“Educare ancora, educare sempre. ‘Il tempo dell’educazione non è finito’ (EvbV7 )”

Un seminario della Commissione Episcopale CEI per l’educazione cattolica, la scuola e l’università. Appuntamento dal 19 al 21 marzo 2020 a Roma

Sono passati ormai dieci anni da quando l’Episcopato italiano, con gli orientamenti pastorali “Educare alla vita buona del Vangelo”, indicava l’educazione quale prospettiva unitaria secondo cui interpretare la missione ecclesiale nel nostro tempo. «Alla base del nostro cammino – scrivevano i Vescovi – sta la necessità di prendere coscienza delle caratteristiche e dell’urgenza della questione educativa. L’educazione, infatti, se è compito di sempre, si presenta ogni volta con aspetti di novità» (n. 53).

Oggi, mentre la Chiesa italiana si accinge a iniziare un nuovo tratto di cammino, alla luce degli orientamenti che saranno pubblicati nei prossimi mesi, la Commissione Episcopale ritiene importante tornare a riflettere sull’attualità della sfida educativa e condividere una riflessione che porti a proseguire l’impegno comune.

L’appuntamento è dal 19 al 21 marzo 2020 per un seminario nazionale sul tema “Educare ancora, educare sempre. ‘Il tempo dell’educazione non è finito’ (EvbV7 )”.

Grazie alla collaborazione di diversi Uffici e organismi della CEI, e all’apporto organizzativo dell’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università e il Servizio nazionale per l’IRC, l’incontro vedrà la partecipazione di persone rappresentative di vari ambiti pastorali, che daranno vita a tre giorni di ascolto e di riflessione corale, affrontando i temi educativi nell’ampiezza con cui interpellano la comunità ecclesiale e l’intera società italiana.

La partecipazione è ad invito.

I momenti assembleari potranno essere seguiti anche on line su questo sito via streaming.

 

PROGRAMMA

Giovedì 19 marzo 2020

ore 17,00             preghiera iniziale e introduzione ai lavori di mons. Mariano CROCIATA, vescovo di Latina-Sezze-Priverno e presidente della Commissione Episcopale per l’Educazione Cattolica, la Scuola e l’Università

ore 17,30             Educare oggi tra vocazione e responsabilità. Intervengono Alessandro ROSINA, docente di demografia all’Università Cattolica del Sacro Cuore; Robert CHEAIB, teologo e docente alla Pontificia Università Gregoriana; Luigina MORTARI, docente di pedagogia e filosofia all’Università di Verona. Introduce e modera Pierpaolo TRIANI, docente di pedagogia all’Università Cattolica del Sacro Cuore

ore 20,00             cena

Venerdì 20 marzo 2020

ore 8,00               celebrazione eucaristica, presieduta da mons. Stefano RUSSO, segretario generale della CEI

ore 9,30”             Educare ancora, educare sempre. Introduzione al lavoro dei tavoli, a cura di Domenico SIMEONE, docente di pedagogia all’Università Cattolica del Sacro Cuore

ore 10,30             tavoli di lavoro

ore 13,00             pranzo

ore 15,00             tavoli di lavoro

ore 17,30             Gli scenari dell’educazione. Intervengono Antonio POLITO, editorialista del Corriere della Sera; Mariapia VELADIANO, dirigente scolastica, teologa e scrittrice; Alberto PELLAI, psicoterapeuta dell’età evolutiva e scrittore. Modera Vincenzo MORGANTE, direttore di Tv2000 e Radio InBlu

ore 20,00             cena

Sabato 21 marzo 2020

ore 8,00               celebrazione eucaristica, presieduta da mons. Paolo GIULIETTI, arcivescovo di Lucca e segretario della Commissione Episcopale per l’Educazione Cattolica, la Scuola e l’Università

ore 9,30               Educare i giovani: le parole del Sinodo. Interviene don Rossano SALA, teologo e docente, segretario speciale del Sinodo dei Vescovi su “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”

ore 10,00             Nel “Villaggio dell’educazione”. Intervengono Franco VACCARI, fondatore e presidente di Rondine Cittadella della Pace (Ar); don Andrea BONSIGNORI, rettore della Scuola Cottolengo di Torino; … oratorio dei talenti di Scampia (Na). Modera …

ore 11,30             presentazione del testo definitivo dei “15 punti sull’educazione”

ore 12,00             intervento conclusivo del card. Gualtiero BASSETTI, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della CEI

ore 13,00             pranzo

Insegnanti di religione: la vicinanza della CEI

La Chiesa Italiana, testimone e solidale con la preoccupazione e il disagio in cui versano tanti insegnanti di religione cattolica, esprime soddisfazione per l’autorizzazione a bandire, entro l’anno 2020, un concorso per la copertura dei posti per l’insegnamento della religione cattolica, prevista dall’art. 1 bis della Legge 159/2019 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 28 dicembre 2019.

Dopo aver seguito con attenzione lo svolgimento del dibattito parlamentare, apprezzando lo sforzo per raggiungere un traguardo desiderato da più di 15 anni, la Conferenza Episcopale Italiana rinnova la propria disponibilità a collaborare all’elaborazione del Bando di concorso in dialogo con il Ministero dell’Istruzione e con i Sindacati, a sostegno degli insegnanti di religione cattolica italiani e per il bene della comunità scolastica. L’auspicio è che quello che si apre possa essere un percorso fruttuoso che, accanto all’ascolto delle diverse esigenze e al rispetto per le varie posizioni, trovi il modo di valorizzare la preparazione e le competenze degli insegnanti di religione, molti dei quali in servizio da tanti anni.

L’insegnamento della religione cattolica, infatti, è una disciplina scolastica molto apprezzata: pur essendo facoltativa, se ne avvalgono più dell’86% degli studenti italiani per il suo carattere culturale ed educativo, capace di accompagnare il cammino di crescita delle ragazze e dei ragazzi di oggi. Proprio le peculiarità di questa disciplina saranno lo stimolo per costruire un itinerario concorsuale che sappia valorizzare gli insegnanti che, con passione e generosità, si impegnano a superare i problemi quotidiani, ma anche difficoltà dovute ai pregiudizi e a una normativa spesso poco conosciuta. Alcuni di loro saranno chiamati ora ad affrontare una prova per l’assunzione a tempo indeterminato da parte dello Stato. La Legge 159/2019 prevede che una quota non superiore al 50% dei posti sia riservata ai docenti che abbiano svolto almeno tre annualità di servizio, oltre che lo scorrimento delle graduatorie per chi ha superato il concorso del 2004, ma non è ancora entrato in ruolo.

Nel rispetto delle competenze pattizie e delle norme stabilite, i Vescovi ribadiscono il loro impegno e la cura per gli insegnanti di religione cattolica e per la loro serenità professionale e familiare.

 

Roma, 8 gennaio 2020

Presidenza CEI

Dare casa al futuro. Linee progettuali per la Pastorale Giovanile Italiana

Recensione a cura di Giuseppe Ruta

 

 

 

Servizio Nazionale per la Pastorale Giovanile – Conferenza Episcopale Italiana, Dare casa al futuro. Linee progettuali per la Pastorale Giovanile Italiana, [Mimep Docete, Pessano con Bornago (MI) 2019, pp. 191.

 

Un punto fermo nel magistero di Papa Francesco da Evangelii gaudium (2013) a Christus vivit (2019) che tocca l’educazione e la pastorale è l’accento posto sui processi, anziché sui risultati, sull’efficacia che prevede tempi più lunghi che sull’efficienza che occupa spazi e pretende “tutto e subito”: «Uno dei peccati che a volte si riscontrano nell’attività socio-politica – afferma – consiste nel privilegiare gli spazi di potere al posto dei tempi dei processi. […] Dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi. […] A volte mi domando chi sono quelli che nel mondo attuale si preoccupano realmente di dar vita a processi che costruiscano un popolo, più che ottenere risultati immediati che producano una rendita politica facile, rapida ed effimera, ma che non costruiscono la pienezza umana. […] Questo criterio è molto appropriato anche per l’evangelizzazione, che richiede di tener presente l’orizzonte, di adottare i processi possibili e la strada lunga. Il Signore stesso nella sua vita terrena fece intendere molte volte ai suoi discepoli che vi erano cose che non potevano ancora comprendere e che era necessario attendere lo Spirito Santo (cfr. Gv 16,12-13). La parabola del grano e della zizzania (cfr. Mt 13,24-30) descrive un aspetto importante dell’evangelizzazione, che consiste nel mostrare come il nemico può occupare lo spazio del Regno e causare danno con la zizzania, ma è vinto dalla bontà del grano che si manifesta con il tempo» (EG 223-225). Il Sinodo voluto da Papa Francesco con i giovani e per i giovani si è mosso in questa direzione invitando la Chiesa ai vali livelli, da quello universale a quello locale, a tirare le conseguenze pratiche di questo “cammino da fare insieme”.

Dare casa al futuro è per la Chiesa italiana un ulteriore passo per aprire nuove strade senza lasciarsi prendere da traiettorie già stabilite, per costruire una casa sulla roccia e non ricorrere a posticci prefabbricati impiantati su sabbie mobili. Le linee progettuali a partire dalla ricca esperienza sinodale non sono «descrizioni di ciò che si troverà sulla strada», assecondando «un rassicurante navigatore satellitare», bensì «direzioni da prendere» (p. 157) che lasciano ampio tempo e spazio alla libertà generosa e alla fedeltà creativa di tutti, in particolare dei giovani. Nella Chiesa di Gesù, infatti, non ci sono padroni e schiavi, datori di lavoro ed esecutori di ordini, ma soggetti tutti e interamente a servizio, che “insieme” pensano, realizzano e valutano la vita e l’azione educativo-pastorale (cfr. p.22).

Non si tratta, quindi, di un progetto ma di linee progettuali, di «linee di appoggio per una maggiore consapevolezza pastorale e una più radicata intenzionalità educativa» (p. 7), quasi la sintesi del cammino percorso dalla Pastorale Giovanile (PG) italiana in questo decennio, mediante i Convegni annuali e culminato nel Sinodo dei Giovani (3-8 ottobre 2018).

Non si tratta neppure di un manuale di PG, un libro “perfetto” e “completo”, peggio ancora “enciclopedico” ed “esaustivo”, ma di un “sussidio” o «strumento di lavoro» (p. 4) promosso e progettato dall’Ufficio CEI, frutto non di un esperto o di uno studioso, bensì contributo concertato (“servizio” ecclesiale) di tanti, doverosamente ringraziati (cfr. p. 2) da Don Michele Falabretti, Direttore del Servizio Nazionale per la PG della CEI,  e a cui si aggiunge il grazie di tutti coloro che hanno a cuore il presente e il futuro dei giovani e della Chiesa. Il testo agile e “anellato”, è quasi un prontuario o catalogo da consultare all’occorrenza per orientarsi e fare delle scelte, un testo aperto con pagine bianche a righe da scrivere e pagine discretamente orientative su dieci parole o keyword da considerare insieme in sequenza o singolarmente, disposte in una significativa ellisse, viva e vitale, con due punti focali, le parole-chiave, quasi magiche: «discernimento» e «sinodalità» (p. 3).

Non si tratta di un testo in più, ma di una mappa per progettare, realizzare e verificare percorsi di PG nelle diocesi e nelle parrocchie (cfr. lo schema di p.12), dando concretezza al cammino sinodale e del servizio nazionale di PG. Si presenta, così, come «uno strumento tra intelligenza e passione» (p.9) che intende raccordare mente e cuore (e perché, no, anche le mani), favorendo un’intelligenza cordiale e concreta, una cordialità intelligente e tangibile, una praticità che scaturisca dalla mente e dal cuore. Intende, infatti, proiettare nel futuro la PG non mancando di affrontare le sfide del presente, sostenendo la pastorale ordinaria e il percorso attuativo della PG locale.

La struttura delle Linee è ordinata e “lineare” (appunto!), suddivisa in due parti: la prima introduttiva che verte sul senso del progettare (cap. 0 – Saper-fare: la progettazione pastorale e la progettazione educativa). A p. 31 è riportato uno schema interpretativo per una progettazione educativa che riassume tutti gli elementi del capitolo. La seconda è suddivisa in tre aree. Ogni area si compone di tre capitoli ognuno dei quali è imperniato in una delle «parole coraggiose del Sinodo» (cfr. pp. 37-38).

La prima area si sofferma sulle attenzioni-competenze della PG raccolte in tre capitoli attorno a tre verbi: cap. 1. Esserci (accompagnamento, ascolto, prossimità), cap. 2. Comunicare (il mondo digitale e social tra opportunità e limiti), cap. 3. Aprire luoghi (spazi educativi di incontro e di ascolto, l’oratorio).

La seconda area tratta della formazione dei giovani snodandosi in tre capitoli contrassegnati da tre qualifiche giovanili: cap. 4. Chiamati (il rapporto tra fede-vita-vocazione), cap. 5. Responsabili (la coscienza e il discernimento), cap. 6. Unici (corpo, sessualità, spiritualità).

La terza, infine, prende in esame l’appartenenza e la partecipazione alla vita di comunità, suddivisa sempre in tre capitoli che rinviano a tre ambiti: cap. 7. Comunione (sinodalità, pensare e agire insieme), cap. 8. Annuncio (liturgia, spiritualità incarnata), cap. 9. Diaconia (cura, servizio, sussidiarietà).

Di particolare pregio sono le seguenti rubriche: il vissuto educativo e pastorale che è evocato per introdurre le parti attingendo al diario “immaginario e realistico” di un incaricato diocesano di PG, di un’educatrice volontaria, di una monaca di clausura, di un parroco (pp. 17-18; 41-42, 87-88, 123-124), il richiamo “in ascolto…” all’inizio di ogni capitolo con alcuni numeri del Documento finale del Sinodo e dell’esortazione apostolica Christus vivit, i titoletti riassuntivi dei vari paragrafi tra le pagine che aiutano a sintetizzare e a tenere testa alla logica della trattazione di ciascuna parte o di ciascun capitolo, l’approfondimento narrativo e il percorso iconografico dell’episodio di Emmaus (Lc 24,13-25, I pellegrini di Emmaus, Chiesa della Risurrezione della Comunità Nazareth a Torre de Roveri, BG, 1995, ciclo pittorico di Jean Marie Pirot, in arte Arcabas: cfr. pp. 167-181), i molteplici e ricchi rimandi bibliografici per l’approfondimento (cfr. oltre le citazioni tra le pagine, la bibliografia a fine volume: pp. 182-186).

Mi sia permessa un’unica osservazione al pregevole lavoro svolto. Un ulteriore passo per la progettazione e gli itinerari concreti di PG poteva risultare coerente e stimolante. Alla fine di ogni parte o di ogni capitolo potevano essere poste alcune tracce di laboratorio che adeguatamente modulate dalle équipes diocesane, zonali o parrocchiali sarebbero stati d’aiuto a uscire dal generale per entrare nel particolare, rendendo maggiormente aderenti alle situazioni, dal nord al sud Italia, le articolate e stimolanti linee progettuali valide per l’intera PG nazionale. Tanto più che importanti e interessanti indicazioni pratiche sono sparse in tutto il sussidio. Forse, nell’intenzioni dell’Ufficio CEI, questa ulteriore concretizzazione metodologica è demandata agli organismi diocesani e alle équipes di PG delle zone e delle parrocchie. Ma questo passo “in più” non avrebbe guastato e di certo può essere in qualche modo recuperato nell’immediato futuro nelle sedi più opportune.

Giuseppe Ruta

Auguri di Buon Natale

Buon Natale e Felice Anno Nuovo

dai membri dell’Istituto di Catechetica

 

“Vogliamo essere una Chiesa (…) samaritana, incarnata come il Figlio di Dio si è incarnato (n. 22). Il nostro pianeta è un dono di Dio, ma sappiamo anche di dover vivere l’urgenza di agire davanti a una crisi socio-ambientale senza precedenti. Abbiamo bisogno di una conversione ecologica per rispondere adeguatamente” (n. 65).

Documenti finale del Sinodo per l’Amazzonia

 

Auguriamo a voi e alle vostre famiglie un sereno Santo Natale e un gioioso Anno Nuovo, ricco di nuove realizzazioni e soddisfazioni.

 

 

«CATECHETICA ED EDUCAZIONE»
da oggi puoi scaricare il numero di Dicembre 2019!!!

Irc e prospettive culturali e teologiche contemporanee

 

 

Il presente numero di «Catechetica ed Educazione» raccoglie alcune delle relazioni fondamentali dell’ultimo «Corso estivo di Aggiornamento per Insegnanti di Religione» (Chianciano Terme, 30 giugno–6 luglio 2019) organizzato dall’«Istituto di Catechetica» (Facoltà di Scienze dell’Educazione – Università Pontificia Salesiana).

Il titolo – «Irc e prospettive culturali e teologiche contemporanee» –, sia del corso citato che di questo numero della rivista, evidenzia l’obiettivo comune degli articoli: da un lato, identificare e analizzare alcuni degli elementi fondamentali che configurano l’orizzonte culturale e teologico odierno; dall’altro, concretizzare le implicazioni di questi elementi tanto nella formazione degli insegnati di religione (IdR) come nello sviluppo dell’insegnamento della religione cattolica (Irc).

Viviamo oggi un vero «cambio epocale», ma ogni situazione storica è originale; inutile quindi cercare nel passato le ricette che presumiamo possano rispondere alle sfide che si debbono affrontare oggi. D’altro canto, se il carattere inedito di ogni congiuntura storica non deve muoverci a considerare che necessariamente viviamo un’epoca più drammatica delle altre, bisogna anche leggere l’evoluzione culturale contemporanea abbandonando deliberatamente interpretazioni in termini di semplice crisi, di perdita di valori e di scomparsa del senso della vita.

È ben noto a tutti e non c’è bisogno di spiegare come il cambiamento decisivo dell’esperienza e della cultura umana sia stato innescato dall’idea di autonomia, forse la base della trasformazione di tutti i processi moderni; a questa si associa la storicità, che imprime l’impronta più singolare nella coscienza contemporanea; insieme alla libertà e alla secolarizzazione le quali, unite alla scienza e alla tecnica, completano il sintetico elenco degli elementi con cui possiamo definire gli effetti del passato, strettamente agganciato all’Illuminismo, che risultano più determinanti per interpretare la situazione socio-culturale odierna.

Tempo di cambio epocale e quindi «tempo di crisi». Ma, intendiamoci: di fronte all’autonomia, alla storicità, alla democrazia, alla libertà, alla razionalità secolarizzata (o laica)…, non basta una pur necessaria depurazione critica, e neanche riconoscere semplicemente la loro ineluttabilità: il processo che hanno avviato è ormai irreversibile, in quanto la coscienza umana li ha introiettati nella sua configurazione centrale e d’ora in poi costituiranno il fondamento delle «credenze» che articolano il substrato culturale umano.

Le «prospettive culturali e teologiche» sono legate profondamente a questi cambiamenti antropologico-culturali radicali. In tale prospettiva si muovono i diversi articoli di questo numero di «Catechetica ed Educazione».

J.L. Moral (Cultura, antropologia e «cambio epocale») studia alcune delle trasformazioni che, in quanto tappe nell’avanzamento storico della realizzazione umana, portano al pluralismo come chiave ermeneutica in grado di comprendere il cambio epocale e progettare il futuro. L’articolo di U. Montisci (La scuola e l’«Irc» nel contesto del XV Sinodo dei Vescovi) si concentra nell’analisi della scuola come spazio privilegiato di educazione delle nuove generazioni, esaminando in concreto i diversi documenti del XV Sinodo dei Vescovi («I giovani, la fede e il discernimento vocazionale»). C. Pastore (L’«Irc» e la credibilità della rivelazione cristiana») riflette sulla credibilità della rivelazione cristiana, concentrandosi nel rapporto tra Parola di Dio e parola umana. Lo studio delle sorelle Caneva, Alessandra e Claudia, focalizza alcune tematiche antropologiche per poi analizzarle attraverso l’immaginario contemporaneo, esemplificato anche mediante l’esame di alcune serie televisive.

 

M.E. Coscia (Il ruolo della scuola e dell’insegnante nell’odierna società della prestazione), di fronte ai cambiamenti più recenti, cerca di rispondere a questa domanda: come riformulare un progetto di Scuola che sia “generativa” in grado di sottrarre gli studenti alle loro abitudini mentali e farli pensare in un modo nuovo? L’articolo di L. Meddi (Autenticità umana e ragionevolezza della fede) propone l’autenticità come condizione per cogliere la ragionevolezza della fede e per poter così sviluppare una nuova didattica dell’insegnamento della religione. J.M. García (Spiritualità cristiana e cultura contemporanea) si concentra nella definizione della spiritualità cristiana post-conciliare quale spiritualità dinamica, vitale e in dialogo con il mondo. A. Romano (Senso salvifico del cristianesimo nell’«Irc» e buone pratiche conseguenti: prospettive e sfide) propone una didattica della religione che, da una parte, affondi le sue radici nell’ermeneutica e, dall’altra, sia anche la chiave di volta del dialogo intra e interreligioso. Lo studio di A. Escudero (Questioni di cristologia ed ecclesiologia), infine, costata che le condizioni odierne dell’approccio ai temi teologici obbligano a una esplorazione della stagione inedita, aperta e mutevole che viviamo; di conseguenza, s’impone un ripensamento dei discorsi che riguardano concretamente la cristologia e l’ecclesiologia.

 

I Membri dell’Istituto di Catechetica

catechetica@unisal.it

L’Università, una comunità di studio, di ricerca e di vita

“Una comunità di studio, di ricerca e di vita”. Con questo titolo si è tenuto il 28 e 20 novembre 2019 a Roma il convegno nazionale di pastorale universitaria. Da alcuni anni, infatti, è ripreso a cadenza fissa un appuntamento che vede insieme responsabili di uffici diocesani per l’università, docenti e studenti, cappellani e direttori di collegi universitari cattolici.
Il programma del 28 novembre ha visto la relazione introduttiva di Luigi Alici, docente di filosofia morale presso l’Università di Macerata, e un ampio spazio riservato ai laboratori su temi quali il rapporto fra Pastorale universitaria, Atenei e territorio, la cultura, la spiritualità e il discernimento. A conclusione del pomeriggio, la Celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Mariano Crociata, Presidente della Commissione Episcopale della CEI per l’educazione cattolica, la scuola e l’università.
Venerdì 29 novembre i lavori sono stati aperti dalla Celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Stefano Russo, Segretario Generale della CEI, seguita da una tavola rotonda dal titolo “Insieme attori e alleati”, con la partecipazione del prof. Francesco Bonini, rettore dell’Università LUMSA; di mons. Valentino Bulgarelli, responsabile del Servizio nazionale della CEI per gli studi superiori di teologia e di scienze religiose; del prof. Alberto De Toni, presidente della Fondazione CRUI; del dott. Filippo Moretti, segretario del comitato “Mai troppo umano” di Pavia.

In allegato, il programma e i materiali dell’iniziativa a disposizione. Seguiranno ulteriori aggiornamenti.

ALLEGATI

“Possa il vostro annuncio diventare una testimonianza di misericordia”

Il 18 novembre 2019 nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in udienza gli Aderenti al Servizio per le Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione in occasione del 30.mo anniversario della sua nascita. Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto ai presenti nel corso dell’incontro:

 

Discorso del Santo Padre

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Sono contento che abbiate scelto di tornare a Roma per celebrare il trentesimo anniversario della vostra storia. Ringrazio don Piergiorgio Perini per l’instancabile opera di evangelizzazione che ha compiuto in questi decenni. Ora può ammirare alcuni frutti che il Signore gli ha concesso con la sua grazia. E ringrazio per la testimonianza di 65 anni di sacerdozio e 90 di età! Gli ho chiesto la ricetta: cosa fa per essere così?

Il Signore Gesù ha lasciato ai suoi discepoli un insegnamento impegnativo quando ha detto loro: «Vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (Gv 15,16). Andare, portare frutto e rimanere. È questa la chiamata a cui non si può sfuggire quando si incontra il Signore e si viene conquistati dal suo Vangelo. Certo, Gesù non ha detto ai discepoli che avrebbero visto i frutti del loro lavoro. Ha solo assicurato che i frutti sarebbero rimasti. Questa promessa vale anche per noi. È umano pensare che dopo tanto lavoro si desideri anche vedere il frutto del nostro impegno; eppure, il Vangelo spinge verso un’altra direzione. Gesù non ha fatto sconti ai suoi discepoli quando ha parlato della radicalità con cui bisogna seguirlo. Ha detto loro: «Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”» (Lc 17,10).

Tuttavia, se la nostra fatica per annunciare il Vangelo è totale e ci trova sempre pronti, allora la prospettiva cambia. Lo ricorda un’altra parabola, quando Gesù dice: «Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli» (Lc 12,37). Tocchiamo con mano tante volte quanto sia grande e infinito l’amore di Dio per noi! Se siamo fedeli e vigilanti, allora Egli ci concede di vedere anche i frutti del nostro lavoro.

La vostra storia di Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione può facilmente essere inscritta in questo contesto. La fecondità del vostro impegno si riflette nella moltiplicazione delle Cellule che ormai sono presenti in tante parti del mondo. Non stancatevi mai di seguire le strade che lo Spirito del Signore Risorto vi pone dinanzi. Non vi freni alcuna paura del nuovo, e non rallentino il vostro passo le difficoltà che sono inevitabili nella via dell’evangelizzazione. Quando si è discepoli missionari, allora l’entusiasmo non può mai venire meno! Nella fatica, vi sostenga la preghiera rivolta allo Spirito Santo che è il Consolatore; nella debolezza, sentite la forza della comunità che non permette mai di essere abbandonati a sé stessi.

Le nostre parrocchie sono invase da tante iniziative, dove spesso, però, non si incide in profondità nella vita delle persone. Anche a voi è affidato il compito di ravvivare, soprattutto in questo periodo, la vita delle nostre comunità parrocchiali. Questo sarà possibile nella misura in cui diventano, anzitutto, luogo per ascoltare la Parola di Dio e celebrare il mistero della sua morte e risurrezione. Solo a partire da qui si può pensare che l’opera di evangelizzazione diventi efficace e feconda, capace di portare frutti.

Purtroppo, per tante ragioni, molti si sono allontanati dalle nostre parrocchie. È urgente, quindi, che recuperiamo l’esigenza dell’incontro per raggiungere le persone là dove vivono e operano. Se abbiamo incontrato Cristo nella nostra vita, allora non possiamo tenerlo solo per noi. È determinante che condividiamo questa esperienza anche con gli altri; questa è la strada principale dell’evangelizzazione. Non dimenticate: ogni volta che incontrate qualcuno, si gioca una storia vera che può cambiare la vita di una persona. E questo non è fare proselitismo, è dare testimonianza. È sempre avvenuto così. Quando Gesù, passando lungo la riva del lago vide Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni che stavano lavorando, fissò lo sguardo su di loro e trasformò la loro vita (cfr Lc 5,1-11). La stessa cosa si ripete anche ai nostri giorni, quando l’incontro è frutto dell’amore cristiano, cambia la vita perché raggiunge il cuore delle persone e le tocca in profondità.

Possa il vostro annuncio diventare una testimonianza di misericordia, con la quale rendere evidente che ogni attenzione fatta a uno dei più piccoli è fatta nei confronti di Gesù stesso che in loro si identifica (cfr Mt 25,40). Vi accompagno con la mia benedizione e vi chiedo per favore di non dimenticare di pregare per me. Grazie.

 

I lavori del Sinodo amazzonico al centro della riflessione catechetica nella giornata dei curricoli

In occasione della giornata dei curricoli, gli studenti e i docenti dei percorsi di Educazione religiosa e Catechetica si sono ritrovati nella sala “E. Viganò” della Biblioteca per riflettere sul recente Sinodo amazzonico.

La giornata è stata preparata in ogni dettaglio dai partecipanti a uno dei Laboratori attivati nel primo semestre e l’incontro ha visto la presenza di tutti i docenti e quasi tutti gli studenti del curricolo, uniti nell’entusiasmo e partecipazione attiva.

È stato coinvolgo nell’iniziativa don Antonio Donadio, uno degli Assistenti agli acta del Sinodo. Egli ha dapprima offerto delle considerazioni originali sulla sinodalità e la sua importanza per la vita della Chiesa; ha presentato poi una lucida analisi delle principali tematiche e problematiche emerse al Sinodo, soffermandosi in particolare sui temi della conversione all’ecologia integrale, dei viri probati e dei nuovi ministeri. Il dialogo vivace che è seguito è risultato ancor più interessante proprio per l’esperienza privilegiata vissuta dal giovane prete lucano: egli ha potuto comunicare come si è vissuto “dall’interno” ciò che veniva dibattuto all’esterno del Sinodo, facendo scoprire aspetti inediti e stimolanti.

I lavori di gruppo che sono seguiti hanno consentito di approfondire ancora di più il significato che il Sinodo può avere sulla vita della Chiesa e della società. Le sintesi presentate in assemblea plenaria hanno rilevato che del Sinodo va colto il progetto globale soggiacente e non ci si può limitare alla sola tappa romana; che non si può fare teologia fuori dalla storia (e dalla geografia); che non può essere trascurata l’interdipendenza che sussiste nell’ecosistema mondiale (“Tutto quanto succede in Amazzonia mi appartiene”, è stato detto); che la svolta ecologica di cui si parla non può essere limitata alla plastica e agli imballaggi – per quanto importanti – ma pretende un’autentica conversione personale e una mentalità che salvaguardi la “casa comune”; che l’educazione delle nuove generazioni e la formazione degli educatori cristiani rimane un compito urgente e permanente; che occorre una riflessione non superficiale per assimilare e mettere in atto le novità che i lavori sinodali consegnano alla Chiesa e alla società.

La giornata, con i momenti conviviali, di ascolto e di confronto, è stata valutata con soddisfazione da tutti e ha dato conferma di quanto siano sempre importanti l’insegnamento della religione cattolica e la catechesi per la realizzazione di un mondo più umano.

UPS – Giornata dei Curricoli – Sinodo Amazzonia – 12.XI.2019 (1)

Alcuni scatti:

 

 

Sociologia dell’istruzione e della formazione

Guglielmo Malizia e Giovanni Lo Grande.

Sociologia dell’istruzione e della formazione. Una introduzione, Milano, Franco Angeli, 2019.

L’ipotesi alla base del volume è che la scuola e la formazione professionale (FP) possono esercitare un impatto positivo sulla società, anche se a determinate condizioni, che però sono quelle che consentono un efficace servizio all’educazione dei giovani, in particolare di quelli più svantaggiati.

Infatti, sembrano del tutto insufficienti sia l’interpretazione trionfalista e ingenua che del ruolo del sistema di istruzione e di formazione ha dato il funzionalismo, sia il pessimismo radicale delle teorie neo-marxista e della riproduzione. Per il primo, infatti, la scuola/FP è solo positività in quanto: è perfettamente funzionale alla trasformazione delle capacità in competenze e allo sviluppo economico, risulta un valido strumento di promozione sociale e contribuisce adeguatamente all’integrazione delle nuove generazioni nella società e alla coesione di quest’ultima. Per la teoria marxista e della riproduzione, al contrario, la scuola/FP è solo: sovrastruttura e apparato ideologico di Stato in quanto trasmette l’ideologia e la fa accettare, e non fattore di cambiamento, ma frutto del cambiamento che avviene nel modo di produzione; agenzia di riproduzione sociale nel senso che perpetua l’ingiusta distribuzione delle ricchezze e del potere nella società; strumento di corrispondenza tra le pratiche sociali della educazione e quelle del mondo produttivo per cui convince ad accettare acriticamente le storture del capitalismo; irriformabile se prima non avviene una riforma delle strutture sociali; uno strumento di lotta tra i gruppi e non di apprendimento; una forma di spreco perché si può imparare tutto sul mondo del lavoro; determinata da fattori macro-sociali che sfuggono al controllo dei singoli.

Per una corretta interpretazione sociologica della scuola può aiutare un approccio multidimensionale che cerca di integrare con gli aspetti negativi elencati sopra quelli positivi evidenziati dalla riproduzione contraddittoria, dalla concezione neo-weberiana e dall’interazionismo fenomenologico. In base alle loro conclusioni si può dire che la scuola/FP è anche: dotata di autonomia relativa rispetto alle dinamiche sociali; strumento di contraddizione che svolge una funzione contro-funzionale rispetto alle diseguaglianze sociali; riformabile anche nella società capitalista; mezzo di elevazione delle classi subalterne in quanto fornisce ai loro figli i titoli di studio per l’accesso alla classe dirigente; in grado di trasmettere competenze e cultura con una valenza di emancipazione e di liberazione; costruita sull’interazione degli attori sociali e non solo determinata dalla dinamiche macro-sociali.

Una novità importante del volume è già nel titolo da cui risulta che non ci si occuperà soltanto di scuola, ma anche di formazione professionale. Inoltre, il libro non si limita a presentare le principali teorie sociologiche della scuola/FP, ma la seconda sezione è dedicata alle tematiche più importanti: istruzione e stratificazione sociale; istruzione e politica; istruzione ed economia; l’organizzazione dell’istruzione e della formazione.

Destinatari del volume sono i dirigenti e i formatori della FP, gli studenti che si stanno preparando per operare nella scuola/FP, gli insegnanti e i dirigenti scolastici e gli amministratori e i politici impegnati in questi settori.

Guglielmo Malizia è professore emerito di sociologia dell’educazione dell’Università Pontificia Salesiana, già decano della Facoltà di Scienze dell’Educazione, direttore dell’Istituto di Sociologia dell’Educazione della medesima Facoltà e direttore del Centro Studi per la Scuola Cattolica della Conferenza Episcopale Italiana.

Giovanni Lo Grande ha insegnato Sociologia delle religioni e Sociologia dell’educazione all’Università Pontifica Salesiana, nelle sedi di Roma e di Messina. Si occupa di socializzazione religiosa, istruzione e formazione professionale e devianza giovanile; attualmente è direttore del Centro di Formazione Professionale salesiano “Gesù Adolescente” di Palermo.

Politiche educative di istruzione e di formazione

Guglielmo Malizia.

Politiche educative di istruzione e di formazione tra descolarizzazione e riscolarizzazione. La dimensione internazionale, Milano, FrancoAngeli, 2019, pp. 288.

 

 

Le numerose problematiche, riscontrabili nei sistemi educativi all’inizio del terzo millennio, hanno provocato un acceso dibattito sulla validità ed efficacia dell’attuale offerta di istruzione e di formazione. L’obiettivo non è tanto quello di introdurre qualche cambiamento, quanto piuttosto quello di puntare a una riforma generale e vi sono anche proposte di procedere a una vera e propria descolarizzazione. Il volume si schiera per una riscolarizzazione e il punto di partenza è una nuova concezione dell’educazione ispirata alla Dichiarazione di Incheon dell’Unesco del 2015 che la descrive nei termini seguenti: «assicurare un’educazione di qualità, equa e inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento per tutti lungo l’intero arco della vita».

Il volume svolge una funzione di introduzione generale alla dimensione politica dei sistemi educativi in una prospettiva comparativa. Gli argomenti toccati prevedono anzitutto la presentazione del quadro generale delle politiche educative a livello internazionale. Seguono quattro capitoli in cui vengono illustrate le strategie secondo i vari gradi e ordini di scuola/FP: l’educazione di base; la scuola secondaria e l’istruzione e formazione tecnico-professionale; l’istruzione superiore; l’educazione degli adulti. Completano il panorama due tematiche di carattere trasversale: il ruolo e la formazione degli insegnanti; la governance della scuola e della FP tra autonomia e libertà.

Destinatari del volume sono i dirigenti e gli insegnanti della scuola/IeFP, gli studenti che si stanno preparando per operarvi e gli amministratori e i politici impegnati in questi settori.