La via del cuore. Una segnaletica per educare LDC, Leumann (TO) 2014

“Nell’attuale situazione di difficoltà educativa, chi vuole ricollegare il filo che riavvicina le generazioni in questa nuova cultura del provvisorio e dell’effimero, e a cui sta a cuore l’avvenire dei giovani della società, da dove dovrebbe partire? Esiste una segnaletica in cui collocare oggi un nuovo processo di educazione che porti verso la maturazione umana e religiosa della persona? Come può diventare possibile l’educare, se sono venuti a mancare i parametri tradizionali…?” (p. 9).

Ecco alcune delle domande a cui cerca di rispondere l’ultimo libro di Giuseppe Morante. Il cuore delle riflessioni muove dall’analisi della situazione e offre le condizioni di marcia: educazione come compito, emergenza, sfida. Un compito primario per la società che sempre porta con sé fatica e difficoltà. Difficoltà che, tuttavia, oggi sono particolari a motivo della situazione culturale, per tre fattori:

–      La persona, perché assistiamo a una sorta di esasperazione dell’individualità fin quasi a svincolarla da ogni forma di legame e di dipendenza.

–      La diversità e la pluralità fanno parte del nostro mondo e della nostra società, che porta con sé interrogativi e problemi che non riguardano solo l’armonizzazione sociale, giuridica, civica, economica che si presenta complicata e necessaria insieme, ma toccano pure questioni più radicali; infatti l’uguale dignità di ogni essere umano comporta inevitabilmente che divengano equivalenti e quindi indifferenti i valori, le credenze, le tradizioni, le visioni della vita, e che dunque queste si riducano a merce esposta in uno sconfinato mercato dove ognuno acquista ciò che più gli aggrada.

–      Le relazioni, improntate alla illimitata libertà individuale e a un pluralità incomprimibile di opzioni ideali ed etiche, ma anche nel senso che le nuove forme di comunicazione vengono a costituire un nuovo ambiente che riplasma il rapporto tra le persone.

La maggior conseguenza è il cambiamento del processo educativo tradizionale. Educare è un lungo processo che permette di diventare adulti. In questo processo, le indicazioni del testo offrono una direzione di marcia, avvalendosi dell’analogia della segnaletica stradale con le indicazioni di «direzione», di «divieto», di «pericolo» e di «scelte».

Si nutre la speranza che questo sussidio possa essere utile in tutte le parrocchie: 1/ Come guida per avviare o rivitalizzare «scuole di genitori»; 2/ Ai catechisti che vogliono collaborare con i genitori dei ragazzi impegnati nel cammino di iniziazione cristiana; 3/ A tutti gli educatori di ispirazione cristiana. 

                                                                   Redazione «RpR».

La Chiesa per la scuola

Il laboratorio nazionale La Chiesa per la scuola (Roma, 3-4 maggio 2013) ha testimoniato l’interesse della Chiesa per la situazione e il compito della scuola e della formazione professionale nel nostro Paese: interesse avvertito in maniera particolarmente viva nel quadro del decennio pastorale dedicato all’educazione. L’evento, voluto dalla Presidenza della CEI, ha coinvolto diverse centinaia di persone, secondo un’ottica che tenesse al centro la questione educativa. Sono stati invitati non solo quanti operano direttamente nel mondo della scuola e della formazione professionale, ma anche genitori e studenti, nella convinzione che la scuola rappresenta un’esperienza umanamente rilevante per chi vi lavora, per chi la frequenta e per chi affida a essa l’istruzione dei propri figli.
Anche in questo modo la Chiesa ha voluto mettere in atto la propria vicinanza al mondo della scuola e della formazione professionale, e al tempo stesso segnalare che, quando si parla di esso, non sono in gioco solo esigenze economiche o sindacali, pure importanti; piuttosto si tratta di una questione che riguarda direttamente la polis, cioè di una questione politica: la scelta di educare i propri figli è un diritto costituzionalmente garantito, cui deve essere assicurata adeguata recezione e applicazione. Non si pretende, ovviamente, di dettare un’agenda a questa o quella formazione politica, ma piuttosto di esprimere chiaramente la vicinanza e la premura a un mondo che, pur centrale di fatto per la vita sociale e civile, non riceve sempre adeguata considerazione dall’opinione pubblica. Lo stile di questo impegno intende essere pienamente ecclesiale, consapevole della responsabilità della comunità cristiana dentro la società civile. Ciò comporta due importanti conseguenze. La prima è che – come è già successo – attorno alla “scuola” vanno raccolti non solo gli “addetti ai lavori”, ma tutte le persone di buona volontà, nella convinzione che se la scuola è una risorsa per tutti, a tutti è richiesto di averne cura. La seconda riguarda i contenuti: anche se alcuni problemi sono squisitamente tecnici, molti temi possono essere affrontati con un linguaggio semplice e comprensibile a tutti. Con questo spirito sono stati preparati i materiali raccolti nel volume. La relazione introduttiva del card. Angelo Bagnasco, presidente della CEI, inquadra il problema della scuola dal punto di vista educativo e civile, proponendo una chiave di lettura unitaria del problema. A essa segue una serie di otto parole-chiave, alle quali sono stati dedicati altrettanti gruppi durante il laboratorio nazionale, e quindi la sintesi di questi lavori, a cura del prof. Onorato Grassi. Il volume si chiude con le riflessioni conclusive di Mons. Gianni Ambrosio, presidente della Commissione episcopale per l’eduzione cattolica, la scuola e l’università. Le parole–chiave qui proposte non esauriscono certo i problemi; esse aiutano a concentrare l’attenzione su alcuni punti – momenti di passaggio, snodi importanti del discorso tra luoghi, situazioni, persone – intorno ai quali tutti siamo invitati a discutere e a confrontarci. L’evento di maggio 2013 non rappresenta certo un momento chiuso in sé, ma piuttosto l’inizio di un ampio percorso di sensibilizzazione e mobilitazione, volto a rilanciare temi e problemi, sicuramente bisognosi e meritevoli di ulteriore riflessione. Anche per tali ragioni mi auguro che questo agile testo circoli il più possibile e che i suoi contenuti siano diffusamente presentati e discussi. Con questo spirito lo affido ai credenti delle nostre comunità ecclesiali e a quanti, animati di buona volontà, vorranno condividere l’attenzione e la cura verso la scuola.
 
 
ALTRO MATERIALE:
 
La Chiesa per la scuola. Laboratorio nazionale   
Roma, 3-4 maggio 2013
 
Il laboratorio nazionale La Chiesa per la scuola, è la prima tappa di un percorso di sensibilizzazione sulle tematiche della scuola (statale e paritaria) e della formazione professionale, promosso dalla Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana.
Il percorso punta a coinvolgere la comunità ecclesiale e tutta la società in una riflessione sull’importanza della scuola come ambiente educativo, nel quadro degli orientamenti pastorali per il decennio in corso Educare alla vita buona del Vangelo.
Con questo spirito è stato costruito anche questo laboratorio nazionale, nella cui organizzazione sono coinvolti, oltera a questo ufficio, il Servizio Nazionale per l’insegnamento della religione cattolica, l’Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia e il Servizio nazionale per la pastorale giovanile
L’obiettivo di questo primo incontro è fare il punto su alcuni nodi centrali della scuola e della formazione professionale: per aiutarci a raggiungere questo scopo, stiamo preparando un breve dossier che sarà pubblicato online sul sito dell’ufficio.
 
  
Relazione introduttiva del Cardinale Angelo Bagnasco
Arcivescovo di Genova e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana
 
 Andrea Gavosto
Direttore della Fondazione Giovanni Agnelli
 
Elisa Manna
Responsabile politiche culturali,Censis
 
Marco Tibaldi
Docente di filosofia e storia
 
Gruppi di lavoro:
 
 
Onorato Grassi
Ordinario di storia della filosofia medievale – LUMSA
 
  
S.E.Mons. Gianni Ambrosio
Vescovo di Piacenza-Bobbio e Presidente della Commissione Episcopale
per l’educazione, la scuola e l’università
 

Insegnamento della religione: competenza e professionalità

Prontuario dell’insegnante di Religione

Il Prontuario vuol essere uno strumento agevole e puntuale a servizio del Docente di religione. È stato progettato su un disegno unitario ma elaborato da competenze specialistiche diverse. Intende coprire i settori più importanti nell’esercizio della professionalità docente. La Scuola nel giro di poco più che un decennio è stata radicalmente riformata; l’insegnamento di Religione Cattolica va di conseguenza seriamente ripensato.

Nell’orientare in forma organica una proposta pedagogica per l’oggi dell’IRC ci si è dunque mossi nell’orizzonte ermeneutico; secondo noi straordinariamente fecondo nell’ambito specifico dell’apprendimento. L’attuale accento portato sulla competenza è stato spesso richiamato, anzi verificato con ponderata attenzione.

Riteniamo (A conti fatti) che l’orizzonte ermeneutico abbia consentito coerenza ai molteplici contributi e possa legittimare la presunzione di… organicità a una proposta elaborata a più mani e con sensibilità e competenze diverse, ma non incompatibili.

Naturalmente ci auguriamo che il ’Prontuario’ possa offrire al Docente di Religione Cattolica uno strumento attuale pertinente ed efficace per qualificare la propria professionalità.

 

Le dimensioni che qualificano il ‘Prontuario’ sono quattro.

– La prima analizza il contesto educativo scolastico. È evidente la provocazione che la Scuola costituisce: la riforma, meglio il cumulo di riforme che lo attraversano e ne rendono difficile se non impraticabile l’esercizio professionale sereno e precisamente padroneggiato. Gli interventi di Chiosso, Malizia e Cicatelli mettono a frutto una competenza sicura e attentamente aggiornata per identificare i nodi importanti della situazione: il significato dell’IRC, i traguardi di competenza delle riforme, l’analisi delle Indicazioni Nazionali, fino all’ultima che riguarda la Secondaria di secondo grado, vi trovano elaborazione puntuale e chiara.

– Anche l’identità della disciplina è accuratamente esplorata nella natura, nel linguaggio, nelle fonti, nella distinzione e complementarità rispetto alla Catechesi. Il Prontuario intende fare chiarezza sull’identità disciplinare dell’IRC; rilevare la sua legittima collocazione scolastica, evidenziare l’apporto qualificato e irrinunciabile che offre al progetto globale della Scuola italiana.

– Ha inteso soprattutto dare risaldo preciso alla centralità dello studente; si è voluto tracciarne il profilo, vagliarne la disponibilità, evidenziarne i processi di sviluppo, garantire la pertinenza della proposta e la specificità del linguaggio. Lo studente vi risulta il protagonista con cui la Scuola è chiamata a fare i conti; con cui l’IRC è sollecitato a confrontarsi per consentirgli una padronanza consapevole del mondo religioso, in cui è immerso. Anche i risultati di una recente ricerca sulla qualità e le dimensioni dell’apprendimento sono proposti a verifica.

– È sembrato importante anche dare risonanza adeguata alla Scuola Cattolica; essa offre un ambiente educativo privilegiato, specificamente per l’educazione religiosa. Costituisce spesso una situazione in cui l’IRC può trovare adeguata considerazione e spazio significativo di verifica e di approfondimento sia per il progetto in se stesso della stessa Scuola cattolica, sia per una sperimentazione attenta circa le condizioni innovative di un rapporto interdisciplinare esemplare.

– La conclusione ha inteso richiamare l’attenzione sulla peculiare metodologia pedagogica e didattica che l’Istituto di Catechetica privilegia: evidenzia la scelta ermeneutica quale sfondo adeguato per dare coerenza al ‘Prontuario’, per garantire il processo di apprendimento della Religione e portarlo ai traguardi di competenza auspicati. 

 

                                                                                     Zelindo Trenti – Corrado Pastore

 

SOMMARIO 

Introduzione

Parte Prima

IL CONTESTO EDUCATIVO SCOLASTICO 

1. Il significato dell’IRC nella Scuola italiana: Giorgio Chiosso

2. Le riforme della Scuola e l’IRC: Guglielmo Malizia – Sergio Cicatelli

3. Le Indicazioni nazionali per l’IRC: Sergio Cicatelli

 

Parte Seconda

LA DISCIPLINA 

4. Natura e finalità dell’IRC: Zelindo Trenti

5. La Bibbia e le fonti dell’IRC: Cesare Bissoli

6. Il linguaggio nell’“IRC”:           José Luis Moral

7. L’insegnamento della religione cattolica e la Catechesi: distinzione e complementarietà: Vincenzo Annicchiarico

 

Parte Terza

DAI PROFILI ALLE COMPETENZE 

8. Lo studente e la religione. In un’ottica “laica” e “cosmopolita”: Vittorio Pieroni

9. L’attenzione allo studente e l’apprendimento della religione: Alessandro Castegnaro

10. Le esperienze di crescita e i passaggi di vita: Franca Feliziani Kannheiser

11. Pensare e presentare il cristianesimo nella scuola: Antonio Escudero

12. Verso una didattica delle competenze religiose: Roberto Romio

 

Parte Quarta

LA SCUOLA CATTOLICA 

13. L’IRC nella scuola cattolica: Guglielmo Malizia – Sergio Cicatelli              

Conclusione

14. La scelta della pedagogia ermeneutica: Zelindo Trenti – Miroslaw Wierzbicki

Teologia dell’educazione cristiana:

pluralità di modelli e strategie

        Presentiamo un’ Opera di singolare rilevanza nel panorama della ricerca attuale. Riguarda un settore solo recentemente studiato e però di notevole rilevanza soprattutto nell’ambito dell’educazione religiosa ecclesiale. Ne proponiamo alcuni stralci interpretativi a partire dall’Opera stessa. 

 

L’autrice GIUSEPPINA BATTISTA

l’Autrice ha conseguito il dottorato in Teolo­gia, sotto la direzione del pro£ René Marlé, s.j. presso l’Institut Catholique di Parigi. Per la sua ricerca sulperiodo di Umanesimo e antiUma­nesimo ha potuto far tesoro della consulenza e suggerimenti del prof. Pietre Riché.

Da molti anni si dedica allo studio della Teo­logia orientando ricerca, studi e pubblicazioni al particolare versante dell’educazione. Lo stu­dio di vari Autori, dal tempo patristico sino ai nostri giorni, ha suscitato in lei particolare attenzione per la varietà dei testi e la plurale de­clinazione della teologia.

Con i dati raccolti dalla ricerca ormai di anni, l’Autrice ha individuato proprio nei princi­pi valoriali e di riferimento, la solida base di un’educazione pienamente umana, così da co­niugare le pretese della trascendenza con quelle reclamate dai mutamenti delle società. Da qui l’idea e la realizzazione di questo studio che propone una antologia di testi.

La sua attività di studio e di ricerca, inerente al tema dell’educazione cristiana, è stata accom­pagnata da un costante servizio educativo nella scuola statale e in varie Università Pontificie.

Attualmente, è docente incaricata per i corsi di Teologia dell’ Educazione e di Storia della cate­chesi presso l’Istituto Pastorale Redemptor ho­minis della Pontificia Università Lateranense 

Il Lavoro.

Dal titolo del lavoro appare evidente l’inten­zione di offrire una riflessione sulla teologia cristiana dell’educazione avendo presente la pluralità di modelli e di metodi registrati nella vita bimillenaria della Chiesa. Il lavoro si divide in due parti; la prima propone uno studio che rimanda alla seconda parte in cui viene offerta una antologia di testi in ordine cronologico, secondo la sequenza dei temi sviluppati nei singoli capitoli dello studio.

Con la proposta di questa antologia si Vuo­le colmare un vuoto e offrire l’utile servizio proprio di una raccolta di testi sparsi nelle edizioni, le più varie, e non sempre di facile consultazione. Con questa propria originali­tà, e partendo dal Vangelo di Gesù Cristo, il Maestro, si vogliono illustrare ideale e prassi nel campo educativo, alla luce delle fonti la­sciate da eminenti teologi ed educatori.

Il volume, con la materia trattata e con il me­todo seguito, lascia una eco e apre un cantie­re di lavoro, per la continuità della ricerca e dello studio attraverso il confronto tra le distinte letture teologiche e le varie ricadute

Il significato.

In collaborazione con le scienze dell’educazione, la teologia può analizzare i principali problemi che le culture attuali pon­gono alla fede delle comunità cristiane in campo educativo e pe­dagogico; da parte sua, la teologia dell’educazione deve studiare in profondità i processi di conversione e di crescita cristiana, per comprendere in quale modo essi possano diventare contempo­raneamente processi di autentica promozione e di maturazione umana, definendo contemporaneamente le componenti essen­ziali dell’educazione cristiana e contribuendo, in definitiva, alla comprensione e alla soluzione dei problemi educativi.

C’è dunque una trama intensa e feconda tra sviluppo umano e sviluppo cristiano: sviluppi che nel travaglio dell’epoca contemporanea si presentano piuttosto articolati, difficoltosi e contrassegnati da molte urgenze ed emergenze.

 La Collana.

La collana Vivae voces contiene opere monografiche e risultati del confronto di varie discipline su questioni cruciali per la ricerca. L’intento è raccogliere le voci più significative e rile­vanti di quelle discipline considerate vitali nel panorama cul­turale, teologico ed ecclesiale contemporaneo, nel tentativo di raggiungere un’efficace visione d’insieme su tematiche che segnano il cambiamento culturale in corso. 

Pajer Flavio, Escuela y Religión en Europa.

Un camino de cincuenta años

[1960-2010]

Pajer Flavio, Escuela y Religión en Europa. Un camino de cincuenta años [1960-2010], PPC, Madrid 2012, pp. 111.

 

Volumetto che presenta un’utile sintesi dell’evoluzione registratasi negli ultimi cinquant’anni in tema di insegnamento religioso (IR) nella scuola pubblica europea. In questa articolata storia si possono distinguere tre grandi fasi che vengono  illustrate nei tre capitoli centrali del testo. La prima fase si sviluppa negli anni dell’immediato postconcilio e vede la progressiva distinzione tra l’IR e la catechesi propriamente detta. È il tempo della «de-catechizzazione» dell’IR; fenomeno favorito da svariati fattori quali: la secolarizzazione delle società, l’affermazione della laicità dello stato, la formazione di società sempre più multietniche e multireligiose, la crescente incapacità delle agenzie educative e di socializzazione di trasmettere il tradizionale capitale simbolico di valori e costumi di vita, il ripensamento dell’educazione, la riflessione dei centri di studio teologico-pastorali, ecc. In questo variegato contesto si supera progressivamente l’IR confessionale-catechistico presente in tanti paesi europei, col supporto della riflessione teologica, psicologica e filosofica. Tale riflessione contribuisce alla nascita di un nuovo paradigma della pedagogia religiosa: dalla centralità della dottrina si passa alla centralità della persona; l’IR si fa ermeneutica dei problemi del soggetto. Si afferma un’ottica esistenziale o antropologica che sostituisce l’ottica essenziale o teologica. La seconda fase va approssimativamente dalla metà degli anni Sessanta alla caduta del Muro (1989). In quegli anni si realizza il processo di «scolarizzazione» dello studio della religione: l’IR sente la necessità di ri-legittimarsi, sia come disciplina nel contesto di un sistema scolastico sempre più rigoroso, sia come offerta culturale educativamente valida per i giovani in cerca di valori. L’istruzione religiosa intende offrire un suo specifico contributo in campo noetico e valoriale adeguandosi all’evoluzione di una scuola che è in perenne riforma. In questo contesto si afferma la distinzione ed insieme la complementarità  tra IR e catechesi. Si assiste quindi ad una progressiva attenuazione della confessionalità dell’IR: una confessionalità che è «negoziata» nei paesi ove vige il sistema concordatario tra Stato e Chiesa, «ricuperata» nei paesi dell’ex blocco sovietico, «assorbita» dall’etica civile negli stati di tradizione protestante. L’IR diventa disciplina curriculare, di cui si cura la fondazione epistemologica su basi diverse, quali la teologia, le scienze della religione, l’interdisciplinarità. La terza fase si sviluppa negli ultimi vent’anni ed è caratterizzata da un’«emergenza della diversità religiosa» che conduce inevitabilmente a formulare un nuovo paradigma per l’IR. Il pluralismo relativizza la centralità delle Chiese, e anche se un singolo Stato riconosce il valore della tradizione storica di una Chiesa particolare, questa non ha più il monopolio dell’IR nella scuola pubblica. In concreto, tale insegnamento è toccato dalle riforme curricolari dei sistemi educativi e scolastici, mentre i vari paesi e il Consiglio d’Europa si occupano di gestire, in modi diversi, la diversità religiosa. In particolare, gli organismi europei in questi ultimi anni hanno chiesto un IR corretto che educhi: alla cittadinanza e alla comprensione reciproca tra culture e religioni; al dialogo tra popoli e culture; allo studio serio del fatto religioso; ad una sensibilità non confessionale per il religioso, ecc. In prospettiva di futuro, poi, ad un IR svolto ormai in una società postmoderna si chiede di aprirsi dal pluralismo intracristiano alla multi religiosità; di collaborare al passaggio da una cittadinanza etnica ad una cittadinanza etica e al nascere di una scuola intesa come laboratorio di interculturalità. Il testo è corredato da utili tabelle riassuntive, da una aggiornata bibliografia e da un lessico che mostra all’evidenza l’estrema varietà dei termini con cui, oggi, nei vari stati europei si presentano l’IR e le sue alternative.

G. Biancardi

Gli itinerari per l’educazione alla vita di fede

In ogni stadio della vita cristiana i battezzati hanno bisogno di una proposta adeguata alla loro vita spirituale, con una riflessione specifica che sostenga la fede nell’esperienza storica. 

Questo sussidio offre criteri, indicazioni, metodologie perchè i responsabili della comunità cristiana (diocesana e parrocchiale) possano avere degli aiuti teorico-pratici per orientare adeguatamente fanciulli, ragazzi, adolescenti, giovani, adulti… fino al raggiungimento di una personale maturità di fede. 
 
Il progetto catechetistico italiano ha affermato l’urgenza di itinerari, per facilitare la risposta umana al dono di Dio della fede.
Le indicazioni relative alla formazione dei catechisti per l’iniziazione cristiana dei fanciullie dei ragazzi infatti precisano: 
“La pastorale dell’iniziazione cristiana vive un tempo di cambiamento, da cui emerge l’urgenza di ricercare percorsi praticabili e rispondenti al cambiamento culturale”.
 
Sia il progetto catechistico italiano sia i catechismi che ne sono derivati offrono dei criteri ricavati dalle scienze dell’educazione. Si tratta infatti di ridire il Vangelo secondo le categorie dell’uomo contemporaneo, tenendo presente la perdita dell’identità cristiana nel nostro paese in questi ultimi decenni. Si tratta di recuperare questa identità, riproponendo la trasmissione della fede in modo chiaro, preciso e coinvolgente.
 

Gli itinerari di educazione alla fede, coordinate generali

Presentazione del libro

Il concetto di “itinerario” ha decisamente un gusto biblico, leggiamo infatti in Deuteronomio 8,2-5: “Ricordati di tutto il cammino che il Signore, tuo Dio, ti ha fatto percorrere in questi quarant’anni nel deserto, per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore, se tu avresti osservato o no i suoi comandi. Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi  ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore. Il tuo mantello non ti siè logorato addosso e il tuo piede si è gonfiato durante questi quarant’anni. Riconosci dunque in cuor tuo che, come uomo corregge il figlio, così il Signore, tuo Dio, corregge te”.

Questo passo dell’Antico Testamento mostra come la dimensione della fede sia un ripercorrere costantemente il rapporto, la relazione con Dio dispiegata nel tempo e segnata nell’esperienza, fino a riconoscere che “nella pienezza del tempo ” (Gal 4,4) Dio stesso ha voluto, in Gesù Cristo, con un Corpo entrare nella vicenda umana, farsi esperienza, compiere un itinerario.

Quest’ultima fatica di don Giuseppe Morante, figlio di Don Bosco, professore emerito dell’Università Pontificia Salesiana di Roma, stimato e conosciuto catecheta a livello internazionale, è proprio dedicata al concetto di itinerario in chiave pedagogico-pastorale, nonchè catechistico. Lo sfondo sul quale si colloca è chiaramente quello del decennio educativo che i Vescovi italiani hanno indicato negli Orientamenti Pastorali Educare alla vita buona del Vangelo.
Al n.26 di tale documento si legge infatti come il concetto di “itinerario” appartenga alla dimensione educativa: “Cristiani si diventa, non si nasce”. Questo notissimo detto di Tertulliano sottolinea la necessità della dimensione propriamente educativa nella vita cristiana. Si tratta di un itinerario condiviso, in cui educatori ed educandi intrecciano un’esperienza umana e spirituale profonda e coinvolgente. Educare richiede un impegno nel tempo, che non può ridursi a interventi puramenti funzionali e frammentari; esige un rapporto personale di fedeltà tra soggetti attivi, che sono protagonisti della relazione educativa, prendono posizione e mettono in gioco la propria libertà. Essa si forma, cresce e matura solo nell’incontro con un’altra libertà; si verifica solo nelle relazioni personali e trova il suo fine adeguato nella loro maturazione”.

 Se, come mostra ampiamente don Morante nel primo capitolo del Libro, il tema dell’itinerario di fede ha avuto sempre un posto speciale nella riflessione pastorale delle chiese che sono in Italia, è stato tuttavia (come ricordato al n. 3 di Educare alla vita buona del Vangelo) con il Convegno di verona del 2006 che il concetto di tinerario ha avuto un grande risalto, laddove è emersa la scelta di disporre la pastorale in relazione alle dimensioni di vita della persona: “sono state focalizzate alcune scelte di fondo: il primato di Dio nella vita e nell’azione delle nostre Chiese, la testimonianza quale forma dell’esistenza cristiana e l’impegno in una pastorale che, convergendo sulll’unità della persona,
sia in grado di “rinnovarsi nel segno della speranza integrale, dell’attenzione alla vita, dell’unità tra le diverse vocazioni, le molteplici soggettività ecclesiali, le dimensioni fondamentali dell’esperienza cristiana. Al tempo stesso ha incontrato un consenso crescente l’opzione di declinare la testimonianza nel mondo secondo gli ambiti fondamentali dell’esistenza umana, cercando nelle esperienze quotidiane l’alfabeto per comporre le parole con le quali ripresentare al mondo l’amore infinito di Dio.

In tal modo si è fatta strada la consapevolezza che è proprio l’educazione la sfida che ci attende nei prossimi anni: “ci è chiesto un investimento educativo capace di rinnovare gli itinerari formativi, per renderli più adatti al tempo presente e significativi per la vita delle persone, con una nuova attenzione per gli adulti.
Il Santo Padre ci incoraggia in questa direzione, mettendo in evidenza l’urgenza di dedicarsi alla formazione delle nuove generazioni. Egli riconosce che l’educare, se mai staro facile, oggi assume caratteristiche più ardue; siamo di fronte a “una grande emergenza educativa”, confermata dagli insuccessi a cui troppo spesso vanno incontro i nostri sforzi per formare ersone solide, capaci di collaborare con gli altri e di dare un senso alla propria vita”.

Il tema degli itinerari è dunque un tema che interroga la formazione cristiana degli adulti e dei giovani come la catechesi dell’iniziazione cristiana dei piccoli, la pastorale prima ancora della catechesi, con la quale, tuttavia, Morante dialoga attentamente fino a mostrare come gli stessi Catechismi CEI suppongano una forte dimensione educativa che si dispiega – appunto – attraverso la capacità di suggerire percorsi concreti alla comunità.
Il testo, poi, con maestria, aiuta a collocarsi in questa mentalità e a sviluppare itinerari attenti alla dimensione sociale. Non mancano riferimenti alla formazione dei catechisti e all’inclusione delle persone disabili, due tematiche alle quali Morante ha dedicato – e con passione – molto del suo insegnamento.

A lui va la gratitudine per questo testo e per il suo impegno nella catechesi, a noi il prezioso percorso segnato da un libro che tanto può suggerire nei cammini operativi degli Uffici Catechistici diocesani e delle Parrocchie.
 
D. Guido Benzi,
Direttore Ufficio Catechistico Nazionale – CEI
 
 
 

La fede è…?

La fede è…? Tredici conversazioni, domande e risposte utili per chi cerca, inutili, forse, per chi è prevenuto

Il libro è nato dal desiderio di alcuni giovani, liceali, universitari e neolaureati accomunati da un bisogno: avere risposte semplici e chiare alle obiezioni più comuni sulla fede che spesso sorgono nei giovani e tra i giovani.

Le domande sono state sintetizzate e raggruppate per argomento da un giovane medico, mentre le risposte sono date da un sacerdote che attinge alla sua ricca esperienza di insegnante ed educatore a contatto con il mondo giovanile. Il linguaggio è volutamente scorrevole: sono evitati termini “tecnici”, mentre si fa largo uso di episodi ed esperienze di vita quotidiana, e di ampie citazioni della Parola di Dio.

Sospesi tra cielo e terra

di Gionatan De Marco

Felicità, gioia, beatitudine! Sono parole che fanno vibrare in profondità il cuore di tutti e soprattutto dei giovani.

Sono la ricerca continua nascosta o palese in ogni azione, in ogni scelta che si compie, ogni giorno e … per tutta la vita! Ma chi può darci la gioia, quella vera, quella piena, e chi può indicarci la via per raggiungerla?

Io sono venuto perchè abbiate la gioia e la vostra gioia sia perfetta”

Sono le parole di Gesù di Nazareth! E’ lui la sorgente della gioia vera e piena, ed è Lui che indica la strada per raggiungerla: la strada delle Beatitudini! Beati … Beati … Beati…

Con le sue profonde e insieme semplici riflessioni e il suo stile agile, vicino allo stile, alla sensibilità e alla vita dei giovani, don Gionatan offre un aiuto per incamminarsi sulla via delle Beatitudini.

Possano molti, stimolati da queste riflessioni, mettersi alla sequela di Gesù!Potranno attestare al mondo intero che la felicità è possibile!

+ Vito de GrisantisVescovo di Ugento – S. Maria di Leuca

Gionatan De Marco, giovane sacerdote della Diocesi di Ugento – S. Maria di Leuca, nasce a Tricase (Le) l’8 ottobre 1981 e il 13 dicembre dello stesso anno inizia il suo cammino di vita cristiana con il dono del Battesimo, ricevuto dalle mani di don Tonino Bello.E’ ordinato sacerdote il 26 agosto 2006.Attualmente è Assistente diocesano dell’Azione Cattolica

“Dio e Famiglia”, di Lorenzo Bertocchi

L’Incontro mondiale delle Famiglie a Milano (30 maggio-3 giugno 1012) ha riportato alla ribalta dell’attualità il ruolo fondamentale che giocano le famiglie nella società italiana.

Per pochi giorni però, oggi sui media nazionali (giornali e televisioni) della famiglia non si parla più, esclusi naturalmente quelli cattolici, per i quali la famiglia è sempre di attualità e non da oggi. E’ strano questo fatto. Tutti riconoscono che la crisi economica in cui è precipitata l’Italia (e l’Europa comunitaria) è in buona parte dovuta al crollo demografico dei nostri paesi, noi italiani diminuiamo di più di 100.000 unità l’anno. Mancando i giovani, la nostra è una società di anziani, di vecchi, di pensionati, che non può crescere perchè in ogni settore della vita nazionale prevalgono la conservazione e il pessimismo. Non ci vuole un genio per capire che senza figli il futuro di un popolo volge al peggio.

Eppure, si parla solo e sempre di finanze, Borse, Spread, Bot, mai o quasi mai di problemi della famiglia, matrimoni, divorzi, separazioni, aborti. Nei giornali si trovano più notizie sugli assurdi “matrimoni gay” dopo la legge di Zapatero (in Spagna sono stati 67!) che non delle “famiglie con molti figli” che riescono a tirare avanti con la solidarietà popolare anche in questa disastrosa situazione in cui tutti ci troviamo. Si veda il sito: www.famiglienumerose.org.

Ecco un volumetto contro corrente: Lorenzo Bertocchi, Dio e Famiglia (Fede e Cultura, Verona 2012, pp. 126).

Poche pagine ma incisive, a partire dalla Prefazione di mons. Luigi Negri, Vescovo di San Marino-Montefeltro, dove si legge: “Nella società di oggi non c’è più posto per la Famiglia, come non c’è più posto per la Chiesa.

Perché?… La famiglia rende presente un mondo che la mentalità di oggi non riesce più a sopportare. Nel mondo d’oggi domina la cultura della morte… che vuol dire cultura di una vita senza senso, dove l’uomo non ha ragioni per vivere, non è aiutato a scoprire la sua dignità… Perché la famiglia e la Chiesa mettono in crisi la società? Perché la nostra è una società di individui, ciascuno dei quali ha la convinzione di essere il centro del cosmo e della storia… La sua identità si realizza quanto più possiede. E tanto più possiede quanto più realizza il grande istinto che sostiene l’individuo in questa situazione sociale: l’istinto al suo benessere”.

Nelle due parti del libro, Lorenzo Bertocchi (classe 1973, sposato e padre di famiglia) dimostra quanto mons. Negri afferma nella prefazione.

Nella prima, Analisi di una dissoluzione, esamina come la famiglia tradizionale italiana sia giunta, per vari gradi , ad essere quasi un corpo estraneo nella società d’oggi. L’epicentro di questa lotta culturale e legislativa contro la famiglia, è la “rivoluzione sessuale” del Sessantotto e cita gli autori (erano i “profeti” di allora) i quali sostenevano che “la famiglia è quel sistema repressivo che più di ogni altro costringe la libertà sessuale della persona”; e ancora, “attraverso l’assoluta, illimitata libertà sessuale, l’uomo si libererà dalle nevrosi e diventerà pienamente capace di lavoro e di iniziativa”. E’ successo esattamente il contrario, ma nessuno oggi chiede scusa per i danni che ha causato alla società italiana.

Nella seconda parte, In casa di amici, Bertocchi prende in esame le sei coppie di coniugi che la Chiesa considera esemplari per come nasce e si sviluppa una famiglia cristiana. Le due coppie di Beati, i coniugi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi (beatificati nel 2001), Luigi e Zelia Martin, genitori di Santa Teresa di Lisieux (beatificati nel 2008); e i Servi di Dio Sergio e Domenica Bernardini, Settimio e Licia Manelli, Rosetta e Giovanni Gheddo, Ulisse e Lelia Amendolagine.

Queste sono, nei duemila anni di storia della Chiesa, le prime sei coppie in cammino verso la santità riconosciuta. L’Autore racconta brevemente gli aspetti fondamentali della loro vita: l’incontro e il fidanzamento, il matrimonio e il comune programma di vita, la preghiera in famiglia e la santificazione della festa, il lavoro e i figli: come si accolgono e come si educano trasmettendo la fede nella vita quotidiana. Infine, le vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa dei loro figli, la loro santa e serena morte. Questa carrellata su come le sei coppie di coniugi hanno vissuto i momenti importanti nella vita di ogni matrimonio dimostra come la famiglia cristiana, che vive fedelmente il Vangelo, è portatrice di unità, di pace, di speranza, di gioia, di impegno nel lavoro e nella società. Nulla è così profondamente umano come la morale evangelica.

ROMA, venerdì, 20 luglio 2012 (ZENIT.org)

«Famiglie in esilio. Ferite, ritrovate, riconciliate»

Per oltre vent’anni pastore di una grande città come Milano, il card. Carlo Maria Martini ha avuto numerose occasioni di contatto diretto con persone e famiglie. Incontrandole e ascoltandole, ha potuto incontrare e conoscere la varietà di situazioni familiari esistenti nel contesto di una società mutata nella coscienza degli ideali, dei valori e delle responsabilità, sia individuali che pubbliche, e di riflesso anche nella mentalità, nei comportamenti e negli stili di vita.

Anche la famiglia, per secoli struttura di riferimento del vivere sociale, è rimasta profondamente scossa in tutto questo rivolgimento di idee, costumi e prospettive. Il problema pastorale, di fronte a una situazione così problematica, emerge quindi con evidenza. Se poi, dalla famiglia nel suo complesso, si passa ai ragazzi e ai giovani, si delineano altri aspetti delle carenze e dei conflitti che agitano la famiglia d’oggi.

In questo libro il cardinale Martini, con le sue parole, ci ricorda che per essere e rimanere una famiglia cristiana, c’è un lungo percorso da compiere, nel bel mezzo dei problemi e delle sofferenze di cui è fatta la storia di ogni famiglia. Perché – come fa notare Giuliano Vigini nella Prefazione al volume, di cui anticipiamo alcuni stralci – non bisogna mai cedere alla tentazione che tutto sia perduto.

RIFLESSIONE: da Avvenire del 18 febbraio 2012  “Contro la «tentazione» della famiglia debole”