il Global Teacher Award 2022 alla professoressa Maria Raspatelli

La docente Maria Raspatelli si è aggiudicata il Global Teacher Award 2022e avremo piacere di ospitarla nel Seminario dell’Istituto di catechetica il 3 dicembre prossimo.

 

Il premio Global “Teacher Award è assegnato, ogni anno, dalla fondazione indiana Ask Education Award, tra gli insegnanti di 110 Paesi del mondo. Maria Raspatelli, docente dell’Istituto tecnico Panetti Pitagora di Bari, è la terza italiana ad aggiudicarsi il prestigioso riconoscimento Nel 2021 a vincere era stato il marito, Antonio Curci, mentre nel 2020 aveva vinto Daniele Manni un docente di Lecce.

Insegna Religione ed è stata votata migliore docente al mondo da una giuria di esperti non cattolici. Un aspetto certamente non secondario, nella vicenda di Maria Raspatelli, insegnante dell’Istituto tecnico “Panetti Pitagora” di Bari, vincitrice del Global Teacher Award 2022, assegnato ogni anno da Aks education Award, organizzazione indiana che premia i professori più creativi e fonte di ispirazione per i propri alunni, di 110 Paesi. «È stato un evento inatteso, perché al premio mi hanno candidata, a mia insaputa, la dirigente scolastica e mio marito, anche lui insegnante al “Pitagora Panetti”», si schermisce la professoressa Raspatelli. Che, notizia nella notizia, ha ricevuto il testimone dal coniuge, Antonio Curci, vincitore dello stesso premio nel 2021. Alla docente di Religione sono arrivate le «congratulazioni» dell’arcivescovo di Bari-Bitonto, Giuseppe Satriano, che sottolinea «il grande valore dell’impegno ad accompagnare con passione e dedizione i nostri giovani. Sono loro il vero premio della nostra vita, opportunità di crescita e cambiamento per affrontare le sfide di questo tempo», conclude il messaggio.

Professoressa, che significato attribuisce a questo premio?

L’ho dedicato a tutti gli insegnanti di Religione che lavorano nella scuola con grandi sacrifici, ma anche ai miei alunni.

Quale progetto riconosce?

Quello della web radio scolastica “Radio Panetti: un altro modo di fare scuola”, ideata 16 anni fa da mio marito e che, da dieci anni, vede anche la mia attiva collaborazione.

Di che cosa si tratta?

Di una radio che è anche un modello scolastico, che punta al protagonismo dei ragazzi, divisi in vere e proprie redazioni giornalistiche. Con loro lavoriamo sui contenuti ma anche sulla gestione delle emozioni e sulla scoperta dei talenti. È un modo di fare scuola orientata allo studente e al benessere generale in classe. Una scuola che mette l’umanità degli alunni prima di voti e programmi. Che, tra l’altro, non esistono più da decenni.

A chi si ispira il vostro modello?

Alla formazione integrale della persona, di cui ha parlato papa Francesco: testa, cuore e mano. Un modello che ho trasportato anche nelle mie ore di Religione.

In che modo?

Nel senso che lavoriamo per progetti e non per singoli argomenti. Perché l’ora di Religione non è il momento in cui, come tanti pensano, si parla dei “problemi” dei ragazzi. Serve un salto di qualità che, per la verità, tantissimi docenti stanno compiendo e non da ora. Si tratta di fare entrare il mondo nell’ora di Religione, per aiutare gli alunni a decodificarlo e a non sentirsi indifesi quando escono fuori. Cerco di portare l’esperienza cristiana nella scuola per far vedere come la Chiesa interagisce con il mondo e che proposta ha da offrire.

Qual è la risposta dei ragazzi?

Se guardiamo ai numeri, direi buona. Nelle mie classi ho il 96% di alunni che si avvalgono dell’insegnamento. Con loro cerco di leggere e interpretare tutto ciò che avviene nel mondo, secondo un progetto deciso insieme all’inizio dell’anno. L’obiettivo è abituare i ragazzi all’esercizio del pensiero critico e ad argomentare rispetto a questioni, come per esempio quelle legate alla bioetica, che sto trattando con i ragazzi più grandi, di quinta. E a confrontare le loro posizioni con quelle della Chiesa.

Con quali obiettivi?

Togliere di mezzo tanti pregiudizi che si hanno sulla Chiesa, per avvicinare gli studenti a un’esperienza ecclesiale che vedono, il più delle volte, in maniera negativa. I ragazzi sono in ricerca e a noi tocca il compito di intercettare questo loro desiderio di Dio, entrando in dialogo. Anche attraverso la testimonianza del nostro essere insegnanti, capaci di ritessere i fili delle esistenze che abbiamo in mano ogni giorno.

Paolo Ferrario mercoledì 16 novembre 2022

https://www.avvenire.it/attualita/pagine/parla-maria-sul-podio-dei-prof-ecco-la-mia-ora-d

La gazzetta del Mezzogiorno»

 

 

Maria Raspatelli tra i migliori docenti al mondo: l’encomio dell’assessore Romano

Ormai da anni la docente cura insieme ad Antonio Curci – collega e marito – il progetto, sostenuto dal Comune di Bari, all’interno dell’istituto scolastico “Panetti-Pitagora”. A riconoscere il merito dell’iniziativa dei due coniugi è Paola Romano, assessore alle politiche giovanili, in un lungo post sui social: ”Da anni Maria cura il progetto con passione e dedizione. Durante il lockdown per la pandemia, fu creato un programma radiofonico serale, “Buonanotte Ragazzi”, pensato per accompagnare gli studenti e far loro compagnia in un momento di grande incertezza per tutti noi. Il programma era curato dai ragazzi e dai loro docenti, insieme” scrive l’assessore del capoluogo pugliese.

L’attività della professoressa Raspatelli dovrebbe essere un esempio e ” ricorda a tutti noi il valore e l’importanza dei docenti, capaci di far crescere i nostri bambini e i nostri ragazzi, di valorizzare talenti o di scoprire potenzialità sino a quel momento poco visibili” prosegue Romano che conclude ”Il riconoscimento ottenuto da Maria è anche un invito alla nostra comunità, a essere consapevoli della qualità di chi ha dedicato la propria vita professionale all’educazione delle giovani generazioni”. Il premio della professoressa Raspatelli si aggiunge a quello vinto dal marito, Antonio Curci, vincitore nella scorsa edizione.

https://www.skuola.net/scuola/prof-religione-maria-raspatelli-migliori-docenti-al-mondo.html

 

 

Pedagogia catechetica interculturale: strutturazione teorica per una disciplina emergente

di Antony Christy Lourdunathan sdb

 

Lo studio intende sviluppare un’adeguata impostazione teorica per la Pedagogia Catechetica Interculturale (ICP = Intercultural Catechetical Pedagogy), disciplina emergente definita nella prima parte dello studio come approccio all’interno del processo di educazione alla fede, reso possibile dall’incontro tra le discipline della teologia interculturale, della comunicazione interculturale e della pedagogia interculturale. Presenta l’ICP come il risultato di interazioni durature e vitali tra la fede cristiana, la cultura locale e le culture coesistenti in una comunità che promuove e favorisce una mentalità pedagogica, comprensiva della maturità cristiana. È presentata simultaneamente come un processo di approfondimento dell’identità personale, che genera significati interpersonali, sviluppa interdipendenze illuminanti e nutre la solidarietà universale, fondata su una visione olistica della fede, radicata in una determinata cultura. Il libro presenta la Pedagogia Catechetica Interculturale come pratica della comunicazione teologico-pedagogica della buona novella del Regno di Dio, promessa incomparabile e immortale per l’intera umanità.

 

Intercultural Catechetical Pedagogy: Theoretical Scaffolding for an Emergent Discipline

OVERVIEW

The Study intends to evolve an adequate theoretical scaffolding for Intercultural Catechetical Pedagogy (ICP), an emergent discipline defined in the first part of the Study as an approach within the process of education to faith, made possible as a result of a sustained encounter among the disciplines of Intercultural theology, Intercultural communication and Intercultural pedagogy. It presents ICP as an outcome of sustained life-defining interactions between Christian faith, local culture and the co-existing cultures in a community and as a pedagogical mindset which understands Christian Maturity, at one and the same time, as a process of deepening personal identities, fostering interpersonal meanings, developing enlightening interdependencies and promoting universal solidarity, grounded on a holistic vision of faith, rooted in a culture. The book presents, Intercultural Catechetical Pedagogy as a practical theologico-pedagogical communication of the good news of the Reign of God, which is an incomparable and undying promise to the entire humanity.

 

Lourdunathan Antony Christy – Intercultural Catechetical Pedagogy

 

Disponibile:

all’Istituto di Catechetica e anche su

https://www.ispck.org.in/book/intercultural-catechetical-pedagogy

Potenzialità e limiti nel “dire Dio” oggi in Italia e oltre… L’apporto delle scienze e le provocazioni per il sapere teologico

Cecilia Costa*

SOMMARIO
L’articolo presenta una riflessione articolata e documentata sulle provocazioni e sulle sollecitazioni che le scienze sociali possono offrire alle altre scienze, in particolare alle scienze teologiche e alla catechetica. L’osservazione attenta dei fenomeni sociali, senza estromettere quelli che riguardano la dimensione religiosa dell’uomo e “Dio” nella percezione che l’individuo e la società di fatto elaborano, risulta imprescindibile per cogliere il senso della realtà e della storia che viviamo. A sua volta, in un contesto pluralistico e complesso che spinge alla transdisciplinarità, le scienze sociali possono ricevere degli apporti dalle altre scienze, accogliendo l’invito a interessarsi di temi di confine come la lettura del “religioso” e il “dire Dio oggi”, senza preclusioni ideologiche, senza venir meno al doveroso tenore di onestà intellettuale.

 

SCARICA NUMERO:

C&E 7(2) – 02. Costa

 

► PAROLE CHIAVE
Dio; Interdisciplinarità; Religiosità; Scienze sociali; Teologia.

 

 

Cecilia Costa è Ordinario di Sociologia dei processi culturali presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Roma Tre

 

 

 

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“Dire Dio” ai margini della vita e in un tempo di incertezze”

Santa Messa in Suffragio dei nostri defunti e omaggio a don Emilio

La Messa in suffragio per Don Alberich e don Leandro si terrà mercoledì 16 novembre ore 12:15 – Cappella Gesù Maestro

 

Hommage à Emilio – Omaggio ad Emilio

C’est une joie pour moi d’évoquer la mémoire d’Emilio Alberich et de lui rendre hommage. J’ai eu le plaisir et l’honneur de côtoyer régulièrement Emilio durant une vingtaine d’années en maintes occasions, en particulier lors des congrès de l’Equipe Européenne de Catéchèse dont il fut le président de 1974 à 1978 et de 1994 à 1998.  Aussitôt, j’ai été frappé par ses grandes qualités humaines, par son accueil chaleureux, par sa capacité de nouer une amitié simple, durable, cordiale. Toujours avec le sourire et l’empressement à servir.

È una gioia per me ricordare e rendere omaggio a Emilio Alberich. Ho avuto il piacere e l’onore di stare regolarmente fianco a fianco con Emilio per vent’anni in molte occasioni, specialmente ai congressi dell’Équipe Europea di Catechesi di cui è stato presidente dal 1974 al 1978 e dal 1994 al 1998. Da subito mi hanno colpito le sue grandi qualità umane, la sua calorosa accoglienza, la sua capacità di stringere un’amicizia semplice, duratura, cordiale. Sempre con un sorriso e la voglia di servire.

Emilio a été pour moi un ami et un grand théologien et catéchète dont je me suis souvent inspiré, passionné qu’il était par l’évangile et par son annonce à nos contemporains. Théologien, il l’a été par l’étude assidue et approfondie des textes du Concile Vatican II. Emilio, en effet, s’est nourri abondamment des perspectives novatrices ouvertes par le Concile. Catéchète, il l’a été en mettant les perspectives conciliaires au service de la rénovation de la catéchèse.  La réflexion théologique d’Emilio ne s’isolait jamais dans une sphère spéculative abstraite, mais se mettait toujours au service de la foi dans son acte de transmission à nos contemporains, enfants jeunes ou adultes.

Emilio è stato per me un amico e un grande teologo e catecheta al quale mi sono spesso ispirato, appassionato com’era dal Vangelo e dal suo annuncio ai nostri contemporanei. Teologo, lo è stato attraverso lo studio assiduo e approfondito dei testi del Concilio Vaticano II. Emilio, infatti, fu abbondantemente nutrito dalle prospettive innovative aperte dal Concilio. Fu catecheta mettendo le prospettive conciliari al servizio del rinnovamento della catechesi.  La riflessione teologica di Emilio non è mai stata isolata in una sfera speculativa astratta, ma si è sempre posta al servizio della fede nel suo atto di trasmissione ai nostri contemporanei, bambini giovani o adulti.

Les titres de ses grandes œuvres parues en français figurent bien ses préoccupations majeures: La catéchèse dans l’Eglise (Cerf 1987), Adultes et catéchèse (Novalis – Lumen Vitae, 2000), Les fondamentaux de la catéchèse (Novalis – Lumen Vitae, 2006). L’Eglise dont il parle est l’Eglise de Vatican II. Et la catéchèse qu’il promeut est la catéchèse rénovée que le concile appelait de ses voeux aussi bien dans son contenu, que dans son esprit, sa pédagogie et son organisation. Emilio a bien mis en valeur les quatre formes essentielles de la visibilité ecclésiale, à savoir, la diakonia, la koinonia, la marturia (témoignage) et la leitourgia. Mais son apport principal est d’avoir montré comment ces quatre dimensions de l’Eglise prennent corps dans la catéchèse et viennent la féconder ensemble, par leur articulation.

I titoli delle sue grandi opere pubblicate in francese includono i suoi maggiori interessi: La catéchèse dans l’Eglise (Cerf 1987), Adultes et catéchèse (Novalis – Lumen Vitae, 2000), Les fondamentaux de la catéchèse (Novalis – Lumen Vitae, 2006). La Chiesa di cui parla è la Chiesa del Vaticano II. E la catechesi che promuove è la catechesi rinnovata che il Concilio ha richiesto sia nel suo contenuto che nel suo spirito, nella sua pedagogia e nella sua organizzazione. Emilio ha ben evidenziato le quattro forme essenziali di visibilità ecclesiale, vale a dire la diaconia, la koinonia, la marturia (testimonianza) e la leitourgia. Ma il suo contributo principale è quello di aver mostrato come queste quattro dimensioni della Chiesa prendono forma nella catechesi e arrivano a fecondarla insieme, con la loro articolazione.

Ce travail de théologien et de catéchète, Emilio l’a entrepris, avec assiduité et ténacité, en profondeur et dans le long terme. Sa vie fut entièrement consacrée à la promotion de l’action évangélisatrice de l’Eglise et à la formation de ses agents. Emilio fut un penseur, un enseignant et un écrivain dont l’influence a été et reste incommensurable.  On ne pourrait dénombrer, en effet, tous ceux et celles qui sont suivi ses cours en particulier à l’Université Salésienne de Rome, qui ont assisté à ses nombreuses sessions et conférences ou lu ses nombreux articles et ouvrages, la plupart traduits en diverses langues.

Emilio intraprese questo lavoro di teologo e catecheta, assiduamente e tenacemente, in profondità e a lungo termine. La sua vita fu interamente dedicata alla promozione dell’azione evangelizzatrice della Chiesa e alla formazione dei suoi agenti. Emilio era un pensatore, un insegnante e uno scrittore la cui influenza era e rimane incommensurabile. Non si potevano contare, infatti, tutti coloro che seguivano i suoi corsi, specialmente all’Università Salesiana di Roma, che frequentavano le sue numerose sessioni e conferenze o leggevano i suoi numerosi articoli e libri, la maggior parte dei quali tradotti in varie lingue.

Passionné par la communication de l’Evangile, Emilio était un homme qui franchissait allègrement les frontières linguistiques et culturelles, non seulement physiquement par ses nombreux voyages, particulièrement en Europe et en Amérique latine, mais aussi par sa pratique de diverses langues; l’espagnol, sa langue maternelle, l’italien, le français, l’allemand, l’anglais qu’il a pris la peine d’apprendre.  Il était multiculturel par sa connaissance des langues. Il exprimait ainsi, par ses propres aptitudes, son ouverture fraternelle à tous ainsi que la destination universelle du message évangélique dont il fut un éminent témoin.

Appassionato per la comunicazione del Vangelo, Emilio è stato un uomo che ha varcato agilmente i confini linguistici e culturali, non solo fisicamente attraverso i suoi numerosi viaggi, in particolare in Europa e in America Latina, ma anche attraverso la pratica di varie lingue; spagnolo, la sua lingua madre, italiano, francese, tedesco, inglese che si è preso la briga di imparare. Era multiculturale nella sua conoscenza delle lingue. In tal modo egli esprimeva, con le proprie attitudini, la sua fraterna apertura a tutti, come pure la destinazione universale del messaggio evangelico di cui è stato eminente testimone.

C’était un plaisir de voir Emilio vivre avec ses confrères et amis salésiens, toujours joyeux et content. Je l’entends encore chanter de sa belle voix avec cœur et plaisir: «O sole mio» ou «Granada».

Que Dieu l’accueille dans sa maison.

È stato un piacere vedere Emilio vivere con i suoi confratelli e amici salesiani, sempre gioioso e contento. Lo sento ancora cantare con la sua bella voce con cuore e piacere: “O sole mio” o “Granada”.

Dio lo accolga nella sua casa.

André Fossion s.j.

 

 

Il Papa: la tristezza non va scartata ma capita, ci aiuta a migliorare la vita

All’udienza generale Francesco prosegue le riflessioni sul tema del discernimento e nella catechesi odierna affronta un aspetto che ha a che fare con i sentimenti, la desolazione, un’esperienza comune nella vita di tutti: può scoraggiare chi vuole seguire il Vangelo e fare il bene, ma nessuna tentazione supera le nostre forze

Adriana Masotti – Città del Vaticano

“Dio parla al cuore”, così il discernimento non è solo una questione di testa, ma contiene anche aspetti affettivi come il sentimento della desolazione a cui il Papa dedica la catechesi di questo mercoledì. Ma di cosa si tratta? Per spiegarlo Francesco cita ciò che ha scritto a proposito Sant’Ignazio di Loyola: (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

“E’ l’oscurità dell’anima, il turbamento interiore, lo stimolo verso le cose basse e terrene, l’inquietudine dovuta a diverse agitazioni e tentazioni: così l’anima s’inclina alla sfiducia, è senza speranza e senza amore, e si ritrova pigra, tiepida, triste e come separata dal suo Creatore e Signore”

La desolazione, un’esperienza comune

Credo, prosegue Papa Francesco, che tutti abbiamo fatto esperienza di desolazione. Ma forse non tutti la sappiamo leggere “perché anch’essa ha qualcosa di importante da dirci” e quindi non va perduta.

Nessuno vorrebbe essere desolato, triste: questo è vero. Tutti vorremmo una vita sempre gioiosa, allegra e appagata. Eppure questo, oltre a non essere possibile – perchè non è possibile -, non sarebbe neppure un bene per noi. Infatti, il cambiamento di una vita orientata al vizio può iniziare da una situazione di tristezza, di rimorso per ciò che si è fatto.

Il rimorso può portare al cambiamento

Il rimorso “è la coscienza che morde”, afferma il Papa e osserva che nei Promessi Sposi, Alessandro Manzoni la descrive in modo splendido nel celebre dialogo tra il cardinale Federico Borromeo e l’Innominato. Quest’ultimo, dopo aver passato una notte terribile tormentato dai rimorsi, viene accolto dal cardinale come fosse portatore di una buona notizia: “Ditemi voi, se lo sapete, qual è questa buona nuova”, chiede l’Innominato a Borromeo che gli risponde: “Che Dio v’ha toccato il cuore, e vuol farvi suo”. Il Papa commenta:

È importante imparare a leggere la tristezza. (…) Nel nostro tempo, essa è considerata per lo più negativamente, come un male da fuggire a tutti i costi, e invece può essere un indispensabile campanello di allarme per la vita, invitandoci a esplorare paesaggi più ricchi e fertili che la fugacità e l’evasione non consentono. San Tommaso definisce la tristezza un dolore dell’anima: come i nervi per il corpo, essa ridesta l’attenzione di fronte a un possibile pericolo, o a un bene disatteso.

Per chi vuol fare del bene, la tristezza è un ostacolo

Diverso è invece la situazione di chi vuol compiere il bene, in questo caso “la tristezza è un ostacolo con il quale il tentatore vuole scoraggiarci”. Allora non bisogna andarle dietro, ma bisogna “agire in maniera esattamente contraria a quanto suggerito, decisi a continuare quanto ci si era proposto di fare”.

Pensiamo al lavoro, allo studio, alla preghiera, a un impegno assunto: se li lasciassimo appena avvertiamo noia o tristezza, non concluderemmo mai nulla. È anche questa un’esperienza comune alla vita spirituale: la strada verso il bene, ricorda il Vangelo, è stretta e in salita, richiede un combattimento, un vincere sé stessi. Inizio a pregare, o mi dedico a un’opera buona e, stranamente, proprio allora mi vengono in mente cose da fare con urgenza per non pregare e per non fare le cose buone. Tutti abbiamo questa esperienza. È importante, per chi vuole servire il Signore, non lasciarsi guidare dalla desolazione.

Saper attraversare la desolazione fa crescere

In un momento di tristezza, prosegue il Papa, tanti decidono di abbandonare una scelta fatta, “senza prima fermarsi a leggere questo stato d’animo”. E ricorda che “una regola saggia dice di non fare cambiamenti quando si è desolati.” Un esempio è Gesù che, come leggiamo nel Vangelo, respinge con fermezza le tentazioni del demonio, che scompaiono di fronte al suo atteggiamento risoluto di compiere la volontà del Padre. Francesco afferma:

Se sappiamo attraversare solitudine e desolazione con apertura e consapevolezza, possiamo uscirne rafforzati sotto l’aspetto umano e spirituale. Nessuna prova è al di fuori della nostra portata; nessuna prova sarà superiore a quello che noi possiamo fare. Ma non fuggire dalle prove: vedere cosa significa questa prova, cosa significa che io sono triste: perché sono triste? Cosa significa che io in questo momento sono in desolazione? Cosa significa che io sono in desolazione e non posso andare avanti?

Non darsi vinti per un momento di tristezza

“Andare avanti,” questo l’invito di Papa Francesco: se non riusciamo a vincere oggi la tentazione, camminiamo e “la vinceremo domani”. E conclude: “Che il Signore ti benedica in questo cammino – coraggioso! – della vita spirituale, che è sempre camminare.”

 

La religiosità in Italia, tra incertezza e spiritualità antistituzionale

Roberto Cipriani*

 

SOMMARIO
Ad oltre venticinque anni di distanza dalla precedente indagine, sono stati pubblicati i risultati della nuova ricerca sulla religiosità in Italia. È stato analizzato lo stato della religione, o meglio delle religioni, in Italia nel corso del 2017. Non si tratta solo di un aggiornamento della ricerca del 1995. Questa volta si è fatto ricorso alla più impegnativa metodologia mista, cioè sia quantitativa (con 3238 questionari somministrati sul territorio nazionale secondo criteri di rappresentatività statistica) che qualitativa (con 164 interviste approfondite raccolte in varie città italiane).

 

SCARICA NUMERO:

CE 7(2) – 01. Cipriani

 

► PAROLE CHIAVE
Cipriani; Italia; Metodologia mista; Religiosità; Ricerca.

 

*Roberto Cipriani: già Ordinario di Sociologia nell’Università Roma Tre e Presidente dell’Associazione Italiana di Sociologia, Presidente del Comitato di Ricerca di Sociologia della Religione nell’International Sociological Association, Pre-sidente del Consiglio Europeo delle Associazioni Nazionali di Sociologia, nonché Editor-in-Chief della rivista International Sociology.

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“Dire Dio” ai margini della vita e in un tempo di incertezze”

“Parlare di Guerra. Educare alla pace” Giornata pedagogica della scuola cattolica

Si rinnova l’annuale appuntamento con la giornata pedagogica della scuola cattolica quest’anno sul tema “ Parlare di guerra. Educare alla pace”. L’evento  si  svolgerà  in presenza a Roma il 22 ottobre 2022  presso  il Green Park Hotel Pamphili – Largo Lorenzo Mossa 4

Il Centro Studi per la Scuola Cattolica della Conferenza Episcopale Italiana rinnova per l’annuale appuntamento con la giornata pedagogica della scuola cattolica dal titolo “ Parlare di guerraEducare alla pace” –  L’evento  si  svolgerà  in presenza a Roma il 22 ottobre 2022  presso  il Green Park Hotel Pamphili – Largo Lorenzo Mossa 4,  con un  massimo di 100 partecipanti  ma i  lavori saranno trasmessi anche in diretta streaming sul canale Youtube della CEI per consentire a un maggior numero di persone di seguire tutte le relazioni.

Il tema della giornata: Le vicende internazionali degli ultimi mesi hanno fatto tornare di attualità il tema della guerra, non perché le guerre fossero scomparse ma perché si è tornato a combattere in aree geografiche a noi più vicine, con un coinvolgimento materiale e immateriale, emotivo ed economico, assai superiore al passato. Queste vicende hanno avuto una ricaduta anche sulla scuola, pertanto abbiamo pensato di proporre una riflessione articolata sul senso delle “vecchie” ma sempre attuali categorie della guerra e della pace per aggiornare la cultura di cui devono essere portatori gli insegnanti di ogni ordine e grado di scuola. A uno storico il Prof. Agostino Giovagnoli è stato dato il compito di contestualizzare il discorso sulla guerra; a una pedagogista la Prof.ssa Daniela Lucangeli invece, è stato chiesto di fornire categorie e strumenti per dare un senso rinnovato all’educazione alla pace.

 

Per coloro che intendono partecipare sia in presenza che in streaming, occorre iscriversi on-line entro il 14 ottobre 2022  tramite il sistema iniziative della CEI al link  

https://iniziative.chiesacattolica.it/GiornataPed_Ottobre2022_ParlarediGuerra

 

In allegato Depliant e Note organizzative