Si è concluso oggi a Cipro l’incontro Ccee-Comece su radici cristiane e coesione sociale
Una tre giorni di appuntamenti, dibattiti e spunti di riflessione: questo il seminario promosso a Cipro dalla Commissione “Caritas in veritate” del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (Ccee) e dedicato alla coesione sociale, giunto oggi al termine.
Riaffermato che “non è possibile un’Europa coesa che dimentichi le sue radici cristiane” si è ribadito che la “Chiesa può e deve inserirsi all’interno del dibattito sulla coesione sociale, anzi il suo contributo è fondamentale”.
Come ha sottolineato il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, presidente della Cei e vice-presidente del Ccee (insieme a mons. Józef Michalik, arcivescovo di Przemyśl-Polonia) “la Chiesa ha un grande messaggio per quanto concerne la questione sociale e la società in generale grazie alla dottrina sociale della Chiesa che è il compendio delle implicazioni a livello culturale, sociale, economico, politico, ma soprattutto antropologico del mistero di Cristo e del Vangelo”.
Ecco, quindi, che questo seminario, organizzato dal Ccee (www.ccee.org) e condiviso dalla Comece, la Commissione degli episcopati della Comunità europea (www.comece.org), ha inteso rispondere a questa esigenza. Le Chiese cattoliche europee, ha rilevato il cardinale Bagnasco, sentono “profonda la missione di mettersi a servizio dell’evangelizzazione, sapendo che dentro al Vangelo vi è l’elevazione di tutto l’uomo e, quindi, della società”.
Una cultura della diversità. Muovendo dal concetto di coesione sociale e richiamandosi alle parole delle Sacre Scritture,Andreas Pitsillides, docente di teologia e membro del Parlamento di Cipro, ha lanciato un messaggio importante a favore della multiculturalità. E come non affrontare un tema così importante proprio in questa terra? Cipro, rappresenta, infatti, un esempio per tutta l’Europa, perché “non si può parlare di coesione sociale se viene meno il concetto d’integrazione”. A tale scopo il teologo ha invocato un sempre maggior impegno da parte di tutti per creare una “cultura della diversità”. Al riguardo, ha aggiunto Pitsillides, “l’impegno e la missione della Chiesa cattolica nel promuovere la coesione sociale in Europa è fondamentale e per raggiungere questo obiettivo è importante comunicare con la gente, stando sempre al passo con le sfide di ogni epoca”. La parola è poi passata a Marios Mavrides, anche lui membro del Parlamento e docente associato all’Università europea di Cipro. Nel suo intervento, dal titolo “Costruire una società giusta: una prospettiva economica”, ha spiegato che, “nonostante i significativi passi in avanti per combattere le ingiustizie, la povertà e la disuguaglianza non sono ancora state debellate”. Concludendo il suo intervento ha poi aggiunto: “La costruzione di una società giusta non è facile e soprattutto non è un compito che può avere una fine, possiamo sempre puntare al meglio. Tuttavia, non riusciremo mai a raggiungere la perfezione”.
Una prospettiva integrale. A mons. Giampaolo Crepaldi, presidente della Commissione del Ccee promotrice del seminario, è toccato il compito di ripercorrere le tappe salienti di questa tre giorni. Con l’intervento “Verso una ‘road map’ per la commissione ‘Caritas in Veritate’”, mons. Crepaldi ha focalizzato l’attenzione su tre punti salienti emersi dall’incontro: l’identità degli organismi del Ccee e della Comece, l’uso della dottrina sociale della Chiesa e l’Europa. “Chiedo scusa – ha detto – se la ‘road map’ è fatta più di domande che di risposte, ma a me sembra che porre le domande giuste, sia una maniera corretta per iniziare a rispondere in maniera adeguata”. Mons. Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza e uno dei quattro vice-presidenti della Comece e presidente della Commissione sulle questioni sociali della stessa Comece, ha voluto mettere in rilievo le varie declinazioni emerse del concetto di coesione sociale. “A mio avviso – ha affermato mons. Ambrosio – questo tema va affrontato in una prospettiva integrale anche se è giusto, nel mantenere una visione d’insieme, distinguere le varie problematiche. Infine credo sia importante evidenziare la visione culturale e politica di tale concetto, richiamandoci anche ai padri fondatori dell’Europa”. Concludendo l’intervento e riallacciandosi alle tematiche sociali, mons. Ambrosio ha ricordato l’importante appuntamento delle seconde “Giornate sociali europee” che si terranno in Spagna, a Granada, il prossimo anno e che vedranno nuovamente il coinvolgimento del Ccee, della Comece e di tutte le Chiese europee.
Il grande dono. Un messaggio di speranza è stato, infine, lanciato dall’arcivescovo dei maroniti di Cipro, Youssef Soueif, il quale ha ricordato che l’Europa ha dovuto far fronte a numerose difficoltà. “La minaccia della crisi economica – ha detto – ci mette nuovamente a dura prova, ma le guerre, anche quelle economiche, si affrontano nello Spirito di Cristo, l’Unico in grado di trasformare le difficoltà in grazie e benedizioni”. Come ha ricordato, infatti, il cardinale Bagnasco: “L’Europa è il grembo originario del cristianesimo e non deve perdere questo grande dono”.
a cura di Nike Giurlani, inviata Sir Europa a Cipro