L’Apocalisse è arrivata in ritardo a Spoleto, preceduta da un temporale che si sarebbe detto appunto superficialmente apocalittico se monsignor Gianfranco Ravasi non avesse spiegato dal palco del 52° Festival dei due mondi – diretto da Giorgio Ferrara con la consulenza di Ernesto Galli della Loggia, Alessandra Ferri e Alessio Vlad – che l’aggettivo non rende del tutto giustizia al testo di Giovanni.
Quello che ha cercato di fare Marcello Panni nella sua moderna sacra rappresentazione Apokàlypsis – eseguita la sera di venerdì 10 in piazza Duomo con lo stesso compositore sul podio – è stato proprio ricalcare il percorso di un libro biblico del quale spesso viene esaltata la parte più severa a scapito del resto.
La chiave del lavoro sembra potersi ritrovare principalmente nelle scelte timbriche.
La banda dell’Esercito italiano, a suo agio anche in un repertorio non consueto, è utilizzata come un gigantesco organo a canne, al quale si aggiunge il commento di quattro percussionisti, chiamati anche ad azionare a vista quattro meccanismi teatrali che riproducono i rumori naturali.
Le due voci recitanti si dividono il testo nella versione italiana, da una parte il visionario Giovanni, affidato all’austero Andrea Giordana, dall’altra la Sposa Celeste che sconfigge Satana e descrive la discesa della Gerusalemme Celeste, una Sonia Bergamasco lievemente sopra le righe.
Gli attori si alternano tra loro entrando anche in rapporto con le voci bianche del Piccolo coro romano, al quale sono risevati i momenti più eterei, e con il Coro da camera Goffredo Petrassi, preparato da Stefano Cucci, che, per fedeltà al testo originario, è diviso in 24 anziani e quattro esseri viventi.
L’attenzione alla componente numerologica appare costante, tanto che il compositore l’ha esplicitata anche nella scelta dell’organico strumentale, utilizzando in tutto 49 elementi (45 fiati e quattro percussionisti): evidente il richiamo al numero sette, evocato dal suo quadrato.
Una elaborazione asciutta e funzionale quella di Panni, che restituisce il testo con grande chiarezza e lancia un richiamo a una sacralità primitiva anche attraverso l’uso di strumenti legati al folklore, come la zampogna che simboleggia l’apparizione dell’Agnello, o il corno naturale di bue che evoca le trombe del giudizio.
Seppure con qualche scollatura nell’alternanza tra ensemble strumentale e parti vocali l’esecuzione ha evidenziato l’arco globale di una forma che, ricollegandosi strettamente al testo, trova nell’esaltazione finale della speranza un momento necessario di approdo.
(marcello filotei) (©L’Osservatore Romano – 12 luglio 2009)
Categoria: Eventi
prova
Sperimentazione testo cultura e religione
Apertura dell’Anno Sacerdotale
il Santo Padre Benedetto XVI presiederà la celebrazione dei secondi vespri al cospetto delle reliquie del santo.
L’invito alla partecipazione è rivolto in particolare “ai sacerdoti secolari, ai religiosi, a tutti i seminaristi di Roma, ma anche alle religiose e ai fedeli laici che con la loro fede, preghiera e operosità concorrono a sostenere la vita, il ministero dei sacerdoti e la loro santificazione, a beneficio di tutti.”(L’arcivescovo M.
Piacenza, segretario della Congregazione per il clero).
Presso la Prefettura della casa Pontificia si possono richiedere i biglietti per l’accesso in Basilica, permesso dalle ore 16.
In diretta su Telelazio Rete Blu dalle17.25 l’arrivo delle reliquie di San Giovanni Maria Vianney, patrono dei sacerdoti, in San Pietro e la celebrazione presieduta dal Santo Padre.
Venerdì 19 giugno, ore 21,piazza San Pietro.
Veglia di preghiera per il Papa e il suo Pontificato.
Presiede il card.
Angelo Comastri, vicario generale per la Città del Vaticano.
Campus Art Voice Academy
ART VOICE ACADEMY APRE LE PORTE! Sette giorni full immersion di Campus, tra lezioni aperte, conferenze, performances e spettacoli, per conoscere le attività della scuola e scoprire le proprie attitudini.
Ad aprire il programma, ospite speciale, RON: dalla passione alla professione, il cantautore si racconta ai giovani.
Padova, 26 maggio 2009 – Un’intera settimana per avvicinarsi alle discipline del canto, della musica e della recitazione, scoprire le proprie attitudini e potenzialità, conoscere docenti e modalità didattiche, attività e corsi dell’Art Voice Academy di Riese Pio X, in provincia di Treviso.
Da lunedì 29 giugno a domenica 5 luglio, un vero e proprio Campus in cui l’Accademia apre le proprie porte e accoglie chi voglia visitarne gli spazi e partecipare alle numerose iniziative proposte dal ricco calendario: dibattiti, lezioni aperte, seminari, conferenze tematiche tenute dagli insegnanti della scuola e da esperti dei singoli ambiti artistici.
Un’opportunità da non perdere per valutare i diversi percorsi formativi del centro e, allo stesso tempo, scoprire come una passione e un sogno possano trasformarsi in realtà, facendo leva sui propri talenti ma anche imparando a coltivarli con impegno e serietà.
Centro di alta formazione dello spettacolo divenuto oggi un punto di riferimento in Veneto e non solo, Art Voice Academy cura il perfezionamento e la preparazione di cantanti e performers già affermati e di quanti intendano intraprendere la carriera musicale e artistica.
Nata dall’associazione Voce Arte e Comunicazione (fondata dal maestro Diego Basso), la scuola vuole promuovere e diffondere la cultura della musica e sostenere i giovani o futuri artisti non soltanto garantendo loro una formazione di alto livello – grazie alla comprovata professionalità di tutti i docenti e all’articolata e completa proposta didattica – ma anche accompagnandoli concretamente nel loro inserimento nel mondo del lavoro: un mondo spesso difficile da avvicinare e da affrontare, ancora prima da comprendere e decifrare.
Lo stretto contatto con il settore dello spettacolo è senza dubbio uno dei punti di forza della scuola, come dimostrano le numerose esibizioni e le partecipazioni a prestigiose rassegne musicali di Le Voci dell’Accademia e Academy Voice, le due formazioni composte dagli allievi più preparati e meritevoli, nonché le collaborazioni con grandi artisti del panorama musicale nazionale.
Proprio con l’obiettivo di offrire un’importante occasione di orientamento il Campus è a ingresso libero e si rivolge in particolare ai ragazzi e ai giovani, con possibilità di alloggio presso strutture convenzionate.
Dalla respirazione nel canto alla tecnica vocale, dall’analisi della partitura all’interpretazione di un brano, e ancora l’improvvisazione e la sperimentazione vocale, ma anche l’uso del microfono, il mondo della radio e della discografia, la verità della scena e la costruzione di uno spettacolo,…
: sono solo alcuni dei temi affrontati nei seminari di canto, musica e teatro condotti dai docenti dell’Accademia e da esperti del settore che si svolgeranno tutti presso villa Benzi a Caerano di San Marco (Treviso), sede staccata dell’Accademia.
Ad aprire la settimana di full immersion incontrando i partecipanti sarà niente meno che RON, che racconterà la propria esperienza artistica e umana: la testimonianza personale di uno dei più grandi cantautori italiani, che ha saputo gestire con grande serietà e dedizione il proprio percorso professionale, nonostante la notorietà arrivata a lui in età molto giovane.
Tra gli altri artisti ospiti, giovedì 2 luglio, anche le cantanti Delia Gualtiero e la figlia Chiara Canzian (partecipante a Sanremo Giovani 09) in un incontro sul tema delle “generazioni a confronto”.
Ma il programma della settimana vede anche performances e spettacoli serali aperti a un pubblico più ampio (alcuni presso il teatro arena di villa Eger a Riese Pio X) , per sottolineare l’apertura della scuola al territorio e la sua missione di promozione della cultura musicale e artistica.
A breve il calendario dettagliato e aggiornato sul sito www.vocearteecomunicazione.it.
Per informazioni e iscrizione al Campus: associazione Voce Arte e Comunicazione cell.
392/1011180 Email accademia@vocearteecomunicazione.it.
Entro il 25 giugno 2009, fino ad esaurimento posti.
“Terra Futura per la scuola”:
“Terra Futura per la scuola” Workshop, laboratori, animazioni e spettacoli dedicati ai più giovani, perché insegnare a “vivere in modo sostenibile” è una delle sfide educative dell’epoca in cui viviamo.
La scuola è il luogo in cui si formano le nuove generazioni, e Terra Futura, la mostra convegno internazionale delle buone pratiche di sostenibilità ambientale, economica e sociale che torna alla Fortezza da Basso di Firenze dal 29 al 31 maggio prossimi, non può che riservare ai giovani un’attenzione tutta particolare perché è fondamentale partire da loro per diffondere una cultura della sostenibilità.
Lo chiede il momento di crisi attuale, che ci ricorda l’urgenza di ripensare anche la “missione educativa”: nasce da qui l’iniziativa speciale “terrafutura per la scuola”, che prevede molte proposte dedicate a studenti e docenti, fra progetti, laboratori, seminari, momenti di orientamento e formazione, ma anche animazione e spettacolo.
“Educarsi al futuro” si intitola il progetto di collaborazione scientifica tra l’Ente per le Nuove tecnologie e l’Ambiente (ENEA) e le scuole, per creare nuovi saperi umanistici, sociali, scientifici e tecnologici da convogliare in materiali e percorsi didattici, oltre che in iniziative per la diffusione di fonti rinnovabili e del risparmio energetico sia territoriali, che di cooperazione fra scuole italiane e africane: allo stand di ENEA, sarà presente un percorso con pannelli illustrativi e kit fotovoltaici dimostrativi, per l’elettrificazione di villaggi e scuole rurali africane.
A Terra Futura parteciperà anche il centro italiano Area Science Park di Trieste con “IUSES” – Intelligente Use of Energy at School – parte del programma comunitario “Intelligent Energy Europe” per imparare fra i banchi di scuola le piccole pratiche quotidiane di risparmio energetico: dalla sveglia che suona alla mattina alla luce che spegniamo prima di andare a dormire.
Torna alla Fortezza da Basso il “Progetto Cellulare Solidale” a cura del Movimento e Azione di Gesuiti Italiani per lo Sviluppo (Magis), che sensibilizza gli studenti al corretto smaltimento dei cellulari, un’attenzione che “si trasforma” in aiuti alla cooperazione: fra gli apparecchi dimessi una società specializzata separa quelli inutilizzabili da quelli ancora funzionanti e, a fronte di ogni cellulare ricevuto, il Magis riceve un corrispettivo per finanziare progetti di sviluppo per l’Africa.
E ancora, fra le numerose iniziative, a Terra Futura avrà luogo “IN-FORUM cittadini crescono, 2009”, evento conclusivo del progetto “Le Chiavi della Città”, a cura del Comune di Firenze, che vedrà duemila ragazzi condividere la documentazione prodotta sinora sui temi della formazione alla cittadinanza e all’impegno civile: una sorta di piccolo villaggio globale per parlare di best practices quotidiane, costituzione, democrazia, legalità, solidarietà.
Fra i numerosi laboratori, tanti i percorsi per sensibilizzare gli alunni alle buone prassi: dall’imparare a fare la spesa con consapevolezza e responsabilità e a risparmiare l’acqua e l’energia, all’apprendere come ricavare jeans, bigiotteria e accessori da materiali di riciclo.
Molte anche le esperienze sensoriali: un bosco allestito in miniatura che si imparerà a conoscere attraverso i cinque sensi, l’ascolto della musica prodotta dalle piante; i colori e i profumi del commercio equo e solidale attraverso percorsi fra spezie di mondi lontani, i “soggiorni” in “fattoria” e nel “villaggio ecologico” fra mille sapori e saperi, e ancora alla scoperta delle erbe officinali, dell’agricoltura e della cucina biologica, dell’accudimento degli animali, dell’arte della lavorazione della terra cruda…
Altre animazioni condurranno i ragazzi in paesi lontani fra racconti popolari, maschere, tradizioni, suoni e musiche, ma anche attraverso la creazione di oggetti tradizionali, da quelli realizzati con le perline colorate dello Swaziland al warry, una sorta di dama africana con semi locali in funzione di pedine.
La conoscenza reciproca, nel rispetto dei diritti e della dignità di ognuno, sarà anche al centro della mostra fotografica contro il razzismo (a cura della Cgil).
E ancora, giochi ideati per far conoscere ai più piccoli cos’è un ecosistema e in cosa consiste la catena alimentare, anche attraverso esperimenti interattivi che fanno comprendere le relazioni fra effetto serra, cambiamenti climatici e fonti di energia, come l’Energy Game della Fondazione Enrico Mattei, il cui scopo per ogni giocatore è quello di arrivare a realizzare un proprio obiettivo “di ottimo equilibro energetico” rispetto al territorio assegnato.
In calendario anche giochi di ruolo che trasferiranno i ragazzi nei paesi del Sud del mondo: qualche minuto “nei panni” di bambini senegalesi che non possono andare a scuola, recitando attimi delle loro vite con vestiti e oggetti tradizionali; in altre simulazioni i ragazzi “diventeranno” produttori di banane e cacao alle prese con sfruttatori senza scrupoli, davanti ai quali dovranno imparare, insieme ai compagni, a rivendicare i propri diritti.
Infine il “diario scolastico della sostenibilità”, proposto dalla Fiba Cisl per trasmettere ai più giovani il messaggio che “dalle piccole azioni e dai piccoli pensieri di ogni giorno nascono i grandi cambiamenti”.
Numerose le iniziative dedicate anche ai piccolissimi con proposte specifiche adatte alla loro età.
“Terra Futura per la scuola” è promossa da Fondazione culturale Responsabilità Etica, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca – Direzione Generale Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana, Regione Toscana, Provincia di Firenze, Comune di Firenze – Assessorato alla Pubblica Istruzione, Adescoop-Agenzia dell’Economia Sociale s.c., in collaborazione con Acli, Arci, Caritas italiana, Cisl Toscana, Cospe, Legambiente, ManiTese, Ucodep.
Terra Futura è promossa e organizzata da Fondazione culturale Responsabilità Etica per conto del sistema Banca Etica (Banca Etica, Etica SGR, Rivista “Valori”), Regione Toscana e Adescoop-Agenzia dell’Economia Sociale s.c., in partnership con Acli, Arci, Caritas Italiana, Cisl, Fiera delle Utopie Concrete e Legambiente.
www.terrafutura.it
Galileo 2009
Il congresso potrebbe portare ad una svolta storica della questione: coinvolti i massimi studiosi mondiali Galileo, Napolitano al convegno internazionale di Firenze Il Presidente della Repubblica inaugurerà ‘Il caso Galileo’ il 26 maggio Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano parteciperà all’inaugurazione del convegno internazionale di studi “Il caso Galileo.
Una rilettura storica, filosofica, teologica”, in programma a Firenze dal 26 al 30 maggio e organizzato dall’Istituto Stensen dei gesuiti di Firenze, diretto da Padre Ennio Brovedani sj, ideatore dell’iniziativa.
Il convegno verrà inaugurato martedì 26 maggio nella basilica di Santa Croce – mausoleo dei sommi italiani, dove si trova la tomba di Galileo – con le lectiones magistrales di Nicola Cabibbo (presidente della Pontificia Accademia delle Scienze) e Paolo Rossi (Professore emerito di Storia della Scienza dell’Università degli Studi di Firenze).
Oltre al Presidente della Repubblica, saranno presenti numerose autorità del mondo istituzionale italiano.
“Ritengo che, visti gli ampi strumenti che verranno messi sul tavolo, il convegno potrebbe portare realmente ad una svolta storica della complessa questione galileiana, una delle più scottanti della storia – ha detto Paolo Rossi – Il convegno affronta, con un’ampiezza finora intentata, tutti i temi essenziali: la condanna della dottrina di Copernico nel 1616 e il processo a Galileo del 1633; la genesi del “caso Galilei” nell’Italia, Francia e Inghilterra del Seicento; la storia di quel caso prima nell’Illuminismo e poi nell’Ottocento (nell’età del positivismo e del Risorgimento) e infine nel Novecento, fino a questi nostri giorni”.
“La partecipazione del Presidente della Repubblica – sottolinea P.
Brovedani – rivela che il Quirinale ha colto non solo l’evidente valore culturale del Convegno, ma anche e soprattutto la sua alta valenza politica.
La memoria del passato e la corretta contestualizzazione della ‘vicenda galileiana’ contribuirà sicuramente a favorire le condizioni per un rapporto di collaborazione e serenità tra la Chiesa e le istituzioni di ricerca, soprattutto nella prospettiva delle complesse e, a volte, inedite problematiche filosofiche ed etiche sollevate dalle prospettive della ricerca bio-tecno-scientifica contemporanea.” Il convegno fiorentino ha ottenuto l’adesione e la partecipazione di 18 autorevoli Istituzioni, che si ritrovano per la prima volta insieme dopo 400 anni.
Queste istituzioni, rappresentative di importanti settori della vita culturale e scientifica, sono storicamente coinvolte in una vicenda e in un evento che hanno fortemente caratterizzato l’intelligenza e la creatività italiane, innescando tuttavia tensioni mai completamente risolte nei rapporti tra la Chiesa e diversi ambiti della produzione intellettuale.
Al convegno interverranno i massimi esperti e studiosi mondiali del tema (teologi, storici, filosofi): tra gli altri, George Coyne, Evandro Agazzi, Nicola Cabibbo, Claus Arnold, Paolo Prodi, Adriano Prosperi, Annibale Fantoli, Jean-Robert Armogathe, Horst Bredekamp, Michele Ciliberto, Paolo Rossi e Paolo Galluzzi.
Per informazioni: WWW.GALILEO2009.ORG MERCOLEDÌ 27 MAGGIO PRIMA GIORNATA PALAZZO DEI CONGRESSI ore 8.30 registrazione a sessione: Cosmologia e teologia: la condanna del 1616 Presiede Cesare Vasoli 09.15 Apertura dei lavori 09.30 Censura ecclesiastica e filosofia naturale negli anni di Galileo Vittorio Frajese 10.00 Il copernicanesimo e la teologia Mauro Pesce 10.30 Coffee-break 11.00 Des nouveautés célestes aux textes sacrés Maurice Clavelin 11.30 Teologie a confronto: Bellarmino, Campanella, Foscarini Paolo Ponzio 12.00 The Jesuits: Transmitters of Galilean Science Rivka Feldhay 12.30 Discussione 13.00 Pausa pranzo II a sessione: I due processi: premesse e contesti Presiede Isabelle Pantin 15.00 Natura e Scrittura Pietro Redondi 15.30 Il processo del 1633 Annibale Fantoli 16.00 I meccanismi di controllo sociale e il sistema di protezione: i Farnese di Roma e Galileo Federica Favino 16.30 Coffee-break 17.00 “Mirabile e veramente angelica dottrina”: Galileo e l’argomento di Urbano VIII Luca Bianchi 17.30 Discussione 18.30 Chiusura dei lavori GIOVEDÌ 28 MAGGIO SECONDA GIORNATA PALAZZO DEI CONGRESSI ore 8.30 registrazione I a sessione: La genesi del “caso Galileo” I Presiede Maurice Clavelin 09.15 Apertura dei lavori 09.30 Il “caso Galileo” nella cultura italiana del ‘600 Franco Motta 10.00 Il “caso Galileo” nella cultura inglese del ‘600 Franco Giudice 10.30 Coffee-break 11.00 Les premiers effets de l’“affaire Galilée” chez les libertins et philosophes français Isabelle Pantin 11.30 Galileo as the unpunished artist.
Peiresc’s argument Horst Bredekamp 12.00 Galileo e l’“accomodatio” copernicana Michele Camerota 12.30 Discussione 13.00 Pausa pranzo II a sessione: La genesi del “caso Galileo” II Presiede Michele Ciliberto 15.00 Il “caso Galileo” e la riflessione teologica Jean-Robert Armogathe 15.30 L’attività scientifica nell’ottica dei censori ecclesiastici, dalla “Licet ab initio” (1542) alla “Sollicita ac provida” (1753) Ugo Baldini 16.00 L’Illuminismo e il “caso Galileo” Vincenzo Ferrone 16.30 Coffee-break 17.00 Il “caso Galileo” e il Sant’Uffizio 1820-1822: fine della controversia? Francesco Beretta 17.30 Discussione 18.30 Chiusura dei lavori VENERDÌ 29 MAGGIO TERZA GIORNATA PALAZZO DEI CONGRESSI 8.30 registrazione I a sessione: Il “caso Galileo”: l’Ottocento Presiede Sergio Givone 09.15 Apertura dei lavori 09.30 Galileo e Bruno “martiri del libero pensiero” Michele Ciliberto 10.00 Galileo e le passioni del Risorgimento Massimo Bucciantini 10.30 Coffee-break 11.00 Il “caso Galileo” ed i neotomisti dell’Ottocento Luciano Malusa 11.30 The “Galileo Affair” and the “question biblique” Claus Arnold 12.00 La représentation de Galilée dans la peinture du XIXe siècle François de Vergnette 12.30 Discussione 13.00 Pausa pranzo II a sessione: Il “caso Galileo”: Il Novecento Presiede Jean-Robert Armogathe 15.00 Galilée et Bellarmin entre Duhem et Feyerabend Jean-François Stoffel 15.30 Galileo during the Nazi Time Volker R.
Remmert 16.00 Il Vaticano II, Paschini e Galileo Alberto Melloni 16.30 Coffee-break 17.00 Galileo judged: Urban VIII to John Paul II George Coyne 17.30 Discussione 18.30 Chiusura dei lavori
“Educare per la famiglia”
Dal 15 al 17 maggio 2009, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose all’Apollinare della Pontificia Università della Santa Croce organizza le Giornate di studio e di aggiornamento “Educare per la famiglia”.
L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che “il rapporto educativo è un aiuto indispensabile per la maturazione della persona, in quanto mira allo sviluppo delle qualità che consentono di stabilire relazioni valide e di crescere come membri della famiglia umana”.
Per cui, “educare a saper costruire dei legami positivi per sé e per gli altri” risulta “di vitale importanza per la persona e per l’intera società”.
Come confermano gli organizzatori, l’obiettivo è di “innescare un circolo virtuoso che riporti la famiglia al centro del processo educativo, non solo perché è l’ambito naturale della crescita di ogni persona, ma anche perché costituisce il vero fine al quale il processo educativo stesso deve tendere”.
Saranno tre gli ambiti tematici attorno ai quali ruoterà lo svolgimento dei lavori: – “La famiglia, principale agenzia educativa”, con le relazioni del Prof.
Folco Cimagalli (Lumsa) su “Famiglia e famiglie: com’è cambiato il rapporto tra le generazioni” e della Prof.ssa Alessandra La Marca (Università degli Studi di Palermo) su “Sviluppare le qualità umane in famiglia”); – “Chi collabora con la famiglia? Chiesa, scuola, media”, con gli interventi del Dott.
Luca Pasquale (Ufficio di pastorale familiare della Diocesi di Roma) su “La famiglia, cellula viva della Chiesa”; del Dott.
Sergio Cicatelli (dirigente scolastico a Roma) su “Famiglia e scuola: il recupero di un’alleanza” e del Prof.
Alessandro D’Avenia (docente e sceneggiatore) su “I mass media, agenzia educativa” a cui seguirà la proiezione di filmati, commenti e dibattito; – “L’anello mancante: l’educazione affettiva”, con la relazione della Prof.ssa Paola Binetti (Campus Bio-Medico di Roma) su “La maturazione affettiva: nuovi modelli e nuovi ritmi” e della Dott.ssa Rita Zecchel, che presenterà il progetto “Proteggi il tuo cuore”.
Le iscrizioni al Convegno sono aperte fino al 30 aprile 2009 e vanno comunicate alla segreteria dell’Istituto (ISSRA, Piazza Sant’Apollinare, 49 – 00186 Roma – Tel: 06.68164330 – issrapoll@pusc.it).
È possibile scaricare la brochure informativa direttamente dal sito www.issra.it.
Per ulteriori informazioni: Segreteria organizzativa: issrapoll@pusc.it, +39 0668164330 Rapporti con la stampa: Giovanni Tridente, tridente@pusc.it, +39 0668164399 —
“Apocrifi. Memorie e leggende oltre i Vangeli”
Ottanta capolavori, a costituire un panorama di pitture su tavola lignea, dipinti su tela, sculture, altari ed incisioni, dal Medioevo ad oggi, selezionati dalle sedi museali più prestigiose d’Europa, come i Musei Vaticani, gli Uffizi di Firenze, la Galleria Borghese e la Galleria Doria Pamphilj di Roma, l’Accademia Carrara di Bergamo, la Galleria Tretyakov di Mosca, i Musei Reali di Arte e Storia di Bruxelles e diverse altre.
Nell’elegante e suggestiva sede della Casa delle Esposizioni si potranno ammirare, tra le altre, opere di Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino, Albrecht Dürer, Andrea Pozzo, Pomponio Amalteo, Ludovico Mazzolino, insieme ad antiche icone russe e bizantine.
Inoltre, Illegio esporrà eccezionalmente per un mese (fino al 18 maggio), lo straordinario dipinto “Il riposo durante la fuga in Egitto” di Caravaggio.
Questo capolavoro, del 1596 circa, lasciò la storica Galleria Doria Pamphilj di Roma soltanto in tre occasioni nella sua storia, alla volta di Londra, Parigi, Washington.
La Galleria ha però deciso che il prezioso dipinto di Caravaggio, sicuramente una delle opere più belle nella storia della pittura, uscirà una quarta volta dalla sua sede e sarà esposto ad Illegio alla mostra Apocrifi.
Il curatore scientifico della mostra, come per le precedenti edizioni, è don Alessio Geretti, che esprime grande soddisfazione per questo prestito eccezionale, ma precisa al contempo che l’esposizione avrà molte altre opere di altissimo livello e affronterà temi iconografici di notevole interesse, in un articolato percorso che va dalla scultura lignea medievale fino ad importanti opere rinascimentali e barocche.
“Questo permetterà – spiega il curatore – di riscoprire quanto a fondo l’immaginario collettivo cristiano sia stato integrato e arricchito da alcune pagine dei Vangeli apocrifi, sia contribuendo a determinare la forma tipica assunta dall’iconografia di determinati episodi canonici, come ad esempio l’Adorazione dei Magi, sia colmando i vuoti della narrazione scritturale con altri materiali compatibili con la fede, come quelli che raccontano l’infanzia di Maria o la sua Assunzione”.
Oggi si è svolta a Palazzo Borromeo, sede dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, la presentazione a livello nazionale di “Apocrifi”, con la partecipazione del sottosegretario al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, on.
Giro, con la presenza di mons.
Gianfranco Ravasi, Presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura.
Il capolavoro di Caravaggio, che si potrà ammirare per un mese ad Illegio, racchiude anche un piccolo mistero, un messaggio “in codice”, che proprio in occasione della mostra “Apocrifi” sarà finalmente del tutto svelato.
Lo spartito musicale che san Giuseppe tiene in mano di fronte all’angelo è un mottetto composto dal fiammingo Noël Bauldewijn nel 1519.
Si tratta del “Quam pulchra es et quam decora”, dedicato alla Vergine Maria ed ispirato dal Cantico dei Cantici.
Il quadro, quindi, racchiude in sé una chiave di lettura mistica.
Don Geretti conferma: “È una specie di didascalia cifrata che ci spiega lo spirito con cui l’artista ha dipinto questo capolavoro, il messaggio che il committente gli ha domandato di inscrivere nella scena”.
Ci sarà in mostra anche un’opera di Caravaggio, per straordinaria concessione della Galleria Doria Pamphilj di Roma.
Illegio, piccolo centro montano nel cuore della Carnia, diventa ancora una volta attore protagonista e scrigno di un evento artistico di portata nazionale e internazionale.
Dopo le cinque mostre internazionali proposte annualmente dal 2004 ad oggi – ricordando le ultime, “Apocalisse.
L’ultima rivelazione” (Illegio Musei Vaticani 2007) e “Genesi.
Il mistero delle origini” (Illegio 2008) –, il Comitato di San Floriano annuncia un’altra grande esposizione internazionale: “Apocrifi.
Memorie e leggende oltre i Vangeli”.
“Si solleva il velo di mistero che spesso s’immagina avvolgere gli antichi Vangeli apocrifi – spiega mons.
Angelo Zanello, presidente del Comitato promotore e parroco di Tolmezzo e Illegio –, ossia quelli che non entrarono nel canone delle Sacre Scritture, ma che talvolta lasciarono il segno in tanta parte della tradizione iconografica e devozionale cristiane.
La mostra si presenta quindi come una suggestiva indagine alla ricerca di tutto ciò che i Vangeli hanno taciuto, ma che la memoria delle prime generazioni cristiane ha fatto giungere sino a noi”.
Io non mi vergogno del Vangelo
L’Apostolo Paolo, può essere un modello per l’insegnante di religione cattolica, giacché è capace di dialogo con la cultura del tempo a partire dalle sollecitazioni del vangelo.
Egli infatti è testimone consapevole della forza interpretativa della Parola di Dio circa l’esperienza religiosa umana e da credente proclama la salvezza per chiunque crede, esprimendo la gioia dell’appartenenza ed il coraggio della testimonianza.
Da questa riflessione è nato lo slogan messo a tema del Meeting: “Io non mi vergogno del Vangelo” (Rm 1,16).
L’Irc per una cultura a servizio dell’uomo.
Il titolo intende richiamare, da una parte, la portata umana del Vangelo, ispiratore della civiltà dell’amore nell’attuale contesto socio-culturale; dall’altra, l’Irc come disciplina scolastica a servizio della persona umana e della sua crescita integrale, per cui l’Idr esercita la sua professionalità docente con la sua identità credente e appartenenza ecclesiale.
La cura e la competenza con cui gli Idr svolgono la loro quotidiana azione scolastica è una risorsa non solo per la Scuola, ma per l’intera Società, giacché va incontro ai bisogni culturali ed educativi degli alunni e delle loro famiglie, mostrando un impegno educativo per la piena realizzazione dell’uomo.
– Programma completo (PDF) – Organizzazione dell’evento
la mostra “Nigra sum sed formosa”
Per gli storici dell’arte la regina di Saba è la donna bellissima che, accompagnata dalle sue ancelle e dai suoi scudieri, si inginocchia come in trance, presa da premonizione, di fronte al legno del ponte sul fiume Siloe, legno destinato a diventare un giorno la croce di Cristo.
Ed è la regale ospite desiderata e a lungo attesa accolta da re Salomone in una reggia che assomiglia al tempio dell’Alberti a Rimini o al palazzo di Luciano Laurana e di Francesco di Giorgio a Urbino.
Sto parlando, naturalmente, del ciclo affrescato da Piero della Francesca ad Arezzo.
Per Jacopo da Varagine che inventò la storia affascinante e piena di colpi di scena della scomparsa e agnizione della Croce di Cristo (vero e proprio thriller archeologico alla Indiana Jones), per i francescani che quella storia moltiplicarono negli affreschi delle loro chiese a stupore ed edificazione dei credenti, la regina di Saba era importante.
Ed era importante anche per l’iconografo (forse l’umanista Ambrogio Traversari) che suggerì a Lorenzo Ghiberti il celebre pannello della Porta d’Oro nel Battistero fiorentino di San Giovanni, dove si vede l’incontro di Salomone con la regina africana.
Correva l’anno 1439, il Concilio aveva riunito a Firenze i dignitari della Chiesa di Roma e delle Chiese d’Oriente e quella iconografia era una promessa di pacificazione fra i cristiani.
La regina di Saba era ed è ancora importante, in maniera del tutto speciale, per la gente d’Etiopia.
La storia era conosciuta in Occidente e soprattutto a Venezia fino dal Medioevo.
Lassù, fra le montagne e gli altopiani dell’Africa più remota e inaccessibile, circondato dall’Islam, c’era un popolo cristiano che praticava la fede degli apostoli.
Non solo, c’era un re che aveva per emblema il leone di Giuda e che diceva di discendere dal seme di Salomone.
Il cristianesimo etiope è un sontuoso ieratico relitto che si è conservato immune da influssi culturali esterni e da ogni contaminazione.
Il sovrano d’Etiopia, il negus neghesti (re dei re) è stato fino a ieri, fino all’ultimo imperatore Hailé Selassié, l’autocrate dei credenti e il custode di una leggendaria ortodossia giudaico cristiana.
Tutta la civiltà religiosa letteraria e artistica dell’Etiopia ha nella regina di Saba la sua pietra angolare.
Il poema epico nazionale, il Kebra Negast (la gloria dei re) databile all’inizio del xiv secolo, racconta che re Salomone e la regina di Saba si amarono, che dalla loro unione nacque una regale discendenza, che la sapienza giudaica e l’Arca dell’Alleanza, al sicuro dagli infedeli musulmani e dagli eretici cristiani, riposano sugli altopiani d’Etiopia, protette dalla spada e dalla lancia del Negus.
Molto antica e molto nobile è la civiltà letteraria e artistica dell’Etiopia cristiana, affascinante nella produzione artigianale a destinazione religiosa – argenti, icone, codici miniati – nei monasteri ancestrali, nelle città sante che replicano i luoghi di Gerusalemme, come la mirabile Lâlibalâ che porta il nome del sovrano che la edificò fra xii e xiii secolo.
Ancora sorprende e imbarazza che gli italiani, negli anni Trenta del secolo scorso, abbiano potuto umiliare e devastare tutto questo con una feroce e stolida guerra coloniale di cui oggi non possiamo che vergognarci.
Ma questo è un altro discorso che ci porterebbe lontano.
Conviene quindi chiuderlo subito.
Consola invece sapere che alla regina di Saba e alla civiltà etiopica gli italiani di oggi dedicano una mostra.
Curatori sono Giuseppe Barbieri dell’ateneo Veneziano, Gianfranco Fiaccadori della Statale di Milano, l’architetto Mario Di Salvo.
Con loro ha lavorato un folto e prestigiosissimo comitato scientifico internazionale all’interno del quale spicca il nome di Stanislaw Chojncki patriarca dei moderni studi sull’arte etiopica.
Perché un’impresa scientifica ed espositiva così impegnativa e così inusuale è stata concepita a Venezia? Perché Venezia, fra tutte le nazioni dell’antica Europa, è stata quella che ha mantenuto i maggiori e più fruttuosi rapporti con il regno d’Etiopia e che più di ogni altra ha influito nella sua storia artistica.
Si chiamava Nicolò Brancaleon il pittore veneziano che giunse in Etiopia circa l’anno 1481.
Si firmava in latino in icone arrivate fino a noi, fondò una scuola pittorica che ebbe seguito e fortuna fino al XVIii secolo.
Gli ambasciatori portoghesi che lo incontrarono nel 1520 parlano di lui come di un uomo che abitava in Etiopia da circa quarant’anni, che parlava perfettamente la lingua della nuova patria dove amava farsi chiamare Mercurio, e che era diventato ricco, potente, onorato.
(©L’Osservatore Romano – 5 marzo 2009) Mercoledì 4 è stata presentata in Vaticano la mostra “Nigra sum sed formosa” che sarà aperta dal 13 marzo al 10 maggio all’università Ca’ Foscari di Venezia.
Pubblichiamo l’intervento del direttore dei Musei Vaticani.
“Nigra sum sed formosa”, il versetto celebre del Cantico dei Cantici, è il titolo di questa mostra coltissima e raffinata che subito chiarisce nel sottotitolo il suo obiettivo: “Sacro e Bellezza nell’Etiopia Cristiana”.
Che la sposa del Cantico dei Cantici sia figura della Chiesa o mistico emblema della Vergine Maria – come hanno pensato e scritto gli antichi esegeti cristiani – o che, più realisticamente, sia la bellissima regina africana che va incontro all’amato re Salomone, protagonista della mostra è lei, Saba; la regina che è venuta dalle profondità dell’Africa, che ha incontrato la Legge, ha profetizzato l’Incarnazione, ha dato gloria e splendore alla nazione etiopica.