente la violenza contro le donne. La Chiesa deve quindi esercitare una pressione più energica sulla politica per punire la violenza e far rispettare i diritti umani.

Michael Heinz, amministratore delegato dell’organizzazione umanitaria per l’America Latina Adveniat, ha affermato che, in seguito al sinodo, si sono ora create nuove reti nella regione amazzonica. A differenza della Germania, dove i documenti vengono spesso «archiviati e rapidamente dimenticati», i documenti sinodali in America Latina sono stati molto discussi e si sono dimostrati «pieni di vita». Oltre alla precedente opzione per i poveri e i giovani, ora si è aggiunta anche un’«opzione per la creazione e per i popoli indigeni».

Nella videoconferenza, l’amministratore delegato della Misereor, Pirmin Spiegel, si è riferito ai dibattiti in corso sull’accordo UE-Mercosur sulle relazioni commerciali con i paesi sudamericani. Il fatto che in questa area le questioni sugli standard ambientali, i diritti umani e il controllo democratico giochino un ruolo decisivo può essere considerato anche come esempio di ciò che potrebbe derivare concretamente dai dibattiti al sinodo sull’Amazzonia.

Il silenzi su certe richieste

Il papa è stato criticato da più parti per la mancanza di riforme su alcuni temi molto attesi. Nell’esortazione post-sinodale Querida Amazonia, pubblicata lo scorso febbraio, egli non ha accolto i suggerimenti dell’assemblea sinodale di ordinare sacerdoti uomini sposati maturi né di prevedere un diaconato per le donne in casi eccezionali e tantomeno di alleviare l’obbligo del celibato per i preti. Come prima misura per combattere la carenza di sacerdoti in Amazzonia, Francesco ha invece raccomandato di pregare per un numero maggiore di vocazioni, di provvedere un migliore utilizzo dei sacerdoti esistenti nella regione e favorire una formazione più appropriata. Nel complesso – ha sottolineato – la Chiesa e la cura pastorale in Amazzonia dovrebbero essere maggiormente caratterizzate dalla presenza di laici impegnati.

Ma, come è stato riferito da Civiltà Cattolica, ha spiegato così le ragioni del suo silenzio su quei temi che erano i più attesi da una certa opinione pubblica: «C’è stata – ha dichiarato – una discussione… una discussione ricca… una discussione ben fondata, ma nessun discernimento, che è qualcosa di diverso dall’arrivare ad un buono e giustificato consenso o a maggioranze relative. Dobbiamo capire – ha precisato – che il sinodo è più di un parlamento; e in questo caso specifico non poteva sfuggire a questa dinamica. Su questo argomento è stato un parlamento ricco, produttivo e persino necessario; ma non più di questo. Per me questo è stato decisivo nel discernimento finale, quando ho pensato a come fare l’esortazione».

Francesco ha poi chiarito che un sinodo dovrebbe essere un luogo di riflessione orante e non un luogo in cui si sviluppano pressioni lobbistiche di tipo parlamentare.

La  Conferenza della Chiesa per l’Amazzonia

Uno dei frutti più importanti del sinodo è stata senza dubbio la creazione, lo scorso mese di giugno, della nuova Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia.

Non è stato facile arrivarci. I mesi per giungere alle delibere e i relativi preparativi, che si sono svolti in gran parte in segreto, sono stati duri. Secondo alcune informazioni, un certo numero di forze conservatrici era scettico; e c’era una resistenza anche in Vaticano.

La scelta della data di quella istituzione non è stata casuale: il 29 giugno 2020, giorno in cui si celebra la solennità dei santi Pietro e Paolo. E ciò conferma la vocazione del nuovo organismo di «porsi al servizio della Chiesa, della sua opzione profetica e della sua azione missionaria in uscita». «Ci sembra – sostiene la nota dell’annuncio – che la nascita di questa Conferenza ecclesiale sia un atto di speranza, unito al magistero di papa Francesco, che ha accompagnato da vicino tutto il processo». Ma non solo: la Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia vuole essere anche una proposta concreta «in questi tempi difficili ed eccezionali per l’umanità, mentre la pandemia colpisce con forza la regione panamazzonica e le realtà di violenza, di esclusione e di morte nei confronti del bioma e dei popoli che lo abitano reclama un’urgente quanto imminente conversione integrale».

Con la creazione di questa Conferenza, si raccolgono due istanze emerse dal sinodo: la prima, riportata nel Documento finale, chiede di «creare un organismo episcopale che promuova la sinodalità tra la Chiesa della regione panamazzonica, che aiuti a delineare il volto amazzonico della Chiesa e continui nell’impegno di trovare nuovi cammini per la missione evangelizzatrice» (n. 115). La seconda, invece, è espressa da papa Francesco nella sua esortazione apostolica post-sinodale Querida Amazonia ed è l’auspicio «che i pastori, i consacrati, le consacrate e i fedeli laici dell’Amazzonia si impegnino nell’applicazione» del lavoro sinodale (n. 4).

Il cardinale peruviano Pedro Barreto, vicepresidente di Repam, considera la Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia come «un dono al papa e alla regione amazzonica». Le strutture modificate potrebbero aiutare a facilitare il percorso verso le riforme. Nella Conferenza ora costituita sono rappresentati vescovi, sacerdoti, diaconi e membri delle popolazioni indigene di tutti gli stati amazzonici. «Non ci sono nazionalismi, né divisioni», sottolinea Barreto. Si tratta della Chiesa come spazio di vita comune che deve essere protetto a beneficio di tutta l’umanità.

La Conferenza è composta dai rappresentanti di nove paesi della regione amazzonica. A presiedere la conferenza sarà il cardinale Hummes. Un fatto rilevante è la scelta di inserire nell’organismo tre rappresentanti indigeni: due laici – Patricia Gualinga e Dario Siticonatzi, rispettivamente dei popoli sarayaku e ashaninka – e suor Laura Vicuña, del popolo kariri.

Secondo lo statuto, il nuovo organismo dovrà essere collegato con il CELAM – Consiglio episcopale latinoamericano – e cooperare con il Repam (Rete ecclesiale panamericana, con sede a Quito, in Ecuador) anche se con uno statuto autonomo.

Il presidente del CELAM, l’arcivescovo Miguel Cabrejos, è stato coinvolto nella pianificazione sin dall’inizio, assicura Barreto, «ma non siamo solo semplicemente un’altra istituzione». Il progetto è sostenuto da popolazioni indigene, laici e clero allo stesso modo, il che significa che esso possiede una grande propulsione. Inoltre, il progetto promuove il decentramento voluto dal papa. Papa Francesco accompagna perciò l’iniziativa con grande compiacimento.

Le aspettative dalla Conferenza ecclesiale amazzonica sono grandi. I cattolici di tutto il mondo sperano vivamente di ricevere impulsi per un rinnovamento della Chiesa dal sinodo per l’Amazzonia. Tuttavia, per le ragioni dette, l’esortazione apostolica post-sinodale Querida Amazonia di Francesco è stata accolta da alcuni con una certa delusione. È probabile, comunque, che le discussioni ricomincino presto.

Il Documento finale del sinodo si augura che l’organismo ora istituito nell’incontro dei vescovi «trasmetta le idee che sono state sollevate a tutta l’area della Chiesa in America Latina e nei Caraibi». Ciò significa che il processo postsinodale è tutt’altro che concluso.