Un dibattito intenso e appassionato si è riacceso in Italia in seguito alla discussioone e approvazione della legge sul fine vita.
Riportimao di seguito due brevi interviste a politici cattolici, Giuseppe Fioroni e Enzo Carra, entrambi esponenti di primo piano di partiti dell’opposizione parlamentare. Il primo del PD partito che si è espresso contro la regolamentazione pur lasciando la libertà di voto il secoindo dell’API di F. Rutelli. Infine un estratto dell’intertvento alla camera della cattolica Rosy Bindi, Presidente del PD .
“Sbagliato sospendere il cibo la vita non è bene disponibile”
intervista a Giuseppe Fioroni, a cura di Maria Novella De Luca
in “la Repubblica” del 12 luglio 2011
Onorevole Fioroni, oggi lei come voterà?
«Secondo coscienza. Il Partito Democratico ha dato libertà di voto e io intendo seguire questa indicazione».
Il suo partito è fermamente contrario a questa legge, lei invece viene indicato tra quei 15-20 deputati del Pd che voteranno a favore, insieme a Pdl, Lega, Udc…
«Rispondo dicendo che questa legge non andava fatta, la fine della vita è un momento intimo che riguarda quella “comunità di destino” composta dal malato, dai familiari e dal medico, uniti dalla compassione e dal dolore. Il legislatore deve restarne fuori. Però ormai non possiamo più farne a meno».
Perché?
«Perché un terzo potere si è inserito in questo ambito, e parlo dei giudici e della sentenza Englaro.
Ma anche perché bisognava fermare leggi presentate anche da esponenti del mio partito con altre finalità».
Dunque lei voterà con la maggioranza?
«Ci sono dei punti che condivido e altri no. Sono però convinto che non si possano interrompere ad un malato né l´idratazione né la nutrizione, che sono supporti vitali, non terapie. Ma anche perché questo punto ne nasconde un altro».
Quale?
«Come si sente, mi chiedo, una persona anche gravemente malata a cui vengono tolti cibo e acqua? Quanto soffre? Sono medico e lo so: moltissimo. E allora? Cosa farà il medico che la segue? La lascerà nel suo dolore? O dovrà aiutarla a morire senza sofferenza, ipotizzando così però un suo ruolo attivo nell´accorciare la vita di qualcuno? Sono domande enormi, ma non rinviabili».
E poi?
«È un quesito finale, escatologico, che come cattolico mi riguarda in prima persona. La vita è un bene disponibile di cui noi possiamo decidere? È lecito, mi chiedo, lasciarsi morire?».
«Molto meglio non fare una regola Ma approvarla era il male minore»
intervista a Enzo Carra, a cura di Mariolina Iossa
in “Corriere della Sera” del 13 luglio 2011
«Io avrei preferito non votare alcuna legge ma una volta deciso che legge doveva esserci non potevo che approvarla», spiega il deputato cattolico dell’Api di Rutelli Enzo Carra, ex Margherita. «Speriamo bene adesso».
Lei pensa che sarà difficile mettere in pratica la legge?
«Bisognerà vedere quanto la legge reggerà alla prova dei tribunali, della Corte costituzionale, e dell’intera collettività. Questa legge è frutto di un cambiamento improvviso del dibattito su questo tema avvenuto dopo la sentenza Englaro. Sarebbe stato meglio nessuna legge».
Allora perché avete votato il testo?
«Perché si è trattato del male minore. Dopo il caso Englaro c’è stata una psicosi collettiva che ha portato all’esigenza immediata di mettersi al riparo, di mettere in sicurezza questo valore fondamentale. Soprattutto sulla questione dell’idratazione e dell’alimentazione, i veri punti sui quali c’è stato contrasto. La deriva eutanasica andava scongiurata».
Dunque è soddisfatto.
«Chi come me ha a cuore la libera scelta guarda dentro le cose e ha una maggiore sensibilità a comprendere il punto di vista dell’altro. Del resto, la maggioranza che ha approvato questa legge è molto alta, tutto il Pdl, tutto l’Udc, una parte compatta di Pd, noi e altri. Insomma, una legge votata con una stragrande maggioranza ha un grande peso politico. Tuttavia, nonostante il travaglio sia stato lunghissimo, il dibattito in aula non è stato all’altezza».
Biotestamento, avete ucciso la volontà
di Rosy Bindi
in “Europa” del 13 luglio 2011
Intervengo per annunciare il voto convintamente contrario del gruppo del Partito democratico a questo articolo, nel quale è racchiusa, potremmo dire, tutta la proposta di legge sulla cosiddetta Dat. Con quest’articolo e con gli emendamenti che avete estratto a sorpresa, come un coniglio dal cappello all’ultimo momento, di fatto vietate la dichiarazione anticipata di volontà e vanificate il lavoro di questi due anni in commissione, per il quale ringrazio l’onorevole Livia Turco, l’onorevole Miotto e tutti i membri della commissione affari sociali.
Prima di questo provvedimento la Dat nel nostro paese non era regolata, oggi è impedita. Voi prevedete, infatti, che si possa esprimere, non la volontà ma un semplice orientamento – ed è davvero difficile capire come la volontà di una persona possa diventare un orientamento – soltanto nel momento in cui c’è assenza di attività cerebrale. È come mettere la Dat in competizione con il testamento spirituale, che io mi auguro si possa ancora fare.
Tutto questo è mosso da un’ipocrisia, quella di chi dice che non avrebbe voluto alcuna legge, ma siccome è entrata in gioco un’autorità terza – il solito magistrato – allora è diventato necessario provvedere a normare questa materia.
Chi vi parla era tentata dalla suggestione di nessuna legge, ma credo che il legislatore possa anche assumersi la responsabilità di intervenire su una materia tanto delicata se lo fa in maniera mite, condivisa, non invasiva, mettendo in atto quelle norme che Leopoldo Elia chiamava facoltizzanti, ovvero che non costringono a fare e non sono autoritarie.
Chi vi parla non ha mai avuto certezze sul caso Englaro. Mi sono chiesta molte volte se la volontà di Eluana è stata violata per molti anni dall’accanimento terapeutico o è stata violata nell’ultimo momento, dall’interruzione delle terapie. Me lo sono chiesta molte volte e l’unica certezza che condivido con voi è che dobbiamo dire no all’eutanasia e all’accanimento terapeutico. Noi non siamo i padroni della nostra vita ma ne siamo i custodi. Ma se siamo i custodi, con questa proposta di legge che vi ostinate ad approvare, la domanda diventa: chi sta espropriando la persona della possibilità di esercitare questa custodia? Chi viene espropriato e da chi viene espropriato? Dal medico? Non sembra, perché gli legate le mani. Dal familiare? Neppure, perché la sua volontà è annullata da queste norme. Dal fiduciario? Ma non si capisce che ruolo abbia.
In realtà, è la persona ad essere espropriata da una legge scritta da un legislatore autoritario, distante, che non è in grado di capire davvero quello che si muove nel cuore delle persone, nella volontà delle persone.
Allora vi chiediamo, ancora una volta: siamo ancora in tempo, fermiamoci, c’è un’altra ipocrisia che si sta consumando. Voi dite che nutrizione e alimentazione devono essere sempre garantite, ma non sarete in grado di farlo con i tagli che con questa manovra vi accingete al sistema assistenziale italiano. E nello stesso tempo private di questa volontà, impegnativa come l’abbiamo definita con i nostri emendamenti, che sono in linea con la Convenzione di Oviedo, con il Comitato nazionale di bioetica, il paziente. Un paziente che, quando è in grado di intendere e di volere, può rinunciare a questi trattamenti e che non può farlo, ora per allora, quando sarà privo di quella volontà alla quale vi volete sostituire come legislatore.
Vi chiedo – lo chiedo alla maggioranza, alla Lega e soprattutto all’Unione di centro – a quale antropologia state ispirando questa vostra legge? Non certo a quella liberale, non certo a quella cristiana: perché il fondamento del rapporto tra il Dio di Gesù Cristo e gli uomini è la libertà della persona.
(dall’intervento alla camera di ieri)
Altri articoli critici
“Anche chi, laicamente, aveva dubbi che l’idratazione e l’alimentazione fossero ipso facto equiparabili a una terapia, assiste attonito al modo con cui quel dubbio sacrosanto è diventato dogma inderogabile. Ciò che viene detto, firmato e vidimato quando si era coscienti diventa carta straccia”
“quel disegno di legge (sostenuto da cattolici che si dicono osservanti) esprime una concezione … ateista e biologista, derivata da un materialismo volgare che riduce l’esistenza alla mera sopravvivenza dell’organismo e non le dà altro senso e destino” “dove è finito il tema grandioso della “libertà cristiana”?” La vita è un dono e quindi indisponibile? In questo caso “si tratterebbe – come dice il filosofo cattolico Possenti – dell’unico dono nell’intera storia universale a rimanere nella piena disponibilità del donatore invece che in quella di chi lo riceva.”
” il capogruppo del Pd è tra quanti, insieme a Rosy Bindi e Margherita Miotto, hanno lavorato per arrivare a un testo che potesse essere condiviso da tutte le anime del partito. Un testo che prevede – … – il riconoscimento delle Dat e il loro carattere impegnativo, nonché la «possibilità», per chi le sottoscrive, di includere la nutrizione artificiale.”
“Se il testo sul fine vita licenziato dalla Camera diventerà legge nel prossimo settembre, dopo l’approvazione definitiva anche del Senato, nel nostro Paese verrà di fatto istituita l’obbligatorietà dell’azione sanitaria. Tale obbligo cesserà in pratica con la sola morte del paziente. Commentatori ben qualificati hanno già da tempo sottolineato i profili di incostituzionalità…”
“È triste e pericolosa una società nella quale si sente il bisogno di fare una legge sulla morte, soprattutto per proibire una buona morte, che in greco si dice eutanasia” “La Chiesa farebbe bene a non mettercisi in mezzo. Per molte ragioni.” “La ragione più spirituale è che nella riduzione della fede ad etica, cioè a casistica dei comportamenti ammissibili, si perde l’essenziale del messaggio di salvezza. … La novità del cristianesimo sta nell’aver portato l’etica, la norma dell’agire, dal dominio della verità al dominio dell’amore, dal regno dell’obbedienza al regno della libertà.”
“«È una legge assurda, inaccettabile, tutto l’impianto fin dall’inizio lo era, ma dopo il voto di ieri è stata pure peggiorata e non credo che in Senato migliorerà»”
“i contenuti. A dir poco schizofrenici, dal momento che promettono un diritto nell’atto stesso in cui lo negano. Ma l’acrobazia verbale sta nelle definizioni. In particolare questa: alimentazione e idratazione forzata non costituiscono terapie (dunque rifiutabili), bensì «forme di sostegno vitale» (dunque irrinunciabili). E perché le terapie mediche sono sostegni mortali?”
“Ho sempre pensato che il testamento biologico… potesse avere anche un valore educativo, perché obbliga ognuno ad affrontare i temi esistenziali, a dibatterli con altri e a interrogare se stesso su come vorrebbe concludere il proprio ciclo biologico, nel caso tale evento grave si realizzasse. Un dibattito utile quindi alla formazione di una personalità consapevole e cosciente sul grande tema dell’autonomia di decisione”
“Al posto della volontà della persona compare ormai, violenta e invadente, quella del legislatore.
Perdiamo il diritto all´autodeterminazione, che la Corte costituzionale, con la sentenza n. 438 del 2008, ha riconosciuto come diritto fondamentale della persona. Si esclude, infatti, che la persona possa liberamente stabilire quali siano i trattamenti che intende rifiutare qualora, in futuro, si trovi in situazione di incapacità.”
«Non è di certo l’antropologia cristiana ad ispirarli», …«Questa è la prova tecnica del partito dei cattolici».
Non si rendono conto di quello che stanno facendo. Come dicono giuristi e costituzionalisti, imporre per legge a un cittadino che non può più esprimersi ciò che non oserebbero imporre a chi ne ha ancora la facoltà, e imporre l’idratazione e l’alimentazione artificiali quando non si possono imporre nemmeno quelle normali, è anti costituzionale.
“Il testo approvato dal Senato nel 2009, emendato e riscritto dalla commissione Affari Sociali della Camera, appare adesso come un puzzle inestricabile di norme difficili e spesso inesplicabili. Un corpus di divieti in aperto contrasto con la normativa europea sul “fine vita”, e che apre la strada quindi ai ricorsi in tribunale… E molte perplessità arrivano anche dai medici, investiti di una responsabilità enorme, “costretti” anche a non rispettare il desiderio dei pazienti”
“Dopo questa legge nessuno potrà opporsi all’idratazione, all’alimentazione e perfino alla respirazione artificiale. Inoltre l’ultima parola, la decisione finale, spetterà sempre e solo al medico. Se le norme passeranno così, sarà stabilito a maggioranza un atto di violenza psico-fisica verso la persona, una brutale negazione del libero arbitrio”