Seminario di Studio: la domanda formativa degli Insegnanti di Religione

3 dicembre 2022 presso l’Istituto di Catechetica- Facoltà di Scienze dell’Educazione- Università Pontificia Salesiana

 

In continuità con una lunga Tradizione, l’équipe di Pedagogia religiosa dell’Istituto di Catechetica della Facoltà di Scienze dell’Educazione della Università Pontificia Salesiana di Roma, riprende, dopo la sospensione nel periodo della pandemia, il Seminario di Studio per Insegnanti di Religione, che si realizzerà sabato 3 dicembre, presso l’Università Salesiana.

Il tema del Seminario è: La domanda formativa degli Insegnanti di Religione.

Ci si propone di individuare i bisogni degli IdR. Attraverso un Brainstorming autobiografico, diversi docenti di religione condivideranno il proprio punto di vista sul tema.

Faranno seguito due relazioni.

La prima, da parte di don Fabio Landi, fa il punto sulla situazione.

La seconda, della Professoressa Francesca Romana Busnelli, presenta un modello teorico di formazione degli adulti, nel nostro caso docenti di religione.

 

Programma

8.45-9.00 Accoglienza

9.00-9.15 Saluto del Decano della Facoltà di Scienze dell’Educazione, prof. Antonio Dellagiulia

Prima Parte

9.15 – 9.30 Introduzione

9.30 – 10.00 Brainstorming sulla domanda formativa degli Insegnanti di Religione

10.00 – 10.30 Condivisione in Plenaria

10.30 – 10.50 Coffee Break

Seconda Parte

10.50 – 11.30 Prima Relazione: Don Fabio Landi, Il punto della situazione sulla formazione degli Insegnanti di Religione

11.30 – 12.10 Seconda Relazione: Professoressa Francesca Romana Busnelli, Un modello teorico di formazione degli adulti.

12.10 – 12.40 Dialogo con i relatori

12.40 – 13.00 Conclusioni

 

ups – DomandaInsReligione-LOC

IRC e prospettive culturali e teologiche contemporanee

«Proporre diverse coordinate fondamentali per delimitare le prospettive culturali e teologiche contemporanee che dovrebbero essere alla base sia di ogni azione educativa che del concreto sviluppo dell’IRC». Questo l’obiettivo del Corso di aggiornamento per Insegnanti di Religione Cattolica, tenutosi a Chianciano Terme (SI) dal 30 giugno al 6 luglio u.s.

L’iniziativa a carattere nazionale per IdR appartenenti a tutti i gradi scolastici, approvata dalla CEI e certificata dal MIUR, ha visto anche quest’anno 50 partecipanti, provenienti da tutte le Regioni italiane, impegnati in giornate di intenso lavoro di ascolto, confronto e rielaborazione individuale e collettiva.

Il tema trattato costituisce il secondo passo della proposta formativa triennale, elaborata dall’Istituto di Catechetica per l’ambito dell’IRC. Il primo momento – «Giovani generazioni e ricostruzione del Cristianesimo» – ha cercato di identificare alcuni tratti fondamentali delle nuove generazioni per «pensare e costruire» con loro la fede e la religione, considerando anche l’ipotesi della possibile «riconversione del cristianesimo» che la loro vita porta spontaneamente avanti. Questo per far partire il percorso di aggiornamento da un’analisi della situazione concreta del mondo giovanile, presente quotidianamente tra i banchi scolastici, in sintonia con il Sinodo del 2018 dedicato ai giovani e con il Convegno Internazionale, celebrato presso l’UPS nel settembre dello stesso anno, proprio in preparazione all’evento ecclesiale.

Il secondo momento della proposta formativa, muove dalla necessità di individuare traiettorie culturali in atto e di esprimere prospettive teologiche adatte al tempo presente e al lavoro scolastico con i giovani; si radica nell’esigenza di non limitarsi a una lettura delle situazioni, ma di inoltrarsi nell’interpretazione dei fatti e di accettare la sfida della riformulazione di categorie e modelli.

Come si legge nel programma del Corso, viviamo una mutazione culturale senza precedenti, un vero «cambio epocale», e non basta semplicemente guardare la realtà per interpretarla e cercare di comprenderla. Il presente che viviamo è in sé stesso una «situazione ermeneutica», in cui si implicano gli effetti del passato e il progetto di futuro che immaginiamo. La comprensione del nostro tempo dipende soprattutto da un processo inserito nella storia degli effetti (o delle determinazioni) che provengono dal passato e costituiscono un «presente spiegato»; il quale, per essere capito e rendere possibile un futuro autenticamente umano, deve essere reinterpretato.

Le diverse analisi della situazione ermeneutica odierna seguono due direzioni fondamentali: diagnosi monotematiche e spiegazioni sulla base della rottura epocale che viviamo. Nelle prime si collocano autori come U. Beck (società del rischio), Z. Bauman (società liquida), oppure interpretazioni che trovano nella secolarizzazione o nel relativismo, per esempio, la radice della situazione socio-culturale. La proposta del Corso è collocata nella seconda direzione, considerando quello attuale come un tempo di cambio epocale la cui caratteristica essenziale, oltre che chiave interpretativa centrale, risiede nel «pluralismo». E per quanto riguarda il «pensiero cristiano», tutto sta a dirci che abbiamo bisogno di una nuova matrice disciplinare o di un nuovo paradigma scientifico basilare per la teologia, quello ermeneutico. In definitiva assumere lo «stato di coscienza» delle donne e degli uomini del nostro tempo per elaborare una offerta formativa religiosa appropriata, secondo le esigenze ed i metodi caratteristici di quella particolare esperienza di socializzazione e apprendimento chiamata «scuola».

L’erogazione didattica del Corso 2019 ha seguito la metodica varata nella precedente edizione (residenziale e blended learning asincrona). É prevista la consegna di un «e-Portfolio» conclusivo valutato, come risultato del lavoro individuale di riflessione e rielaborazione dei contenuti, che attende ora i partecipanti fino al prossimo mese di ottobre e che viene seguito tramite la piattaforma «Ge.Co.» dell’Università Pontificia Salesiana. Agli IdR che completeranno il percorso verranno riconosciute e certificate dal MIUR 150 ore di formazione e 6 ECTS.

Tanto impegno personale vede il suo inizio attraverso il confronto realizzato nei Laboratori pomeridiani, oggetto anch’essi di consegna e valutazione. Molto apprezzato e partecipato quello progettato “in contesto”, attraverso la visita al borgo antico di Chianciano e all’insediamento attuale, per rintracciare documentazione relativa al cambio sociale, culturale e religioso avvenuto nel corso del tempo, in particolare attorno al tema dell’acqua, caratteristico di questa zona della Toscana.

Le estese lezioni offerte nelle mattinate hanno sviluppato il tema del Corso secondo prospettive antropologiche, sociologiche, bibliche, teologico-sistematiche, spirituali, comunicative, grazie al competente apporto di diversi docenti dell’Università Salesiana (J.L. Moral, U. Montisci, C. Pastore, T. Doni, E. Coscia, A. Caneva, C. Caneva, L. Meddi, J.M. Garcia, A. Romano, A. Escudero).

L’organizzazione e la gestione dei lavori ha visto anche quest’anno come protagonisti il Prof. C. Pastore (Direttore), il Prof. J.L. Moral (Coordinatore Didattico) e la Prof.ssa emerita M. Pomponi (Segretaria).

Ampia è stata la soddisfazione, anche per il clima di familiarità e amicizia che rapidamente coinvolge chi ha già esperienza di queste iniziative e soprattutto chi vi si affaccia per la prima volta. L’augurio a tutti i partecipanti è di una operosa estate di vacanza, in attesa della tappa che concluderà il percorso formativo, dedicata a «Identità cristiana, ragione pedagogica e IRC» con un taglio educativo-didattico centrato sulle pratiche realizzate dagli IdR, in vista di una loro riformulazione e riorganizzazione in linea con l’analisi e la riflessione sviluppata nei Corso 2018 e 2019.

 

Roma, 12/07/2019

Giampaolo Usai

Scuola e religione in Italia. Quarant’anni di ricerche e dibattiti

di Flavio Pajer.

 

I saggi raccolti nel volume documentano lo sviluppo pluridecennale delle ricerche relative alla discussa presenza della religione nella scuola pubblica italiana. L’autore, testimone diretto del tempo che va dalla vigilia della revisione concordataria fino al presente, esamina l’identità del sapere religioso alla luce delle scienze della religione e dell’educazione; discute la gamma delle posizioni via via emerse nella pubblicistica più informata; opta per una democratizzazione della gestione del patrimonio religioso nella scuola di tutti; elabora modelli e percorsi di alfabetizzazione religiosa nella modernità plurale e post-secolare.

Come insegnare la religione con l’arte

Tra le tante proposte per una nuova evangelizzazione e per un insegnamento della religione che sia strettamente connesso ad un progetto culturale, ha destato grande interesse la pratica di alcuni insegnanti di utilizzare le arti visive.

Una vera e propria catechesi della bellezza che mentre fa conoscere e spiega e svela il mistero di capolavori artistici, pittorici, architettonici, scultorei, allarga gli orizzonti verso il sacro e il divino.

A questo proposito le suore Maria Luisa Mazzarello e Maria Franca Tricarico, docenti alla Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”, hanno curato e pubblicato un cofanetto di cinque volumi edito da Il Capitello ed Ellenici, con il titolo “Insegnare la religione con l’arte”.

Secondo suor Mazzarello: “Comunicare la fede percorrendo la via della bellezza è certamente avvalersi più di una opportunità per incontrare e penetrare il mistero”.

L’arte – ha aggiunto – è parola silenziosa ed eloquente per incontrare Dio. L’arte, infatti, è luogo teologico, espressione della fede attraverso le formule iconografiche. L’arte è la via del concreto che apre alla comprensione del trascendente”.

Per approfondire un tema di così grande attualità e interesse ZENIT ha intervistato suor Maria Franca Tricarico.

Come è possibile insegnare religione seguendo percorsi artistici?

Nel supertecnologico XXI secolo la Chiesa non manca di richiamare l’attenzione sulla rilevanza del linguaggio dell’arte cristiana il cui scopo, oggi come nel passato, è quello di ‘demonstrare invisibilia per visibilia’  cioè ‘spiegare le cose invisibili attraverso quelle visibili’.

Dall’esperienza in aula e dialogando con gli insegnanti, risulta che il ricorso all’arte è una strada percorribile. L’arte – come aveva scritto Giovanni Paolo II nella Lettera agli artisti – è per sua natura una sorta di appello al Mistero. L’arte, dunque, è un linguaggio che attraverso le forme simboliche svela agli alunni, non solo a quelli della scuola superiore, ma anche a quelli della scuola dell’infanzia, le “cose di Dio”. I nostri ragazzi oggi, sono un po’ come quegli “illetterati” di cui parlava Gregorio Magno i quali vedendo comprendevano. Lo stesso vale a scuola. L’esperienza ci dice che per i ragazzi un’immagine è più eloquente del solo discorso che va comunque ricuperato, forse proprio a partire da un’opera d’arte.

In definitiva, il percorso artistico nell’insegnamento della religione significa riappropriarsi della tradizione antica, significa ri-attualizzarla; significa considerare l’arte quale “testo” che ri-dice la parola di Dio e, nel caso dell’arte contemporanea, quale “testo” che lascia intravedere il religioso e la dimensione spirituale anche attraverso la precarietà esistenziale dell’uomo.

In concreto, in aula le opere d’arte vanno proposte come testo-documento, come esegesi pratica, come esegesi figurativa della Scrittura. Operativamente, per l’analisi delle opere, si può prevedere

▪ la presentazione e l’osservazione dell’opera d’arte: si sollecitano i ragazzi a guardare con attenzione tutti gli elementi presenti nell’opera proposta e ad elencarli (descrizione preiconografica);

▪ il passaggio dalla descrizione dell’opera all’interpretazione simbolica: si sollecitano i ragazzi a scoprire che tutti gli elementi presenti nelle opere di diverse epoche hanno un preciso intento comunicativo, e a tentarne un’interpretazione; si provocano interrogativi che consentono di formulare ipotesi di significato da convalidare alla luce di varie fonti, in particolare il testo biblico come fonte privilegiata. Tutto questo per scoprire gli elementi di significato di cui il testo-arte è portatore (analisi iconografica e interpretazione iconologica).

Inoltre, si può pure prevedere la riespressione dei contenuti trasmessi dall’opera d’arte mediante la produzione dei ragazzi: è il momento di verifica delle competenze acquisite in ordine alla lettura e alla comprensione dell’opera d’arte la quale nasce sempre da un’idea biblico-teologica che si materializza in personaggi, forme, colori, volumi, disposizioni spaziali, ecc. I ragazzi sono invitati ad assumere i seguenti atteggiamenti: silenzio immaginativo, esternazione delle proprie idee, dialogo, produzione individuale e/o di gruppo. In questo modo la classe si costituisce quale “bottega d’arte” dove viene potenziata l’immaginazione e la creatività attraverso processi di reinterpretazione e di rielaborazione.

Un’importante attenzione didattica va rivolta alla scelta delle opere. Si escluderanno opere in cui prevalgono dettagli inutili e l’effetto scenografico; come pure quelle che “infantilizzano” il Mistero. Si sceglieranno invece opere che si propongono per la loro semplicità ed essenzialità, come pure opere che penetrano la Sacra Scrittura, la ri-dicono, la interpretano e l’attualizzano.

Una tale scelta deriva dalla consapevolezza che l’arte è un testo complesso non nel senso di difficile, ma nel senso che racchiude una molteplicità di elementi riconducibili a vari aspetti del dato cristiano. L’attenzione pedagogica e didattica che si richiede è allora quella di proporre agli alunni espressioni artistiche a seconda della loro età e delle loro capacità cognitive ben sapendo che ogni traccia, ogni espressione dell’arte cristiana è un testo che può essere letto, compreso e interpretato a vari livelli.

In definitiva, la via dell’arte cristiana nell’azione didattica è percorribile anche se richiede da parte dell’insegnante una particolare “attrezzatura” cognitiva e la passione per l’arte. Tutto ciò si acquista con una continua formazione e contemplazione.

Per questo, nel corso degli anni, con una mia collega, ho curato la pubblicazione dei sette testi della Collana “Insegnare Religione con l’Arte” (Elledici) il cui scopo è appunto quello di aiutare gli insegnanti nella loro formazione. Questi testi sono indirizzati anche agli studenti degli Istituti Superiori di Scienze Religiose e ai Catechisti.

zenit del 5/09/12