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Una nuova guida per comunità e parrocchie sull’ecologia integrale

L’ecologia integrale è un faro che illumina la via di sempre più comunità, diocesi e parrocchie, che stanno attuando una conversione ecologica e sociale. Ma per questa trasformazione collettiva non c’è molto tempo, come ricorda Papa Francesco: curare e custodire il creato, le sorelle e i fratelli, a partire da quelli più svantaggiati, è ormai un imperativo morale. Per aiutare in questo percorso, la seconda edizione della Guida per comunità e parrocchie sull’ecologia integrale, a cura di FOCSIV in collaborazione con l’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della CEI, propone pratiche di conversione ecologica, sociale e ambientale tramite la presentazione di venti esempi concreti dal Nord al Sud dell’Italia, in collegamento con gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite.

Il documento è rivolto non solo ai responsabili diocesani, parrocchiali e di comunità, ma a tutte le persone di buona volontà che intendono agire per rendere concreto il proprio impegno di conversione sociale e ambientale. Prendendo spunto dalle pratiche presentate, che possono essere replicate, la Chiesa può dimostrarsi in uscita e profetica soprattutto in quei territori che vivono importanti problemi ambientali e sociali. Nell’introduzione di don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio della CEI, si legge:

«La Guida è insieme una raccolta e un invito. Raccoglie le buone pratiche già esistenti e le ripropone con libertà. Ciascuno così può fare discernimento e progettare il suo impegno. Invita a generare altre buone pratiche, che possono arricchire il patrimonio già consistente e rafforzare il processo avviato da papa Francesco con Laudato si’. L’impegno riguarda le diverse realtà ecclesiali: le diocesi, le parrocchie, gli istituti religiosi, i monasteri, le associazioni, i movimenti, i gruppi, le famiglie… fino ai singoli cristiani. Ciascuno può, per il semplice fatto che abita questo bellissimo e fragile pianeta. Ma soprattutto, perché custodisce una riserva etica che nasce dal progetto di Dio sulla creazione. La cura della casa comune è parte integrante del servizio credente al bene comune. Non si aggiunge come un di più o come un occhiolino schiacciato alle mode del momento. È un colossale “sì” al dono del Creatore.»

Scarica qui la Guida per comunità e parrocchie sull’ecologia integrale

da Rete Sicomoro del 12/10/2020

Convegno Nazionale UCN online

È stato il primo Convegno online per i Direttori degli Uffici Catechistici Diocesani e tutti i catechisti delle parrocchie italiane, ed è stato un successo: grazie a tutti voi. Un ringraziamento particolare va a S.E. Mons. Erio Castellucci, a don Roberto Repole, al prof. Pier Cesare Rivoltella e al prof. Pierpaolo Triani per i qualificati e preziosissimi interventi, offrendo ulteriori spunti per approfondire e continuare ad arricchire le linee guida della Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede, l’Annuncio e la Catechesi.

“Ripartiamo insieme” è stato un successo! Oltre 40.000 collegamenti per la diretta streaming del primo Convegno Nazionale online dell’Ufficio Catechistico Nazionale, tenutosi venerdì 25 settembre 2020, dalle 17:30 alle 20:00. L’evento era rivolto a tutti i direttori degli uffici catechistici diocesani, ma anche a tutti i catechisti e collaboratori pastorali delle parrocchie italiane.

L’incontro si è svolto con una doppia modalità di partecipazione: i direttori diocesani avevano a disposizione un collegamento riservato in videocall, attraverso le piattaforme di Cisco Webex Events; mentre tutti i catechisti e collaboratori diocesani impegnati sul territorio potevano seguire i lavori in diretta streaming tramite i canali social Facebook e Youtube della Conferenza Episcopale Italiana.

Ecco il link per rivedere la registrazione dell’incontro:

FACEBOOK
Intero evento: https://www.facebook.com/conferenzaepiscopaleitaliana

YOUTUBE
Intero evento: https://m.youtube.com/ChiesaCattolicaItaliana

Video dei relatori:

  1. Relazione di S.E. Mons. Erio Castellucci
  2. Relazione di don Roberto Repole
  3. Relazione del prof. Pier Cesare Rivoltella
  4. Relazione del prof. Pierpaolo Triani
  5. Risposte di S.E. Mons. Castellucci
  6. Risposte di don Roberto Repole
  7. Risposte di Pier Cesare Rivoltella
  8. Risposte di Pierpaolo Triani

Video Interviste:

  1. S. Em. Card. Gualtiero Bassetti – Arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve – Presidente della Cei
  2. Cristina Mastrantonio – Segretaria dell’Ufficio Catechistico Diocesano di Albano
  3. Virginio Mancini – Catechista della Pastorale Familiare – Diocesi di Albano
  4. Sonia Paolo – Neofita – Diocesi di Roma
  5. don Massimiliano Parrella – Parroco di Santa Maria Assunta e San Giuseppe – Diocesi di Roma
  6. Famiglia – Genitori catechisti – Vanessa ed Emanuele Crociani – Diocesi di Albano
  7. S.E. Mons. Marcello Semeraro – Vescovo di Albano e membro della CEDAC
  8. Nicoletta Scialpi – Catechista e accompagnatrice catecumeni – Diocesi di Roma
  9. S.E. Mons. Rino Fisichella – Presenta il Nuovo Direttorio per la Catechesi e Saluta i Convegnisti (versione breve)
  10. S.E. Mons. Rino Fisichella – Presenta il Nuovo Direttorio per la Catechesi e Saluta i Convegnisti (versione integrale)

Sono intervenuti:

  • S. E. Mons. Erio Castellucci, arcivescovo-abate di Modena-Nonantola e Presidente della Commissione Episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi, che ha introdotto il convegno e presieduto i lavori.
  • Roberto Repole, presbitero docente di Teologia sistematica presso la sezione di Torino della Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale, docente di Teologia sistematica presso la Facoltà teologica del Triveneto e Presidente dell’Associazione Teologica Italiana (A.T.I.). Don Roberto ci ha aiutato a riflettere sul volto della comunità oggi, in tempo di pandemia.
  • Pier Cesare Rivoltella, professore ordinario presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore; Presidente del SIREM (Società Italiana di Ricerca sull’Educazione Mediale) e Direttore del CREMIT, ove, nel 2013, ha inaugurato l’Osservatorio sui Media e i Contenuti digitali nella scuola nell’ambito delle attività del progetto SMART FUTURE. Membro del Consiglio Direttivo dell’Associazione WeCa (Web Cattolici).  Il professore Rivoltella ha approfondito il tema dal punto di vista della comunicazione e dei linguaggi.
  • Pierpaolo Triani, professore ordinario e Direttore del Centro studi per l’Educazione alla legalità presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. É stato direttore della Rivista Scuola e Didattica e membro dell’Osservatorio Nazionale dell’Infanzia e dell’Adolescenza. Il professore Triani ci ha dato una lettura ed una prospettiva sulle linee guida.

L’Equipe dell’UCN vi ringrazia per la evidente e numerosa adesione all’incontro.

«Ripartiamo insieme». Linee guida per la catechesi in Italia in tempo di Covid19

Il contributo ripercorre il percorso storico che ha portato all’elaborazione del documento dell’UCN «Ripartiamo insieme» (pubblicato il 5 settembre 2020) e si sofferma poi a presentare i principali orientamenti pastorali contenuti nel testo, con la carica di novità e insieme problematicità che essi portano in sé. La riflessione si avvantaggia del fatto che chi scrive è membro della Consulta dell’UCN e, in questo ruolo, è stato testimone diretto della realizzazione dell’iniziativa.

 

 

«Ripartiamo insieme». Linee guida per la catechesi in Italia in tempo di Covid19

Ubaldo Montisci

Durante la pandemia che ha colpito duramente il nostro Paese, le attività catechistiche non si sono mai interrotte del tutto. L’Ufficio Catechistico Nazionale (UCN) ha voluto accompagnare la fatica delle catechiste e dei catechisti impegnati nei diversi percorsi di educazione alla fede con una serie di iniziative a loro favore. È nato così, ad esempio, il progetto «Catechesi: proposte per il Tempo Pasquale», una raccolta di buone pratiche inerenti la catechesi, con i ragazzi, in famiglia, con gli adolescenti e giovani, di commenti alla Parola per adulti, di indicazioni per l’iniziazione cristiana. Nello stesso periodo, i Vescovi hanno manifestato la loro premura pastorale con la traccia di riflessione «È risorto il terzo giorno. Una lettura biblico spirituale dell’esperienza della pandemia» (questa documentazione, come pure quella che seguirà, è reperibile in https://catechistico.chiesacattolica.it/).

 

  1. Alle origini del documento

Progressivamente è emersa sempre più forte – da più parti – la domanda sul che cosa fare dopo l’estate, quando riprendono ordinariamente le attività pastorali parrocchiali. Da subito, ci si è resi conto che a quest’interrogativo non è possibile dare le “solite” risposte o escogitare soluzioni semplicistiche, perché la pandemia ha reso evidente che le proposte del passato non intercettano più le esigenze spirituali e pastorali del tempo presente. Pertanto l’UCN, tramite la sua Consulta, ha promosso nel periodo estivo una serie di “tavoli di lavoro” che hanno coinvolto numerosi interlocutori su scala nazionale. L’iniziativa ha preso il nome di «Laboratorio sull’annuncio».

Le tappe del percorso ipotizzato sono state illustrate dal Direttore dell’UCN, Mons. Valentino Bulgarelli, durante i lavori della Consulta dell’UCN dell’11 giugno 2020. Al termine dell’incontro, egli sintetizzava così il significato dell’iniziativa: il laboratorio dell’annuncio vuol essere un modo diverso di agire ecclesialmente, motivato dalla constatazione che qualsiasi proposta partita “dall’alto” durante la pandemia ha generato una frattura nelle comunità; l’impegno prioritario è sostenere le comunità cristiane; alla base di tutto sta lo sforzo di un ascolto attento e prolungato.

Gli incontri – rigorosamente online – sono avvenuti a due livelli: da un lato sono stati consultati gli altri Uffici della CEI e alcune Associazioni cattoliche, con l’obiettivo di tentare di concordare insieme delle linee operative comuni per l’annuncio e la catechesi; dall’altro è stato avviato il confronto con i Direttori degli Uffici catechistici regionali e diocesani e le loro equipe.

I lavori a questo secondo livello hanno seguito dinamiche partecipative usate raramente nella elaborazione dei documenti ecclesiali. Si è voluti partire “dal basso”, cioè dall’ascolto dei reali protagonisti dell’attività catechistica, di coloro che quotidianamente e direttamente s’impegnano nell’educazione alla fede soprattutto delle nuove generazioni. Perciò, il primo momento è stato dedicato all’ascolto del vissuto. Con quest’obiettivo sono stati attivati dieci gruppi di lavoro costituiti ciascuno di 25 persone (Direttori di Uffici catechistici, membri delle loro equipe, alcuni membri della Consulta). In due sessioni di due ore ciascuna nella seconda e quarta settimana di luglio, seguite entrambe da un tempo di condivisione dei risultati degli incontri con i catechisti delle proprie diocesi, si è riflettuto sull’impatto che ha avuto la pandemia sulla vita personale e parrocchiale e sono state fornite delle indicazioni generali per ridare slancio alla catechesi al momento della ripresa dell’attività in autunno (si veda l’organizzazione del processo nell’Allegato 1).

All’inizio di agosto c’è stata la raccolta delle sintesi degli incontri online e poi una Commissione ristretta ha elaborato una prima bozza del testo che, sottoposta all’esame degli organismi episcopali deputati, degli Uffici CEI e Associazioni coinvolti, dei membri della Consulta, è stata progressivamente “raffinata” fino a costituire il testo «Ripartiamo insieme. Linee guida per la catechesi in Italia in tempo di Covid».

 

  1. Presentazione del documento

Il documento, volutamente sintetico, è composto di tre parti distinte: un’introduzione; la sintesi dei lavori laboratoriali; una riflessione di carattere sapienziale sul discernimento pastorale.

 

  1. Introduzione

La pagina introduttiva, firmata dal Direttore dell’UCN, contiene due affermazioni importanti per comprendere il significato dei due testi che seguono. La prima riguarda lo stile di lavoro: una modalità “sinodale” e “dal basso”, che ha inteso coinvolgere il maggior numero di persone possibile e che ha permesso di scattare una foto realistica dell’esistente, individuando problemi concreti e vie di soluzione praticabili. La seconda si riferisce al fatto che l’UCN, con questo documento, non vuole principalmente dare soluzione alle urgenze pastorali (pure prese in considerazione), ma avviare dei “processi” di rinnovamento catechistico di largo respiro.

 

  1. Sintesi sui “Laboratori ecclesiali sulla catechesi”

Nell’Introduzione alla sezione c’è una riflessione sulla pandemia e le sue conseguenze sui ritmi quotidiani e sulla vita di fede. Dei titoletti posti a margine della pagina, sulla sinistra, consentono di seguire l’articolazione del pensiero che si va sviluppando. Ogni paragrafo contiene non solo degli elementi che permettono di riflettere su quanto è capitato e sta ancora accadendo, ma pure delle indicazioni generali che riguardano la catechesi.

Nel rispetto dell’autonomia delle Chiese locali, il documento non fornisce indicazioni dettagliate ma prospetta ambiti di impegno e iniziative per qualificare sempre più le attività di educazione alla fede. Così, ad esempio, dopo aver constatato una certa disaffezione alla pratica liturgica domenicale, si suggerisce di rinnovare le catechesi che mettono in risalto la centralità dell’Eucaristia nella vita cristiana, alla luce anche di una più attenta cura delle celebrazioni; se poi è la carità l’attività ecclesiale che ha riscosso il massimo di apprezzamento tra la gente, il testo invita i catechisti a tenere maggiormente in considerazione questa dimensione; per quanto riguarda la comunicazione digitale – vera protagonista nella fase che stiamo vivendo – si propone una formazione specifica sul valore e l’utilizzo degli ambienti digitali.

Alla fine dell’introduzione è posta una domanda cruciale: si tratta di ricominciare o ripartire? Di fronte al sentito bisogno di riprendere la catechesi nelle parrocchie, il documento invita a distinguere tra l’urgente e l’importante e opta decisamente per un intervento di tipo “strutturale”: «È importante rifuggire la tentazione di soluzioni immediate e cercare di discernere una nuova gerarchia pastorale» (p. 4).

In questa linea, si identificano quattro punti su cui porre l’accento, strettamente collegati tra loro: l’ascolto, che mette al centro le persone; la narrazione, la forma di comunicazione privilegiata di chi si percepisce amato da Dio e vive da discepolo di Gesù; la comunità, che favorisce una rete di relazioni; la creatività, una sfida che richiede ingegno e realismo da parte di tutti i soggetti ecclesiali impegnati nell’evangelizzazione.

Come operare, quindi, in questo tempo di ripresa delle attività? Sotto il titolo Trasformazioni pastorali vengono date cinque indicazioni che richiedono un deciso cambio di mentalità:

  • Ai responsabili e agli operatori pastorali viene suggerito di agire con calma sapiente, riservando cioè del tempo disteso per l’ascolto di tutti e una formazione che portino a processi decisionali che coinvolgano le intere comunità.
  • Il coinvolgimento delle famiglie è necessario: «Abbiamo compreso di dover assumere la catechesi nelle famiglie» (p. 7). Quest’affermazione di principio è di per sé scontata, ma è resa concreta dalla consapevolezza di dover rispettare i ritmi e le risorse reali, valorizzando le famiglie per quello che possono dare. Le parrocchie e i catechisti si mettono al servizio delle famiglie, fornendo sussidi e accompagnando e sostenendo il loro sforzo di educazione nella fede.
  • La cura dei legami è un’azione essenziale per le comunità. Durante la pandemia, l’isolamento forzato è stato in qualche modo reso meno duro dall’utilizzo degli strumenti di comunicazione; si tratta ora di riflettere e formare a un loro utilizzo non ingenuo. Non c’è contrapposizione tra reale e online, bisogna favorire una sana integrazione tra le due forme di comunicazione. La catechesi, viene sottolineato, deve assumere un carattere “inclusivo”.
  • I tempi della catechesi attualmente sono dettati dall’anno scolastico. Il testo afferma con forza che quest’impostazione va modificata facendo riferimento all’anno liturgico, che offre alla catechesi un respiro diverso imperniato intorno allo sviluppo progressivo del kerygma. Occorre anche restituire alla domenica la centralità che le spetta nella vita del cristiano.
  • Nelle pratiche formative è necessario valorizzare il vissuto personale, dedicando del tempo all’ascolto e alle narrazioni di vita. Una particolare attenzione va posta alla catechesi degli adulti e degli adolescenti e giovani.

 

  1. Per dirci nuovamente “cristiani”

Quest’ultimo testo è stato elaborato dall’Équipe dell’UCN. L’idea sottostante, che forse poteva essere meglio espressa nel titolo, è quella di fornire degli spunti per il necessario discernimento pastorale in vista di una vita cristiana di qualità, rinnovata alla luce del Vangelo.

Il tempo che stiamo vivendo è interpretato come opportunità, come occasione favorevole per un cambio di mentalità, per un’autentica conversione pastorale: «Pensare che la pastorale e la catechesi possa riprendere come prima del lockdown sarebbe un’ingenuità e un’occasione sprecata» (p. 10).

Alla luce dell’episodio di At 11,19-26, che descrive la nascita della Chiesa di Antiochia, vengono suggerite quattro piste per ricominciare. Si tratta di due auspici e di due orientamenti concreti per l’annata catechistica che ci attende. Tra i primi, l’attesa di vescovi e presbiteri capaci di «svolgere lietamente e con larghezza di vedute il compito di “esortare”», come Barnaba (p. 12), e di catechisti, formatori ed educatori «che abbiano orizzonti grandi e il coraggio di percorrere nuove vie di evangelizzazione», come Saulo (p. 13). Tra i secondi, la spinta verso una catechesi biblica: «Nel prossimo anno pastorale immaginiamo una catechesi sempre più squisitamente biblica, che parta dal cuore del kerygma cristiano: “Il Signore è risorto”» (p. 12), e una maggiore attenzione all’azione dello Spirito: «Il nuovo anno pastorale potrebbe essere il tempo in cui sviluppare il tema dell’opera dello Spirito nella vita dei cristiani» (p. 13).

 

  1. Alcune battute conclusive

Il documento «Ripartiamo insieme» segna una tappa importante per la catechesi italiana. Non ha certo l’ambizione di sostituirsi al «Documento Base» (1970; 1988) o a «Incontriamo Gesù» (2014); eppure, nella sua essenzialità, ha probabilità non piccole di incidere in maniera notevole sulle prassi ordinarie di educazione alla fede. Rappresenta, pertanto, un’opportunità da cogliere per favorire un cambio di mentalità e imprimere una svolta nella pratica catechistica.

I suoi punti di forza sono dati dal coinvolgimento, il più ampio possibile, dei soggetti che a diverso titolo operano nella pastorale: è un progetto operativo realmente “condiviso”; e dal fatto che non si limita a tentare di dare soluzioni sull’immediato ma intende avviare “processi”, di cui però traccia già le coordinate essenziali. Tra queste, si segnalano: l’importanza dell’ascolto in vista del discernimento; la centralità delle persone e delle loro relazioni nell’azione educativa; il riferimento paradigmatico alla catechesi missionaria, fondata sul kerygma; l’ancoraggio dei ritmi della catechesi intorno all’anno liturgico e non al calendario scolastico; il riferimento privilegiato alla Bibbia per favorire il discepolato; il ruolo determinante delle famiglie, al cui servizio e sostegno si pone l’opera dei catechisti; il riconoscimento della rilevanza e allo stesso tempo insufficienza dei mezzi di comunicazione sociale per la condivisione della fede; la valorizzazione di linguaggi nuovi o comunque diversi da affiancare a quello prevalentemente dottrinale ancora utilizzato nella catechesi; la creatività nell’organizzare le riunioni dei piccoli gruppi.

Quali gli ostacoli più rilevanti per l’azione trasformatrice insita nel testo dell’UCN?

Sicuramente l’abitudinarietà, la forza frenante del “sì è sempre fatto così”, unita alla frettolosità di ritornare quanto prima alle cose di sempre, come se nulla fosse successo in questi mesi. Ecco allora che proposte come quella di «attendere l’inizio dell’anno liturgico ed iniziare gli incontri con l’Avvento, dedicando i mesi precedenti alla formazione, all’ascolto, alla cura dei legami» (p. 8), potrebbero trovare resistenze o persino avversione in chi ha già previsto il riavvio delle attività nel proprio ambiente o paventa il rischio della perdita dei catechizzandi. Ci vuole da parte di tutti un sano senso della realtà unita, però, alla cura di una certa idealità e una determina volontà di dialogo e collaborazione, senza mai trascurare il bene delle persone per le quali si è inviati a evangelizzare.

Un possibile ulteriore ostacolo può essere costituito dal non pervenire in tempi ragionevoli a dare applicazione sufficientemente dettagliata a queste che rimangono ancora delle semplici linee guida. Un esempio tra i diversi che si potrebbero citare: che cosa comporta concretamente l’affermazione: «Il servizio dei catechisti non sostituisce, ma sostiene il mandato missionario degli sposi e dei genitori» (p. 7)? Quale funzione assumono a questo punto i catechisti nei confronti delle famiglie nell’educazione dei loro figli? Per questo e altri punti critici ci sarà bisogno dello sforzo di riflessione degli esperti unito alla competenza maturata sul campo dai responsabili locali e dagli operatori di base. Un luogo privilegiato per il confronto è la Consulta dell’UCN, in sinergia con gli altri Uffici e Associazioni: la attende sicuramente un periodo di lavoro intenso per dare continuità all’iniziativa, individuando priorità e strategie.

Un’occasione per cominciare a dare attuazione a questo progetto affascinante è costituita dal Convegno annuale dei Direttori degli Uffici catechistici diocesani aperto anche a tutti i catechisti, che si terrà online il prossimo 25 settembre (ore 17:30-20:00). Sarà un momento significativo per ripartire davvero “insieme”.

 

SCARICA ALLEGATI:

 

Ripartiamo_insieme

Allegato 1. Laboratorio sull’Annuncio

LetturaBiblicoSpiritualePandemia

 

per approfondire:

Cei. La catechesi ai tempi del Covid, per ripartire insieme e costruire il futuro


Riccardo Maccioni sabato 5 settembre 2020

Linee orientative per la ripresa della catechesi

In sintonia con i protocolli sanitari della scuola, sono offerte linee orientative per la ripresa dei percorsi educativi in ambito parrocchiale.

 

In allegato anche

 

I lavori del Sinodo amazzonico al centro della riflessione catechetica nella giornata dei curricoli

In occasione della giornata dei curricoli, gli studenti e i docenti dei percorsi di Educazione religiosa e Catechetica si sono ritrovati nella sala “E. Viganò” della Biblioteca per riflettere sul recente Sinodo amazzonico.

La giornata è stata preparata in ogni dettaglio dai partecipanti a uno dei Laboratori attivati nel primo semestre e l’incontro ha visto la presenza di tutti i docenti e quasi tutti gli studenti del curricolo, uniti nell’entusiasmo e partecipazione attiva.

È stato coinvolgo nell’iniziativa don Antonio Donadio, uno degli Assistenti agli acta del Sinodo. Egli ha dapprima offerto delle considerazioni originali sulla sinodalità e la sua importanza per la vita della Chiesa; ha presentato poi una lucida analisi delle principali tematiche e problematiche emerse al Sinodo, soffermandosi in particolare sui temi della conversione all’ecologia integrale, dei viri probati e dei nuovi ministeri. Il dialogo vivace che è seguito è risultato ancor più interessante proprio per l’esperienza privilegiata vissuta dal giovane prete lucano: egli ha potuto comunicare come si è vissuto “dall’interno” ciò che veniva dibattuto all’esterno del Sinodo, facendo scoprire aspetti inediti e stimolanti.

I lavori di gruppo che sono seguiti hanno consentito di approfondire ancora di più il significato che il Sinodo può avere sulla vita della Chiesa e della società. Le sintesi presentate in assemblea plenaria hanno rilevato che del Sinodo va colto il progetto globale soggiacente e non ci si può limitare alla sola tappa romana; che non si può fare teologia fuori dalla storia (e dalla geografia); che non può essere trascurata l’interdipendenza che sussiste nell’ecosistema mondiale (“Tutto quanto succede in Amazzonia mi appartiene”, è stato detto); che la svolta ecologica di cui si parla non può essere limitata alla plastica e agli imballaggi – per quanto importanti – ma pretende un’autentica conversione personale e una mentalità che salvaguardi la “casa comune”; che l’educazione delle nuove generazioni e la formazione degli educatori cristiani rimane un compito urgente e permanente; che occorre una riflessione non superficiale per assimilare e mettere in atto le novità che i lavori sinodali consegnano alla Chiesa e alla società.

La giornata, con i momenti conviviali, di ascolto e di confronto, è stata valutata con soddisfazione da tutti e ha dato conferma di quanto siano sempre importanti l’insegnamento della religione cattolica e la catechesi per la realizzazione di un mondo più umano.

UPS – Giornata dei Curricoli – Sinodo Amazzonia – 12.XI.2019 (1)

Alcuni scatti:

 

 

In ricordo di Joseph Gevaert, Catecheta Salesiano

Si è spento a Oud-Heverlee (Belgio) il 29 agosto u.s. il catecheta Joseph Gevaert (1930-2019). Ha trascorso gran parte della sua vita (1966-2005) all’Università Pontificia Salesiana (UPS), quasi tutti come membro del nostro Istituto di Catechetica, contribuendo in larga misura a dargli quel prestigio che ancora gode a livello internazionale.

Le robuste basi filosofiche (aveva conseguito il Dottorato in Filosofia a Lovanio) hanno costituito le fondamenta per i suoi studi catechetici che hanno riguardato in modo privilegiato i riferimenti antropologici e culturali dell’educazione alla fede. Di quell’impegno testimoniano opere come Antropologia e catechesi (Torino, Elledici, 1978), La dimensione esperienziale della catechesi (Torino, Leumann, 1984), Catechesi e cultura contemporanea (Torino, Elledici, 1993), Il dialogo difficile: problemi dell’uomo e catechesi (Torino, Elledici, 2005).
Nel corso degli anni, i suoi interessi si sono ampliati, portandolo ad approfondire numerosi aspetti nel settore catechetico: al livello epistemologico, il suo testo Studiare catechetica (Roma, LAS, 2009) rimane un punto di riferimento significativo per chi voglia approfondire la natura e i compiti della giovane scienza; il Dizionario di Catechetica (Torino, Elledici, 1986), da lui curato, è sì datato ma in qualche modo insuperato nella realtà italiana e ha avuto traduzioni in diverse lingue.

In alcuni ambiti si è dimostrato un pioniere: è suo, ad esempio, il primo corso di catechesi che prendeva in considerazione le persone con disabilità (era l’anno accademico 1977/78, con a fianco F. Devestel) e sue alcune pubblicazioni che costituiscono delle pietre miliari per quanto riguarda la riflessione sul primo annuncio e l’iniziazione cristiana. Tra queste meritano di essere ricordate almeno Prima evangelizzazione. Aspetti catechetici (Torino, Elledici, 1990), La proposta del Vangelo a chi non conosce il Cristo. Finalità, destinatari, modalità di presenza (Torino, Elledici, 2001).
Egli si è interessato pure della didattica in ambito scolastico. I contatti con il mondo tedesco, all’avanguardia soprattutto per quanto riguarda la pedagogia religiosa, gli hanno consentito di offrire abitualmente i dati più avanzati della ricerca in questo rilevante ambito pastorale. Tra le sue produzioni si ricorda, ad esempio, Didattica dell’insegnamento della religione. Aspetti generali (Torino, Elledici, 1988, assieme a R. Giannatelli).
Docente rigoroso ed esigente, lavoratore appassionato e instancabile, era molto apprezzato dagli allievi per la chiarezza del pensiero, l’accessibilità del linguaggio e la disponibilità nell’accompagnamento: la sua era una “presenza” tangibile. Ricercatore meticoloso, aveva grande cura dell’aggiornamento a favore di colleghi e studenti: la raccolta bibliografica “Rassegna delle riviste”, diventata poi “Annale di Catechetica”, da lui coordinata fino a quando è rimasto all’UPS, testimonia di questa sua passione per offrire la più ampia gamma di risorse a chi volesse riflettere sui temi catechetici.

Favorito dall’essere nato e aver vissuto nel cuore dell’Europa e dall’aver acquisito nel tempo diverse competenze linguistiche, ha svolto un ruolo autorevole di mediazione culturale nel mondo mitteleuropeo. Egli ha contribuito a dare quel “respiro internazionale” che continua a caratterizzare la ricerca dell’Istituto.

Nel 2005, avendo raggiunto i limiti accademici d’età, ha fatto ritorno nella sua nazione, il Belgio, dove ha continuato il proprio lavoro di studioso finché le condizioni di salute gliel’hanno consentito. Affabile, nonostante l’apparenza burbera, «Jeff» – così era chiamato tra i colleghi e gli amici – ha mantenuto sempre con interesse i contatti con il nostro Istituto, di cui aveva curato anche la memoria storica con il testo Istituto di Catechetica. 50 anni di ricerca e di servizio. Un dossier per conservare la memoria.

Per quanto fatto per la Catechetica, e non solo, anche noi facciamo memoria e lo ringraziamo riconoscenti.

Approvati i nuovi percorsi formativi dell’Istituto di Catechetica

Approvati in via definitiva i curricoli di:

 

  • Catechetica
  • Indirizzo di Catechetica
  • Indirizzo di Catechetica e comunicazione

 

  • Pedagogia religiosa
  • Indirizzo di Pedagogia religiosa

 

promossi dall’Istituto di Catechetica.

 

Curricolo di Catechetica (22 luglio 2019)

Curricolo di Pedagogia religiosa (22 luglio 2019)

 

I nuovi percorsi formativi sono attivi già nell’anno accademico 2019/2020.

 

Per informazioni rivolgersi a catechetica@unisal.it

 

Studiare catechetica oggi.

La proposta dell’Università Pontificia Salesiana

Don Bosco ebbe l’intuizione e la realizzò nella pratica: la catechesi doveva svilupparsi sempre all’interno di processi educativi attraverso i quali tutelare la maturazione umana e cristiana delle persone. I Salesiani han cercato sempre di essere fedeli a tale visione, organizzando senza sosta una riflessione critica in grado di sostenerla e strutturarla scientificamente. La prospettiva è stata assunta anche dall’Università Pontificia Salesiana che sempre ha vincolato strettamente la «catechesi-catechetica» con l’«educazione-pedagogia», arrivando a stabilire una collocazione singolare degli studi di Catechetica all’interno della Facoltà di Scienze dell’Educazione, un assetto che ancor oggi costituisce una proposta unica e originale, sostenuta e portata avanti dal protagonista per eccellenza di questa storia, cioè, l’Istituto di Catechetica (ICa). Il progetto iniziale (1940) è stato sottoposto a parecchi mutamenti direttamente legati ai cambiamenti culturali e religiosi susseguitisi in questi anni. Due di questi movimenti, risultano particolarmente rilevanti per il nostro libro: 1/ La creazione, agli inizi degli anni ’80 del secolo scorso, di una «struttura dipartimentale» tra le facoltà di Teologia (FT) e di Scienze dell’Educazione (FSE) per promuovere l’unità formativa degli studenti di Pastorale giovanile e di Catechetica; dopo un sessennio di laboriosa sperimentazione, nel 1987, la struttura si trasformò nel «Dipartimento di Pastorale giovanile e Catechetica»; 2/ Il ripensamento di tale struttura accademica che portò, nel 2016, alla dismissione del medesimo per tornare alla configurazione di due curricoli differenti, quello di Catechetica nella FSE e quello di Pastorale giovanile nella FT.

L’anno accademico 2018-2019, terzo dell’attuale struttura del curricolo di Catechetica, apre la strada delle verifiche: in questo momento cruciale, l’ICa sente l’obbligo di «dare ragione» delle proprie impostazioni scientifiche e, allo stesso tempo, considera questa circostanza come un momento propizio per immaginare un futuro carico di progetti inediti. Ecco spiegata la finalità del libro che è diviso in tre parti: Attualità, Futuro e Storia. La sequenza, dunque, privilegia la presentazione accurata del curricolo attuale e nel contempo le sue prospettive di futuro, senza però dimenticare l’evoluzione storica alla base di ogni scelta e situazione concreta.

Sostenere la motivazione nella formazione dei catechisti

Il 10 giugno si è tenuto a Szeged (Ungheria) il secondo convegno annuale sul Mentoring. II. Mentor-Katekéta Konferencia: Motiválni, megtartani, lelkesíteni a katekéta szolgátban (II Convegno sul catechista-mentore: Motivare, sostenere, ispirare il servizio catechistico).

All’incontro, promosso dall’Ufficio Catechistico Diocesano (UCD), diretto da Levente Gabor Serfȍzȍ (ex-allievo e Dottorando in Catechetica presso la nostra università), hanno partecipato 105 convegnisti (Direttori di UCD con le loro equipe, Formatori di Mentoring, Insegnanti di religione e Catechisti) proveniente da 8 delle 15 diocesi magiare.

La scelta del mentoring come modalità formativa caratterizza la scelta della diocesi magiara, che ha avviato una originale e promettente sperimentazione.

I lavori hanno visto al mattino la presentazione di quattro relazioni: la prima di indole catechetica, le altre due biblico-teologica, l’ultima pedagogica. Nel pomeriggio, dopo un dialogo in sala tra relatori e convegnisti, ci sono stati dei lavori di gruppo. Una relazione di sintesi ha concluso la giornata.

Riportiamo qui l’intervento che ha aperto i lavori, tenuto dal prof. Ubaldo Montisci – che ha rappresentato il nostro Istituto di Catechetica – sul tema: Sostenere la motivazione nella formazione dei catechisti.

 

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Conferenza Szeged