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Potenzialità e limiti nel “dire Dio” oggi in Italia e oltre… L’apporto delle scienze e le provocazioni per il sapere teologico

Cecilia Costa*

SOMMARIO
L’articolo presenta una riflessione articolata e documentata sulle provocazioni e sulle sollecitazioni che le scienze sociali possono offrire alle altre scienze, in particolare alle scienze teologiche e alla catechetica. L’osservazione attenta dei fenomeni sociali, senza estromettere quelli che riguardano la dimensione religiosa dell’uomo e “Dio” nella percezione che l’individuo e la società di fatto elaborano, risulta imprescindibile per cogliere il senso della realtà e della storia che viviamo. A sua volta, in un contesto pluralistico e complesso che spinge alla transdisciplinarità, le scienze sociali possono ricevere degli apporti dalle altre scienze, accogliendo l’invito a interessarsi di temi di confine come la lettura del “religioso” e il “dire Dio oggi”, senza preclusioni ideologiche, senza venir meno al doveroso tenore di onestà intellettuale.

 

SCARICA NUMERO:

C&E 7(2) – 02. Costa

 

► PAROLE CHIAVE
Dio; Interdisciplinarità; Religiosità; Scienze sociali; Teologia.

 

 

Cecilia Costa è Ordinario di Sociologia dei processi culturali presso il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Roma Tre

 

 

 

ACCEDI ALLA RIVISTA ONLINE nella sezione “CATECHETICA ED EDUCAZIONE”

“Dire Dio” ai margini della vita e in un tempo di incertezze”

Vaticano – Pubblicato il tema della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2023

(ANS – Città del Vaticano) – Nella giornata di oggi, giovedì 29 settembre, è stato reso noto il tema che il Santo Padre Francesco ha scelto per la 57.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si celebrerà nel 2023: “Parlare col cuore: Veritatem facientes in caritate (Ef 4,15)”. Sempre oggi, sempre in tema, il Papa ha anche nominato alcuni nuovi Consultori del Dicastero per la Comunicazione, tra cui due salesiani: don Fabio Pasqualetti, Decano della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana (UPS) di Roma; e don George Plathottam, Segretario Esecutivo dell’Ufficio di Comunicazione Sociale della Federazione delle Conferenze Episcopali dell’Asia, con sede a Manila.

Papa Francesco: “Parlare col cuore” è il tema del messaggio per la Giornata per le comunicazioni sociali

 

“Parlare col cuore: Veritatem facientes in caritate (Ef 4,15)”. È il tema del Messaggio del Papa per la 27ª Giornata mondiale per le comunicazioni sociali. Ne dà notizia la Sala Stampa della Santa Sede, precisando che che il tema di quest’anno si collega idealmente a quello del 2022, “Ascoltare con l’orecchio del cuore”, e vuole inserirsi in particolare nel cammino che condurrà tutta la Chiesa alla celebrazione del Sinodo di ottobre 2023. “Parlare con il cuore – si legge nel comunicato – significa ‘rendere ragione della speranza che è in noi” (cfr 1Pt 3,14-17) e farlo con mitezza, utilizzando il dono della comunicazione come un ponte e non come un muro. In un tempo contraddistinto – anche nella vita ecclesiale – da polarizzazioni e dibattiti esasperati che esacerbano gli animi, siamo invitati ad andare controcorrente”. “Non dobbiamo temere di affermare la verità, a volte scomoda, che trova il suo fondamento nel Vangelo ma non dobbiamo disgiungere questo annuncio da uno stile di misericordia, di sincera partecipazione alle gioie e alle sofferenze dell’uomo del nostro tempo, come ci insegna in modo sublime la pagina evangelica che narra il dialogo tra il misterioso Viandante e i discepoli di Emmaus”, si legge ancora nella nota. “Oggi, nel drammatico contesto di conflitto globale che stiamo vivendo, è quanto mai necessario l’affermarsi di una comunicazione non ostile”, l’appello: “Una comunicazione aperta al dialogo con l’altro, che favorisca un ‘disarmo integrale’, che si adoperi a smontare ‘la psicosi bellica’ che si annida nei nostri cuori, come profeticamente esortava San Giovanni XXIII, 60 anni fa nella Pacem in Terris. È uno sforzo che è richiesto a tutti, ma in particolare agli operatori della comunicazione chiamati a svolgere la propria professione come una missione per costruire un futuro più giusto, più fraterno, più umano”.

SIR

Economy of Francesco: i giovani, l’economia e la pace

 I popoli possono guidare le nazioni per superare i conflitti. Lo sottolinea Martina Pignatti, direttrice dei programmi di cooperazione di “Un Ponte Per”, ripercorrendo alcune riflessioni emerse durate i lavori di Economy of Francesco
Vatican News – pubblicato il 24/09/22

Amedeo Lomonaco – Assisi

 

Un processo, un cantiere di speranza e un laboratorio di pace. Così si può declinare Economy of Francesco, l’evento voluto dal Papa che in questa terza edizione, la prima in presenza, ha portato ad Assisi circa 1000 giovani economisti e imprenditori provenienti da 120 Paesi. Il tema della pace, in particolare, è stato al centro di vari incontri e dibattiti. Martina Pignatti, direttrice dei programmi di cooperazione della Ong “Un Ponte Per” sottolinea che “l’economia capitalista sta finanziando moltissimo l’industria militare e coloro che traggono profitto dalla guerra”.

 

Ad Assisi uno dei temi cruciali al centro di tavole rotonde e incontri è quello della pace. Come si può coniugare il tema della pace con una nuova visione dell’economia?

Ne parlavo con dei giovani economisti sudamericani e convenivamo sul fatto che la guerra è il risultato di un fallimento nel coordinamento anche degli attori: si pensa che gli attori economici dovrebbero pensare a quello che risulta conveniente per loro. Spesso cooperare, fidandosi gli uni degli altri, è il modo migliore per fare il proprio interesse personale. Quando non c’è l’intuizione che la nostra interdipendenza e la nostra fiducia reciproca possono promuovere il nostro interesse, allora scoppiano i conflitti. E purtroppo l’economia capitalista, in questo momento, sta finanziando moltissimo l’industria militare e coloro che traggono profitto proprio dalla guerra. E che quindi sottraggono risorse alle spese sociali e a tutto quello che potrebbe aiutarci a salvare noi stessi e il pianeta.

 

Tante volte Papa Francesco ha denunciato le sproporzioni della spesa militare…

Noi abbiamo proposto degli esempi molto pratici in questo caso: a luglio ero a Kiev, in Ucraina, a parlare con insegnanti, istituti per la pace e centri giovanili che lavorano sulla coesione sociale nel Paese. Un impegno per il dialogo e la comprensione tra chi parla russo e chi parla ucraino per far in modo che il tessuto sociale ucraino non venga smembrato dalla guerra. E che si mantenga uno spazio per gli obiettori di coscienza, uno spazio per la diversità, per la coesione sociale tra comunità ospitanti e sfollati interni. Questo non lo finanzia nessuno. Oltre ai miliardi spesi in armamenti e i milioni, troppo pochi, investiti in aiuti umanitari non ci sono fondi per chi è impegnato in un lavoro di pace. D’altra parte, neanche i pacifisti russi che stanno manifestando nelle strade e che vengono incarcerati, ricevono particolare sostegno dalla comunità internazionale. Per loro si deve costruire una economia di pace che costruisca relazioni diverse tra i popoli. E che aiutino i popoli a calcolare i sogni di pace, i ritorni anche economici dal lavoro di pace. Credo che per questo sia molto importante oggi riflettere sulle relazioni tra guerre e peace building.

 

A proposito di sogni di pace, c’è una storia di speranza in particolare che riecheggia anche qui ad Assisi?

Abbiamo parlato, nelle sessioni iniziali, molto di Iraq. Una ragazza irachena, Fatima, ci ha raccontato la sua esperienza. Quello che abbiamo visto in un Paese come questo – dove si sente parlare solo di conflitto armato e di milizie – è che quando diamo a persone che sono state vittime di una ideologia profondamente violenta, nel momento in cui vedono una alternativa e vengono invitate ad una iniziativa di pace, riescono a condividere ad esempio un pasto con persone di etnie diverse, in pochissimo tempo possono cambiare la loro visione del mondo. Abbiamo visto che programmi di peace building, nelle zone appena liberate dalla presenza del cosiddetto stato islamico, cambiano la prospettiva e la visione di queste persone. Ovviamente, succede molto più facilmente con i giovani. Bisogna avere fiducia sul fatto che promuovere processi di pace dal basso, in queste comunità, può portare anche una trasformazione politica di alto livello. Ricordiamoci che questo movimento per la pace è riuscito a convincere l’assemblea generale dell’Onu ad approvare un Trattato per l’abolizione delle armi nucleari. Quindi i popoli possono guidare le nazioni nella costruzione della pace. Dobbiamo continuare a crederci.

 

Il Papa: la famiglia sotto attacco, ideologie di vario tipo saccheggiano i valori umani

Francesco riceve i padri di Schönstatt in occasione del Capitolo generale e li esorta a dare risposte alle preoccupazioni degli uomini e donne del nostro tempo: “Molti matrimoni in crisi, giovani tentati, anziani dimenticati, bambini sofferenti… farsi portatori di speranza e aprire nuove strade”. Il saluto al nuovo superiore Awi Mello

Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano

Nelle “situazioni buie” di oggi, tra “matrimoni in crisi, giovani tentati, anziani dimenticati, bambini sofferenti”, mentre la famiglia è sotto attacco e “colonizzazioni ideologiche” tentano di “saccheggiare selvaggiamente” gli stessi valori umani, bisogna farsi portatori di speranza. Papa Francesco riceve i padri della comunità di Schönstatt, movimento mariano cattolico nato in Germania nel 1914, in occasione del Capitolo generale, e chiede loro di dare una risposta alle fatiche e inquietudini della gente.

Il saluto al nuovo superiore generale

Prima del discorso, interamente in spagnolo, il Papa saluta il nuovo superiore generale, padre Alexandre Awi Mello, eletto il 21 agosto scorso. Per cinque anni il religioso brasiliano è stato segretario del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita. Un servizio per il quale Francesco esprime la propria gratitudine: “È stato il mio segretario ad Aparecida, poi la mia guida a Rio de Janeiro, quindi il mio segretario qui. Grazie, per la sua collaborazione in questi anni in comunione con il Successore di Pietro, a beneficio di tutta la Chiesa. Le auguro un ministero fruttuoso in questa nuova responsabilità che le è stata affidata”.

Portatori di speranza

Un grazie, Papa Francesco, lo rivolge anche all’intera comunità:

Voi, cari fratelli e sorelle, svolgete un bel servizio alla Chiesa e al mondo, soprattutto accompagnando le famiglie nelle varie vicende e vicissitudini che stanno attraversando, annunciando a tutti i suoi membri la bellezza dell’“Alleanza d’Amore” che il Signore ha stabilito con il suo popolo. Oggi ci sono molti matrimoni in crisi, giovani tentati, anziani dimenticati, bambini sofferenti. Siete portatori di un messaggio di speranza in queste situazioni buie che ogni fase della vita attraversa.

“Questo – aggiunge il Papa, distaccandosi dal testo scritto – procede un po’ di pari passo con questo saccheggio dei valori umani, un saccheggio che stanno facendo selvaggiamente le colonizzazioni ideologiche di ogni tipo”.

Distanze e ideologie

Sì, dice Francesco, “il mondo ci chiede sempre più spesso di dare risposte agli interrogativi e alle inquietudini degli uomini e delle donne del nostro tempo”. E una delle preoccupazioni più gravi riguarda la famiglia e la sua natura:

Vediamo spesso che la natura della famiglia è attaccata da diverse ideologie, che fanno vacillare le fondamenta che sostengono la personalità dell’essere umano e, in generale, tutta la società. Inoltre, in seno alle famiglie, in molte occasioni si constata una distanza di comprensione tra gli anziani e i giovani

Alleanza tra le generazioni

Il Pontefice ricorda il suo ciclo di catechesi nell’udienza generale del mercoledì per ribadire “l’alleanza tra le generazioni, cioè tra i più anziani e i più giovani, è ciò che può salvare l’umanità, perché in questo modo si conserva l’identità personale e familiare”. In famiglia “non si eredita solo un patrimonio genetico o un cognome, ma anche e soprattutto si eredita la saggezza di ciò che significa essere umano, secondo il progetto di Dio”.

Il mistero della nostra redenzione è quindi intimamente legato anche all’esperienza dell’amore nelle famiglie. E non dimentichiamo che in ultima analisi la fede si trasmette sempre in ‘dialetto’ attraverso le famiglie, gli anziani, i nonni.  

L’esempio della Madonna

Il modello è la Sacra Famiglia, e soprattutto la Vergine Maria, “che si prende cura con amore tenero e impegnato di tutti i suoi figli e figlie, soprattutto dei più poveri, nel corpo e nello spirito”. I membri di Schönstatt  venerano con “grande amore” la Vergine con il titolo di “Madre Tre Volte Ammirabile”. “È un modello fondamentale per tutti, che spinge a creare ponti fondati sulla carità fraterna e sulla comunione dei beni con i più bisognosi”, sottolinea Francesco.

A braccio, racconta che sul suo comodino “è intronizzata la statuetta della Vergine, l’ha messa lì Alexandre (Mello, ndr), e dopo quindici giorni ha portato anche una corona per incoronarla. Ossia che ho tutta la cerimonia fatta della vostra ‘setta’”, dice, tra le risate dei presenti. “Così ogni volta che entro nella mia camera da letto è la prima cosa che vedo e devo ricordarmi di voi”.

Aprire nuove strade

Il Papa conclude infine con l’incoraggiamento ai membri di Schönstatt “ad andare avanti nei vostri apostolati, rinnovandovi sempre con la grazia dello Spirito Santo e mostrando coraggio per aprire cammini nuovi al servizio delle famiglie, per far risplendere la bellezza dell’Alleanza stabilita tra Dio e gli uomini, con la spiritualità e l’esperienza vissuta dei valori cristiani”.

 

articolo originale su Vatican News 01 settembre 2022

X Incontro Mondiale delle famiglie

(Roma, 22 – 26 giugno 2022)

Si svolgerà dal 22 al 26 giugno 2022 a Roma il X Incontro Mondiale delle Famiglie. L´evento, come sottolineato anche dal Santo Padre, si svolgerà in una forma inedita e multicentrica, con iniziative locali nelle diocesi di tutto il mondo, analoghe a quelle che contemporaneamente si svolgeranno a Roma.

Il programma:

programma-completo-it

Qui l’indirizzo per seguire le news:

(https://www.romefamily2022.com/it/)

Presentazione sezione CER: storia della catechesi il 12 maggio 2022 presso l’Università Pontificia Salesiana

La collana «CER – Catechetica, religione ed educazione» è curata dall’Istituto di Catechetica con l’obiettivo di contribuire alla riflessione scientifica nell’ambito della catechetica e della pedagogia religiosa. Al suo interno, è di particolare rilevanza la sezione storica, composta da quattro volumi che presentano l’evoluzione della catechesi dalle origini ai giorni nostri. Per la completezza e attendibilità dei dati riportati si pone come una produzione di livello assoluto nel panorama internazionale. La presentazione dei volumi avverrà giovedì 12 maggio dalle 15 alle 17 nella Sala Juan Vecchi dell’Università Pontificia Salesiana.

 

locandina evento

 

Alleghiamo il link dell’evento per chi, non potendo essere presente fisicamente, volesse seguire la presentazione on line:

https://us02web.zoom.us/j/83071243439?pwd=Vkc3YkpwYTdjL1k1Vm5JWkpLRmhZdz09

 

ID riunione: 830 7124 3439

Passcode: 904204

Itinerari educativi per il XXI secolo

Dal 15 ottobre 2021 al 18 marzo 2022, AGESC Piemonte e ANPE- Associazione Nazionale Pedagogisti italiani promuovono un ciclo di incontri dal titolo: Itinerari Educativi per una nuova grammatica pedagogica nel XXI secolo.

Tutti gli incontri si svolgeranno sulla piattaforma Zoom di Agesc Piemonte. Questo il calendario degli appuntamenti.

Venerdì 15 ottobre 2021, ore 18 – Ripensare L’educazione nel XXI secolo. L’educazione nelle comunità locali. Relatore: dott. Paolo Usellini.

Venerdì 19 novembre 2021, ore 18 – Ho una caratteristica in più: come affrontare i disturbi dell’apprendimento. Relatrice: dott.ssa Caterina Amariti.

Venerdì 14 gennaio 2022, ore 18 – Vietato entrare: la sfida educativa di mamma e papà. La relazione con i bambini. Relatrice: dott.ssa Stefania Mandaliti.

Giovedì 17 febbraio 2022, ore 18 – Vietato entrare: la sfida educativa di mamma e papà. La relazione con gli adolescenti e i giovani adulti. Relatrice: dott.ssa Nicoletta Vaccamorta.

Venerdì 18 marzo 2022, ore 18 – #connettilatesta. Crescere consapevolmente nell’era digitale. Relatrice: dott.ssa Maria Teresa Cairo.

 

“Offrire antidoti di speranza e alleanze educative”

Il messaggio del Consiglio nazionale Fidae riunito a Trento: le scuole cattoliche laboratori di futuro e di cittadinanza
31 Agosto 2021

“#insiemefuturiamo perché le scuole cattoliche, per vocazione”, sono chiamate a “offrire antidoti di speranza”, si legge ancora nel Manifesto approvato oggi dalla Fidae, a conclusione del Consiglio nazionale a Trento (27-30 agosto). “Futureremo”, prosegue il documento, se “costruiremo laboratori di futuro” ascoltando “i linguaggi dei giovani, dei loro genitori, prestando attenzione a tutto ciò che può aiutare gli attori della scuola a diventare onesti e responsabili cittadini del villaggio globale”.

Ma occorrerà anche rigenerare “la qualità della cura educativa privilegiando il dialogo con le famiglie dei nostri allievi, perché all’eccellenza e all’affidabilità delle nostre proposte educative corrisponda la condivisione di tutta la comunità educante”, e creare “alleanze per un coinvolgimento di tutti in un ampio villaggio dell’educazione che cambi il mondo continuando a costruire reti a livello provinciale, regionale, nazionale affinché gli adulti, prendendo coscienza della singolarità della fase della loro vita, possano essere testimoni qualificati, delle pietre miliari che sempre risplendono nella costruzione della civiltà umana”.

Nonostante le difficoltà del tempo presente, “anche in relazione a una non sempre reale comprensione della legge della parità”, fare scuola si traduce, per gli estensori del Manifesto, in 3 P: “Patto globale (formazione per l’insegnamento dell’educazione civica; educazione al volontariato, educazione ambientale, pastorale scolastica nella scuola); progettare insieme il futuro (outdoor education; leadership condivisa, sistemi didattici innovativi, erasmus plus, avanguardia educativa); prendersi cura (inclusione, peer education, scuola come luogo di felicità)”.

Leggi anche:

https://www.agensir.it/quotidiano/2021/8/30/scuole-cattoliche-fidae-spirito-di-comunione-stile-di-cura-della-persona-orientamento-alla-trascendenza-humus-della-civilta-dellamore/

https://www.agensir.it/quotidiano/2021/8/30/scuola-kaladich-fidae-ripartiamo-dal-patto-globale-per-prenderci-cura-e-progettare-insieme-il-futuro/

Sir, 30 agosto 2021

(foto da vita trentina.it)

Una pagina che evangelizza e che coltiva le relazioni

Siamo lieti di dar spazio alla notizia di una  ex allieva che ha conseguito la licenza nel nostro curricolo di licenza di “Educazione e religione”.

 

Il 6 giugno scorso suor Daniela Sanguigni ha conseguito la licenza all’Università Pontificia Salesiana (Istituto di Catechetica – Facoltà di Scienze dell’educazione) con la tesi “La Parola di Dio in Rete. Valutazione empirico-critica della pagina Facebook Parole di Vita – Una Parola al giorno”.

Lo ha annunciato sul proprio profilo e sulla pagina oggetto della tesi, di cui è amministratrice per conto della sua famiglia religiosa, l’Istituto Figlie dell’Oratorio. Questa pagina Facebook ( bit.ly/35bu1oy ), nata il 16 febbraio 2020, presto allargatasi a Instagram e WhatsApp e recentemente emigrata anche su TikTok e Twitter, pubblica ogni giorno un versetto scelto dalle letture (prevalentemente Salmi e Vangeli) del calendario liturgico, abbinato a immagini belle e cercate con cura; gli utenti sono invitati a postare dei commenti.

I follower complessivi sono oltre 2mila, 160 dei quali hanno risposto, nei mesi scorsi, a un dettagliato questionario. Sono le loro risposte, classificate ed elaborate accuratamente, a rappresentare uno dei pezzi forti, ma non l’unico, della tesi. Infatti, avendo potuto darle uno sguardo, ho appreso quanta riflessione, quanta competenza digitale, quanta sensibilità ecclesiale si celino dietro a un’iniziativa apparentemente così semplice. E ho colto quanto sia avvertita dall’amministratrice e dal suo istituto la preoccupazione che essa sia strumento di evangelizzazione. Che, come una vera “missione digitale”, sia capace di trarre frutto dalle potenzialità della Rete; che consenta di stabilire delle relazioni e non sia solo uno strumento di comunicazione da uno a molti o, peggio, un acchiappaclick; che grazie a tali relazioni la Chiesa risulti credibile. A questa preoccupazione la ricerca svolta da suor Sanguigni ha portato conforto: la pagina è percepita dai suoi follower come un servizio alla Parola di Dio, che evangelizza ed educa alla fede; ma anche come un luogo di accoglienza, ascolto, comprensione, accettazione. Ovvero: anche in Rete, quando si fanno le cose per bene, i risultati si vedono.

Guido Mocellin

domenica 13 giugno 2021