DPR 175 – Intesa IRC 2012

Intesa per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche. Pubblicato in G.U. il Decreto del Presidente della Repubblica 20 Agosto 2012 n. 175 (in vigore dal 31/10/2012):

Esecuzione dell’intesa tra il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca e il Presidente della Conferenza episcopale italiana per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, firmata il 28 giugno 2012”.

E’ disponibile anche il formato PDF (1.075 Kb).

Il link al Decreto (prot. 484/2012 del 28 Giugno 2012) di promulgazione dell’Intesa del Presidente della Conferenza Episcopale Italiana.

In data 6 Novembre 2012 il MIUR ha pubblicato la circolare 2989 inerente i profili di qualificazione professionale a regime con l’anno scolastico 2017-2018.

Non c’è formazione integrale senza insegnamento della religione

Nicola Rosetti spiega come sarebbe difficile comprendere la storia, la scienza, la cultura senza sapere di religione

Un nuovo anno scolastico è alle porte e fra le tante materie che i nostri alunni studieranno ce n’è una che possono scegliere: l’Insegnamento della Religione Cattolica (IRC). L’IRC in Italia è regolato dai Patti Lateranensi e dalle successive modifiche approvate di comune accordo dalla Chiesa Cattolica e dallo Stato Italiano.

Su questa materia è in corso da sempre un vivace dibattito: ci si interroga sulla sua presenza accanto alle altre materie, sulla sua legittimità all’interno dell’ordinamento degli studi di uno stato laico e sulla sua opportunità, visto che molti alunni appartengono ad altre religioni o non si riconoscono in nessuna di esse.

Se vogliamo capire la presenza dell’insegnamento religioso fra le attività didattiche, dobbiamo prima chiederci più in generale quale sia la finalità generale della scuola.

L’istituzione scolastica ha il dovere di aprire gli occhi degli alunni sulla realtà che li circonda e di questa  fa parte, a pieno titolo, l’esperienza religiosa. Se vogliamo per i nostri alunni una formazione integrale, cioè completa, non possiamo non farli riflettere su questo significativo e determinante aspetto della realtà: gli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi hanno aderito ad una religione e questa ha spesso determinato i costumi e i modi di vivere dei popoli, al punto che nella nostra lingua le parole “culto” e “cultura” sono affini.

Una volta appurato che la presenza dell’IRC rientra nel quadro delle attività formative rivolte agli studenti, ci si domanda perché l’insegnamento religioso sia confessionale. Contrariamente a quanto si potrebbe credere, il fatto che l’IRC sia gestito dalla Chiesa Cattolica e dallo Stato Italiano non è un’anomalia nel panorama europeo.

Infatti l’insegnamento religioso, presente in quasi tutti gli stati dell’Unione Europea, è cogestito dagli stati e dalle comunità religiose maggiormente diffusi in essi. Laicità non vuol dire ateismo. La laicità, rettamente intesa, rispetta il fattore religioso e in uno stato laico, religione e politica, pur essendo distinte, possono collaborare per il bene comune delle persone: l’insegnamento religioso va visto proprio in questa logica. Questo principio è anche sancito dall’articolo 7 della nostra Costituzione, la quale afferma  che Chiesa e Stato sono indipendenti e sovrani.

La religione cattolica è sicuramente la tradizione religiosa più comune e diffusa nel nostro paese e lo Stato Italiano la riconosce come parte integrante del proprio patrimonio culturale. Ecco dunque perché viene data la possibilità ai nostri alunni di conoscerla. Il cattolicesimo ha influito nel corso dei secoli sulla nostra civiltà: sarebbe sicuramente più complicato comprendere la Divina Commedia, i Promessi Sposi, un dipinto di Giotto o di Caravaggio senza possedere una minima conoscenza dei contenuti di questa religione.

Questo vale sia per gli alunni italiani che per quelli stranieri che vivono nel nostro paese. Gli alunni che appartengono ad altre tradizioni religiose possono frequentare l’IRC, che non va confuso con il catechismo. Questi alunni hanno la possibilità di studiare, senza aderirvi, la religione cattolica e ciò può essere per loro un’ulteriore opportunità di integrazione. Allo stesso tempo, per gli alunni cattolici la presenza durante l’ora di religione di ragazzi appartenenti ad altre religioni può costituire una grande occasione di confronto.

Famiglia e insegnamento della religione per lo sviluppo dei giovani

Lettera pastorale dei vescovi polacchi per la II Settimana di Formazione

 

Sia il padre che la madre, contrariamente a quanto sostengono alcune ideologie, dovrebbero assumersi la responsabilità per l’educazione del bambino”.

Questo è quanto sottolineano i vescovi polacchi in una lettera pastorale diffusa prima della Seconda Settimana di Formazione che si sta svolgendo in Polonia dal 16 al 22 agosto.

I presuli rilevano che la testimonianza  e la partecipazione alla vita religiosa dei genitori è essenziale per l’educazione del bambino.

“In tutti i luoghi in cui si svolge l’educazione: a casa, a scuola e nella parrocchia, è necessario cercare le risposte alle domande che seguono: chi vogliamo formare ed educare? Come entrare nell’intimo del giovane? Sulla base di quali valori si desidera formare?

“Senza una riflessioni condotta congiuntamente dai genitori, dai padrini e dai nonni, così come per i responsabili per l’istruzione, gli insegnanti e gli educatori, non può esserci un’educazione fruttuosa”, affermano i Vescovi.

Nella lettera i vescovi polacchi hanno scritto che “il primo incontro con Dio e con la Chiesa avviene nella famiglia, giustamente chiamata ‘Chiesa domestica’.

“Nel clima di amore e di legami naturali della famiglia, cresce il processo di educazione e lo sviluppo dell’anima umana”, sostengono i Vescovi.

Secondo i vescovi polacchi, “preservare l’unità e la santità del matrimonio è una preoccupazione costante della Chiesa. La sua legittimità è ancora più evidente quando i coniugi sono i genitori”.

“Purtroppo, – continua la lettera dei presuli – un problema sociale crescente è il numero crescente di matrimoni che si disgregano. La divisione ha un impatto negativo sulla formazione e contribuisce alle esperienze negative dei bambini e dei giovani. Una parte molto importante della formazione in famiglia è infatti, un senso di stabilità e di sicurezza, che ogni bambino dovrebbe sperimentare”.

Nella lettera alla II Settimana di Formazione i vescovi consigliano la catechesi che realizza “la funzione educativa”.

 “L’esperienza dimostra che – sostengono i presuli – l’insegnamento della religione nella scuola favorisce il pieno sviluppo dei giovani. La catechesi arricchisce il panorama educativo con nuovi contenuti, apportando alla vita della scuola e dei suoi allievi l’ispirazione e la motivazione che favorisce lo sviluppo della personalità”.

 Per questi motivi – conclude la lettera – i vescovi lanciano un appello per “garantire l’insegnamento della religione nella formazione scolastica”.

di Don Mariusz Frukacz

ROMA, giovedì, 23 agosto 2012 (ZENIT.org).-

IRC: i testi dell’intesa tra CEI e MIUR

Ecco in allegato i testi della duplice Intesa – firmata giovedì 28 giugno a Roma dal Card. Angelo Bagnasco, per la Conferenza Episcopale Italiana, e dal Ministro Francesco Profumo, per il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – con cui viene ridefinito il profilo professionale dei futuri insegnanti di religione cattolica e vengono aggiornate le indicazioni per l’insegnamento nel II ciclo, adeguandole al nuovo ordinamento scolastico.

Ridefinire il profilo professionale dei futuri insegnanti di religione cattolica e aggiornare le indicazioni per l’insegnamento nel II ciclo, adeguandole al nuovo ordinamento scolastico: questo l’oggetto della duplice Intesa che è stata firmata giovedì 28 giugno alle ore 12.30 a Roma, presso la sede CEI di Circonvallazione Aurelia 50.

L’intesa, che aggiorna un precedente accordo del 1985, corona un lungo percorso di dialogo e collaborazione.

Intesa MIUR-CEI religione scuole pubbliche.pdf


Intesa MIUR-CEI Indicazioni secondo ciclo.pdf

 

da: www.chiesacattolica.it del 20/7/12

 

Le Indicazioni per l’Irc nel Sistema Educativo di Istruzione e Formazione

Anche quest’anno si è svolto il laboratorio riservato ai Direttori/Responsabili diocesani dell’Irc, nominati nell’arco dell’ultimo quinquennio. Mercoledì 13 giugno 2012, a Roma presso il “Centro Congressi” della CEI sito in via Aurelia 796, dalle ore 10,00 alle ore 17.00, sul tema “Le Indicazioni per l’Irc nel Sistema Educativo di Istruzione e Formazione”.

Oltre alla gestione quotidiana del lavoro d’ufficio, legata spesso a questioni di tipo istituzionale, ci si trova impegnati anche nella progettazione della proposta formativa al fine di offrire un’Irc sempre di qualità. Naturalmente, per far questo, bisogna puntare su insegnanti di religione cattolica davvero preparati, che possano essere una risorsa culturale non solo per la scuola, ma anche per la stessa diocesi. Questi insegnanti, per i contenuti che affrontano e per la modalità d’approccio alle domande di tipo religioso, sono oggi, nella scuola, espressione di quell’attenzione culturale della Chiesa che si vorrebbe maggiormente evidente.

Curare la formazione in servizio degli Idr significa, da una parte, cogliere le esigenze formative dei docenti e, dall’altra, progettare consci del nuovo assetto scolastico e delle indicazioni dell’Irc.Lo stile laboratoriale adottato negli ultimi incontri si è rivelato molto vantaggioso, di fatto ha consentito ai partecipanti non solo di confrontarsi su temi all’ordine del giorno in un ufficio/servizio diocesano, ma anche di esercitarsi a costruirne l’impegno secondo alcune coordinate di riferimento.

E’ possibile scaricare il programmal’esonero del MIUR.


Le Relazioni

Introduzione ai lavori , Mons. Vincenzo Annicchiarico 

1. Lo statuto epistemologico dell’Irc, Prof. Sergio Cicatelli                       

2. Lettura in verticale delle Indicazioni per l’Irc: progressivo approfondimento dei contenuti fondanti, Don Cesare Bissoli

3. Introduzione all’attività laboratoriale: “Progettare per competenze a partire dalle Indicazioni per l’Irc e dalle esigenze formative degli Idr”, Prof.ssa Rita Minello

CEI-MIUR: intesa sull’insegnamento della religione cattolica

Ridefinire il profilo di qualificazione professionale dei futuri insegnanti di religione cattolica, armonizzando il percorso formativo richiesto per l’insegnamento della religione cattolica con quanto previsto, oggi, per l’insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado in Italia.

Definire una nuova versione delle indicazioni per l’insegnamento della religione cattolica nel secondo ciclo, sulla base dei rinnovati documenti che il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha elaborato in un quadro di riforma dell’intero sistema educativo di istruzione e formazione (licei, istituti tecnici, istituti professionali, percorsi di istruzione e formazione professionale).

Sono questi, in sintesi, gli obiettivi della duplice intesa che è stata firmata giovedì 28 giugno a Roma, presso la sede della Conferenza Episcopale Italiana, dal Card. Angelo Bagnasco, per la CEI, e dal Ministro Francesco Profumo, per il MIUR. L’accordo, raggiunto al termine di un percorso all’insegna del dialogo e della collaborazione, consolida ulteriormente l’armonioso inserimento dell’insegnamento della religione cattolica nei percorsi formativi della scuola italiana.

“Nella consapevolezza che, come ha sottolineato Benedetto XVI, «la dimensione religiosa è intrinseca al fatto culturale, concorre alla formazione globale della persona e permette di trasformare la conoscenza in sapienza di vita» (Discorso agli insegnanti di religione cattolica, 25 aprile 2009), auspico – ha affermato il Card. Bagnasco – di vedere quanto prima i frutti di bene che scaturiranno da questo rinnovato accordo, conscio dell’impegno delicato in vista della maturazione integrale delle persone degli alunni e grato per il lavoro costante e professionale di tutta la comunità educante della scuola, ivi compreso l’impegno professionale degli insegnanti di religione cattolica”.

Il saluto del Cardinale Bagnasco

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La scuola nel cuore

Il significato della firma delle due intese tra Chiesa e Governo sull’Irc

Alberto Campoleoni

Una nuova intesa, anzi due, sull’insegnamento della religione cattolica (Irc). Ieri, 28 giugno, le hanno firmate, come previsto dalle procedure di derivazione concordataria, il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, e il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Angelo Bagnasco.

I due testi riguardano questioni differenti ma ugualmente importanti. Il primo, una vera modifica dell’Intesa Cei-Mpi del 1985, seguita al “Nuovo concordato” del 1984, aggiorna i profili di qualificazione professionale dei docenti di religione. Una modifica che si è resa necessaria negli ultimi anni per armonizzare il percorso formativo richiesto agli Idr con quanto previsto, oggi, per l’insegnamento nelle scuole italiane.

La logica di fondo, già ben presente nel 1984 e 1985, è quella di garantire docenti preparati, veri professionisti della scuola, che possano operare con competenza e qualità all’interno dell’istituzione pubblica. È, questo, un portato proprio del Nuovo Concordato, che a suo tempo, ridefinì l’insegnamento cattolico in senso propriamente scolastico e permise di indicare titoli di studio precisi per i docenti. Una logica che è proseguita fino al riconoscimento del ruolo giuridico dei docenti di religione: professionisti della scuola, come i colleghi delle altre materie. Una logica, ancora, che sostiene il capillare e continuo impegno di formazione in servizio organizzato sia a livello nazionale, sia locale, per gli Idr. Ora i titoli di accesso alla professione (si partirà del 2017) sono aggiornati ai cambiamenti avvenuti nei percorsi formativi universitari e in linea con le nuove istruzioni sugli Istituti superiori di scienze religiose.

La seconda intesa appena firmata riguarda, invece, le nuove indicazioni per l’insegnamento della religione cattolica nel secondo ciclo, sulla base dei rinnovati documenti che il Miur ha elaborato in un quadro di riforma dell’intero sistema educativo d’istruzione e formazione. Sono, attesissimi, i “nuovi programmi” per le scuole superiori che in questi anni hanno sofferto un periodo di “vacanza” dovuto anche al continuo mutare degli orientamenti circa la riforma scolastica.

Il cardinale Bagnasco ha spiegato come le indicazioni si sono rese necessarie tenuto conto “del nuovo assetto dei licei, degli istituti tecnici e degli istituti professionali, nonché dei percorsi d’istruzione e formazione professionale”. Per questo le nuove indicazioni sono state differenziate “in modo tale da rispecchiare al meglio il carattere e l’impostazione culturale di ciascuna tipologia di scuola e del particolare ordinamento dell’istruzione e formazione professionale”.
Toccherà ora ai docenti mettere alla prova i nuovi testi, esaminandoli con attenzione e traducendo in concreto, nella prassi didattica, quanto proposto dalle indicazioni. Magari anche suggerendo a loro volta percorsi e strade di rinnovamento. È, questo, peraltro, il dinamismo continuo di una materia scolastica che voglia davvero qualificarsi come tale.

E qui sta il nodo di fondo: l’Irc, anche attraverso questi ultimi passaggi, si conferma attento alla scuola, al suo servizio, come ha ricordato ancora al momento della firma il cardinale Bagnasco. E lo ha sottolineato anche il ministro Profumo, in un inciso, ricordando come anche molti alunni stranieri (in questi anni aumentati in modo esponenziale) scelgano di avvalersi dell’insegnamento cattolico. Sono persone di culture diverse, che tuttavia decidono (“circa la metà”) di frequentare l’Irc, “confermando – dice il ministro – la natura scolastica di questa disciplina, a prescindere dall’appartenenza religiosa personale”. Davvero non è poco.

Seminario degli sperimentatori dell’Irc nel II Ciclo – Maggio 2012

Si svolge martedì 29 maggio 2012, presso la sede CEI di Via Aurelia 796 in Roma, l’incontro conclusivo della sperimentazione sulle Indicazioni per l’Irc nel Secondo Ciclo.

All’incontro parteciperanno gli Idr Sperimentatori nella Scuola Secondaria di 2° grado indicati a suo tempo dai Responsabili Regionali dell’Irc. Per l’occasione sono stati invitati i membri del Gruppo di Supporto dell’Irc nel 2° Ciclo, i quali hanno accompagnato il percorso di sperimentazione.

Sarà importante, dunque, non solo evidenziare le linee fondamentali emerse dalla sperimentazione, ma anche suggerire possibili sviluppi della progettazione educativo-didattica che abbiano un particolare riferimento all’attuale assetto diversificato per tipo di scuola in cui l’Irc deve essere pienamente inserito.

E’ possibile scaricare il programma. E’ disponibile on line la circolare di esonero del MIUR.

Per una scuola che “offre” e “coltiva”

Si è riunito venerdì 4 maggio a Roma, presso la sede CEI di via Aurelia 468, il Comitato tecnico scientifico del Centro Studi Scuola Cattolica.

Tra i temi all’ordine del giorno la valutazione del convegno nazionale di febbraio, la programmazione della Quinta Giornata Pedagogica (20 ottobre 2012), l’avvio della ricerca sui gestori di scuola cattolica (XV Rapporto 2013), la valutazione del monitoraggio della qualità, il rinnovo della convenzione con il Ministero per l’acquisizione dei dati sulle scuole cattoliche, ed infine la nota pastorale della Commissione episcopale sulla scuola cattolica nelle Chiese locali.

Don Maurizio Viviani, direttore dell’Ufficio Nazionale per la l’educazione, la scuola e l’università, ha invitato a riflettere a partire dalla recente Nota della Congregazione per la Dottrina della Fede, nella quale tra l’altro si dice: “L’Anno della fede potrà essere un’occasione per prestare un’attenzione maggiore alle Scuole cattoliche, luoghi adeguati per offrire agli alunni una testimonianza viva del Signore e per coltivare la loro fede”.

Inoltre la nota parla di:

“coltivare la fede” nella Scuola cattolica che, proprio perché  “scuola” e “cattolica”, «ha il compito di sviluppare una proposta pedagogica e culturale di qualità, radicata nei valori educativi ispirati al Vangelo»[1]. Tale nobile compito passa innanzitutto attraverso una proposta culturale, pedagogica di alto profilo, insieme ad una proposta esplicita di coltivazione della fede.

Il “coltivare la fede” si declina in forme diverse: si va dalle più esplicite e visibili, a quelle più nascoste e talvolta non immediatamente riconoscibili. E passa soprattutto attraverso la professionalità, l’abilità pedagogica e didattica, la testimonianza, la sapiente guida di Dirigenti, insegnanti e personale A.T.A. (in riferimento al Progetto educativo di ciascuna scuola in cui vengono documentate sia le finalità educative, sia l’ispirazione cristiana e cattolica). Le modalità non sono poche, e l’arcipelago delle esperienze presenti nelle scuole cattoliche in Italia ne lascia trasparire la ricchezza, l’ampiezza e, in diversi casi, la profondità e l’efficacia. Una modalità assai preziosa – forse la modalità principe – riguarda la competenza professionale.

L’esperienza, infatti, insegna che è l’insegnante ad avere uno spazio di azione privilegiato per coltivare sia la cultura / il sapere, sia la fede. Non si intende caricare di troppe responsabilità il suo ruolo, che già soffre per i motivi che tutti conosciamo, ma soltanto ribadire il compito  di “educazione nella fede” dell’insegnante. Esso si declina nella forma testimoniale della propria professione, che non si esaurisce al suono della campana che decreta la fine delle lezioni. L’insegnante educa nella fede tramite la propria personalità e la propria professionalità. È un servizio che egli rende alle giovani generazioni attraverso lo studio, l’aggiornamento, il rigore scientifico, la  riflessione, la curiositas, la spiegazione pertinente e competente, il dialogo con gli alunni e la considerazione delle loro problematiche esistenziali e, infine, l’attenzione ai loro genitori.

scarica:

Don Viviani, Porta Fidei e Scuola Cattolica


[1]Conferenza Episcopale Italiana, Educare alla vita buona del Vangelo. Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020, 48.

Valorizzare il merito degli insegnanti nelle scuole cattoliche

Seminario di studio       Roma, 5/5/2012

 

Presso: VICARIATO DI ROMA CASA BONUS PASTOR
VIA AURELIA 208—ROMA

 

Negli ultimi anni è sempre più dibattuto il tema del riconoscimento del merito del personale della scuola (ma anche di altre amministrazioni o organizzazioni private).

È innegabile che le capacità e le competenze individuali di chi opera in un sistema possano fare la differenza e garantire la qualità del servizio, definendo – nel bene o nel male – l’immagine della stessa organizzazione. Nel caso di servizi a forte caratterizzazione relazionale, come la scuola, non si possono considerare del tutto intercambiabili gli insegnanti, fissando come criterio di valutazione solo il possesso di titoli di studio e di abilitazione.

La professionalità è inscindibilmente legata alla persona e può variare anche molto, dalla semplice correttezza formale alla vera e propria eccellenza. Un nodo fondamentale è il riconoscimento materiale  del merito che ogni docente acquisisce nello svolgimento del proprio servizio: si può andare dall’incentivo economico alle differenziazioni di carriera. Se da un lato sembra superato l’automatismo dell’avanzamento legato alla sola anzianità di servizio, dall’altro la traduzione di un fattore prettamente qualitativo in termini quantitativi può produrre storture nel sistema inducendo ad applicare strumentalmente le regole solo in vista dei vantaggi economici e tradendo perciò le intenzioni originarie di valorizzazione della qualità.

La scuola cattolica è ancora più attenta al merito, cioè alla qualità, degli insegnanti, perché sono loro che realizzano quotidianamente il progetto educativo.

Tra aspetti giuridici e pedagogici, tra dimensione contrattuale e professionalità educativa, il Seminario intende offrire spunti e discutere idee per migliorare il servizio offerto e le condizioni di lavoro delle scuole cattoliche.

Al mattino il dibattito si confronterà sulle dimensioni “politiche” del problema, ponendo a confronto i maggiori rappresentanti istituzionali del settore. Al pomeriggio saranno alcuni pedagogisti a tracciare il profilo umano e professionale del docente di scuola cattolica.

Scarica Invito

Sito di riferimento: www.scuolacattolica.it

E-mail:csscuola@chiesacattolica.it

 

Spunti dal convegno di aggiornamento per gli insegnanti di religione…

L’Istituto di Catechetica della Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Salesiana di Roma ha promosso un incontro di due giorni con gli Insegnanti di religione di ogni ordine e grado lo scorso 23-25 marzo con sede l’Istituto Salesiano S. Cuore in Via Marsala 42.

La riflessione dell’Istituto di Catechetica ha messo al centro del dibattito il tema delle competenze e dei profili che fermenta la Scuola attuale  promuovendo, nella pedagogia specifica ermeneutica, alcune indicazioni applicative per l’intervento educativo del Docente di Religione Cattolica ed una precisa definizione per ciascuna delle discipline in oggetto.

Programma Convegno 2012

Copertina Convegno 2012


Vi proponiamo i materiali relativi agli interventi:

Sabato, 24

Prof. Michele Pellerey.

Traguardi per lo sviluppo e profili di competenza nella scuola attuale     clicca su: Pellerey

Prof. Cesare Bissoli.

Le competenze per l’IRC: Le indicazioni CEI       clicca su: Bissoli

Prof. Sergio Cicatelli.

“Profili degli studenti e competenze prodotte dall’IRC”       clicca su: Cicatelli

Prof. Wierzbicki Miroslaw.

Competenza nel contesto europeo      clicca su: MIROSLAW

Prof. Corrado Pastore.

La competenza nell’IRC e l’uso delle fonti bibliche       clicca su: Pastore

Domenica 25

Prof. Zelindo Trenti.

Il linguaggio religioso alla  base della competenza professionale    clicca su: trenti

Prof. Roberto Romio.

Traguardi di sviluppo e profili nell’apprendimento: Dimensione didattico-sperimentale   della competenza       clicca su: ROMIO

Ancora…

Esercitazioni pedagogico-didattiche sulle competenze nell’Irc   clicca su: Astuto-Carnevale-Cursio