Umanità più fraterna, il Papa chiama il mondo per un nuovo patto educativo

Il Papa convoca a Roma per il 14 maggio 2020 personalità di tutto il mondo insieme ai giovani per una serie di iniziative, dibattiti, tavole rotonde per una “società più accogliente“. La Congregazione per l’Educazione Cattolica spiega il motivo di questo evento mondiale che si svolgerà in Vaticano nell’Aula Paolo VI: “Sono invitate a prendere parte all’iniziativa proposta le personalità più significative del mondo politico, culturale e religioso, ed in particolare i giovani ai quali appartiene il futuro. L’obiettivo è di suscitare una presa di coscienza e un’ondata di responsabilità per il bene comune dell’umanità, partendo dai giovani e raggiungendo tutti gli uomini di buona volontà”.

“L’iniziativa – spiega ancora la Congregazione per l’Educazione Cattolica in una nota – è la risposta ad una richiesta. In occasione
di incontri con alcune personalità di varie culture e appartenenze religiose è stata manifestata la precisa volontà di realizzare una
iniziativa speciale con il Santo Padre, considerato una delle più influenti personalità a livello mondiale e, tra i temi più rilevanti,
è stato da subito individuato quello del Patto educativo, richiamato più volte dal Papa nei suoi documenti e discorsi. Il quinto anniversario dell’enciclica Laudato sì, con il richiamo all’ecologia integrale e culturale, si offre come piattaforma ideale per tale evento”.

In un messaggio il Pontefice rinnova “l’invito a dialogare sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta e sulla necessità di investire i talenti di tutti, perché ogni cambiamento ha bisogno di un cammino educativo per far maturare una nuova solidarietà universale e una società più accogliente“. Ricorda ancora Bergoglio che “in un percorso di ecologia integrale, viene messo al centro il valore proprio di ogni creatura, in relazione con le persone e con la realtà che la circonda, e si propone uno stile di vita che respinga la cultura dello scarto. Un altro passo è il coraggio di investire le migliori energie con creatività e responsabilità”.

IL TESTO DEL MESSAGGIO DEL PAPA

L’itinerario verso maggio sarà segnato da una serie di incontri, organizzati in luoghi assai significativi. Ecco l’elenco

Pontificia Fondazione Gravissimum educationis – 16-17 settembre 2019 “Democrazia: un’urgenza educativa in contesti pluriculturali e plurireligiosi”

Pontificia Università Lateranense – 31 ottobre 2019 “Educazione, diritti umani, pace. Gli strumenti dell’azione interculturale ed il ruolo delle religioni”

Emirati Arabi – Abu Dhabi – 4 febbraio 2020 “Convegno sul documento di Abu Dhabi (4 febbraio 2019)”

Università Pontificia Antonianum con l’Istituto Teologico Seraphicum – 14-16 gennaio 2020 “Natura e ambiente nel patto educativo: la bellezza fa l’uomo buono”

Università Cattolica LUMSA con l’Alta Scuola EIS – 30-31 gennaio-1° febbraio 2020 “Costruire comunità. La proposta del service learning”

Pontificia Accademia delle Scienze Sociali – 6-7 febbraio 2020 Workshop on “Education: The global Compact” – Casina Pio IV

Università Pontificia Salesiana con l’Auxilium (Sede: Città dei ragazzi) – 22 febbraio 2020 “We are we share we care. Generazioni a confronto per un’alleanza educativa”

Centro “Centro Card. Bea” (Gregoriana) – Pontificio Istituto di Studi Arabi e Islamistica – 24 febbraio 2020 “L’immagine dell’altro nelle proprie tradizioni: quali risorse le nostre tradizioni religiose e culturali possiedono in vista della costruzione di una fratellanza universale?”

Università Cattolica del Sacro Cuore (sede di Brescia) – 13 marzo 2020 Scienze politiche e pedagogiche – “Le sfide educative per la cooperazione internazionale”

Città dei Ragazzi – 24 marzo 2020 “Percorsi di cittadinanza. Dall’esclusione all’inclusione”

Villaggio della Terra – 22-26 aprile 2020 “C’è un mondo che ti aspetta” – Villa Borghese

Istituto Universitario “Sophia” – Loppiano (Incisa in Valdarno) Incontri per studenti – “Terza missione e impegno degli studi: leadership per strade nuove”

Pontificia Fondazione Scholas Occurrentes (Convegno mondiale delle Cattedre Scholas)

 

da Avvenire del giovedì 12 settembre 2019

“Scuola e famiglia, alleanza possibile e necessaria”

XXII  CORSO NAZIONALE DI AGGIORNAMENTO DEGLI INSEGNANTI DI RELIGIONE CATTOLICA

Messina 28, 29, 30 novembre 2019

 

 

 

 

 

Il Corso è organizzato per Convenzione tra l’Istituto Teologico “S. Tommaso” di Messina, aggregato alla Facoltà Teologica della Università Pontificia Salesiana di Roma (UPS) e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Direzione Generale per la Formazione e l’Aggiornamento della Scuola (MIUR – Roma); data della convenzione 9 luglio 2019 (CIG ZE328FD3F1). Ha anche l’autorizzazione dalla Conferenza Episcopale Italiana – Settore Scuola con Prot. n. 241/2019 del 27 marzo 2019. L’Istituto Teologico S. Tommaso si avvale della collaborazione con l’Istituto Teologico “Pio XI” di Reggio Calabria e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Mons. Vincenzo Zoccali” di Reggio Calabria.

La finalità è quella di aiutare gli insegnanti a farsi promotori di una migliore relazione scuola famiglia in un’ottica di corresponsabilità educativa per una scuola è una comunità educante di dialogo, di ricerca, di esperienza sociale, improntata e informata ai valori democratici e volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni. In essa ognuno, con pari dignità e nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla cittadinanza attiva e responsabile, la realizzazione del diritto all’educazione attraverso lo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, approvata dall’ONU il 20 novembre 1989, e con i principi generali dell’ordinamento italiano.

Modalità di iscrizione

Il corso è gratuito per i primi n. 60 docenti in servizio che invieranno la loro richiesta di iscrizione così suddivisi: n. 15 docenti dell’Infanzia, n. 15 docenti della scuola primaria, n. 15 docenti di scuola secondaria inferiore e n. 15 docenti di scuola secondaria superiore.

Per partecipare scaricare la scheda di iscrizione, riempirla in tutte le sue parti (indicare solamente la scuola dove si prestano più ore di servizio) ed inviarla, insieme alla nomina della Curia di appartenenza e un attestato di servizio o contratto stipulato con la scuola, tramite e-mail all’indirizzo itstommaso@pec.it. Le iscrizioni inizieranno il giorno 21 ottobre 2019 alle ore 15:00 e termineranno il 3 novembre 2019. Le email ricevute prima delle ore 15:00 o con dati mancanti o incompleti saranno scartate.

Il diritto di partecipazione è assegnato secondo una graduatoria stilata in base alla data e l’ora di ricezione dell’iscrizione indicata nella posta certificata di destinazione. Le spese di partecipazione al Corso (viaggio, vitto e alloggio) per i 60 docenti che rientreranno in graduatoria sono a carico del MIUR-Roma, per un costo non superiore a € 265,00 (duecentosessantacinque/00) a persona.

Le spese sostenute dai partecipanti (viaggio, vitto e alloggio) saranno rimborsate dietro presentazione della relativa documentazione corredati con i dati personali (Codice fiscale e indirizzo) ad avvenuto accredito finanziario del MIUR-Roma. La domanda di iscrizione garantisce il pernottamento per le sole giornate di giovedì 28 e di venerdì 29 novembre presso strutture a noi convenzionate. Nel caso in cui le domande di partecipazione fossero superiori a n. 60, i docenti in esubero e non ammessi potranno partecipare ugualmente al Corso al costo di € 70,00 inviando comunicazione della volontà di partecipazione. Questa quota comprende solo le spese di segreteria e il materiale didattico che verrà consegnato durante il Corso e potrà essere versata la mattina del 28 novembre presso la Segreteria organizzativa. In questo caso non verrà riservata nessuna camera e sarà cura dell’interessato provvedere alla prenotazione presso una struttura di suo piacimento. I docenti non in servizio o in attesa di incarico possono partecipare in qualità di uditori al costo di € 70,00 e valgono le stesse condizioni degli esclusi dalla graduatoria. La graduatoria verrà pubblicata su questo sito al termine delle iscrizioni.

N.B. Si comunica a tutti gli insegnanti che per ottenere l’attestato di partecipazione si dovrà obbligatoriamente partecipare a tutte le 20 ore previste dal Corso. Non saranno dati permessi speciali a chi dovesse farne richiesta.

 

Progetto Corso IDR .pdf

Scheda Iscrizione 2019.pdf

Conclusione del Master per adolescenti dell’Istituto di Catechetica

Il 7 ottobre si è conclusa con soddisfazione la prima edizione del Master di I livello per educatori di adolescenti. In un clima di festa le autorità accademiche hanno consegnato i diplomi e gli attestati di partecipazione agli studenti che hanno intrapreso questa avventura, nata dalla feconda collaborazione tra la nostra istituzione universitaria e l’Ufficio Catechistico Nazionale unitamente al Servizio Nazionale per la Pastorale giovanile. In tal modo, nell’anno della celebrazione del Sinodo sui giovani, si è voluto dar vita a un’esperienza che manifestasse in maniera concreta e significativa l’attenzione verso questa particolare fascia d’età.

Il master è stato ideato per rispondere al bisogno di formazione specifica catechetico-pastorale nell’ambito delle scienze dell’educazione, abilitando i partecipanti all’assunzione di responsabilità e coordinamento a livello diocesano e parrocchiale della pastorale e catechesi con gli adolescenti.

In particolare, il master ha voluto qualificare la figura dell’Educatore che si occupa della maturazione umano-cristiana degli adolescenti, fornendo conoscenze di tipo teologico-pedagogico-comunicative aggiornate, al fine di accompagnare e facilitare i processi di accoglienza, inserimento e integrazione degli adolescenti in contesti di educazione permanente.

I tirocini e le esercitazioni pratiche hanno permesso agli studenti di confrontarsi con i principi della progettazione catechetico-pastorale al fine di elaborare programmi concreti di azione. Il confronto e l’utilizzo di strumentazioni all’avanguardia promosso dal master ha consentito di costruire itinerari formativi al passo con i tempi e con le esigenze attuali degli adolescenti, in sinergia con i servizi di rete nel territorio.

I venti iscritti hanno avuto la possibilità di confrontarsi con docenti di valore riconosciuto nelle lezioni frontali e sono stati seguiti da esperti nelle diverse esercitazioni e nel tirocinio applicativo. Da febbraio 2018 e per oltre un anno, il corso ha messo di fronte persone provenienti dalle diverse parti d’Italia e dall’estero, con esperienze assai diversificate, ed è stato quindi per tutti preziosa occasione di ampliamento di prospettive e opportunità di relazioni interpersonali di qualità.

I partecipanti hanno ringraziato per la splendida organizzazione e si sono mostrati molto grati per l’umanità salesiana e la professionalità respirata in questo anno e mezzo di master, desiderosi di spendere le competenze acquisite nelle rispettive diocesi di appartenenza.

Come ha espresso il decano della facoltà intervenuto all’apertura della cerimonia: “Siamo fieri di questo percorso, perché abbiamo lanciato dei semi educativi in tutta Italia e nel mondo e siamo certi che potremo contribuire al miglioramento della prassi pastorale con quella preziosa porzione del popolo di Dio che sono gli adolescenti”.

 

 

A Roma la marcia “RESTIAMO UMANI”

La Marcia “Restiamo Umani”, partita da Trento il 20 giugno, Giornata Mondiale del Rifugiato, arriverà a Roma, con una camminata finale, sabato 19 ottobre. La marcia concluderà ufficialmente in Piazza San Pietro domenica 20 ottobre, Giornata Missionaria Mondiale.
Come in tutte le tappe importanti, invitiamo tutti/e a partecipare, sabato 19 ottobre, alla cammianata conclusiva di quest’azione di pace promossa ed organizzata contro il clima di odio e di paura che stiamo vivendo nel nostro Paese.
Chi vuole può partecipare a tutto il programma dell’ultimo giorno di camminata effettiva. Raccomandiamo ed invitiamo a partecipare al corteo cittadino per percorrere insieme gli ultiimi 3 km dal Circo Massimo a Piazza San Pietro.

PROGRAMMA ARRIVO DELLA MARCIA, SABATO 19 OTTOBRE
– 9.30: partenza dalla Stazione FS di Albano Laziale, seguendo la Via Appia Antica (tutta pedonale) fino al Circo Masimo
– 15.30: arrivo al Circo Massimo, punto di ritrovo/appuntamento per il corteo cittadino
– 16.30: partenza del corteo cittadino dal Circo Massimo verso Piazza San Pietro.

PS: domenica 20 ottobre, appuntamento in Via della Conciliazione per entrare in Piazza San Pietro e partecipare all’Angelus di Papa Francesco.

 

MARCIA “RESTIAMO UMANI” – INFO IMPORTANTI

1) Progetto: https://www.marciarestiamoumani.org/…/MarciaRestiamoUmaniPr…

2) Tappe e date: https://www.marciarestiamoumani.org/…/MarciaRestiamoUmaniTa…

3) Lettera a Papa Francesco e petizione: https://www.change.org/p/fermiamo-questo-clima-di-paura-e-d…

4) Raccolta fondi: https://www.facebook.com/donate/576116806244656/

5) Magliette online: https://worthwearing.org/…/marcia-resti…/marciarestiamoumani

6) Per adesioni e contatti: marciarestiamoumani@gmail.com

“Scegli la vita”. Accompagnare la vocazione tra vizi e virtù

“Sussidio in uscita ad ottobre”. Scegli la vita. È la scoperta della propria vocazione. «La tua vocazione – infatti – ti orienta a tirare fuori il meglio di te» (FRANCESCO, Christus vivit, 257). Scegliete, allora! «Datevi al meglio della vita!» (ChV 143).

N.B. Il sussidio sarà disponibile da ottobre, puoi intanto ordinarlo inviando una mail a: vocazioni@chiesacattolica.it

Scegli la vita. Forse il titolo del Sussidio di quest’anno può sembrare ad effetto, a qualcuno potrà sembrare scontato o ancora uno slogan che vuole accattivare il potenziale lettore. Niente di tutto questo, la questione è seria e molto concreta.

Scegliere la vita è una cosa che facciamo o non facciamo molto più spesso di quanto possiamo immaginare. Non si tratta infatti di scegliere ciò che ci piace, o ciò che ci richiama il gusto della vita, ma di scegliere le cose che ci fanno bene, che sostengono e alimentano la vita che è in noi, evitando ciò che ci danneggia, che intristisce o svilisce il nostro cuore. Fin qui possiamo ancora essere tutti d’accordo. La questione si complica quando riflettiamo su cosa significhi “vita”, su quale criterio usare per riconoscere ciò che ci fa bene e ciò che ci fa male. Ponendo la questione in altri termini: come discernere? Forse abbiamo dentro ancora un’altra domanda inespressa: Perché discernere? Magari siamo già soddisfatti della vita che viviamo, potremmo anche essere impegnati attivamente in iniziative belle e positive, che dicono la nostra disponibilità ad aiutare il prossimo, che esprimono e attuano valori e ideali.

Il punto però è un altro, anche noi infatti siamo figli di questa epoca e ne siamo segnati, nel bene e nel male. Nel nostro tempo ad esempio, una questione che viene messa in ombra perché magari ritenuta obsoleta, è proprio quella del discernimento, della lotta spirituale: contrastare i nostri vizi, dominare le passioni, rafforzare virtù quali l’umiltà o la castità, comprendere la cosa giusta da fare e avere il coraggio di farla… o di non farla se ciò è sbagliato. Diciamocelo francamente, molte di queste cose suscitano perplessità anche in molti cristiani che pure vivono una fede solida e genuina. Il percorso che proponiamo in questo sussidio vuole riscoprire non solo il valore e l’importanza di queste realtà, ma ribadirne l’attualità!

Si, chi vuole seguirci scoprirà che basta ridefinire il linguaggio, ritrovare il significato di un termine, riflettere su tante piccole o grandi cose che facciamo quotidianamente, per renderci conto che ci siamo dentro, chi siamo dipende anche da come scegliamo di affrontare quel nostro limite che ci porta ad essere deboli in quella situazione, a non saperci gestire in un’altra, a mancare il bersaglio in un’altra ancora. Viceversa scopriremo la bellezza e il gusto di rafforzare le nostre virtù, impareremo che il bene fa bene e da gioia, sapremo dire con parole nuove cose che appartengono ad una saggezza antica, ma solida e collaudata.

Soprattutto però, faremo questo nell’ottica di un cammino che porta il passo della nostra vocazione. Le nostre virtù e i nostri vizi infatti, ci dicono molto di noi, ci aiutano a conoscerci nella concretezza, ci danno le coordinate per definire dove possiamo andare, dove vogliamo andare, dove ci sentiamo chiamati ad andare!

Non temiamo allora di attraversare la foresta che può essere il nostro cuore, imparando a conoscere di quali piante possiamo nutrirci e quali sono velenose. Sulla nostra pelle abbiamo già avuto il piacere o il dispiacere di incontrarne alcune. Se abbiamo provato invidia, ci saremo accorti da soli di quanto ci faccia male, ma forse non abbiamo considerato l’antidoto della carità. Forse abbiamo fatto esperienza che la mitezza ci ha permesso di risolvere felicemente una questione che sarebbe invece diventata ingestibile se ci fossimo lasciati prendere dall’ira. Forse considerando queste cose alla luce della preghiera, nell’ascolto della Parola, nel confronto con i nostri fratelli e le nostre sorelle, ci apparirà più chiaro il disegno di Dio per noi, sentiremo più vicino il suo amore, impareremo a camminare con gioia ed umiltà. Accettare che nel nostro cuore convivono vizi e virtù, e che è necessario lottare per imparare a scegliere queste ultime, per essere chi siamo veramente, per poter sentire che in noi abita la vita, è il primo passo per la vittoria.

Gli insegnanti e “l’arte di essere umani”

“Favorire, mediante appositi strumenti educativi, la conoscenza di sé, l’autoconsapevolezza, la libertà nella ricerca della felicità e una rinnovata responsabilità dei cittadini”. Questi gli obiettivi dichiarati del corso di formazione su “L’arte di essere umani”, che coinvolge circa 200 docenti, di religione cattolica e non, di diversi ordini di scuola, provenienti dalle Province di Bari e Bat, che prende il via domani, giovedì 10 ottobre, presso l’Iiss “Mons. Antonio Bello” di Molfetta.
Un percorso biennale ideato e promosso dall’Ufficio di pastorale scolastica della diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, con il patrocinio del Consiglio regionale della Puglia, del comune di Molfetta e del comune di Ruvo di Puglia, e in collaborazione con il Sisus– Società italiana di scienze umane e sociali, l’Iiss “Mons. Antonio Bello” di Molfetta, il Centro Cav “Granello di Senape” di Ruvo di Puglia e il Centro Caf “Chiara Corbella Petrillo” di Ruvo di Puglia. Tre ore, dalle 16,30 alle 19,30, per sette incontri per ciascun anno, con cadenza mensile da ottobre ad aprile per un totale di 42 ore in cui affrontare svariati aspetti dell’identità, per promuovere l’integrazione delle dimensioni costitutive dell’essere umano, valorizzando l’intreccio del sentire e del pensare e la sinergia tra libertà e affettività.
Inserito nella piattaforma ministeriale “Sofia”, il corso, gratuito, prevede lezioni di antropologia, filosofia, pedagogia e didattica, tenute da docenti universitari.
In apertura del corso, giovedì 10 ottobre, alle ore 16,30, presso l’Istituto “Mons. Bello” di Molfetta, ci saranno i saluti introduttivi da parte dei rappresentanti degli enti proponenti, fra i quali quello di mons. Domenico Cornacchia, vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, e di don Pasquale Rubini, direttore dell’Ufficio diocesano di pastorale scolastica. Seguirà la prima lezione, a cura di Fabio Pompeo Mancini, docente di Pedagogia speciale alla Lumsa di Taranto, sul tema: “Riflessioni antropologiche nel postmoderno”.
Sir, 9 ottobre 2019
In allegato la brochure del progetto.

ALLEGATI
brochure progetto

 

L’alfabeto verde di papa Francesco. Salvare la Terra e vivere felici

È stato definito “nuovo umanesimo”, è il pensiero espresso da papa Francesco nell’Enciclica Laudato si’, emanata nel 2015. La prima enciclica di Francesco si è rivelata famosa prima ancora di essere divulgata: la ragione è tutta di natura politica. Nel 2015 si è infatti svolto un negoziato decisivo per l’avvenire del pianeta: la conferenza sull’ambiente e le conseguenze del cambiamento climatico tenutasi a Parigi. Laudato si’ non è quindi un titolo scelto a caso dal Papa, ma una citazione tratta dal Cantico delle creature, testo che oggi diventa quasi il manifesto di un ambientalismo cristiano, di una visione alternativa del mondo, riflettendo così, nel modo più immediato e visibile da tutti, il valore profetico di un messaggio, di un testo poetico, che diventa di nuovo attuale. Da tutto questo parte la riflessione dell’autrice che ha visto tra le righe dell’Enciclica alcune parole chiave, divenute oggi, a quasi quattro anni dalla pubblicazione, di un’attualità rimbombante. Risparmio energetico, rispetto del pianeta e dei suoi abitanti, impegno, sostenibilità, inquinamento, lotta all’indifferenza: è la “presa di coscienza ambientalista” (cfr P.G. Pagano) a noi contemporanea.
L’autrice
Franca Giansoldati vive e lavora a Roma ed è vaticanista del quotidiano Il Messaggero. Nel 2013 ha vinto il Premio Internazionale di Giornalismo di Ischia per il migliore reportage sull’elezione di papa Francesco. Si occupa di temi legati alla religione da oltre vent’anni. Ha scritto, con Marco Tosatti, Apocalisse. La profezia di papa Wojtyla (2003), Il Demonio in Vaticano. I Legionari di Cristo e il caso Maciel (2014) e La marcia senza ritorno. Il genocidio armeno (2015).

L’alfabeto verde di papa Francesco. Salvare la Terra e vivere felici
Autrice: Franca Giansoldati
Edizioni San Paolo
Pagine: 128,
Prezzo: € 15

GMCS 2020: “La vita si fa storia”

Questo il tema che Papa Francesco ha scelto per la 54ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si celebra il 24 maggio 2020: “Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria” (Es 10,2). La vita si fa storia.

Questo il tema che il Santo Padre Francesco ha scelto per la 54ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si celebra domenica 24 maggio 2020:
“Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria” (Es 10,2). La vita si fa storia.
Con la scelta di questo tema, tratto da un passo del Libro dell’Esodo, Papa Francesco sottolinea come sia particolarmente prezioso, nella comunicazione, il patrimonio della memoria. Tante volte il Papa ha sottolineato che non c’è futuro senza radicamento nella storia vissuta. E ci ha aiutato a comprendere che la memoria non va considerata come un “corpo statico”, ma piuttosto una “realtà dinamica”. Attraverso la memoria avviene la consegna di storie, speranze, sogni ed esperienze da una generazione ad un’altra.
Il tema della prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali ci ricorda inoltre che ogni racconto nasce dalla vita, dall’incontro con l’altro. La comunicazione è chiamata dunque a mettere in connessione, attraverso il racconto, la memoria con la vita. Gesù faceva ricorso alle parabole per comunicare la forza vitale del Regno di Dio, lasciando agli ascoltatori la libertà di accogliere questi racconti e riferirli anche a sé stessi. La forza di una storia si esprime nella capacità di generare un cambiamento. Un racconto esemplare ha una forza trasformativa. Lo sperimentiamo quando ci confrontiamo, attraverso il racconto, con le vite dei santi. Un punto che, ultimamente, il Santo Padre ha ripreso rivolgendosi al Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, quando ha esortato a comunicare la “grande ricchezza” offerta dalla testimonianza di vita dei martiri.
Ancora una volta, al centro della riflessione, il Pontefice pone la persona con le sue relazioni e la sua innata capacità di comunicare. Il Papa chiede a tutti, nessuno escluso, di far fruttare questo talento: fare della comunicazione uno strumento per costruire ponti, per unire e per condividere la bellezza dell’essere fratelli in un tempo segnato da contrasti e divisioni.

30 Settembre 2019

 

Giornata Comunicazioni 2020. Il Papa: prezioso il patrimonio della memoria

 

Memoria, la vita si fa storia

Per il presidente del Copercom la scelta riporta «all’essenza di una comunicazione liberata da frizioni e autoreferenzialità e capace di (ri)mettere al centro la persona con le sue relazioni e la sua innata capacità di comunicare vite che si fanno storie»

Diffuso il tema del Messaggio per la 54ª Giornata delle comunicazioni sociali 2020 Francesco: non c’è futuro senza radicamento nell’esistenza vissuta nel passato

Il primo rimando che viene in mente dopo aver letto il tema scelto da papa Francesco per 54ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali reso noto ieri, è quel passaggio tratto dall’Esodo (10,2) che ne caratterizza la prima parte del titolo. «Perché tu possa raccontare e fissare nella memoria (che io sono il Signore)» è, infatti, un tipico modello di comunicazione teologica che si fa umana: Dio dice a Mosè di trasmettere ai suoi figli e nipoti la fede e Mosè che subito concretizza questa richiesta rivolgendosi a colui che sembrava più distante e diverso da lui. Quel Faraone, a cui chiederà la possibilità di lasciar partire il suo popolo. Da qui, inizierà il grande viaggio della «vita (del popolo d’Israele) che si farà storia». La seconda parte del tema («La vita si fa storia») offre ulteriori spunti di riflessione a partire dall’idea di “memoria”, considerata – si legge nella nota della Santa Sede a commento del tema – non «come un corpo statico, ma piuttosto come una realtà dinamica. Attraverso la memoria avviene la consegna di storie, speranze, sogni ed esperienze da una generazione ad un’altra». Il Papa ce lo ricorda ogni volta che cita i santi, i martiri e la «grande ricchezza offerta dalle testimonianze delle loro vite». Ma anche quando volge lo sguardo ai piccoli del mondo, alle vittime dell’ingiustizia e dell’incomunicabilità, spogliando la comunicazione di quel vestito esclusivo e inautentico che, per troppo tempo, l’ha contraddistinta e che ha creato contrasti e divisioni.

Per Francesco la comunicazione è un concetto semplice. Si potrebbe definire come un riflesso dell’umanità ma il Papa – si sa – non ama molto definizioni precostituite e aggettivi. Lo spiega quando ammette (durante la conferenza stampa in aereo al ritorno dal recente viaggio apostolico in Africa) che non sa che cosa dire tecnicamente perché non è ferrato nella materia di comunicazione. Eppure quella «discesa dalla cattedra» rappresenta oggi una delle più grandi lezioni. «La comunicazione – spiega il Papa – deve essere umana cioè costruttiva e capace di far crescere l’altro e mai uno strumento di guerra». Poche altre parole sintetizzerebbero il senso dei processi comunicativi contemporanei. Gli strumenti digitali paradossalmente possono favorire questa umanizzazione comunicativa. E non solo in termini di coscienza, di discernimento, di corretto uso, di etiche e di etichette, ma soprattutto concedendoci la libertà di raccontare storie. Quelle storie che sono la nostra vita fatta di immagini, di racconti, di post e di tweet. Storie che mostrano la bellezza (e anche la bruttezza) di ciò che siamo.

È innegabile come i social media rappresentino sempre più quei territori privilegiati dove imparare a fare storia. Non a caso una delle parole della cultura digitale è proprio

storytelling, pratica per nulla nuova, ma legata alle origini dell’uomo e al suo desiderio di ascoltare e raccontare storie anche complesse attraverso meccanismi narrativi semplici. Proprio come Gesù che, nei suoi dialoghi, faceva largo uso di storie (le parabole), creando memoria ( depositum fidei), coinvolgendo l’interlocutore (evangelizzazione) e riuscendo a far sì che quelle storie (annuncio) ne generassero altre. In un certo senso il tema della prossima Giornata ci riporta all’essenza di una comunicazione liberata da frizioni e autoreferenzialità e capace di (ri)mettere al centro la persona con le sue relazioni e la sua innata capacità di comunicare vite che si fanno storie.

presidente del Copercom

Messaggio del Santo Padre Francesco per la III Giornata Mondiale dei Poveri

In occasione della festa di S. Antonio di Padova è stato reso noto il Messaggio per la prossima Giornata Mondiale dei Poveri, la terza, che quest’anno sarà celebrata domenica 17 novembre sul tema “La speranza dei poveri non sarà mai delusa”.
“Incontriamo ogni giorno – si legge nel testo – famiglie costrette a lasciare la loro terra per cercare forme di sussistenza altrove; orfani che hanno perso i genitori o che sono stati violentemente separati da loro per un brutale sfruttamento; giovani alla ricerca di una realizzazione professionale a cui viene impedito l’accesso al lavoro per politiche economiche miopi; vittime di tante forme di violenza, dalla prostituzione alla droga, e umiliate nel loro intimo. Come dimenticare, inoltre, i milioni di immigrati vittime di tanti interessi nascosti, spesso strumentalizzati per uso politico, a cui sono negate la solidarietà e l’uguaglianza? E tante persone senzatetto ed emarginate che si aggirano per le strade delle nostre città?”.
“Si è giunti perfino a teorizzare e realizzare – prosegue il testo – un’architettura ostile in modo da sbarazzarsi della loro presenza anche nelle strade, ultimi luoghi di accoglienza. Vagano da una parte all’altra della città, sperando di ottenere un lavoro, una casa, un affetto…”.
“Si possono costruire tanti muri e sbarrare gli ingressi per illudersi di sentirsi sicuri con le proprie ricchezze a danno di quanti si lasciano fuori – afferma poi Papa Francesco – ma non sarà così per sempre. Il giorno del Signore, come descritto dai profeti (cfr Am 5,18; Is 2-5; Gl 1-3), distruggerà le barriere create tra Paesi e sostituirà l’arroganza di pochi con la solidarietà di tanti. La condizione di emarginazione in cui sono vessati milioni di persone non potrà durare ancora a lungo”.
Dopo un ricordo grato della figura di Jean Vanier, “un grande apostolo dei poveri”, il Santo Padre invita tutti a mettere “da parte le divisioni che provengono da visioni ideologiche o politiche” e a fissare “lo sguardo sull’essenziale che non ha bisogno di tante parole, ma di uno sguardo di amore e di una mano tesa”.
“A volte – conclude il Messaggio – basta poco per restituire speranza: basta fermarsi, sorridere, ascoltare. Per un giorno lasciamo in disparte le statistiche; i poveri non sono numeri a cui appellarsi per vantare opere e progetti. I poveri sono persone a cui andare incontro: sono giovani e anziani soli da invitare a casa per condividere il pasto; uomini, donne e bambini che attendono una parola amica. I poveri ci salvano perché ci permettono di incontrare il volto di Gesù Cristo”.

A commento del Messaggio Mons. Francesco Soddu, Direttore di Caritas Italiana, ha rilasciato una dichiarazione per CEInews.