X Incontro Mondiale delle famiglie

(Roma, 22 – 26 giugno 2022)

Si svolgerà dal 22 al 26 giugno 2022 a Roma il X Incontro Mondiale delle Famiglie. L´evento, come sottolineato anche dal Santo Padre, si svolgerà in una forma inedita e multicentrica, con iniziative locali nelle diocesi di tutto il mondo, analoghe a quelle che contemporaneamente si svolgeranno a Roma.

Il programma:

programma-completo-it

Qui l’indirizzo per seguire le news:

(https://www.romefamily2022.com/it/)

Presentazione sezione CER: storia della catechesi il 12 maggio 2022 presso l’Università Pontificia Salesiana

La collana «CER – Catechetica, religione ed educazione» è curata dall’Istituto di Catechetica con l’obiettivo di contribuire alla riflessione scientifica nell’ambito della catechetica e della pedagogia religiosa. Al suo interno, è di particolare rilevanza la sezione storica, composta da quattro volumi che presentano l’evoluzione della catechesi dalle origini ai giorni nostri. Per la completezza e attendibilità dei dati riportati si pone come una produzione di livello assoluto nel panorama internazionale. La presentazione dei volumi avverrà giovedì 12 maggio dalle 15 alle 17 nella Sala Juan Vecchi dell’Università Pontificia Salesiana.

 

locandina evento

 

Alleghiamo il link dell’evento per chi, non potendo essere presente fisicamente, volesse seguire la presentazione on line:

https://us02web.zoom.us/j/83071243439?pwd=Vkc3YkpwYTdjL1k1Vm5JWkpLRmhZdz09

 

ID riunione: 830 7124 3439

Passcode: 904204

Itinerari educativi per il XXI secolo

Dal 15 ottobre 2021 al 18 marzo 2022, AGESC Piemonte e ANPE- Associazione Nazionale Pedagogisti italiani promuovono un ciclo di incontri dal titolo: Itinerari Educativi per una nuova grammatica pedagogica nel XXI secolo.

Tutti gli incontri si svolgeranno sulla piattaforma Zoom di Agesc Piemonte. Questo il calendario degli appuntamenti.

Venerdì 15 ottobre 2021, ore 18 – Ripensare L’educazione nel XXI secolo. L’educazione nelle comunità locali. Relatore: dott. Paolo Usellini.

Venerdì 19 novembre 2021, ore 18 – Ho una caratteristica in più: come affrontare i disturbi dell’apprendimento. Relatrice: dott.ssa Caterina Amariti.

Venerdì 14 gennaio 2022, ore 18 – Vietato entrare: la sfida educativa di mamma e papà. La relazione con i bambini. Relatrice: dott.ssa Stefania Mandaliti.

Giovedì 17 febbraio 2022, ore 18 – Vietato entrare: la sfida educativa di mamma e papà. La relazione con gli adolescenti e i giovani adulti. Relatrice: dott.ssa Nicoletta Vaccamorta.

Venerdì 18 marzo 2022, ore 18 – #connettilatesta. Crescere consapevolmente nell’era digitale. Relatrice: dott.ssa Maria Teresa Cairo.

 

“Offrire antidoti di speranza e alleanze educative”

Il messaggio del Consiglio nazionale Fidae riunito a Trento: le scuole cattoliche laboratori di futuro e di cittadinanza
31 Agosto 2021

“#insiemefuturiamo perché le scuole cattoliche, per vocazione”, sono chiamate a “offrire antidoti di speranza”, si legge ancora nel Manifesto approvato oggi dalla Fidae, a conclusione del Consiglio nazionale a Trento (27-30 agosto). “Futureremo”, prosegue il documento, se “costruiremo laboratori di futuro” ascoltando “i linguaggi dei giovani, dei loro genitori, prestando attenzione a tutto ciò che può aiutare gli attori della scuola a diventare onesti e responsabili cittadini del villaggio globale”.

Ma occorrerà anche rigenerare “la qualità della cura educativa privilegiando il dialogo con le famiglie dei nostri allievi, perché all’eccellenza e all’affidabilità delle nostre proposte educative corrisponda la condivisione di tutta la comunità educante”, e creare “alleanze per un coinvolgimento di tutti in un ampio villaggio dell’educazione che cambi il mondo continuando a costruire reti a livello provinciale, regionale, nazionale affinché gli adulti, prendendo coscienza della singolarità della fase della loro vita, possano essere testimoni qualificati, delle pietre miliari che sempre risplendono nella costruzione della civiltà umana”.

Nonostante le difficoltà del tempo presente, “anche in relazione a una non sempre reale comprensione della legge della parità”, fare scuola si traduce, per gli estensori del Manifesto, in 3 P: “Patto globale (formazione per l’insegnamento dell’educazione civica; educazione al volontariato, educazione ambientale, pastorale scolastica nella scuola); progettare insieme il futuro (outdoor education; leadership condivisa, sistemi didattici innovativi, erasmus plus, avanguardia educativa); prendersi cura (inclusione, peer education, scuola come luogo di felicità)”.

Leggi anche:

https://www.agensir.it/quotidiano/2021/8/30/scuole-cattoliche-fidae-spirito-di-comunione-stile-di-cura-della-persona-orientamento-alla-trascendenza-humus-della-civilta-dellamore/

https://www.agensir.it/quotidiano/2021/8/30/scuola-kaladich-fidae-ripartiamo-dal-patto-globale-per-prenderci-cura-e-progettare-insieme-il-futuro/

Sir, 30 agosto 2021

(foto da vita trentina.it)

Una pagina che evangelizza e che coltiva le relazioni

Siamo lieti di dar spazio alla notizia di una  ex allieva che ha conseguito la licenza nel nostro curricolo di licenza di “Educazione e religione”.

 

Il 6 giugno scorso suor Daniela Sanguigni ha conseguito la licenza all’Università Pontificia Salesiana (Istituto di Catechetica – Facoltà di Scienze dell’educazione) con la tesi “La Parola di Dio in Rete. Valutazione empirico-critica della pagina Facebook Parole di Vita – Una Parola al giorno”.

Lo ha annunciato sul proprio profilo e sulla pagina oggetto della tesi, di cui è amministratrice per conto della sua famiglia religiosa, l’Istituto Figlie dell’Oratorio. Questa pagina Facebook ( bit.ly/35bu1oy ), nata il 16 febbraio 2020, presto allargatasi a Instagram e WhatsApp e recentemente emigrata anche su TikTok e Twitter, pubblica ogni giorno un versetto scelto dalle letture (prevalentemente Salmi e Vangeli) del calendario liturgico, abbinato a immagini belle e cercate con cura; gli utenti sono invitati a postare dei commenti.

I follower complessivi sono oltre 2mila, 160 dei quali hanno risposto, nei mesi scorsi, a un dettagliato questionario. Sono le loro risposte, classificate ed elaborate accuratamente, a rappresentare uno dei pezzi forti, ma non l’unico, della tesi. Infatti, avendo potuto darle uno sguardo, ho appreso quanta riflessione, quanta competenza digitale, quanta sensibilità ecclesiale si celino dietro a un’iniziativa apparentemente così semplice. E ho colto quanto sia avvertita dall’amministratrice e dal suo istituto la preoccupazione che essa sia strumento di evangelizzazione. Che, come una vera “missione digitale”, sia capace di trarre frutto dalle potenzialità della Rete; che consenta di stabilire delle relazioni e non sia solo uno strumento di comunicazione da uno a molti o, peggio, un acchiappaclick; che grazie a tali relazioni la Chiesa risulti credibile. A questa preoccupazione la ricerca svolta da suor Sanguigni ha portato conforto: la pagina è percepita dai suoi follower come un servizio alla Parola di Dio, che evangelizza ed educa alla fede; ma anche come un luogo di accoglienza, ascolto, comprensione, accettazione. Ovvero: anche in Rete, quando si fanno le cose per bene, i risultati si vedono.

Guido Mocellin

domenica 13 giugno 2021

La pastorale universitaria: un ebook da scaricare

Un quaderno in formato pdf sul ruolo dell’Università nella società odierna, l’impegno della Chiesa negli atenei e le collaborazioni possibili

“La pastorale universitaria. Interventi, schede e documenti” è il titolo dell’ebook che continua la serie dei Notiziari/Quaderni curati dall’Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università, dopo quelli dedicati all’Alternanza scuola lavoro e alle alleanze educative.

Il testo raccoglie alcuni contributi che, negli anni recenti, hanno contrassegnato il cammino della pastorale universitaria a livello nazionale. Si tratta di interventi pubblici, relazioni ai convegni, schede di lavoro su temi particolari, che appare utile raccogliere e mettere a disposizione. L’intento è quello di rilanciare l’attenzione della Chiesa nei confronti dell’Università, un servizio che consiste nell’impegno culturale, nell’accompagnamento delle persone che operano nel mondo accademico, nella promozione di dialogo e collaborazione a vantaggio di tutti, nell’ottica del bene comune e del “patto educativo” chiesto dal Papa e sai Vescovi italiani. Di seguito, l’indice del testo.

Ernesto Diaco – Presentazione

 

GLI INTERVENTI

Mons. Stefano Russo – L’Università di domani: valori, prospettive, responsabilità

Mons. Pierantonio Tremolada – Una nuova attenzione pastorale per l’Università

Mons. Claudio Giuliodori – Accompagnare i giovani sulle vie di Dio

Don Rossano Sala – I giovani, la fede e il discernimento vocazionale. Prospettive per la pastorale universitaria

Paola Bignardi – I giovani, la fede, il futuro. Esercizi di discernimento nel tempo della pandemia

Don Angelo Maffeis – Giovanni Battista Montini e la pastorale universitaria

 

LE SCHEDE

Don Marco Cianci – Pastorale universitaria e Chiesa locale

Don Luca Peyron – Pastorale universitaria, Atenei, Istituzioni e territorio

p. Giulio Parnofiello – Spiritualità e discernimento nella pastorale universitaria

 

I DOCUMENTI

Conferenza Episcopale Italiana – Conferenza dei Rettori delle Università Italiane – Manifesto per l’Università

CEI – Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università – Lettera agli studenti universitari

DIOCESI DI ASTI – POLO UNIVERSITARIO ASTISS – Convenzione

 

In allegato il testo in formato pdf

«Vieni e vedi» (Gv 1,46). Comunicare incontrando le persone dove e come sono

Il testo del Messaggio del Santo Padre per la 55ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che quest’anno si è celebrato, in molti Paesi, il 16 maggio, Solennità dell’Ascensione del Signore.

SCARICA IL MANIFESTO DI QUEST’ANNO

 

«Vieni e vedi» (Gv 1,46). Comunicare incontrando le persone dove e come sono

Cari fratelli e sorelle,
l’invito a “venire e vedere”, che accompagna i primi emozionanti incontri di Gesù con i discepoli, è anche il metodo di ogni autentica comunicazione umana. Per poter raccontare la verità della vita che si fa storia (cfr Messaggio per la 54ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, 24 gennaio 2020) è necessario uscire dalla comoda presunzione del “già saputo” e mettersi in movimento, andare a vedere, stare con le persone, ascoltarle, raccogliere le suggestioni della realtà, che sempre ci sorprenderà in qualche suo aspetto. «Apri con stupore gli occhi a ciò che vedrai, e lascia le tue mani riempirsi della freschezza della linfa, in modo che gli altri, quando ti leggeranno, toccheranno con mano il miracolo palpitante della vita», consigliava il Beato Manuel Lozano ai suoi colleghi giornalisti. Desidero quindi dedicare il Messaggio, quest’anno, alla chiamata a “venire e vedere”, come suggerimento per ogni espressione comunicativa che voglia essere limpida e onesta: nella redazione di un giornale come nel mondo del web, nella predicazione ordinaria della Chiesa come nella comunicazione politica o sociale. “Vieni e vedi” è il modo con cui la fede cristiana si è comunicata, a partire da quei primi incontri sulle rive del fiume Giordano e del lago di Galilea.

Consumare le suole delle scarpe
Pensiamo al grande tema dell’informazione. Voci attente lamentano da tempo il rischio di un appiattimento in “giornali fotocopia” o in notiziari tv e radio e siti web sostanzialmente uguali, dove il genere dell’inchiesta e del reportage perdono spazio e qualità a vantaggio di una informazione
preconfezionata, “di palazzo”, autoreferenziale, che sempre meno riesce a intercettare la verità delle cose e la vita concreta delle persone, e non sa più cogliere né i fenomeni sociali più gravi né le energie positive che si sprigionano dalla base della società. La crisi dell’editoria rischia di portare a un’informazione costruita nelle redazioni, davanti al computer, ai terminali delle agenzie, sulle reti sociali, senza mai uscire per strada, senza più “consumare le suole delle scarpe”, senza incontrare persone per cercare storie o verificare de visu certe situazioni. Se non ci apriamo all’incontro, rimaniamo spettatori esterni, nonostante le innovazioni tecnologiche che hanno la capacità di metterci davanti a una realtà aumentata nella quale ci sembra di essere immersi. Ogni strumento è utile e prezioso solo se ci spinge ad andare e vedere cose che altrimenti non sapremmo, se mette in rete conoscenze che altrimenti non circolerebbero, se permette incontri che altrimenti non avverrebbero.

Quei dettagli di cronaca nel Vangelo
Ai primi discepoli che vogliono conoscerlo, dopo il battesimo nel fiume Giordano, Gesù risponde: «Venite e vedrete» (Gv 1,39), invitandoli ad abitare la relazione con Lui. Oltre mezzo secolo dopo, quando Giovanni, molto anziano, redige il suo Vangelo, ricorda alcuni dettagli “di cronaca” che rivelano la sua presenza nel luogo e l’impatto che quell’esperienza ha avuto nella sua vita: «Era circa l’ora decima», annota, cioè le quattro del pomeriggio (cfr v. 39). Il giorno dopo – racconta ancora Giovanni – Filippo comunica a Natanaele l’incontro con il Messia. Il suo amico è scettico: «Da Nazaret può venire qualcosa di buono?». Filippo non cerca di convincerlo con ragionamenti: «Vieni e vedi», gli dice (cfr vv. 45-46). Natanaele va e vede, e da quel momento la sua vita cambia.
La fede cristiana inizia così. E si comunica così: come una conoscenza diretta, nata dall’esperienza, non per sentito dire. «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito», dice la gente alla Samaritana, dopo che Gesù si era fermato nel loro villaggio (cfr Gv 4,39-42). Il “vieni e vedi” è il metodo più semplice per conoscere una realtà. È la verifica più onesta di ogni annuncio, perché per conoscere bisogna incontrare, permettere che colui che ho di fronte mi parli, lasciare che la sua testimonianza mi raggiunga.

Grazie al coraggio di tanti giornalisti
Anche il giornalismo, come racconto della realtà, richiede la capacità di andare laddove nessuno va: un muoversi e un desiderio di vedere. Una curiosità, un’apertura, una passione. Dobbiamo dire grazie al coraggio e all’impegno di tanti professionisti – giornalisti, cineoperatori, montatori, registi che spesso lavorano correndo grandi rischi – se oggi conosciamo, ad esempio, la condizione difficile delle minoranze perseguitate in varie parti del mondo; se molti soprusi e ingiustizie contro i poveri e contro il creato sono stati denunciati; se tante guerre dimenticate sono state raccontate. Sarebbe una perdita non solo per l’informazione, ma per tutta la società e per la democrazia se queste voci venissero meno: un impoverimento per la nostra umanità.
Numerose realtà del pianeta, ancor più in questo tempo di pandemia, rivolgono al mondo della comunicazione l’invito a “venire e vedere”. C’è il rischio di raccontare la pandemia, e così ogni crisi, solo con gli occhi del mondo più ricco, di tenere una “doppia contabilità”. Pensiamo alla questione dei vaccini, come delle cure mediche in genere, al rischio di esclusione delle popolazioni più indigenti. Chi ci racconterà l’attesa di guarigione nei villaggi più poveri dell’Asia, dell’America Latina e dell’Africa? Così le differenze sociali ed economiche a livello planetario rischiano di segnare l’ordine della distribuzione dei vaccini anti-Covid. Con i poveri sempre ultimi e il diritto alla salute per tutti, affermato in linea di principio, svuotato della sua reale valenza. Ma anche nel mondo dei più fortunati il dramma sociale delle famiglie scivolate rapidamente nella povertà resta in gran parte nascosto: feriscono e non fanno troppa notizia le persone che, vincendo la vergogna, fanno la fila davanti ai centri Caritas per ricevere un pacco di viveri.

Opportunità e insidie nel web
La rete, con le sue innumerevoli espressioni social, può moltiplicare la capacità di racconto e di condivisione: tanti occhi in più aperti sul mondo, un flusso continuo di immagini e testimonianze.
La tecnologia digitale ci dà la possibilità di una informazione di prima mano e tempestiva, a volte molto utile: pensiamo a certe emergenze in occasione delle quali le prime notizie e anche le prime comunicazioni di servizio alle popolazioni viaggiano proprio sul web. È uno strumento formidabile, che ci responsabilizza tutti come utenti e come fruitori. Potenzialmente tutti possiamo diventare testimoni di eventi che altrimenti sarebbero trascurati dai media tradizionali, dare un nostro contributo civile, far emergere più storie, anche positive. Grazie alla rete abbiamo la possibilità di raccontare ciò che vediamo, ciò che accade sotto i nostri occhi, di condividere testimonianze.
Ma sono diventati evidenti a tutti, ormai, anche i rischi di una comunicazione social priva di verifiche. Abbiamo appreso già da tempo come le notizie e persino le immagini siano facilmente manipolabili, per mille motivi, a volte anche solo per banale narcisismo. Tale consapevolezza critica spinge non a demonizzare lo strumento, ma a una maggiore capacità di discernimento e a un più maturo senso di responsabilità, sia quando si diffondono sia quando si ricevono contenuti. Tutti siamo responsabili della comunicazione che facciamo, delle informazioni che diamo, del controllo che insieme possiamo esercitare sulle notizie false, smascherandole. Tutti siamo chiamati a essere testimoni della verità: ad andare, vedere e condividere.

Nulla sostituisce il vedere di persona
Nella comunicazione nulla può mai completamente sostituire il vedere di persona. Alcune cose si possono imparare solo facendone esperienza. Non si comunica, infatti, solo con le parole, ma con gli occhi, con il tono della voce, con i gesti. La forte attrattiva di Gesù su chi lo incontrava dipendeva dalla verità della sua predicazione, ma l’efficacia di ciò che diceva era inscindibile dal suo sguardo, dai suoi atteggiamenti e persino dai suoi silenzi. I discepoli non solamente ascoltavano le sue parole, lo guardavano parlare. Infatti in Lui – il Logos incarnato – la Parola si è fatta Volto, il Dio invisibile si è lasciato vedere, sentire e toccare, come scrive lo stesso Giovanni (cfr 1 Gv 1,1-3). La parola è efficace solo se si “vede”, solo se ti coinvolge in un’esperienza, in un dialogo. Per questo motivo il “vieni e vedi” era ed è essenziale.
Pensiamo a quanta eloquenza vuota abbonda anche nel nostro tempo, in ogni ambito della vita pubblica, nel commercio come nella politica. «Sa parlare all’infinito e non dir nulla. Le sue ragioni sono due chicchi di frumento in due staia di pula. Si deve cercare tutto il giorno per trovarli e, quando si son trovati, non valgono la pena della ricerca». Le sferzanti parole del drammaturgo inglese valgono anche per noi comunicatori cristiani. La buona novella del Vangelo si è diffusa nel mondo grazie a incontri da persona a persona, da cuore a cuore. Uomini e donne che hanno accettato lo stesso invito: “Vieni e vedi”, e sono rimaste colpite da un “di più” di umanità che traspariva nello sguardo, nella parola e nei gesti di persone che testimoniavano Gesù Cristo. Tutti gli strumenti sono importanti, e quel grande comunicatore che si chiamava Paolo di Tarso si sarebbe certamente servito della posta elettronica e dei messaggi social; ma furono la sua fede, la sua speranza e la sua carità a impressionare i contemporanei che lo sentirono predicare ed ebbero la fortuna di passare del tempo con lui, di vederlo durante un’assemblea o in un colloquio individuale. Verificavano, vedendolo in azione nei luoghi dove si trovava, quanto vero e fruttuoso per la vita fosse l’annuncio di salvezza di cui era per grazia di Dio portatore. E anche laddove questo collaboratore di Dio non poteva essere incontrato in persona, il suo modo di vivere in Cristo era testimoniato dai discepoli che inviava (cfr 1 Cor 4,17).
«Nelle nostre mani ci sono i libri, nei nostri occhi i fatti», affermava Sant’Agostino, esortando a riscontrare nella realtà il verificarsi delle profezie presenti nelle Sacre Scritture. Così il Vangelo riaccade oggi, ogni qual volta riceviamo la testimonianza limpida di persone la cui vita è stata cambiata dall’incontro con Gesù. Da più di duemila anni è una catena di incontri a comunicare il fascino dell’avventura cristiana. La sfida che ci attende è dunque quella di comunicare incontrando le persone dove e come sono.

Signore, insegnaci a uscire dai noi stessi,
e a incamminarci alla ricerca della verità.
Insegnaci ad andare e vedere,
insegnaci ad ascoltare,
a non coltivare pregiudizi,
a non trarre conclusioni affrettate.
Insegnaci ad andare là dove nessuno vuole andare,
a prenderci il tempo per capire,
a porre attenzione all’essenziale,
a non farci distrarre dal superfluo,
a distinguere l’apparenza ingannevole dalla verità.
Donaci la grazia di riconoscere le tue dimore nel mondo
e l’onestà di raccontare ciò che abbiamo visto.

Roma, San Giovanni in Laterano, 23 gennaio 2021, Vigilia della Memoria di San Francesco di Sales.

La famiglia e la persona con disabilità durante il covid-19

Condividiamo la locandina contenente il programma del Webinar “La famiglia e la persona con disabilità durante il covid-19”, in programma mercoledì 19 maggio 2021 dalle ore 17:00 alle ore 19:00, il quarto della serie di webinar organizzati da questo Servizio dal titolo “Una Crisi da non sprecare”.

Il webinar, organizzato in collaborazione con l’Ufficio Nazionale per la pastorale della famiglia della CEI e nel quale interverranno famiglie disabili, famiglie con figli con disabilità, case famiglie, reti associative etc., verrà trasmesso, come il precedente, in diretta sul canale YouTube della Conferenza Episcopale Italiana (https://www.youtube.com/ChiesaCattolicaItaliana) e, oltre ad essere accessibile in Lingua dei Segni con interprete in video, disporrà anche del servizio di sottotitolazione.

Per poter intervenire durante la diretta: SMS o WhatsApp al numero 342 1215390.

 

locandina-programma-Webinar-Disabilità-19.05.2021