Seminario di Studio “Studiare Catechetica Oggi”

Retrospezione, attualità e proiezioni future

1° Aprile 2025 – Aula Juan Vecchi

Università Pontificia Salesiana di Roma


Carissimi Amici Collaboratori,

in allegato trovate la locandina – invito al Seminario del 1 aprile c.a. durante il quale saranno ripresi e rilanciati i contenuti del volume Studiare catechetica oggi e sarà presentata la Ricerca 2024 La competenza riconsiderata a cui hanno preso parte gli Exallievi dell’Istituto dal 2000 al 2020.

Ci auguriamo che possiate prendere parte o di presenza o almeno online.

Cogliamo l’occasione per porgere a ciascuno di Voi un fraterno saluto e l’augurio di ogni bene

don Giuseppe Ruta e Membri dell’ICa

CHIESA, DOVE VAI?

Recensione a cura di don Cesare Bissoli


Greshake Gisbert, Chiesa dove vai? Guardare al futuro in prospettiva real-utopistica, Queriniana, Brescia 2023, pp. 301, euro 34.

CHIESA, DOVE VAI? È questo titolodi un recente libro del noto teologo tedesco cattolico, Gilbert Greshake che merita un breve approfondimento per capire l’originalità dell’opera. L’Autore ha costantemente mostrato nella sua visione e riflessione teologica una sensibilità pastorale squisita. Le sue opere, tradotte anche in italiano, hanno ricevuto unanime consenso. Tra le più note ricordiamo: il Dio unitrino (2000); La vita più forte della morte. La speranza cristiana (2009); Maria è la Chiesa (2020).

Nel presente volume Greshake riflette sulla Chiesa nell’ attuale situazione allarmante bene espressa dall’interrogativo del titolo Chiesa, dove vai? Badando al resto del titolo, è possibile cogliere anche il taglio originale della risposta espressa nel sottotitolo: Guardare al futuro in prospettiva real-utopistica.

Il volume ne tratta in quattro parti, ciascuna articolata in diversi punti.

Nell prima parte intitolata Prolegomeni, l’A. presenta la sua visuale globale sintetizzabile così: la Chiesa cattolica sta attraversando una fase di radicale indebolimento e di ricostruzione. Ai suoi vertici non sono pochi coloro che si propongono di “salvare il salvabile”: si aggrappano a quel che ancora regge, puntando gli occhi sul passato, con un misto di nostalgia e rassegnazione. Invece, è necessario chiedersi di ricominciare da capo, guidati da una “real-utopia” ecclesiale in cui la riforma sia orientata “non a preservare il passato tramandatoci, ma immaginare il futuro promesso”. In quest’ottica, l’A. sviluppa un’analisi non superficiale, ma approfondita e aperta alla speranza.

            La seconda parte espone I fattori determinanti l’odierna situazione della Chiesa. Sono proposte tre ragioni a loro volta bene articolate. La prima ragione viene espressa come La fine della cosiddetta “chiesa di popolo”, soffocata tra l’altro da una invadente “clericalizzazione”. Come si può notare, si segnala, come dato negativo, una concezione agli antipodi della “chiesa di popolo” di Papa Francesco. La seconda ragione deprimente è vista nelle Sfide della società secolare e post-secolare che spinge alla dittatura del relativismo circa la verità e i valori della vita. Dall’insieme scaturisce la terza pericolosa ragione affermata come Una concezione ristretta della fede, carente di fondazione biblica ed esposta a “processi di riduzione”. Un breve riepilogo esprime con chiarezza i motivi che fanno pensare al problematico e negativo futuro della Chiesa.

Nella terza parte sono proposte Le linee fondamentali di una forma di chiesa futura. Non sono poche né automaticamente realizzabili. Possiamo parlare di una visione di speranza motivata da una serie di riforme anche radicali (in prospettiva real-utopistica). È interessante conoscere i cinque punti della riforma che l’A. propone come i lineamenti-base della Chiesa del futuro. Eccoli in breve, secondo le parole dell’A.:

– “Essere sacramento” sarà il centro permanente della chiesa futura.

– La Chiesa del futuro sarà una piccola minoranza in rappresentanza di tutte le altre.

– La Chiesa del futuro assumerà un aspetto più “spirituale”, non come “gruppo industriale”, connotando così meglio il futuro della vita consacrata.

– La Chiesa del futuro sarà una chiesa dei laici, riconoscendo il sacerdozio comune di tutti i battezzati e la specificità del ministero sacerdotale.

– La Chiesa del futuro assumerà un’altra forma sociale, con nuove forme comunitarie e parrocchiali e con una diversa incidenza nelle nomine vescovili.

Fa da conclusione una citazione biblica presa dall’ avvenimento dell’esodo: Levate l’accampamento e dirigetevi (Dt 1,19s.). Si vuole così esprimere il “futuro della Chiesa” in una visuale per nulla facile, automatica, ma certamente positiva. Merita, infatti, notare che la parte dedicata alla Chiesa del futuro è due volte tanto la parte precedente dedicata all’odierna situazione della chiesa. Non è un caso che l’A. non usi mai la parola “crisi”, semmai fa risuonare la parola “speranza”. Appare così adombrata la figura del cammino sinodale oggi proposto, che esprime bene il desiderio non tanto nascosto dell’Autore.


Collana: Giornale di teologia 456
ISBN: 978-88-399-3456-7 
Formato: 12,3 x 19,3 cm
Pagine: 312
Titolo originale: Kirche wohin? Ein real-utopischer Blick in die Zukunft
© 2023

In breve

«Qui non mi occupo di “leggere il futuro nei fondi di caffè”, di indovinare le condizioni e prevedere la forma ventura della chiesa, di fanstasticare su come essa dovrebbe apparire. L’oggetto a cui mirano le mie riflessioni è, in fondo, il presente della chiesa».

Descrizione

La Chiesa cattolica sta attraversando una fase di radicale indebolimento e di ricostruzione. Ai suoi vertici non sono pochi coloro che si propongono di “salvare il salvabile”: si aggrappano a quel che ancora regge, puntando gli occhi sul passato, con un misto di nostalgia e rassegnazione.
Greshake chiede, invece, di ricominciare da capo, attuando un rinnovamento assolutamente più profondo, radicale, sostanziale. Il teologo tedesco rivendica con fermezza una «real-utopia» ecclesiale, in cui l’agire sia orientato non a preservare il passato tramandatoci, ma a immaginare il futuro promessoci. Egli scopre e fa emergere quelle tendenze che già oggi sono proiettate sul domani, prefigurandolo, ed elabora alcune linee guida di una Chiesa a venire che sia capace di reinventarsi. È la visione di una Chiesa che, in quanto minoranza, prende di nuovo coscienza del suo mandato e della sua forma vitale, una Chiesa dei laici, una Chiesa spirituale con una mutata forma sociale.
Proposte pertinenti, coraggiose, efficaci per affrontare la crisi odierna, senza cedere al pessimismo, ma adottando sempre uno sguardo positivo.

2025: A.I. confini della comunicazione

“2025: A.I. confini della comunicazione” è il titolo del Convegno organizzato dall’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali, che si terrà dal 23 al 26 gennaio a Roma.

L’evento si aprirà con due sessioni tematiche specifiche per poi intersecarsi con il programma ufficiale del Giubileo del mondo della comunicazione. Si inizia giovedì alle 15.30 con il saluto di mons. Domenico Pompili, presidente della Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali, e l’introduzione di Vincenzo Corrado, Direttore dell’Ufficio. Alle 16 è prevista la riflessione di Maria Chiara Carrozza, presidente del CNR, su “Intelligenza artificiale, informazione e comunicazione”, mentre alle 18 sarà Mariagrazia Fanchi, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore a soffermarsi su “Le sfide della comunicazione oggi”.
Venerdì 24 gennaio, alle 9.30 Alessandro Gisotti, vicedirettore della Direzione Editoriale del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, offrirà ai partecipanti una lettura del Magistero pontificio legato ai temi della comunicazione. Alle 10, Antonio Preziosi, direttore del Tg2, interverrà su “Il senso del limite”, mentre alle 10.30 Marco Ferrando, direttore delle testate del Master in giornalismo dell’Università di Torino, e Celeste Satta, del medesimo Ateneo, rifletteranno su “meno prodotti, più processi”. Alle 11.45 è in programma un dialogo con Marco Girardo, direttore di Avvenire, Vincenzo Morgante, direttore di Tv2000-inBlu2000, e Amerigo Vecchiarelli, direttore dell’Agenzia Sir.
Nel pomeriggio l’appuntamento è nella Basilica di San Giovanni in Laterano per la Messa internazionale in occasione della festa di San Francesco di Sales. La giornata di sabato 25 è dedicata al Pellegrinaggio alla Porta Santa di San Pietro e all’incontro culturale in Aula Paolo VI con Maria Ressa e Colum McCann (moderato da Mario Calabresi), seguito dall’esibizione del Maestro Uto Ughi. Alle 12.30, gli operatori della comunicazione arrivati da tutto il mondo saranno ricevuti in udienza da Papa Francesco, sempre in Aula Paolo VI.
Alle 15, nell’ambito dei “Dialoghi con la città” organizzati per il Giubileo, il Card. Matteo Zuppi, Presidente della CEI, dialogherà con Ferruccio De Bortoli, giornalista e saggista, sul tema: “Comunicare speranza e pace” (Basilica di Santa Maria in Trastevere). Il tutto si concluderà il 26 gennaio con la Messa della Domenica della Parola presieduta dal Papa nella Basilica di San Pietro.


“Nel sentire comune, i confini vengono solitamente intesi come linee di delimitazione di un territorio, di una proprietà oppure della sovranità di uno Stato. Eppure, la radice etimologica della parola indica ben altre sfumature: cum e finis. Cioè, cum, che rimanda alla condivisione. E, poi, finis, che significa limite ma anche culmine di un’azione”, sottolinea Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali ricordando che “il rapporto con i confini si gioca proprio sul livello della relazione”. “È un punto di incontro, tra il vecchio e il nuovo. Ai (il riferimento è ai sistemi di intelligenza artificiale) confini ci si incontra per dirigersi verso il cuore della comunicazione. Questo percorso, certamente faticoso, restituisce il fascino dell’incontro, dell’ascolto e della parola. A noi – conclude – l’impegno di coglierne il messaggio e tradurlo in realtà”.

Considerazioni sul Simposio Internazionale di Catechetica

Siamo giunti al termine di questa esperienza del Simposio, che si colloca accanto a diverse altre iniziative messe in campo dall’Istituto di Catechetica per celebrare i suoi settant’anni di vita. Ce le ha ricordate il direttore dell’Istituto, prof. Giuseppe Ruta:

  • Una sezione dedicata alle persone e alle attività dei membri dell’Istituto sul periodico “Catechetica ed educazione” nei tre numeri annui. È tutto disponibile gratuitamente sul sito online dell’Istituto.
  • Un’indagine tra gli ex-allievi degli ultimi 20 anni («La competenza riconsiderata») che ha voluto verificare luci e ombre nella proposta formativa dell’Istituto per tentare di qualificarla ulteriormente;
  • L’intervista ai catecheti dei cinque continenti sul tema dell’educazione, che avete trovato in cartella nell’apposito fascicolo.

Il Simposio è stato articolato in tre momenti, tre “sguardi” sul passato, presente e possibile futuro della dimensione educativa nella catechesi.

Lo sguardo retrospettivo ha permesso di constatare ancora una volta la differenza tra le epoche storiche in ordine all’educazione della fede, caratterizzata da un certo periodo in avanti dallo strumento “catechismo”.

Tra i tanti elementi messi in risalto, forse ce n’è uno in particolare che merita di essere ancora approfondito ed è quello che riguarda il rapporto tra teologia e le scienze umane: una relazione che ha avuto lungo la storia modalità diverse di realizzazione (competizione, esclusione vicendevole, “concordismo”, accettazione reciproca, dialogo…). Ancora oggi i rapporti tra queste diverse scienze in ordine alla catechesi non sempre sono cordiali: va favorito sempre di più il dialogo interdisciplinare aperto a esiti transdisciplinari.

Un secondo aspetto emerso riguarda il rapporto fede e cultura e, oggi, sempre di più, intercultura, esposto periodicamente al rischio di prospettive unilaterali ed escludenti.

Lo sguardo sul presente ha messo in luce alcune delle principali sfide per la catechesi oggi. Tra queste:

  • La necessità di un chiarimento terminologico per evitare il rischio di confusione teorica e di disorientamento nella pratica;
  • La consapevolezza dell’esistenza di diverse interpretazioni della situazione missionaria “attuale” con la necessità di un attento discernimento sulle provocazioni che provengono dalla cultura oggi;
  • La necessità per la catechesi di studiare in maniera più approfondita la receptio all’interno del dinamismo traditio-redditio;
  • L’importanza del “contesto” con la consapevolezza di operare in un quadro pluralistico che obbliga a ripensare i compiti della catechesi e il modo in cui essa viene realizzata;
  • L’urgenza di valorizzare sempre di più l’apporto di quello che il Papa chiama “genio femminile”, con le sue sensibilità e prospettive peculiari;
  • L’opportunità di pensare la catechesi in senso generativo.

Dalla relazione principale del prof. Meddi provengono tre indicazioni di cammino:

  • L’educazione va considerata una dimensione costitutiva della catechesi;
  • Il compito educativo della catechesi ha una natura teologico-antropologica e consiste nel favorire la crescita della personalità cristiana;
  • È necessaria un’antropologia catechetica.

Questa mattina abbiamo avuto l’intervento del Card. Angel Artime. Egli ha rievocato la nascita della congregazione salesiana con un atto di educazione alla fede di un giovane, ha ripercorso diverse tappe istruttive nel suo servizio come Rettor maggiore e ha lasciato delle indicazioni per qualificare l’impegno educativo: tra le tante, la centralità dell’educazione alla fede e l’importanza della sinergia operativa per ottenere dei frutti duraturi.

Il terzo momento, forse quello su cui ricadevano le maggiori aspettative, ha voluto spingere lo sguardo sul futuro. Sappiamo bene che non è possibile dare soluzioni definitive – magari! – ma sono state date alcune accentuazioni, che rimandano in qualche modo all’analisi presentata nel giorno precedente:

  • L’importanza di far maturare comunità sinodali e inclusive, capaci di accogliere tutti e di favorirne l’appartenenza e la responsabilità;
  • Favorire nella catechesi un approccio educativo che segue il movimento “dalla vita alla fede alla vita”;
  • Una spiccata attenzione per lo specifico contesto culturale e la persona concreta che si ha davanti;
  • La consapevolezza dell’importanza del ruolo dei media per l’azione di evangelizzazione;
  • La capacità di percorrere vie diverse per la condivisione della fede, che non rimangano ancorate alla sola dimensione cognitiva. Tra queste una via privilegiata è quella dell’arte e del “bello” da essa veicolato;
  • l’importanza della sinergia tra tutte le agenzie educative a favore della crescita integrale delle persone.

I proff. Groomee Fossion, rispettivamente relatore e discussant in questo terzo momento, hanno stilato un elenco di condizioni che rendono possibile la qualificazione di una catechesi “educativa”: sarà opportuno rileggere con attenzione le loro riflessioni. L’intervento della prof.ssa Mohoric richiama.

In conclusione, vorrei indicare alcuni elementi qualificanti che caratterizzano l’Istituto e sono stati presenti anche nel Simposio:

  • La scelta di sottolineare nella proposta formativa accademica l’attenzione alla dimensione educativa della catechesi, che è diventata edu-comunicativa a partire dal 60° dell’istituto, non in contrapposizione ma a integrazione della dimensione teologica che innerva a sua volta la catechesi.
  • La forte interdisciplinarità che caratterizza i corsi, favorita dal fatto che la catechesi è scienza di confine; qui hanno parlato persone che sono competenti in scienze diverse ma che hanno voluto dare un apporto dal loro punto di vista
  • L’attenzione alla realtà e nello specifico ai contesti concreti che necessita di un approccio interculturale; la provenienza degli studenti da diverse aree geografiche del mondo lo dice in maniera esplicita;
  • Lo sguardo verso il futuro, con la partecipazione attiva di tanti studenti, soprattutto dottorandi, che hanno un contributo di idee e presentato provocazioni lungo tutto l’itinerario di preparazione del Simposio. Ma anche con la presenza in sala e i diversi interventi che sono stati fatti.
  • Inoltre, l’attenzione alla storia, maestra di vita. In occasione del Simposio, è stata allestita pure una mostra che vi invito a visitare prima di rientrare nelle proprie case.

Il Simposio – è stato detto – è un punto di arrivo ma anche un punto di partenza: sono numerose le sollecitazioni che portiamo via al rientro nei nostri ambienti. Il simposio è stato anche un’occasione di incontro e di conoscenza interpersonale. È pure questa una ricchezza che non va trascurata.

È stata un’esperienza bella, spero per tutti. Il grazie dell’Istituto a tutti coloro che l’hanno resa possibile: ai relatori ma anche a tutti voi che avete partecipato in presenza oppure online; agli studenti che hanno collaborato fattivamente, a coloro che hanno lavorato dietro le quinte e, perché no, ai membri dell’Istituto che si sono impegnati per rendere possibile l’evento.

Di cuore, il nostro grazie a tutti: Grazie!

Ubaldo Montisci

ARTICOLO sul BOLLETTINO SALESIANO:

FOTO RICORDO DELL’EVENTO

Simposio Internazionale di Catechetica. La dimensione educativa della catechesi

Scarica il Programma del Simposio 

Segui la diretta streaming (clicca sulla sessione)

L’evento è gratuito ed è previsto il collegamento online

Attenzione: anche per chi segue il Simposio online è necessario compilare la scheda d’iscrizione


Relazioni Simposio:


8 – 9 novembre 2024 in Piazza dell’Ateneo Salesiano, 1 – 00139 Roma (RM) Italia

L’Istituto di Catechetica (ICa), la cui nascita risale all’A.A. 1953/54, festeggia il suo 70° di vita. Nel 2023, tra le tante iniziative ordinarie e straordinarie, la rivista on line “Catechetica ed Educazione” ha pubblicato diversi contributi che nel loro insieme fanno memoria dei settant’anni di vita e di attività dell’ICa, in particolare dell’ultimo ventennio.
Richiamando il Convegno in occasione del 60° (15-16 maggio 2015) imperniato sul tema della catechesi come comunicazione nell’era digitale e del conseguente “cambio di paradigma”, il Simposio dell’8-9 novembre 2024 intende soffermare l’attenzione sulla dimensione educativa della catechesi.

Alcune informazioni importanti:

La scadenza delle prenotazioni al Simposio è prorogata fino alla fine del mese corrente

L’eventuale rimborso dei costi avverrà al termine dell’evento

Per ulteriori informazioni chiamare al: 375.6427896

Scarica il dépliant:

Notizie del Simposio

1° CORSO DI FORMAZIONE per Équipe, Operatori Pastorali ed Educatori

Siamo lieti di comunicare che è in partenza il “1° CORSO DI FORMAZIONE per Équipe e Operatori Pastorali ed Educatori dei vari servizi che lavorano nell’ambito dell’inclusione e della disabilità”, promosso dall’Istituto di Catechetica (ICa) della Facoltà di Scienze dell’Educazione (FSE) dell’Università Pontificia Salesiana (UPS), in collaborazione con il Servizio Nazionale per la Pastorale delle Persone con disabilità della Conferenza Episcopale Italiana.

Il Corso si svolgerà dal 13 novembre 2024 al 30 giugno 2025.  Le lezioni saranno online in modalità asincrona, accessibili in LIS e con sottotitolazione.

È previsto un incontro introduttivo online il 13 novembre p.v., dalle ore 17:30 alle ore 19:30, anch’esso accessibile in LIS e con sottotitolazione, per la presentazione dei contenuti del Corso e le istruzioni sulle modalità di utilizzo della piattaforma.

Alleghiamo il programma con le rispettive indicazioni per effettuare l’iscrizione, la quale sarà consentita entro e non oltre il 3 novembre 2024.

A seguire un video promozionale accessibile relativo al Corso:

https://youtube.com/watch?v=P83gIJpK4B4%3Fsi%3Dkprty_Sn7-c540g3

Per maggiori informazioni potete contattare la Segreteria Organizzativa della Facoltà di Scienze dell’Educazione al seguente indirizzo email: formazione.disabili@unisal.it.

ALLEGATI

“Abbiamo fatto una religione interculturale”: Riflessioni educative dopo un percorso sperimentale di IRC verso un nuovo progetto di ricerca

di Carlo Macale

Il presente contributo riporta i risultati di uno studio esplorativo di alcuni progetti di didattica interreligiosa portati avanti durante le ore di insegnamento di religione cattolica. La ricerca mette in luce come siano stati affrontati sia temi riguardanti un sapere critico sulle religioni contrastando l’analfabetismo religioso, sia questioni specifiche della pedagogia interculturale come l’accoglienza dell’altro e il contrasto a stereotipi e pregiudizi. Allo stesso tempo il contributo riflette su alcune criticità dell’insegnamento religioso in Italia dovute
forse alla sua funzione nella scuola e all’epistemologia disciplinare. Si ritiene infatti che alla luce di diversi
studi europei e dei dati emersi in questa ricerca, sia necessario un cambiamento nello status della disciplina. Per provare quanto segue, l’articolo prospetta una nuova indagine didattica e pedagogico-sociale, così da fornire ai decisori politici ed ecclesiastici nuovi spunti di riflessione per un rinnovamento dell’insegnamento religioso nella scuola.

LIBRO IN EVIDENZA-Rubrica periodica di «Catechetica ed Educazione»

Christoph Theobald, Un concilio in incognito? Il sinodo, via di riconciliazione e creatività, EDB, Bologna 2024, pp. 192.

Christoph Theobald, An Incognito Council? The Synod, a Path to Reconciliation and Creativity, EDB, Bologna 2024, pp. 192.

The Author is a well-known theologian of German origin, resident in Paris, professor at the Centre Sèvres, the Jesuit institute of the French capital. It may be useful to know that many of his works, including this one, have been translated into Italian, in particular by EDB (publisher of the Dehonians) of Bologna.

Theobald is recognized for his thinking on ecumenical dialogue and for an innovative vision of the role of the Catholic Church in the contemporary world. He affirms, deepens and disseminates the need for a “synodal” and fraternal Church, in line with the reforms promoted by Pope Francis.

The book we present is easy to read and understand, written in a calm style, well documented on the reality of the Synod in progress without a feeling of hypercriticism of which the synodal work is often criticized and even more ignored.

We note well that the Author does not want to express personal thoughts, but to report and interpret the path of the Synod so far. It includes two stages: the result, from the beginning of the work (2021-2022), is summarized in the first Synod (October 2023); a second stage follows that concludes in the second Synod (October 2024). Theobald obviously cannot speak about this, since his text was written first, but he foresees the tasks in light of the documents gradually published by the Pope and the General Secretariat. Significant conclusions and new proposals for the continuation of the synodal journey are to be expected.

The A.’s vision is already expressed in the title: An incognito council? The synod, a path of reconciliation and creativity. For Theobald, the current synod is not the expiration of a commitment among many synods, usual in the history of the Church. First of all, it has a close connection, indeed by root, with the Second Vatican Council, of which it wants to be an extension, not only aspiring to be understood as a council not declared as such (incognito), but to be so in fact, notably with two of its distinctive traits defined as “path of reconciliation and creativity”, for which the Synod in progress is called by him a path, made of openness and dialogue at a religious and social level, with a profoundly innovative, creative purpose, in view of a new evangelization under the guidance of the Spirit of Jesus (or Holy Spirit) that does not make a new Church, but the same Church renewed as in the origins, “not a different Church, but a different Church”.

Theobald’s book is placed within this framework of ideas. It is 190 pages well structured in six chapters of which we give here, in brief summary, the contents. Essential inspiration comes from the Scriptures as a “missionary travel report” that wants to continue in the Synod and is its soul (chap. 1); the A. the question is asked: “if synodality is a “constitutive dimension of the Church”, how is it constituted?”. The answer is clear and dominant: it is based on Baptism which creates a fraternal equality of the baptized; it takes its orientation and inspiration from Vatican II; for which the Church must always be understood as “people of God” (chap. 2); a clarification on the Synod itself follows: it is an intercontinental and intercultural journey (some experiences in Africa and Europe are reported, seen as “gifts” of the Holy Spirit) (chap. 3); a solid reflection on the soul of the synodal journey could not be missing: “A journey of spiritual and institutional conversion” (chap. 4); in chaps. 5 and 6 the strong points of the first synodal stage are summarized (until October 2024). The task that engages the Church in profoundly reforming itself remains central. Chap. 5 mentions the basic contents and problems: the renewed and indispensable participation of women in the life of the Church; the real involvement of all Christians and not only the clergy; a regained credibility especially with regard to scandals and institutional crises, underlining the importance of a structural and spiritual reform to regain the trust of the faithful; to this end the Church must renew its way of exercising authority, transforming it into an “authority of fraternity”, capable of promoting dialogue and inclusion; the Church should overcome internal and social conflicts through a spirit of brotherhood, thus contributing to cohesion in secular societies. Last but not least, theological science must give its contribution to the elaboration of emerging thoughts and proposals. In chapter 6 Theobald expresses, so to speak, his synodal dream with a statement that he repeats elsewhere: “synodality must be seen within a messianic vision of the world”.

He concludes by asking whether the breadth, novelty and depth of the synod can be outlined as “a council incognito?”. It is a question that, reading the book, sounds like a challenge: who and how can one say no?

 Cesare Bissoli

Istituto di Catechetica, UPS. Roma