La LIM in classe. Apprendimento cooperativo e tecnologie per una didattica dell’IRC.

È in libreria il nuovo volumetto edito da Elledici La LIM in classe. Apprendimento cooperativo e tecnologie per una didattica dell’IRC

Si tratta di un libro rivolto agli insegnanti nel quale sono raccolte alcune esperienze, idee e attività realizzate con gli alunni all’interno della classe. 
È un primo strumento operativo per introdursi nel mondo delle tecnologie per la didattica, per conoscere come cambiare l’ambiente di apprendimento attraverso l’utilizzo di strumenti molti semplici, ma efficaci, come una LIM, un PC, un video proiettore.
È un punto di riferimento per lavorare sul gruppo classe, promuovendo dinamiche cooperative e di co-costruzione delle conoscenze. Ci sono alcuni suggerimenti per impostare il gruppo, il lavoro di coppia o nel piccolo gruppo in apprendimento cooperativo.

Offre anche spunti e proposte sul “metodo di studio”, perché gli alunni hanno bisogno di essere accompagnati e guidati sul “come fare”, “come procedere”, “come imparare ad imparare”.
Una parte è dedicata all’uso del video nella didattica: dall’utilizzo di video in rete sino all’imparare a creare e produrre video con gli alunni da utilizzare in classe. Infine vi sono anche esempi concreti di percorsi da realizzare con gli alunni.
È uno strumento agile con suggerimenti, consigli, idee e proposte per accompagnare ogni alunno al successo formativo.

Un libro che è la narrazione di un’esperienza concreta vissuta con gli alunni; uno strumento per entrare nel mondo delle tecnologie e lavorare sul gruppo degli studenti.

Ne è autore Enrico Sitta, laureato in Scienze della Formazione e in Scienze Religiose e insegnante di religione. È docente presso la Facoltà Teologica di Modena. Formatore sull’apprendimento cooperativo, collabora con le riviste scolastiche edite da Elledici.

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La LIM in classe

Lavagna “magica” o un modo nuovo di fare e di vivere la classe?

Introduzione

La domanda da cui partire è “la LIM può introdurre o rinnovare il nostro modo di fare didattica?”. In molte scuole medie della nostra Provincia sono state inserite le Lavagne Interattive Multimediali. Esse diventano un prezioso strumento per valorizzare ogni alunno, lo stile cognitivo e il modo di apprendere. Ecco allora alcune parole chiave per il nostro modo di pensare e progettare l’attività con gli alunni che potrebbero realmente provocare un nuovo modo di stare in classe.

1. Metacognizione

La LIM permette di “ri-comprendere, ri-produrre, rielaborare testi di vario genere”, da interpretarsi però con un ricco supporto di appigli didattici, cioè di strategie di autoregolazione, con un insegnante attento osservatore dei processi cognitivi ed affettivi, degli stili di apprendimento. 

Azioni che stimolino nell’alunno il “monitoraggio della propria risorsa apprendimento”, di trasferimento di conoscenze in nuove situazioni, di uso flessibile e “generalista” di abilità in contesti diversi. Questa sfida per essere vinta deve partire dalle piccole strategie quotidiane. Con i bambini in difficoltà occorre partire da loro, dalle parole che si ricordano (“non capivo le parole…”), dalle “loro” parole chiave, dalle loro sottolineature, dai loro esempi, dalle loro immagini, certamente per andare “oltre”, ma valorizzando i loro saperi quotidiani. 

2. Apprendimento Cooperativo

L’apprendimento cooperativo è un metodo che coinvolge gli studenti nel lavoro di gruppo per raggiungere un fine comune. Il docente che utilizza questa modalità di lavoro deve prevedere che i membri del gruppo facciano affidamento gli uni sugli altri per raggiungere lo scopo. Se qualcuno nel gruppo non fa la propria parte, anche gli altri ne subiscono le conseguenze (interdipendenza positiva); che tutti gli studenti rendano conto sia della propria parte di lavoro sia di quanto hanno appreso (responsabilità individuale). Benché parte del lavoro di gruppo possa essere spartita e svolta individualmente, è necessario che i componenti il gruppo lavorino in modo interattivo, verificando gli uni con gli altri la catena del ragionamento, le conclusioni, le difficoltà e fornendosi il feedback. In questo modo si ottiene anche un altro vantaggio: gli studenti si insegnano a vicenda (promozione “faccia a faccia). Inoltre gli studenti nel gruppo sono incoraggiati e aiutati a sviluppare la fiducia nelle proprie capacità, la leadership, la comunicazione, il prendere delle decisioni e il difenderle, la gestione dei conflitti nei rapporti interpersonali. Ultimo ma non meno importante elemento è che i membri valutano l’efficacia del loro lavoro e il funzionamento del gruppo, e individuano i cambiamenti necessari per migliorarne l’efficienza. Particolarmente significativo ed efficace diventa la modalità di utilizzo della LIM in una classe strutturata in apprendimento cooperativo.

3. Stili cognitivi 

Utilizzando la LIM ci si accorgerà che essa favorisce in ogni alunno la possibilità di “agire ed utilizzare” il proprio stile cognitivo (modalità particolare di elaborazione dell’informazione che l’alunno mette in atto nelle fasi del processo di apprendimento). Gli stili cognitivi sono infatti legati alla scelta concreta delle strategie cognitive utilizzate per risolvere un compito, non vanno confusi con le abilità che possediamo, ma definiscono le preferenze nell’uso di queste. 

4.Motivazione

La LIM può essere utile per produrre nelle classe e negli alunni un atteggiamento positivo verso compiti da svolgere; in campo scolastico questo diviene fondamentale ai fini del successo formativo di ogni alunno. Gli alunni infatti possono essere motivati dalle situazioni e dalle attività di apprendimento se esse sono stimolanti e se sanno coinvolgerli personalmente e attivamente nel loro apprendimento e se permettono loro una scelta personale e un controllo in base alle loro capacità e alle richieste del compito.

La motivazione degli alunni inoltre viene stimolata se essi percepiscono che le attività e i compiti scolastici sono direttamente o indirettamente legati a esigenze, interessi e obiettivi personali e se presentano livelli di difficoltà adeguati, tali da consentire loro di svolgerli con successo. La naturale motivazione ad apprendere degli alunni dovrebbe essere stimolata in ambienti psicologicamente sicuri, protetti e di supporto caratterizzati da rapporti umani positivi con adulti che dimostrano un interessamento genuino e sono in grado di cogliere le loro potenzialità personali, interventi educativi e sostegni didattici adeguati alle particolari necessità di apprendimento degli alunni e opportunità per gli alunni di correre dei rischi senza timore di fallire.

5.Intelligenze multiple

La LIM permette ad ogni alunno di sviluppare l’intelligenza che meglio si addice al suo stile cognitivo. I molti linguaggi della LIM potenziano l’intelligenza artistica, musicale, corporea, interpersonale, intrapersonale, logica e analitica. 

6.Didattica dell’errore

Proprio per come è fatta la LIM permette di “pubblicare” o “rendere pubblico” il prodotto realizzato dal gruppo, così come è, anche pieno di errori. Discutere con la classe e condividere gli errori è un esercizio molto importante per la vita della classe e dei singoli alunni. L’errore commesso, condiviso e discusso insieme, diventa una occasione importante di crescita per tutti.

7.Metodo di studio

Utilizzata per fare “modeling” o per insegnare ad apprendere, la LIM diventa un potente mezzo su cui il docente può esercitarsi a riflettere a “voce alta” facendo vedere e accompagnando concretamente gli alunni. Il docente infatti può insegnare direttamente le regole (per riassumere, per mappare, per prendere appunti, per produrre un testo, per risolvere una espressione…), stampare il processo con i vari passaggi, chiedere agli alunni di esercitarsi (individualmente, in coppia o in piccolo gruppo) a fare lo stesso. 

 

8.Co-costruzione del sapere

G. Cerini afferma: “i più recenti apporti degli studi sull’apprendimento evidenziano almeno 4 caratteristiche dell’apprendimento scolastico: il suo essere interattivo (quindi “promosso” da una situazione di scambio sociale), situato (cioè collocato in un contesto fortemente connotato di segni culturali), costruttivo (perché il soggetto interviene attivamente) e strategico (e quindi “guidato” dalla capacità di regolare i processi, in un certo senso di farsi “carico” dell’apprendimento stesso)”. La Lavagna Interattiva Multimediale, proprio perché potenzia i diversi linguaggi dell’apprendimento, va a favorire lo sviluppo di tutte e queste 4 caratteristiche. È fortemente interattiva e promuovere l’interattività dei singoli alunni, è collocata in classe (essa diventa ambiente di apprendimento); porta gli alunni a diventare co-costrutturi del proprio processo di apprendimento e a riflettere sui processi e sulle strategie da utilizzare per risolvere problemi o situazioni problematiche.

 

9.Scaffolding

La LIM diventa pertanto uno dei tanti strumenti che il docente e gli alunni hanno a disposizione per la costruzione dell’ambiente di apprendimento: una vera e propria “impalcatura” su cui “appoggiare” tutti i materiali utili, e come tutte le impalcature, pronta ad essere smontata appena non è più necessaria. In questo suo essere scaffolding la LIM acquisisce un valore “ridimensionato” rispetto a chi crede che essa possa risolvere tutti i problemi della scuola e della didattica: un semplice “strumento” che entra nella classe per potenziare alcune attività, per provocare docente e alunni al cambiamento, per favorire alcuni tratti della vita di classe. 

 

 

10. Competenza

Le competenze si costruiscono sulla base di conoscenze. I contenuti sono difatti il supporto indispensabile per il raggiungimento di una competenza; ne sono –per così dire- gli apparati serventi. Essi si esplicano cioè come utilizzazione e padroneggiamento delle conoscenze. Si supera in tal modo la tradizionale separazione tra sapere e saper fare… Le competenze si configurano altresì come strutture mentali capaci di trasferire la loro valenza in diversi campi, generando così dinamicamente anche una spirale di altre conoscenze e competenze. Proprio per quanto scritto sino ad ora appare abbastanza evidente che la LIM diventa uno strumento particolarmente efficace per una didattica centrata sulle competenze, rispetto alla tradizionale (e a volte eccessiva) preoccupazione per le conoscenze e per i contenuti.

Conclusione

Accettare la sfida, provandoci è questa la strada da percorrere: trovare nella LIM un “cavallo di Troia” da portare in classe e da far uscire idee nuove.

 

Ora di religione. Perché sceglierla?

In queste settimane le famiglie italiane stanno compiendo le iscrizioni on-line al primo anno dei percorsi scolastici e in questa sede sono chiamate a scegliere se avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. Dalla Presidenza della Cei l’invito a cogliere “un’occasione formativa importante” che “viene offerta per conoscere le radici cristiane della nostra cultura”, “nel rispetto più assoluto della libertà di coscienza di ciascuno, che rimane il principale valore da tutelare e promuovere”.
In allegato il testo del Messaggio.

Il testo del Messaggio


Guida all’insegnamento della religione cattolica. Secondo le nuove indicazioni

Una esposizione ampia del profilo istituzionale e didattico dell’Insegnamento della religione cattolica (Ire): l’identità scolastica, il contesto ordinamentale e didattico, i programmi (dalla riforma Gentile alla riforma Moratti), le Indicazioni per l’Ire nella scuola dell’infanzia, nel primo e nel secondo ciclo di istruzione (i testi integrali dei documenti ministeriali sono riportati in appendice). Il volume rappresenta uno strumento di formazione per gli insegnanti di religione e una introduzione alla conoscenza del settore, per chiunque desideri comprendere senza pregiudizi il significato, la collocazione nel contesto scolastico, i contenuti e le trasformazioni nel tempo, soprattutto a partire dalla revisione concordataria del 1984, di una disciplina peculiare nei curricoli scolastici italiani. “L’identità dell’Ire come quella di qualsiasi altra disciplina – passa sempre attraverso la mediazione quotidiana dell’insegnante. A lui si fa appello affinché sia un credibile e fedele interprete delle Indicazioni ufficiali, le quali descrivono solo astrattamente la disciplina, che attende di essere tradotta nella prassi concreta della vitale relazione educativa di ogni docente con i propri alunni”.

Educar-Ci nei processi di apprendimento

Lo scorso 5/6 marzo si è tenuto presso la Domus Urbis di Roma il Convegno di aggiornamento per gli insegnanti di religione dedicato al rapporto educazione-apprendimento, successivo all’analisi della situazione dell’IRC, affrontata nel 2014-2015.

PRESENTAZIONE CONVEGNO E MATERIALI

Sono 75 gli Insegnanti di Religione Cattolica, provenienti da tutta Italia, che hanno saputo “avvalersi” di una interessante occasione di incontro, confronto e aggiornamento professionale. Si tratta del Convegno IRC (Insegnamento Religione Cattolica) a carattere nazionale promosso dall’Istituto di Catechetica della Facoltà di Scienze dell’Educazione, intitolato Educar-ci nei processi di apprendimento e svoltosi a Roma, presso la Domus Urbis nei giorni 5 e 6 marzo 2016.

Il titolo accattivante, per chi oggi è impegnato nelle aule scolastiche, diventa oltremodo significativo se lo si collega alla pianificazione triennale (2014-2017) messa in campo dall’ICA per l’aggiornamento e la formazione continua degli IdR della scuola italiana.

La prima annualità, dedicata all’esame della situazione dell’IRC, ha aperto la via al lavoro dell’anno in corso, maggiormente concentrato sugli aspetti educativi dell’insegnamento della religione, in attesa del terzo momento della riflessione, che sarà dedicato al ruolo dell’IRC nella questione della cittadinanza.

I temi posti all’attenzione mantengono tutti un’accentuazione educativa e un’attenzione alla quotidianità di questioni e problemi, ma sono collocati in un coerente quadro epistemico che rilegge la religione e il suo insegnamento scolastico alla luce della contemporaneità antropologica, teologica e pedagogica.

Proprio in questa linea la relazione di apertura, tenuta dal Prof. J.L. Moral (Educazione e apprendimento: identità, differenze e complementarietà), ha offerto la cornice adatta a valorizzare il significato e gli apporti educativi di un apprendimento-insegnamento modernamente intesi. E in questa direzione si sono mossi i Proff. D. Grządziel (Maturazione umana – IRC: le finalità didattiche ed educative) e M. Pellerey (Maturazione umana: IRC e processi educativi scolastici) che hanno permesso di ragionare pedagogicamente attorno alle competenze individuate per la scuola e l’IRC dai documenti nazionali. Uno sguardo all’educazione religiosa in Europa, in particolare sotto il profilo interculturale, è stato offerto dal Prof. M. Wierzbicki (Educazione religiosa in Europa: interculturalità), mentre il Prof. G. Usai (Educazione religiosa: pensare e agire scolasticamente) ha inteso evidenziare alcuni tratti tipici, che inseriscono l’IRC nel campo dell’educazione religiosa in maniera non generica e originale.

Tre sono stati i momenti di coinvolgimento più diretto dei partecipanti all’elaborazione della tematica: il panel, i laboratori, il dibattito. Il primo momento ha offerto una lettura del Tema del Convegno dalla prospettiva di IdR in servizio nella Scuola dell’Infanzia, Primaria e Secondaria di 1° e 2° Grado. I laboratori hanno visto tutti, suddivisi per ordine scolastico, intenti ad un esame delle situazioni didattiche alla luce dei contenuti presentati ed in modo da formulare osservazioni e domande da proporre nel dibattito con i Relatori, che ha permesso di portare a compimento adeguatamente la riflessione dell’intera giornata.

La conclusione dei lavori è stata affidata all’illustre Prof. S. Cicatelli, che ha presentato finalità, obiettivi e organizzazione dell’ormai avviata ricerca nazionale sull’IRC, promossa da CEI-Servizio Nazionale per l’IRC, CEI-Ufficio Nazionale Educazione Scuola Università, Centro Studi Scuola Cattolica, UPS-Istituto di Catechetica, UPS-Istituto di Sociologia.

Un ringraziamento va all’équipe che segue la progettazione e realizzazione dell’attività (Proff. Pastore, Usai, Wierzbicki), ai Relatori e ai  Docenti (P. Barbieri, C. Carnevale, P. Cursio, M.P. Etzi, R. Gianni) che si sono impegnati in prima persona nella partecipazione al panel (edito in forma nuova) e nella conduzione dei laboratori.

Il ricordo del Prof. Zelindo Trenti, recentemente scomparso e commemorato all’inizio dei lavori, ha accompagnato tutti nelle due giornate trascorse insieme. Il suo impegno, l’immenso lavoro realizzato nel campo della pedagogia religiosa e dell’IRC, il suo tratto sempre affabile, rispettoso, generoso e rigoroso, sono il lascito umano e professionale che tutti hanno percepito come invito e compito.

L’appuntamento è per la terza tappa formativa del 2016, ovvero il Corso IRC del prossimo mese di luglio.

Giampaolo Usai

 

 Potete scaricare qui di seguito i vari interventi.

MATERIALI DEL CONVEGNO «IRC»

R1- José Luis Moral – Educazione e apprendimento- identità, differenze e complementarietà

R2- Dariusz Grządziel – Maturazione umana – IRC- Le finalità didattiche ed educative

R3- Michele Pellerey – IRC e processi educativi scolastici

R4- Mirosław Stanisław Wierzbicki – Educazione religiosa in Europa- interculturalità

R5- Giampaolo Usai – Educazione religiosa- pensare e agire scolasticamente

R6- Sergio Cicatelli – Comunicazione- Una nuova ri-cerca nazionale sull’Irc

R7- Cristina Carnevale- Comunicazione al Panel (Scuola Primaria)

R8- Giuseppe Cursio – Comunicazione al Panel- Insegnare Religione Cattolica in un Istituto Tecnico e professionale- abitare il fallimento abitare la profezia.

 

Il Monitoraggio della Qualità della Scuola Cattolica

Il Centro Studi per la Scuola Cattolica (CSSC) ha avviato nel corso dell’anno scolastico 2013-2014 il II Monitoraggio della Qualità della Scuola Cattolica per documentare il livello del loro servizio educativo e offrire occasioni concrete per il suo miglioramento.

Il CSSC ha già svolto una ricerca analoga nell’A.S.2010-2011 e ora si trova a riproporla, in accordo con quanto previsto dal progetto che prevede una cadenza triennale delle rilevazioni.

La nostra Scuola Primaria è stata selezionata per far parte del campione delle 450 scuole cattoliche primarie e secondarie che quest’anno saranno coinvolte nella ricerca, insieme a un analogo campione composto da Scuole dell’infanzia della FISM e da Centri di Formazione Professionale appartenenti a Forma.

Rispetto alla precedente esperienza, la novità del percorso avviato per quest’anno è costituita dalla restituzione dei dati a ciascuna scuola-campione (verso la fine dell’anno scolastico) per accompagnarla, una volta evidenziati i punti di forza e/o le eventuali criticità, in un’azione concreta di miglioramento (a partire dall’inizio dell’A.S. 2014-2015).

La scelta di aderire all’iniziativa proposta dal CSSC nasce dalla convinzione che la qualità, come insegnano tante rilevazioni nazionali e internazionali, non si conquista una volta per tutte ma deve essere continuamente confermata e accresciuta nel tempo.

Anche, e soprattutto, attraverso questo genere di strumenti possiamo offrire alla nostra scuola un sostegno concreto al miglioramento continuo della qualità all’interno del sistema delle scuole cattoliche.

Gli strumenti del monitoraggio sono abbastanza semplici: si tratta di due questionari, uno, destinato alla scuola, di carattere informativo (per la raccolta di dati quantitativi che descrivono alcune caratteristiche della scuola stessa) e uno di percezione (che raccoglierà le valutazioni qualitative espresse dalle diverse componenti scolastiche). 

questionari di percezione sono diversi per ciascuna delle suddette componenti; sono pertanto stati predisposti in cinque versioni diverse in quanto destinati separatamente al personale docente, al personale non docente, ai genitori, ad alcuni testimoni privilegiati e – nelle scuole secondarie di primo e secondo grado – agli studenti.

Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito del Centro Studi Scuola Cattolica 

www.scuolacattolica.it

 

Lettera accompagnamento restituzione dati – Questionario descrittivo.pdf

Piano lavoro II Monitoraggio – luglio 2013.pdf

Questionari di percezione FIDAE.pdf

Restituzione dati – Questionario descrittivo.pdf

Il tirocinio formativo attivo dell’insegnamento della religione cattolica

L’insegnamento della religione cattolica permette agli alunni di affrontare le questioni inerenti il senso della vita e il valore della persona, alla luce della Bibbia e della tradizione cristiana. Lo studio delle fonti e delle forme storiche del cattolicesimo è parte integrante della conoscenza del patrimonio storico, culturale e sociale del popolo italiano e delle radici cristiane della cultura europea. Con questa consapevolezza il docente di religione cattolica insegna una disciplina curriculare inserita a pieno titolo nelle finalità della scuola e promuove un proficuo dialogo con i colleghi, rappresentando- in quanto figura competente e qualificata- una forma di servizio della comunità ecclesiale all’istituzione scolastica. Attraverso questa disciplina la scuola e la società si arricchiscono di veri laboratori di cultura e di umanità, nei quali, decifrando l’apporto significativo del cristianesimo, si abilita la persona a scoprire il bene e a crescere nella responsabilità, a ricercare il confronto ed a raffinare il senso critico, ad attingere dai doni del passato per meglio comprendere il presente e proiettarsi consapevolmente verso il futuro (cfr.CEI, Educare alla vita buona del Vangelo. Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020, 4.10.2010, n.47).

Congresso Mondiale “Educare oggi e domani. Una passione che si rinnova”

Nel celebrare il cinquantesimo anniversario della Dichiarazione del Concilio Vaticano II Gravissimum educationis e il venticinquesimo anniversario della Costituzione Apostolica Ex corde Ecclesiae la Congregazione per l’Educazione Cattolica ha rilanciato –  attraverso questo congresso mondiale – l’impegno della Chiesa nel campo educativo. Negli anni del post-concilio, più volte il Magistero è tornato sull’importanza dell’educazione e sul contributo che ad essa la comunità cristiana è chiamata ad offrire proprio dove si presenta in modo evidente e non raramente drammatico una emergenza educativa. Infatti i centri educativi cattolici non sono soltanto “dispensatori di competenze” ma, proprio per loro intrinseca natura, si caratterizzano per essere luoghi di incontro, dialogo e mutuo accrescimento in un percorso di educazione alla vita che si apre agli altri nell’ottica del bene comune.

Alcuni recenti documenti di questo Dicastero e, in particolar modo, l’Instrumentum laboris “Educare oggi e domani. Una passione che si rinnova” – inviato agli interessati in vista di questo congresso – offrono una piattaforma ideale per comprendere ed analizzare le tante sfide di una società tanto frammentata quanto alla ricerca di saldi punti di riferimento. Il progetto specifico delle scuole e delle università cattoliche si inserisce proprio in questo solco e offre una serie di spunti di riflessione nel contesto della nuova evangelizzazione sia attraverso una rinnovata attenzione pastorale sia promuovendo iniziative per una formazione integrale di tutti gli attori impegnati nei differenti settori dell’istruzione primaria, secondaria e terziaria.

Al centro della missione educativa cattolica vi è la creazione di un clima di mutuo riconoscimento fondato sui valori non solo affermati ma vissuti quotidianamente nella cura dei rapporti interpersonali, attenti alle esigenze e ai bisogni di ogni studente. In questa prospettiva, l’insegnamento e l’apprendimento diventano una testimonianza viva di apostolato e servizio per la comunità. Pur nella pluralità dei contesti culturali e nella varietà delle offerte formative, alcuni elementi comuni oltrepassano i condizionamenti esterni per affermare a voce alta il rispetto e la dignità di ogni persona e la sua unicità di fronte ad un’istruzione di massa che, a volte, atrofizza le doti e i talenti personali manipolando e condizionando le capacità critiche di giudizio e l’analisi della realtà.

Nella consapevolezza dei limiti dell’umano conoscere ma senza chiudere la mente e il cuore, la dedizione all’insegnamento e la promozione della ricerca si contraddistinguono per un rigoroso impegno nei confronti della verità. Nel rispetto delle idee e in un’apertura al confronto si sviluppa l’autentica capacità di discutere e collaborare al servizio del prossimo investendo non solo sulle competenze ma anche sulle qualità umaneperché l’apprendimento non si limita ad un’assimilazione di contenuti ma offre una serie di opportunità di auto-educazione, di impegno per il proprio miglioramento e, conseguentemente, per lo sviluppo della creatività, del desiderio di scoperta in una dimensione di service-learning.

La scuola e l’università cattoliche, come soggetti della Chiesa universale, sono una realtà di presenza, di accoglienza, di proposta di fede e di accompagnamento pastorale avendo ferma sia la difesa della dignità umana che la diffusione della conoscenza. Ci troviamo di fronte ad un’antropologia dell’annuncio, della memoria e della promessa che si manifesta nell’incontro con l’altro e in esso si arricchisce dando allo sguardo quella luce di speranza e di fede che si erge a fondamento di ogni progetto educativo. Il mondo, nella sua pluralità, è in attesa più che mai di essere orientato verso i grandi valori dell’uomo, del vero, del bene e del bello.

Questa è la prospettiva che l’educazione cattolica deve assumere favorendo il dialogo anche dove la povertà spirituale, una chiusura autoreferenziale, la proiezione negativa di visioni ideologiche e un certo abbassamento del livello culturale cominciano a gravare in modo pesante nell’ambiente scolastico e universitario. Se da una parte si deve andare incontro alle esigenze dell’economia e della società, dall’altra non si può fare a meno di proporre una formazione integrale sviluppando una molteplicità di competenze che arricchiscono la persona umana, l’immaginazione, la capacità di assumersi delle responsabilità e di amare il mondo, di coltivare la giustizia e la compassione, di essere artefici di un progetto che sappia trasformare il futuro. La proposta di un’educazione integrale, in una società che cambia così rapidamente, esige una riflessione continua capace di rinnovarla e di renderla sempre più ricca di qualità, di umanità e di misericordia.

Intervento dell’Em.mo Card. Giuseppe Versaldi

Intervento di S.E. Mons. Angelo Vincenzo Zani

Intervento del Prof. Italo Fiorin

 

Trovate gli altri materiali del congresso nella sessione “DOCUMENTI” dell’Istituto di catechetica della nostra rivista

Un laboratorio per le scuole: #essereumani

L’iniziativa è dedicata agli studenti delle scuole statali e paritarie italiane di ogni ordine e grado e ha l’obiettivo di introdurre i ragazzi nella riflessione sul tema In Gesù Cristo il nuovo umanesimo e stimolarli alla realizzazione di un prodotto mediale (un disegno o un fumetto, un video, una fotografia, ecc.) che possa essere poi diffuso attraverso i social network del Convegno Ecclesiale. 
L’invito è rivolto agli insegnanti, perché sappiano coinvolgere fruttuosamente i loro studenti.

Sei un insegnante? Porta in classe il laboratorio #essereumani. L’iniziativa è dedicata agli studenti delle scuole italiane di ogni ordine e grado e ha l’obiettivo di guidare i più giovani nella riflessione sul tema In Gesù Cristo il nuovo umanesimo e stimolarli alla realizzazione di un prodotto mediale (un disegno o un fumetto, un video, una fotografia, ecc.) che possa essere poi diffuso attraverso i social network del Convegno Ecclesiale. In questa pagina puoi trovare un documento-guida (qui anche in pdf) da seguire per realizzare il laboratorio nella tua classe. Il documento è corredato da un sussidio sui temi e i contenuti del Convegno.

PREMESSA

Se il compito dell’insegnante e dell’educatore è di testimoniare il Vangelo in un mondo “che cambia”, le “relazioni digitali” possono essere di aiuto anche in questo:

«In questo decennio le comunità cristiane sono impegnate ad aggiornare l’azione pastorale, assumendo come punto prospettico l’educazione, divenuta una vera e propria emergenza: il mondo digitalizzato e sempre più pervaso dalla tecnica apre prospettive inedite non soltanto sul fronte della ricerca ma anche nelle sue applicazioni, che modificano sempre più le abitudini quotidiane; la cultura si vuole affrancare in modo disinvolto da qualsiasi tradizione e dai valori da esse veicolati, ritenendoli superati e obsoleti; l’urbanizzazione ridisegna gli spazi e i ritmi della vita umana, modificando le principali forme dei legami sociali e ambientali; in un’epoca prolungata di crisi generalizzata, la povertà sempre più estesa rischia di alimentare modelli che causano miseria umana e perdita di dignità. Come affrontare queste sfide? In una società caratterizzata dalla molteplicità di messaggi e dalla grande offerta di beni di consumo, il compito più urgente diventa, dunque, educare a scelte responsabili». (Traccia del 5° Convegno Ecclesiale Nazionale)

«Di fronte agli educatori cristiani, come pure a tutti gli uomini di buona volontà, si presenta, pertanto, la sfida di contrastare l’assimilazione passiva di modelli ampiamente divulgati e di superarne l’inconsistenza, promuovendo la capacità di pensare e l’esercizio critico della ragione». (Educare alla vita buona del Vangelo, Orientamenti pastorali 2010-2020).

PRESENTAZIONE

Questo progetto si rivolge a tutti gli insegnanti e specificamente agli insegnanti di religione e presenta la traccia da seguire – con i dovuti adattamenti e declinazioni specifiche in funzione dell’età dei destinatari e del contesto  – per la realizzazione di un laboratorio che traduca in esperienza didattica il tema del 5° Convegno Ecclesiale Nazionale In Gesù Cristo il nuovo umanesimo, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana a Firenze dal 9 al 13 novembre 2015.

DESTINATARI

Tutti i giovani in età scolare (studenti della scuola primaria e secondaria di I e II grado).

OBIETTIVI

L’obiettivo generale è sensibilizzare i più giovani al tema del “nuovo umanesimo” alla luce della via indicata da Gesù. L’obiettivo pratico è la produzione di output mediali che stimolino la creatività e la riflessività dei destinatari, sollecitando la loro sensibilità umana e al contempo mettendo in gioco la loro competenza tecnologica e artistica nell’uso dei linguaggi e degli strumenti mediali. I prodotti del laboratorio sono destinati alla pubblicazione e alla circolazione sui social media ufficiali del Convegno Ecclesiale (Facebook, Twitter, YouTube).

PRESENTAZIONE

Questo progetto si rivolge a tutti gli insegnanti e specificamente agli insegnanti di religione e presenta la traccia da seguire – con i dovuti adattamenti e declinazioni specifiche in funzione dell’età dei destinatari e del contesto  – per la realizzazione di un laboratorio che traduca in esperienza didattica il tema del 5° Convegno Ecclesiale Nazionale In Gesù Cristo il nuovo umanesimo, promosso dalla Conferenza Episcopale Italiana a Firenze dal 9 al 13 novembre 2015.

DESTINATARI

Tutti i giovani in età scolare (studenti della scuola primaria e secondaria di I e II grado).

OBIETTIVI

L’obiettivo generale è sensibilizzare i più giovani al tema del “nuovo umanesimo” alla luce della via indicata da Gesù. L’obiettivo pratico è la produzione di output mediali che stimolino la creatività e la riflessività dei destinatari, sollecitando la loro sensibilità umana e al contempo mettendo in gioco la loro competenza tecnologica e artistica nell’uso dei linguaggi e degli strumenti mediali. I prodotti del laboratorio sono destinati alla pubblicazione e alla circolazione sui social media ufficiali del Convegno Ecclesiale (Facebook, Twitter, YouTube).

DEFINIZIONE DEL TEMA

Il percorso laboratoriale dovrà portare i giovani a riflettere e lavorare attivamente attorno al tema generale della propria identità e della propria umanità. Che cosa significa essere umani? Quali sono gli aspetti della sua vita personale e sociale che consentono ai destinatari di dire: sono un essere umano? In particolare, si suggerisce di utilizzare il seguente stimolo:

Quale gesto quotidiano ti fa sentire di essere umano? Raccontalo!

Questo stimolo fa leva infatti su alcune delimitazioni e specificazioni:

  • sull’elemento di concretezza della gestualità: per evitare risposte di carattere latamente esistenziali e astratte;
  • sull’elemento della quotidianità: ovvero sull’ordinarietà e non l’eccezionalità o l’estemporaneità: essere umani è uno “stato dinamico”, una condizione non biologica, bensì antropologica;
  • sull’elemento del sentire: non in senso emozionale-istintivo, bensì affettivo-soggettivo stavolta sì in senso “esistenziale”: ciò che sentiamo ci fa essere poiché è caratteristico della nostra umanità;
  • sull’elemento del racconto: per incentivare una modalità narrativa di restituzione (e confezionamento dell’output).

A un livello più specifico è possibile proporre la riflessione/produzione attorno alle cinque “vie” indicate dalla Traccia di riflessione per il cammino verso il Convegno Ecclesiale (http://www.firenze2015.it/traccia), a sua volta sintetizzata nel sussidio (non necessariamente tutt’e cinque le “vie”, eventualmente anche una soltanto):

  • Uscire: per uscire dai nostri confini, da noi stessi, superando la frammentazione del sociale.
  • Annunciare: testimoniare Gesù Cristo attraverso i nuovi modi che il nostro tempo ci suggerisce.
  • Abitare: lo stare nello spazio in cui viviamo in modo eloquente, simbolico; la capacità di cogliere i simboli di bellezza che abitano già la nostra realtà e la nostra vita.
  • Educare: la capacità di essere responsabili, educare alla libertà e alla capacità critica, il primato della relazione, le nuove iniziative e i nuovi spunti per realizzare iniziative capaci di incidere.
  • Trasfigurare: la capacità che ciascuno ha di fare la propria piccola parte per trasformare il mondo, sapendo che le tessere unite tra loro fanno molto di più della loro somma, dice qualcosa che passa attraverso di noi, ma è più grande di noi.

POSSIBILI OUTPUT

A seconda dell’età anagrafica e di maturità, del livello di competenza e dotazione tecnologica (dei destinatari e dell’istituto), la guida può richiedere la produzione di uno o più output. Ecco alcuni esempi:

  • Disegno
  • Tag Cloud. Nuvola di parole significative frutto di un brainstorming di gruppo o di una riflessione personale
  • Poesia/Aforisma. Per i più grandi anche in forma di Tweet (max 140 caratteri)
  • Vignetta
  • Fumetto
  • Poster
  • Audio (registrazione vocale, brano musicale)
  • Fotografia
  • Video (anche “solo” un selfie)

*L’istituto può eventualmente prendere contatto con esperti nel settore della produzione audiovisiva o dell’editing di immagine (pubblicisti, fotografi, ecc.) e ospitarli nel laboratorio allo scopo di offrire una preparazione di base e/o un supporto produttivo, in particolare per gli output più elaborati e complessi, come i video.

MODALITÀ DI INVIO E PUBBLICAZIONE

Gli insegnati/animatori si incaricano si raccogliere i prodotti (ed eventualmente digitalizzarli) e a prendere contatto con la Redazione (redazione@firenze2015.it) per concordare le modalità di invio. I materiali dovranno essere corredati da una scheda di sintesi che descriva le modalità di realizzazione del laboratorio, ne illustri gli aspetti positivi e negativi, riporti il nome dell’istituto e dei partecipanti (eventualmente previa liberatoria/autorizzazione in caso di destinatari minorenni), con relativi recapiti.

Gli elaborati possono essere diffusi anche attraverso i canali personali dei destinatari o degli istituti, ma soltanto dopo la loro pubblicazione attraverso i canali digitali del Convegno Ecclesiale. Questa modalità è volta non a ottenere “l’esclusiva” dei prodotti creativi, bensì a valorizzarla adeguatamente e su scala nazionale.

I progetti più significativi e meglio realizzati potranno essere valorizzati anche attraverso articoli e servizi pubblicati sulle testate giornalistiche nazionali.

Il patrimonio degli elaborati ricevuti dalla Redazione verrà conservato sul sito web del Convegno Ecclesiale anche dopo l’evento di novembre 2015 e si offrirà come un archivio di esperienze che potranno anche essere oggetto di analisi dei linguaggi, delle logiche e delle dinamiche con cui le giovani generazioni interpretano e si impegnano attorno alle questioni dell’umano e della propria identità.

SUSSIDIO TEMATICO

La presente scheda è corredata da un sussidio sui temi e i contenuti.

Scarica il banner del laboratorio #essereumani

Per ogni ulteriore informazione, si possono consultare queste pagine:
Link al progetto:  http://www.firenze2015.it/essereumani/
Link alla presentazionehttp://www.firenze2015.it/progettoscuola/
 

Situazione dell’IRC e prospettive educative

La «giornata-seminario di studio» pretende iniziare una nuova tappa nel lavoro dell’Istituto di Catechetica” (Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’Università Pontificia Salesiana) sulla tematica dell’«IRC». In questo senso, il seminario si trova all’interno della programmazione triennale «2014-2017» che studierà il rapporto tra «Educazione, apprendimento e insegnamento della religione» in tre direzioni: 1/ Analisi della situazione – insegnamento-docenti – e prospettive educative (2014-2015); 2/ Educazione e apprendimento (2015-2016); 3/ Religione e cittadinanza – educazione-ragazzi – (2016-2017).

Le diverse attività per il primo anno (2014-2015) prevedono le seguenti attività e destinatari:

  • Seminario–giornata di Studio (6 dicembre 2014):

–      Tema: «Situazione dell’IRC e prospettive educative».

–      Destinatari: esperti e «addetti al lavoro», specificamente invitati a partecipare.

  • Corso di aggiornamento (marzo–aprile 2015):

–      Tema: «Ripensare l’orizzonte educativo dell’IRC»

–      Destinatari: responsabili regionali e diocesani dell’IRC e docenti di religione.

  • Corso estivo (luglio 2015):

–      Tema: «Sfide educative dell’IRC».

–      Destinatari: docenti di religione, responsabili regionali e diocesani dell’IRC.

            Infine, l’identità e obiettivo – seminario-giornata di studio del prossimo 6 di dicembre – rispondono alla volontà di fare il punto sulla situazione (sia dell’IRC nella scuola che del lavoro portato avanti finora dall’Istituto), al tempo che – da un lato – si collocano le diverse iniziative nel contesto del nuovo curricolo di «Educazione e Religione» e – dall’altro – si concretizzano le prospettive educative dell’IRC (contesto europeo e realtà specifica italiana). 

Scaricare il «Programma» del «Seminario–Giornata di Studio»: 

Seminario IRC. Dic 2014