Processi educativi e traguardi di competenze

 

in questi ultimi anni nelle giornate di Studio IRC promosse dall’Istituto di Catechetica si è riflettuto su alcuni orientamenti culturali significativi per l’educazione religiosa, analizzando in particolare l’apprendimento, l’ermeneutica, il linguaggio religioso, l’etica nell’orizzonte del pluralismo culturale.…

Quest’anno la riflessione della giornata di studio verterà un tema di grande interesse ed attualità: Processi educativi e traguardi di competenze.

La giornata si realizzerà sabato 3 dicembre 2011 presso l’Università Pontificia Salesiana dalle 9.00 alle 18.00.

La giornata si svolge, secondo una consuetudine ormai convalidata al confronto e all’integrazione fra i partecipanti, valorizzando le diverse competenze. Vengono offerti brevi imputs iniziali sugli aspetti significativi del tema e si lascia  quindi aperta la conversazione al contributo di ciascuno.

Come premesse vengono prese la scelta educativa privilegiata dalla Facoltà e la traduzione in Pedagogia religiosa che ne ha fatto l’Istituto.

1. Si vogliono approfondire come temi:

– Gli Orientamenti della Cei per il Decennio 2010-2020.

– Le scelte privilegiate dall’Istituto nella Pedagogia religiosa

– Quali orientamenti? Quale integrazione?

2. Specificamente per l’IRC:

– L’Istituto ha una Pedagogia – Didattica caratterizzata?

– La Scuola e di conseguenza l’IRC si orientano ai traguardi di competenza…

– Identità e differenze da rilevare

– Possibili convergenze da promuovere

– Urgenze e problemi da evidenziare

3. Verso una sintesi orientativa

 

La partecipazione alla giornata è riservata  ad un numero ristretto di studiosi e propfessionisti della materia.

 

 

 

 

 

 

PROGRAMMA

 

9.00 Apertura della Giornata

– Preghiera

– Saluto delle Autorità

– Presentazione del Programma e Metodologia di lavoro

9.30:  Prof. Vincenzo Annicchiarico

– Gli Orientamenti Pastorali della Cei e ricaduta sull’IRC

10,00 – 11.00: Confronto libero dei partecipanti

11,00: Coffee break

11.30 – 12.00: Prof. Zelindo Trenti

Gli Orientamenti dell’Istituto di Catechetica per l’IRC

12.00 – 13.00: Confronto libero dei partecipanti

13.10:  Pranzo

14.30 – 15.00:  Prof. Sergio Cicatelli

I traguardi di competenza negli attuali Orientamenti della scuola

15.00 – 16.00: Confronto libero dei partecipanti

16.00 – 16.30: Prof. Cesare Bissoli

Le Indicazioni Nazionali e  traguardi di competenze per l’IRC

16.30 – 17.30: Confronto libero dei partecipanti

17.30:  Conclusioni orientative

La ricetta europea sulla scuola italiana

 

Tra le 39 domande rivolte lo scorso 8 novembre dalla Commissione Europea al Governo italiano su come verranno “concretamente tradotti in pratica” (locuzione ripetutamente usata) gli impegni assunti dal presidente Berlusconi nella lettera inviata alle autorità comunitarie di Bruxelles, e in quella sede apprezzati, quattro riguardano il sistema di istruzione. Sono le domande numero 13, 14, 15 e 16, raggruppate sotto la voce Human Capital. Eccole.

13) Come verranno ristrutturate le singole scuole (individual schools) con risultati insoddisfacenti nelle prove INVALSI?

14) Come intende il governo italiano valorizzare il ruolo degli insegnanti nelle singole scuole? Che tipo di incentivi saranno utilizzati a tal scopo?

15) Con quali specifiche misure il governo intende incrementare l’autonomia e la competizione tra università? Che cosa comporta in pratica l’espressione “più spazio di manovra sui costi delle iscrizioni universitarie”?

16) Per quanto riguarda la riforma dell’università quali sono i provvedimenti attuativi che ancora devono essere adottati?

Ma la parte più interessante del questionario, per così dire, inviato al governo italiano è la premessa metodologica (General question), che vale la pena di riportare qui di seguito perché è con questo tipo di approccio e di linguaggio che l’Italia dovrà sempre più rapportarsi (la traduzione è nostra).

Si prega di fornire una versione commentata della lettera che indichi, per ciascuna misura o impegno:

1        se è già stato posto in opera, e – se lo è – con quale grado di implementazione;

2        se è stato già adottato dal governo ma non ancora approvato dal Parlamento: in tal caso, precisare i tempi dell’approvazione parlamentare e le modalità di attuazione;

3        se è un impegno nuovo, fornire un concreto piano operativo per la sua adozione e implementazione, compreso lo scadenzario e il tipo di strumenti giuridici che il governo intende utilizzare.

Si prega inoltre di indicare, se del caso, il costo preventivato (estimated budgetary impact) di ciascuna misura/impegno e le rispettive fonti di finanziamento.




–>


tuttoscuola.com lunedì 14 novembre 2011

 

Scuola: verso la revisione delle Indicazioni del 1° ciclo

 

Dopo l’informativa sindacale di una decina di giorni fa, anche in un altro recente incontro con i referenti degli Uffici scolastici regionali il Miur ha confermato che si va verso la possibile revisione delle Indicazioni per scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, assumendo a riferimento le Indicazioni per il curricolo varate dal ministro Fioroni.

Si tratta di una scelta molto chiara che, a quanto sembra, ha trovato il consenso del mondo sindacale e dovrebbe incontrare anche i favori degli insegnanti.

Per arrivare alla eventuale revisione delle Indicazioni, il ministero sta seguendo contestualmente varie piste di lavoro, la prima delle quali è il monitoraggio previsto dal regolamento per il primo ciclo (dpr 89/2009), affidato all’Ansas, che ha predisposto un apposito questionario (che le scuole potranno compilare entro il 30 novembre) in linea da una settimana.

Le prime valutazioni sul questionario sono sostanzialmente positive per il suo taglio “laico” rispetto alle riforme Gelmini. Potrebbe rappresentare effettivamente una opportunità per le scuole sia per una autovalutazione interna delle attività svolte in questo triennio sia per esprimere osservazioni e proposte utili per l’annunciata revisione delle Indicazioni.

Una cosa è certa: la scuola chiede, dopo anni di cambiamenti all’insegna della discontinuità, di mettere finalmente una parola ferma sulla definizione degli obiettivi di apprendimento e dei traguardi di competenza: una volta per tutte.

Per arrivare a quel traguardo il ministero è obbligato a tempi rapidi, ma ha fatto sapere che intende operare raccogliendo, oltre agli esiti del monitoraggio, anche documentazione di buone pratiche.

Se tutto andrà bene (sperando anche che vi sia ampia condivisione sulle scelte) le Indicazioni revisionate potrebbero essere pronte dal prossimo settembre (ma non significa che entreranno in vigore da quella data), avviando un processo di assestamento nelle scuole e di pianificazione delle produzione editoriali dei libri di testo.






–>


tuttoscuola.com lunedì 14 novembre 2011

 

Monitoraggio delle Indicazioni Nazionali per il primo ciclo

Il ministero dell’istruzione, Direzione Generale degli ordinamenti scolastici, ha emanato il 4 novembre la circolare n. 101, con la quale fornisce indicazioni alle istituzioni scolastiche del primo ciclo, statali e paritarie, sul monitoraggio delle Indicazioni, previsto dall’art. 1 del Regolamento di riordino del 1° ciclo (DPR 89/2009).

Il monitoraggio, affidato all’ANSAS, è volto a raccogliere le esperienze che dal 2009 le istituzioni scolastiche hanno realizzato in ordine all’applicazione delle Indicazioni (nazionali/Moratti e per il curricolo/Fioroni) per realizzare al meglio le riforme introdotte dal ministro Gelmini.

Si tratta, come ben si può capire, di una importante operazione che servirà a conoscere apertamente lo stato di attuazione delle modifiche intervenute, le criticità e le potenzialità dei processi avviati, nonché per raccogliere gli esiti delle esperienze condotte e della relativa valutazione.

La finalità ultima del monitoraggio è, comunque, quella di contribuire all’eventuale revisione delle attuali Indicazioni e, proprio per questo, “è di tutta evidenza – precisa la 101 – che l’ampio concorso delle scuole alla sua compilazione potrà contribuire a tale rilevante operazione. In ugual modo tali risultanze saranno tanto più probanti in quanto frutto di approfondimenti da parte di tutto il personale scolastico coinvolto e di valutazione il più possibile condivisa”.

Sembra di capire che la compilazione del questionario non costituisce un adempimento obbligatorio per le scuole, ma piuttosto un’occasione di notevole importanza per contribuire alla revisione delle Indicazioni (e forse non solo di quelle).

Per dare la misura di questa operazione di cui non vi sono significativi precedenti per la dimensione del target di destinazione, bastano alcune cifre: nel settore statale le istituzioni scolastiche del 1° ciclo interessate al monitoraggio sono 7.161, i docenti di scuola dell’infanzia circa di 82 mila, quelli della primaria altri 200 mila e i prof. della secondaria di I grado 130 mila, per un totale complessivo che, dirigenti compresi, arriva a circa 420 mila persone. Per il settore paritario, dove le istituzioni scolastiche interessate sono circa 12 mila con quasi 70 mila unità di personale scolastico interessato.

La carica della 101 sfiora il mezzo milione di persone.


tuttoscuola.com

 

Indicazioni nazionali, criteri e tempi per il monitoraggio

La circolare n. 101 del 4 novembre u.s., oltre a chiarire la finalità dell’operazione-monitoraggio per l’eventuale revisione delle Indicazioni, fornisce suggerimenti sulle modalità di compilazione del questionario (compilazione che avviene on line da parte delle scuole accreditate sul sito dell’ANSAS (http://www.indire.it/indicazioni/monitoraggio).

Dopo aver precisato anche che oltre al questionario, sono “allo studio ulteriori iniziative-focus per raccogliere dalle scuole significative esperienze sull’applicazione delle Indicazioni, al fine di disporre di una qualificata base di riferimento per l’eventuale revisione”, la Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici indica le modalità per accreditarsi presso l’ANSAS e fissa come termine ultimo per la compilazione del questionario il 30 novembre prossimo. Ma chi dovrà provvedere alla compilazione del questionario?

Il Miur fornisce una risposta aperta e flessibile: “In considerazione del fatto che il questionario è strutturato in quattro parti, una di carattere generale e le altre riferite a ciascuno dei tre settori scolastici interessati (infanzia, primaria e secondaria di I grado), è possibile prevedere, a titolo esemplificativo, che il dirigente, eventualmente insieme al proprio staff di direzione, proceda alla compilazione degli aspetti generali, lasciando ai docenti l’incarico di rispondere alle domande sugli specifici aspetti del proprio settore, eventualmente tramite il personale docente incaricato di funzioni strumentali oppure mediante gruppi di lavoro o commissioni specificamente predisposte”.

Ci sembra un modo appropriato per affrontare questa importante operazione di rilevazione che non ha certamente caratteristiche referendarie, anche se non è difficile prevedere che non mancherà chi cercherà di darvi una applicazione strumentale.

C’è infine un ultimo consiglio fornito alle istituzioni scolastiche: è opportuno stampare copia del questionario, scaricabile in formato pdf sul sito dell’ANSAS, per farne oggetto preliminare di conoscenza, approfondimento e discussione prima della sua compilazione formale.


tuttoscuola.com

Africa. Quella religione che immola i bambini

 

con una denuncia diretta, Benedetto XVI ha criticato le religioni tradizionali africane che arrivano ad uccidere vecchi e bambini come in una moderna caccia alle streghe

 

Il primo personaggio a destra nella foto, accanto al papa, al patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I e al rabbino David Rosen, è il professor Wande Abimbola, nigeriano.

Ad Assisi, al “pellegrinaggio” promosso da Benedetto XVI lo scorso 27 ottobre, Abimbola ha preso la parola “a nome dei capi e dei seguaci delle religioni indigene d’Africa”. Lui stesso è sacerdote e rappresentante mondiale della religione Ifa e Yoruba, diffusa in larga parte dell’Africa subsahariana e arrivata anche nelle Americhe sulla rotta delle migrazioni.

Parlando ad Assisi, Abimbola ha chiesto che “alle religioni indigene africane venga dato lo stesso rispetto e considerazione delle altre religioni”.

E Benedetto XVI – che quando scrive i discorsi di suo pugno, come in questo caso, non è mai politicamente corretto – l’ha preso in parola.

Nel discorso tenuto poco dopo ai trecento esponenti religiosi e “cercatori della verità”, il papa ha espresso considerazioni critiche su tutte le religioni, comprese le religioni tradizionali africane. Le ha accomunate in una storia fatta anche di “ricorso alla violenza in nome della fede”: una storia, quindi, bisognosa per tutte di purificazione.

Ma due giorni dopo l’incontro di Assisi, Benedetto XVI è stato ancor più crudo e mirato. Ricevendo in Vaticano i vescovi dell’Angola in visita “ad limina”, ha denunciato una violenza che in nome delle tradizioni religiose africane arriva persino ad uccidere bambini ed anziani:

“Uno scoglio nella vostra opera di evangelizzazione è il cuore dei battezzati ancora diviso fra il cristianesimo e le religioni tradizionali africane. Afflitti dai problemi della vita, non esitano a ricorrere a pratiche incompatibili con la sequela di Cristo. Effetto abominevole di ciò è l’emarginazione e persino l’uccisione di bambini ed anziani, a cui sono condannati da falsi dettami di stregoneria. Ricordando che la vita umana è sacra in tutte le sue fasi e situazioni, continuate, cari vescovi, ad alzare la vostra voce a favore delle sue vittime. Ma, trattandosi di un problema regionale, è opportuno uno sforzo congiunto delle comunità ecclesiali provate da questa calamità, cercando di determinare il significato profondo di tali pratiche, d’identificare i rischi pastorali e sociali da esse veicolati e di giungere a un metodo che conduca al loro definitivo sradicamento, con la collaborazione dei governi e della società civile”.

Già due anni prima, nel 2009, nel corso del suo viaggio in Angola, Benedetto XVI aveva sollevato la questione:

“Tanti vivono nella paura degli spiriti, dei poteri nefasti da cui si credono minacciati; disorientati, arrivano al punto di condannare bambini della strada e anche i più anziani, perché – dicono – sono stregoni”.

E aveva anche respinto un’obiezione corrente nella stessa Chiesa:

“Qualcuno obietta: ‘Perché non li lasciamo in pace? Essi hanno la loro verità; e noi, la nostra. Cerchiamo di convivere pacificamente, lasciando ognuno com’è, perché realizzi nel modo migliore la propria autenticità’. Ma, se noi siamo convinti e abbiamo fatto l’esperienza che senza Cristo la vita è incompleta, le manca una realtà – anzi la realtà fondamentale –, dobbiamo essere convinti anche del fatto che non facciamo ingiustizia a nessuno se gli presentiamo Cristo e gli diamo la possibilità di trovare, in questo modo, anche la sua vera autenticità, la gioia di avere trovato la vita. Anzi, dobbiamo farlo, è un obbligo”.

Anna Bono, esperta di tradizioni africane, ha commentato sul giornale cattolico on line “La Bussola Quotidiana”:

“Ciò che il papa ha denunciato non succede solo in Angola. In Africa la stregoneria è una delle più radicate e persistenti istituzioni tribali. Se ne parla poco, forse anche perché la sua esistenza contraddice la prevalente rappresentazione delle comunità tradizionali africane come modelli di pacifica convivenza, tolleranza, equità e armonia sociale, depositarie di valori umani che l’Occidente avrebbe invece sacrificato al potere e al denaro”.

Nello stesso commento, Anna Bono riferisce alcuni casi recenti di uccisioni di bambini per motivi di stregoneria in vari paesi dell’Africa, o di loro mutilazioni “a causa delle proprietà speciali attribuite ai loro organi”, come avviene con gli albini.

C’è chi è rimasto stupito per una denuncia così esplicita di tali uccisioni, fatta da Benedetto XVI parlando ai vescovi dell’Angola.

I discorsi del papa ai vescovi in visita “ad limina”, infatti, passano sempre al vaglio della diplomazia vaticana, di solito molto prudente.

Questa volta, però, anche il revisore che se ne è più di tutti occupato, in segreteria di Stato, sapeva il fatto suo.

L’arcivescovo Giovanni Angelo Becciu, oggi sostituto segretario di Stato per gli affari generali, cioè numero due del governo centrale della Chiesa subito dopo il cardinale Tarcisio Bertone, era nunzio in Angola quando Benedetto XVI visitò quel paese, con tappa precedente nel Camerun, e sollevò il velo su quell’abominio.

Il 18 novembre prossimo papa Joseph Ratzinger si recherà in Benin per consegnare a una rappresentanza di vescovi del continente l’esortazione apostolica conclusiva del sinodo dei vescovi del 2009, dedicato appunto all’Africa.

Sarà interessante vedere che cosa il documento dirà sulle religioni tradizionali africane.

__________

Il discorso del 29 ottobre 2011 di Benedetto XVI ai vescovi dell’Angola:

> “Nella gioia della fede…”

E l’omelia tenuta dal papa a Luanda il 21 marzo 2009:

> “Come abbiamo sentito…”

__________

Il commento di Anna Bono su “La Bussola Quotidiana”:

> La strage dei bambini “stregoni”

L’Ansas mette in linea risorse didattiche per i docenti

E’ in linea un nuovo sito web, denominato “Risorse per docenti dai progetti nazionali”, costituito da una raccolta di percorsi e materiali disciplinari progettati per supportare concretamente i docenti nella pratica di una didattica innovativa. Lo rende noto l’Ansas, Agenzia nazionale per lo sviluppo dell’autonomia scolastica, presentando questo innovativo strumento per l’aggiornamento in servizio degli insegnanti.

Lo spazio on line ripropone, al di fuori dagli ambienti ad accesso riservato per i quali era stata creata, l’offerta formativa complessiva dei Piani nazionali di formazione per le aree scientifico-matematica e linguistica (Poseidon, Italiano, Lingue, Educazione Scientifica, m@t.abel).

Il nuovo sito, poi, recupera e mette a disposizione anche le proposte didattiche sviluppate per il “Piano nazionale Qualità e Merito – Pqm”, il quadro di interventi a sostegno della qualità dell’insegnamento che, prendendo le mosse dalle carenze dei risultati di recenti indagini internazionali, punta a diffondere un sistema di misurazione e valutazione degli apprendimenti di base (Italiano e Matematica).

Il sito offre anche un’ulteriore risorsa per lo sviluppo professionale dei docenti, con il collegamento diretto alle presentazioni e ai materiali sviluppati dall’Invalsi nell’ambito del “Piano di informazione e formazione sull’indagine OCSE-PISA e altre ricerche nazionali e internazionali”.

La piattaforma appena messa online si rivolge “principalmente ai professori di italiano, lingue straniere (anche classiche), matematica, fisica, chimica e scienze, che vengono sfidati a intraprendere un itinerario di evoluzione formativa e di riflessione sulle discipline e sul loro insegnamento“.

Ogni percorso presente sul sito è corredato da un’ampia varietà di strumenti, materiali di studio, suggerimenti, unità teoriche di approfondimento, video-lezioni, simulazioni, test e prove per la verifica degli apprendimenti.




–>


tuttoscuola.com

In un decalogo i vantaggi della scuola multiculturale

Un decalogo che spiega i vantaggi della scuola multiculturale. A presentarlo è Vinicio Ongini, autore di saggi e libri per bambini, maestro per vent’anni e attualmente all’ufficio integrazione alunni stranieri del ministero dell’Istruzione. Si tratta di una specie di documento suddiviso in dieci parole, ognuna delle quali spiega perché la scuola multiculturale è più virtuosa.

1. La prima parola è ‘Qualità’: “La presenza di alunni stranieri nelle scuole – si spiega – migliora il livello di istruzione”. Per rafforzare questa tesi viene portato l’esempio di Torino: “Secondo l’indagine di Tuttoscuola sul sistema di istruzione nazionale, maggio 2011, un’indagine composta da 96 indicatori, Torino (dove la presenza di stranieri è molto alta) è la prima tra le grandi città per la qualità della scuola. E la sua posizione è migliorata, così come quella del Piemonte in generale, rispetto agli esiti dell’indagine sulla qualità della scuola di quattro anni fa“.

2. Al secondo punto ci sono ‘Le chiavi di casa’, slogan secondo il quale “le famiglie degli immigrati e i loro figli portano nelle nostre classi idee diverse di infanzia“. A tal proposito si citano le parole di alcune maestre delle scuole della Val Maira e della Valle Po, nel cuneese, riferite agli studenti stranieri: “Alcuni di questi ragazzini hanno più rispetto per la scuola. Sono i primi a lavare i banchi quando facciamo laboratorio e, se lo chiediamo, fanno pulizia senza tante storie… A volte li vediamo occuparsi dei fratelli più piccoli, o buttar via la spazzatura, in generale sono più autonomi. Alcuni hanno le chiavi di casa, come noi ai nostri tempi…”.

3. Terzo parola è ‘Matematica’, secondo cui “gli studenti asiatici delle nostre scuole eccellono in matematica e nelle materie scientifiche“.

4. Quarta parola ‘Impegno’, in cui sono riportate le parole di una professoressa di lettere delle medie, in provincia di Cremona: “Gli alunni stranieri ci tengono di più alla scuola, si impegnano di più, per loro è ancora importante la scuola… C’è il problema della lingua, soprattutto per chi è appena arrivato, ma alcuni ce la mettono propria tutta e recuperano“.

5. Quinto punto ‘Le lingue’, secondo cui gli studenti stranieri sono più predisposte a imparare le lingue. Dicono due maestre della scuola di Dronero, in Val Maira, nel cuneese: “I bambini della Costa D’Avorio, nelle nostre classi, parlano anche il francese, la loro lingua nazionale, e notano subito le somiglianze con l’occitano, la nostra lingua di minoranza. Sono più predisposti, sono abituati a muovesi tra più lingue. Quando entra la dirigente scolastica dicono: ‘Bonjour madame!’“.

6. Al sesto punto troviamo ‘Lo scambio’. “Scambiando si impara“, è lo slogan delle scuole toscane che fanno periodicamente, da dieci anni, visite e scambi di studenti, presidi, professori, con lo Zhejiang, la regione della Cina da cui viene la gran parte dei cinesi in Italia. Uno dei protagonisti di questa relazione diplomatico-didattica è un insegnante di italiano e storia dell’Istituto professionale di Prato, una scuola con molti allievi cinesi. Lui ha imparato la lingua cinese da autodidatta e ha degli amici cinesi, in fondo è anche lui un immigrato in Toscana, i genitori sono di Avellino. Racconta : “La nostra prospettiva è quella di dare e ricevere… per imparare a conoscersi ci vogliono sofferenze e scontri ma la scuola nel suo piccolo è un luogo privilegiato“.

7. ‘Internazionale’ è la parola del settimo punto e spiega che “nelle classifiche internazionali delle Università, per esempio quella del Times Higher Education, la percentuale degli studenti stranieri sul totale degli iscritti è uno degli indicatori della qualità e del prestigio dell’Istituto“.

8. ‘Il merito’ è l’ottavo punto e spiega che gli alunni stranieri, rispetto agli italiani, “ricorrono meno alle raccomandazioni, un vizio nazionale figlio di un familismo ancora persistente, ostacolo, questo sì, per la conquista di una piena cittadinanza“.

9. Il nono punto è ‘L’evidenziatore’: “gli studenti stranieri nelle nostre scuole sono un evidenziatore dei nostri modelli, delle nostre pratiche e dei nostri stili educativi. Essere visti e quindi valutati da stranieri è anche fonte di malintesi e di incomprensioni ma può essere un vantaggio. Possiamo capire di più che cosa noi stiamo facendo e ridare significato al nostro fare scuola. Possiamo guadagnare dallo sguardo degli altri“.

10. Decimo e ultimo punto è ‘L’occasione’, perché “i sindaci di due piccoli comuni hanno riaperto la scuola che stava per chiudere perché sono arrivati nuovi alunni indiani nelle campagne lombarde, lungo le sponde del fiume Oglio, e piccoli rifugiati del Kurdistan e dell’Afghanistan sull’Appennino calabrese“. Ecco perché “conviene guardare con più curiosità ed empatia quello che succede dentro questa nostra scuola. Nel suo piccolo è il laboratorio dell’Italia di domani“.


–>


tuttoscuola.com

Inizia il nuovo anno scolastico 2011- 2012

La campanella suona per 9,5 milioni di studenti

 

Dopo l’ultima campanella che suonerà lunedì prossimo per le regioni con calendario scolastico ritardato (Emilia-Romagna e Basilicata) saranno circa 9 milioni e mezzo gli alunni che in questi giorni iniziano l’anno scolastico 2011-12 nelle scuole statali, paritarie e non paritarie italiane, comprese quelle del Trentino Alto Adige e della Valle d’Aosta.

 

 

Considerando che tra quei 9,5 milioni vi sono anche fratelli e sorelle, si può stimare che siano circa 8 milioni le famiglie coinvolte in questo ritorno a scuola. A occhio e croce l’anno scolastico comincia, quindi, per almeno 25 milioni di italiani, tra studenti e loro genitori, senza contare nonni e zie che trepidano ogni volta per i nipoti alle prese con gli studi.

E per quasi un milione di alunni (e di famiglie) questo è anche il primo giorno di scuola.

La scuola, dunque, resta sempre il momento di maggior coinvolgimento delle famiglie italiane. E non parliamo dell’indotto che essa muove con il coinvolgimento, in particolare, degli Enti locali con i loro servizi di supporto.

Qualche numero per gradire:

–         nella scuola dell’infanzia, pubblica e privata, i bambini che iniziano o riprendono la frequenza della scuola sono 1.760.000;

–         nella scuola primaria, pubblica e privata, gli scolari sono 2.950.000;

–         nella scuola secondaria di I grado gli alunni sono 1.930.000;

–         negli istituti di istruzione secondaria di II grado gli studenti sono 2.860.000.

Auguri a tutti e buon anno scolastico.

 

tuttoscuola.com

 

 


Ritorno a scuola per 8 milioni di studenti

 

Proteste per i tagli ma anche borse di studio e nuovi istituti post-diploma


Da oggi inizia il grande ritorno a scuola di 7 milioni 830 mila alunni divisi in circa 9.500 istituti, un avvio «regolare», «con tutti i docenti in cattedra» e con «un aumento del tempo pieno» promette il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini. Molte le novità che quest’anno porterà a gran parte di loro.

 

Scuola cancellate

Soprattutto chi frequenta le elementari al sud, potrebbe trovare il proprio istituto accorpato: infatti 900 delle attuali 10.500 istituzioni scolastiche verranno unite a sedi scolastiche con almeno 500 alunni. Secondo i calcoli di «Tutto Scuola» sarà eliminato il 30% dell’organico di dirigente scolastico. Salterà anche l’11% dei posti di direttore amministrativo (1.130 posti) e verranno tagliati 1.100 posti di assistente amministrativo.

 

Istituti tecnici

Da quest’anno sono operativi gli Istituti tecnici superiori (Its): sono 59 in tutt’Italia, e si tratta di corsi biennali di livello postsecondario, quindi da svolgere dopo il diploma.

 

Stranieri
Confermato il no deciso alle classi ghetto: la percentuale massima di alunni stranieri per classe potrà essere del 30%. Una disposizione, però, che non potrà essere applicata in tutti i casi: nei poli industriali e nelle città con un’alta densità di famiglie di origini non italiane la presenza di alunni stranieri sarà inevitabilmente alta. Secondo la fondazione Migrantes almeno in 2 mila casi il loro numero supererà il tetto del 30%.

 

Caro-libri
Il Codacons ha calcolato un aumento medio di spesa per famiglia di circa l’8 per cento rispetto al 2010. Più contenuto l’aumento per l’osservatorio di Federconsumatori secondo cui l’aumento dei libri di testo si fermerebbe al 3 per cento, con una spesa di 481 euro (era di 468 nel 2010). Il Ministero ha inoltre ritoccato al rialzo i tetti di spesa in percentuale variabile tra l’1,4 e il 3,8% a seconda della scuola. L’aumento non può non avere effetti. Per quest’anno uno studente su due comprerà testi, scolastici o universitari, usati come appare da una ricerca condotta nella prima settimana di settembre, da Krls Network of Business Ethics per «Contribuenti.it».

 

Libri digitali

Per la prima volta, obbligatoriamente per legge, i libri che saranno adottati quest’anno per il prossimo anno scolastico dovranno essere testi anche in formato elettronico. Oltre alla comodità, la misura adottata dal governo dovrebbe garantire un consistente risparmio alle famiglie.

 

Zaini e accessori

Unica nota positiva per le tasche degli italiani è l’aumento più contenuto, in linea con l’inflazione, del corredo scolastico: +2 per cento rispetto allo scorso anno. Il Consiglio superiore di Sanità però raccomanda un limite di peso dello zaino del 10-15% del peso corporeo.

 

Borse di studio
Il Miur ha bandito borse di studio da 10mila euro, per un totale di 30milioni. La partecipazione alle prove sarà volontaria, ma potranno essere sostenute solo dagli studenti che conseguiranno alla maturità un punteggio di almeno 80/100. I test saranno elaborati dall’Invalsi e non valuteranno la preparazione strettamente scolastica degli studenti ma le competenze di base, dalla comprensione del testo alla logica.

 

Maturità con test

Con il prossimo anno scolastico partirà la sperimentazione dei test Invalsi all’Esame di Stato. I test si svolgeranno in alcune scuole campione, su base volontaria. L’Invalsi inoltre rivedrà, a campione, anche i temi d’italiano della esame di Stato.

FLAVIA AMABILE

 

 

Scuola al debutto

Il primo giorno che vorrei

9  mila il numero degli istituti scolastici sparsi per l’Italia: la  maggior  parte degli accorpamenti colpirà il Sud

 

Che cosa avrei voluto sentirmi dire il primo giorno di scuola dai miei professori o cosa vorrei che mi dicessero se tornassi studente? Il racconto delle vacanze? No. Quelle dei miei compagni? No. Saprei già tutto. Devi studiare? Sarà difficile? Bisognerà impegnarsi di più? No, no grazie. Lo so. Per questo sto qui, e poi dall’orecchio dei doveri non ci sento. Ditemi qualcosa di diverso, di nuovo, perché io non cominci ad annoiarmi da subito, ma mi venga almeno un po’ voglia di cominciarlo, quest’anno scolastico. Dall’orecchio della passione ci sento benissimo.
Dimostratemi che vale la pena stare qui per un anno intero ad ascoltarvi. Ditemi per favore che tutto questo c’entra con la vita di tutti i giorni, che mi aiuterà a capire meglio il mondo e me stesso, che insomma ne vale la pena di stare qua. Dimostratemi, soprattutto con le vostre vite, che lo sforzo che devo fare potrebbe riempire la mia vita come riempie la vostra. Avete dedicato studi, sforzi e sogni per insegnarmi la vostra materia, adesso dimostratemi che è tutto vero, che voi siete i mediatori di qualcosa di desiderabile e indispensabile, che voi possedete e volete regalarmi. Dimostratemi che perdete il sonno per insegnare quelle cose che – dite – valgono i miei sforzi. Voglio guardarli bene i vostri occhi e se non brillano mi annoierò, ve lo dico prima, e farò altro. Non potete mentirmi. Se non ci credete voi, perché dovrei farlo io?
E non mi parlate dei vostri stipendi, del sindacato, della Gelmini, delle vostre beghe familiari e sentimentali, dei vostri fallimenti e delle vostre ossessioni. No. Parlatemi di quanto amate la forza del sole che brucia da 5 miliardi di anni e trasforma il suo idrogeno in luce, vita, energia. Ditemi come accade questo miracolo che durerà almeno altri 5 miliardi di anni. Ditemi perché la luna mi dà sempre la stessa faccia e insegnatemi a interrogarla come il pastore errante di Leopardi. Ditemi come è possibile che la rosa abbia i petali disposti secondo una proporzione divina infallibile e perché il cuore è un muscolo che batte involontariamente e come fa l’occhio a trasformare la luce in immagini. Ci sono così tante cose in questo mondo che non so e che voi potreste spiegarmi, con gli occhi che vi brillano, perché solo lo stupore conosce.

E ditemi il mistero dell’uomo, ditemi come hanno fatto i Greci a costruire i loro templi che ti sembra di essere a colloquio con gli dei, e come hanno fatto i Romani a unire bellezza e utilità come nessun altro. E ditemi il segreto dell’uomo che crea bellezza e costringe tutti a migliorarsi al solo respirarla. Ditemi come ha fatto Leonardo, come ha fatto Dante, come ha fatto Magellano. Ditemi il segreto di Einstein, di Gaudì e di Mozart. Se lo sapete, ditemelo.

Ditemi come faccio a decidere che farci della mia vita, se non conosco quelle degli altri. Ditemi come fare a trovare la mia storia, se non ho un briciolo di passione per quelle che hanno lasciato il segno. Ditemi per cosa posso giocarmi la mia vita. Anzi no, non me lo dite, voglio deciderlo io, voi fatemi vedere il ventaglio di possibilità. Aiutatemi a scovare i miei talenti, le mie passioni e i miei sogni. E ricordatevi che ci riuscirete solo se li avete anche voi i vostri sogni, progetti, passioni. Altrimenti come farò a credervi? E ricordatemi che la mia vita è una vita irripetibile, fatta per la grandezza, e aiutatemi a non accontentarmi di consumare piccoli piaceri reali e virtuali, che sul momento mi soddisfano, ma sotto sotto sotto mi annoiano.
Sfidatemi, mettete alla prova le mie qualità migliori, segnatevele su un registro, oltre a quei voti che poi rimangono sempre gli stessi. Aiutatemi a non illudermi, a non vivere di sogni campati in aria, ma allo stesso tempo insegnatemi a sognare e ad acquisire la pazienza per realizzarli quei sogni, facendoli diventare progetti.
Insegnatemi a ragionare, perché non prenda le mie idee dai luoghi comuni, dal pensiero dominante, dal pensiero non pensato. Aiutatemi a essere libero. Ricordatemi l’unità del sapere e non mi raccontate solo l’unità d’Italia, ma siate uniti voi dello stesso consiglio di classe: non parlate male l’uno dell’altro, vi prego. E ricordatemelo quanto è bello questo Paese, parlatemene, fatemi venire voglia di scoprire tutto quello che nasconde prima ancora di desiderare una vacanza a Miami. Insegnatemi i luoghi prima dei non luoghi. E per favore, un ultimo favore, tenete ben chiuso il cinismo nel girone dei traditori. Non nascondetemi le battaglie, ma rendetemi forte per poterle affrontare e non avvelenate le mie speranze, prima ancora che io le abbia concepite. Per questo,   un giorno, vi ricorderò.

Alessandro D’Avenia

 

 

I problemi all’inizio della scuola

Lentamente, ma inesorabilmente, si sta avvicinando il primo giorno di scuola, fissato per il 12 settembre, per la maggior parte degli 8 milioni di studenti che quest’anno siederanno tra i banchi di scuola. In qualche istituto, come al liceo Tasso di Roma, in realtà l’anno scolastico è già cominciato per gli studenti, in virtù delle possibilità offerte dall’autonomia.

Con l’avvio dell’anno scolastico, sono cominciate anche le polemiche e discussioni, la più significativa delle quali è quella sul nuovo dimensionamento delle istituzioni scolastiche del 1° ciclo dell’istruzione, sul quale Tuttoscuola ha fatto da apripista, redigendo un dossier scaricabile da tutti gratuitamente e offrendo un servizio personalizzato (questo per i soli abbonati vecchi e nuovi) sul numero di istituti che chiuderanno nei Comuni di appartenenza dei lettori che ce ne faranno richiesta.

Altri argomenti che fanno discutere sono il caro libri e le classi ghetto. Sul prezzo dei libri, il sito Studenti.it ha diffuso uno studio secondo il quale il 76 per cento acquisterà i libri nei mercatini dell’usato. Il Codacons ha calcolato un aumento medio di spesa per famiglia di circa l’8 per cento rispetto al 2010. Più contenuto l’aumento per l’osservatorio di Federconsumatori secondo cui l’aumento dei libri di testo si fermerebbe al 3 per cento, con una spesa di 481 euro (era di 468 nel 2010). Il Ministero ha inoltre ritoccato al rialzo i tetti di spesa in percentuale variabile tra l’1,4 e il 3,8 per cento a seconda della scuola. Unica nota positiva per le tasche degli italiani è l’aumento più contenuto, in linea con l’inflazione, del corredo scolastico, dagli astucci agli zaini: +2 per cento rispetto allo scorso anno.

L’altra fonte di tensione viene dalla disputa tra il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia e il ministro Mariastella Gelmini. Il ministro aveva chiesto di eliminare la prima classe dell’istituto elementare di via Paravia, nel quartiere San Siro di Milano. Il motivo della richiesta del ministro è nello scarso numero di studenti e nel fatto che sono tutti o quasi di origine straniere.

E’ incredibile pensare di risolvere un problema di integrazione con la discriminazione, chiudendo una classe importante“, ha risposto il sindaco di Milano: “Lancio un appello ai genitori della zona perché iscrivano a quella elementare i loro bimbi in modo da risolvere il problema dal punto di vista tecnico, anche se temo che si tratti di un problema politico“.

Ma a tormentare di più i sogni dei ragazzi, secondo i siti dedicati agli studenti, in questi giorni sarebbero i preparativi. Perché non basta aver brillantemente superato l’anno scolastico terminato tre mesi fa: i ragazzi mostrano di credere al vecchio proverbio “chi ben comincia è a metà dell’opera”. Infatti, i siti internet a loro dedicati elargiscono consigli di tutti i tipi su come vestirsi il primo giorno o diventare il ‘cocco del prof’. Il tutto, naturalmente, cercando di stancarsi il meno possibile.

Studenti.it offre tre consigli. Il primo consiglio è quello di “esprimere sempre una propria opinione”, perché “tutti gli insegnanti amano gli alunni curiosi e con delle loro opinioni”. Il secondo consiglio è “chiedere di ripetere un argomento” un atteggiamento che “dimostra agli insegnanti che vi sta a cuore comprendere meglio ciò che viene spiegato”. Il terzo consiglio è “Saper cogliere il momento giusto” dato che “gli insegnanti odiano essere interrotti”.

È ancora Studenti.it a offrire un ‘catalogo’ di moda mutuato dalle star americane. Dalla ragazza-maschiaccio rappresnetata da Emma Watson (la fidanzatina di Harry Potter per intenderci) con camicia bianca, cravattino e gonna tubino, alla soft punk Avril Lavigne con capelli lunghi e sciolti, canotta oversize colorata con borsa in tinta. Consigli semplici, ma di efficacia dubbia, come nota a nostro parere giustamente l’agenzia di stampa Agi, che ha raccolto queste curiosità dai siti dedicati ai ragazzi: “Quello che i siti dedicati agli studenti dimenticano di sottolineare, infatti, è che gli insegnanti sono persone dotate di una propria intelligenza e poco inclini a farsi prendere per il naso“.

 

 

Campanella per 8 milioni
«Cosa chiedo alla scuola»

Lunedì la campanella suonerà per quasi 8 milioni di alunni. Ma se per la maggior parte di loro il ritorno sui banchi non sarà un momento di “festa” (le vacanze estive saranno infatti definitivamente finite), per molti adulti, insegnanti e personale amministrativo, sarà invece un primo giorno di scuola da ricordare: per 66 mila di loro, dopo una lunga attesa da precari, è arrivata l’assunzione. Circa 30 mila i posti riservati ai docenti, 36 mila quelli destinati al personale Ata.

Secondo dati ministeriali, il 48,83% è stato destinato a scuole del Nord, il 22,16% prenderà servizio al Centro, il 29.01% al Sud. La carica dei nuovi docenti andrà a occupare soprattutto le cattedre della Lombardia (16,8% delle assunzioni), del Lazio (10,6%) e dell’Emilia Romagna (9,7%).

Saranno 7.830.650 gli studenti a varcare la soglia della scuola, in progressiva diminuizione nelle regioni del Sud, nelle isole e nelle regioni del Nordest, in crescita nel centro Italia e nel Nordovest, dove si registra l’aumento più consistente.

Gli alunni della scuola dell’infanzia saranno poco più di un milione, alle elementari, gli studenti saranno 2.571.949. Gli iscritti alle scuole medie sono 1.689mila mentre le superiori registrano il numero di iscritti più alto: 2.548.189.

Salgono del 2% gli iscritti al liceo scientifico, mentre registrano un balzo in avanti, rispettivamente dell’1,2% e dello 0,5%, gli studenti del liceo linguistico e del liceo delle scienze umane. Anche negli istituti tecnici del settore tecnologico si registra un incremento delle iscrizioni pari all’1,1%, mentre fanno un passo indietro gli istituti professioni, con una flessione del 3,4%. Ilaria Sesana

“COMPROMETTERSI” ALL’INIZIO DI OGNI ANNO
L’inizio delle lezioni è sempre, per me, un appuntamento atteso. Perché desidero che i miei nuovi alunni comprendano subito che nella scuola c’è gente che ha a cuore la loro umanità, e che (attraverso lo studio) si può vivere l’avventura della scoperta del proprio io, della ricerca del senso delle cose, della felicità. Per questo, ogni anno mi metto in gioco, incontrandoli personalmente nelle prime ore di lezione del primo giorno di scuola proponendo loro una poesia, una canzone, un video, una testimonianza che mi hanno colpito e commosso di più nella vita. Ed è commovente, ogni anno, leggere nei loro occhi la sorpresa nel vedere il loro “Preside” che si “compromette” improvvisandosi voce recitante o cantante, o ascoltare i loro commenti su un primo giorno di scuola diverso da come se lo erano immaginato. E scoprirvi, in quegli occhi ed in quei commenti, la speranza che perfino la scuola possa essere un posto interessante da frequentare. Andrea Badalamenti

VOGLIO STUDIARE NON SOLO PER I VOTI
Mi chiamo Mohamed Zaid e quest’anno frequenterò la terza liceo scientifico tecnologico all’istituto “Enrico Mattei” di San Donato (Milano). Sono egiziano e ci tengo a impegnarmi tantissimo per mettere in buona luce il mio Paese. Voglio sfruttare al meglio tutte le possibilità, perché in ballo c’è il mio futuro. Il nuovo anno scolastico si presenta più impegnativo rispetto ai precedenti: al triennio i voti diventano importanti per l’esame di maturità e, a quanto ho sentito, i professori diventano più esigenti. Inoltre alcuni insegnanti che mi hanno seguito nel biennio cambieranno e questo mi intimorisce. Ho promesso a me stesso che fin dal primo giorno di scuola mi impegnerò, non solo per i voti ma anche per accrescere la mia cultura, perché mi piace conoscere nuove cose, migliorare sempre di più e non stare nell’ignoranza per non sentirmi inferiore a nessuno. Spero di ottenere il massimo dei crediti, per poi puntare ad avere il 100 alla maturità così da realizzare uno dei miei sogni più grandi: andare all’università e laurearmi in biomedicina. Mohamed Zaid

VIVERE L’AMICIZIA CON AMICI E PROF
Con la mia famiglia mi sono appena trasferito a Milano, a causa del lavoro di mio padre, che svolge qui la sua nuova attività. Quali le mie aspettative verso il nuovo anno? Mi sento di dire un paio di cose: la prima riguarda l’esperienza fatta nei mesi scorsi in “Gioventù studentesca”, una compagnia nella quale ho scoperto una grande amicizia con Cristo, che mi permette di vivere ogni giorno grato per quello che ho e mi mette di fronte a persone che mi aiutano a vivere con verità. Da questo nuovo anno, mi aspetto di continuare questo rapporto, magari in modo diverso, ma con la stessa potenza con la quale l’ho sperimentata l’anno precedente. L’anno scorso con i miei compagni e professori ho vissuto un rapporto che andava oltre lo studio o l’insegnamento della propria materia e abbracciava tutto il mio essere. Ora desidero ritrovare questo sguardo che mi ha accompagnato in questi tre anni di liceo. Ignazio Notari

UN LUOGO DOVE SI FANNO INCONTRI
Si ricomincia! Non ho le idee molto chiare sul mio futuro. Ma sono certa di una cosa: non vorrei mai andare a scuola se fosse semplicemente un obbligo. Io voglio scoprire il segreto della vita, avere una cultura ampia e completa.  Tante volte la scuola è come una gabbia, in cui mi viene impedito di liberare il pensiero più profondo. Ma è anche una palestra di vita e un luogo in cui possono avvenire incontri, che ti possono salvare. Ad esempio puoi incontrare professori, in grado di farti appassionare sia alla materia che insegnano, che alla realtà. Quest’anno farò la II liceo classico e questo mi richiederà grande fatica, ma sono fiduciosa nelle persone che mi hanno sostenuta fino ad ora. Diversi sentimenti contrastano in me: paura, contentezza, malinconia per l’estate appena trascorsa, ma soprattutto voglia. Voglia di riscatto, voglia di esserci davvero, voglia di crescere e di imparare una passione per la mia vita. Voglio studiare per fare grande la mia vita. Se c’è tutto questo in ballo, allora la scuola è un luogo per me, ricominciare non è poi tanto male. Sara Maugeri

INSEGNARE? ECCO PERCHE’ È IL MESTIERE PIU’ BELLO
Il mestiere più bello del mondo!» mi capita spesso di rispondere così a quanti mi chiedono che lavoro faccio. E lo è per almeno due motivi: insegnare vuol dire essere sempre molto leali con se stessi e con gli altri (con i ragazzi non si può fingere) e poter continuare a studiare. L’insegnamento può essere un lavoro vissuto in modo fortemente autoreferenziale, ma la soddisfazione che nasce dalla condivisione è impagabile perché costringe ad aprire i propri orizzonti, arricchisce l’umano. C’è poi un altro aspetto entusiasmante: il veder crescere. Talvolta si ha l’impressione che a tanto sforzo non corrisponda un risultato, ma non è così! Vi sono percorsi carsici attraverso i quali, a un certo punto, la ragione, la sensibilità, e la capacità di esprimerle entrambe, affiorano nell’esperienza di ciascuno e diventano per me uno spettacolo. Bisogna avere pazienza…e amore per la libertà. Anna Frigerio

HO TANTE ASPETTATIVE PER L’ULTIMO ANNO DI LICEO
Settembre. Si ricomincia la scuola. Le aspettative su quest’ultimo anno di liceo sono tante: non posso che varcare la soglia della classe con il desiderio di arrivare a una maturità (esami a parte) personale che parta dal rapporto con i grandi uomini che studio, piuttosto che con le stesse leggi fisiche che regolano la vita.  Inizio questo anno scolastico con la voglia di cercare, tra le righe e nei rapporti con insegnanti e compagni, la convenienza derivante dal seguire il percorso proposto. Che lo studio non si riduca ad un noioso ed insensato dovere è l’augurio che rivolgo a tutti, certa dell’amicizia con alcuni adulti e compagni più grandi che è, non solo una guida, ma la riprova che si può vivere così: con un cuore che batte e degli occhi spalancati, anche e soprattutto a scuola. Chiara Tognola

INCONTRARE GLI UOMINI DI IERI CON “STORIA E MEMORIA”
Ritorno a scuola per vivere l’esperienza umana più incredibile che è il cammino dell’educatore con i suoi ragazzi. Tutto è cominciato una decina d’anni fa quando, abbandonato il manuale di storia, ho provato a concretizzare un’idea per trasformare il programma della mia materia in un’esperienza di vita. Un modo per incontrare gli uomini di ieri, quelle tracce dell’umano nel tempo che abbiamo indicato con l’espressione “memoria del bene”. Il cammino della conoscenza così inteso è diventato un percorso di scoperta e di crescita continua della propria irripetibile personalità, la mia e la loro. In questo nucleo vitale il progetto “Storia e memoria” (www.storiamemoria.it) affonda le sue radici. Io dirò in classe anche quest’anno: «Ragazzi tutto si gioca qui. Siamo noi il perno di “Storia e memoria”». Antonia Grasselli


–>


tuttoscuola.com

Nella scuola entri l’educazione alla solidarietà

 

Un appello all’inizio della scuola:  occorre è più che mai un cambiamento di mentalità e di stili di vita, “essere per gli altri”.

 

Bello spettacolo quello di Madrid invasa da centinaia di migliaia di giovani venuti dai cinque continenti per assistere alla Giornata mondiale della gioventù, presieduta da Benedetto XVI, che per diversi giorni ha trasformato la capitale spagnola in un’affollata Torre di Babele. Tutte le razze, lingue, culture, tradizioni si sono mescolate in una gigantesca testa di ragazze e ragazzi adolescenti, studenti, giovani professionisti venuti da ogni angolo della terra per cantare, ballare, pregare e proclamare la loro adesione alla Chiesa cattolica. Tutto è trascorso in pace, in allegria, in un clima «simpatia generale». A scrivere queste parole su El País di domenica 28 agosto è Mario Vargas Llosa, premio Nobel per la letteratura 2010. Lo scrittore peruviano (significativamente L’Osservatore Romano ha ripreso per intero l’articolo il martedì successivo), dichiaratamente agnostico, non si limita a constatare la bellezza di ciò che è successo a Madrid: ne indica un significato profondo, quello per cui «tutti, credenti e non credenti, dobbiamo rallegrarci di quanto è accaduto nella capitale spagnola». Lo esprime così: «Una società democratica non può combattere efficacemente i propri nemici -a iniziare dalla corruzione – se le sue istituzioni non sono saldamente sostenute da valori etici, se al suo interno non fiorisce una ricca vita spirituale come antidoto permanente contro le forze distruttrici, dissocianti e anarchiche che sono solite guidare la condotta individuale quando l’essere umano si sente libero da ogni responsabilità». E aggiunge che non la religione è superstizione, ma precisamente la presunzione ideologica di ritenerla tale, una superstizione moderna, «che la realtà ha pian piano fatto a pezzi».

È a partire da queste considerazioni del premio Nobel peruviano che vorrei proporre alcune riflessioni dedicate soprattutto ai ragazzi e ai giovani che iniziano in questi giorni il nuovo anno scolastico. Non è difficile ritenere che essi avvertano in maniera più o meno consapevole la grave situazione di difficoltà che sta attraversando il nostro Paese, insieme peraltro all’intero Occidente. La crisi annunciatasi tre anni fa ha mostrato progressivamente i suoi effetti drammatici sul mondo del lavoro e sulla vita quotidiana delle nostre famiglie: la menzogna che aveva indotto molti a ritenere equivalenti l’economia reale e quella virtuale dei giochi finanziari, ha prodotto conseguenze devastanti in Paesi, la cui stabilità era finora ritenuta immune da rischi, e si fa sentire da noi nel settore produttivo e dell’occupazione, nella fatica di molte famiglie a tirare avanti fino alla fine del mese, nei provvedimenti da “lacrime e sangue” di cui chi governa dovrà farsi carico, con la speranza che – fra tanti sconcertanti tentennamenti – sia salvaguardata al massimo l’equità e l’attenzione ai più deboli.

Certamente i nostri ragazzi avvertono sulla propria pelle il peso di queste difficoltà, anche quando esse non avessero toccato direttamente le loro famiglie, e questo perché a rischio è non solo il presente, ma anche l’immediato futuro di cui saranno i primi protagonisti. Il senso diffuso di scoraggiamento e di frustrazione, che colpisce specialmente chi ha perso il lavoro o non riesce a trovarlo, potrebbe diventare nei nostri ragazzi la tentazione pericolosa di cedere a illusioni violente o l’altra, non meno grave, espressa dalle parole fulminanti di Corrado Alvaro, di «pensare che vivere rettamente sia inutile».

Mi sembra perciò giusto chiederci quale contributo i nostri giovani possono dare al superamento della crisi in atto. In quanto essa nasce da processi economico-sociali, che hanno evidenti risvolti politici ritengo che il primo compito che spetti loro sia quello di impegnarsi al massimo nello studio per prepararsi a portare un contributo qualificato alla società di domani. Non esito a dire loro studiate, leggete, informatevi, pensate, fatevi un’idea di ciò che è avvenuto e sta avvenendo, individuatene le cause e cercate di vaccinarvi il più possibile nei confronti degli errori che sono alla base delle difficoltà attuali!

Nella sua radice più profonda, però, la crisi è di ordine morale: egoismi e cecità colpevoli hanno permesso che alcuni si avvantaggiassero a scapito di molti altri, i più deboli. L’Italia, nonostante la vivacità del suo tessuto imprenditoriale e manifatturiero e la qualità dei suoi lavoratori, non è stata meno colpita dalla tempesta etica ed economica che ha investito il “villaggio globale”. Il bisogno di motivazioni morali e di spiritualità, ritenuto decisivo da Vargas Llosa per il “bene essere” di ogni società democratica, si affaccia qui in tutta la sua gravità. Ciò che occorre è più che mai un cambiamento di mentalità e di stili di vita: alla logica egoistica dell’accaparramento bisogna opporre un’educazione alla solidarietà e allo spirito di servizio in vista del bene comune; al consumismo sfacciato e ai falsi modelli che puntano all’avere di più per essere di più, bisogna reagire con una scelta di sobrietà, allenandosi al sacrificio e alla condivisione con i più deboli. Questo non avverrà senza il concorso di tutti e specialmente senza il concorso dei giovani, nostro futuro.

È l’ora di un sussulto etico e spirituale che parta da uomini e donne dal cuore puro, sinceramente desiderosi di impegnarsi per il bene di tutti: e i giovani dovranno stare in prima linea in questa “rivoluzione morale”. E mia convinzione profonda che l’aiuto di Dio, cercato attraverso la preghiera e sperimentato nell’esercizio dell’amore al prossimo, sia forza decisiva di cui tutti abbiamo bisogno per vivere e sviluppare questo nuovo inizio. Ai giovani specialmente ripeterei, perciò, le parole dell’amatissimo Papa Giovanni Paolo II, dichiarato beato lo scorso 1° maggio: «Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!» (22 ottobre 1978).

A tutti, comunque, credenti e non credenti, è lanciata la sfida dell’urgenza indicata: è tempo di scelte radicali, di un vigoroso ritorno al primato del bene comune e alla concezione della vita vissuta come “essere per gli altri”, e quindi come dono e servizio! Solo preparando a queste scelte la scuola potrà contribuire a far crescere la qualità della vita di tutti. A docenti e studenti l’appello a non sottrarsi a questo compito decisivo.


*Arcivescovo di Chieti-Vasto

in “Il Sole 24 Ore” del 4 settembre 2011

 

Rivoluzione organizzativa nella scuola italiana

 

Scuola, tutti i numeri della rivoluzione organizzativa

 

Per 5 milioni di famiglie cambierà il riferimento del dirigente scolastico. Verrà rivoluzionata la rete delle istituzioni scolastiche sul territorio: 5.600 (oltre la metà) verranno accorpate in 4.500, cioè le varie sedi verranno aggregate in un minor numero di istituzioni scolastiche (presidenze), con la soppressione di oltre 1.100. In totale le istituzioni scolastiche passeranno da 10.500 a 9.400, di cui 2 mila, le più piccole, date in reggenza a presidi di scuole più grandi. A Bari dovrà essere accorpato il 95% degli istituti del 1° ciclo. Nelle Isole verrà soppressa un’istituzione scolastica su 5.

Eliminato il 30% dell’organico di dirigente scolastico (-3.180 posti), al punto che una parte dei vincitori del prossimo concorso non troveranno posto. Salterà anche l’11% dei posti di direttore amministrativo (1.130 posti) e verranno tagliati 1.100 posti di assistente amministrativo, ma saranno almeno in 30 mila a dover produrre documentazione e dichiarare servizi per difendere la propria sede e non essere trasferiti d’ufficio o rimanere senza sede. Decadranno 53 mila consiglieri di istituto e dovrà essere rieletta la maggior parte delle RSU (almeno 14 mila rappresentanti).

Tuttoscuola ha fatto i conti e spiegato in un nuovo dossier cosa accadrà, per effetto della manovra bis di luglio, nei prossimi 12 mesi, che si annunciano tra i più caldi nella storia dell’organizzazione del servizio di istruzione.

Nelle prossime ore su tuttoscuola.com verranno pubblicate progressivamente notizie sul tema, e sarà a breve scaricabile gratuitamente il testo integrale del dossier. Seguiteci.




–>


tuttoscuola.com mercoledì 31 agosto 2011

 

Rivoluzione organizzativa/1: i risparmi e gli obiettivi della manovra

 

Pochi se ne sono accorti, ma la scuola italiana sta per essere investita da una profonda riorganizzazione, di portata simile a quella che ha accompagnato l’avvio dell’autonomia scolastica nel 2000, che entro un anno ne cambierà i connotati dal punto di vista organizzativo e gestionale.

Infatti la manovra bis di luglio (Decreto Legge n. 98, convertito nella legge 15 luglio 2011 n. 111, “Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria”), ha chiamato ancora una volta la scuola a contribuire ai risparmi di sistema in modo più incisivo di quanto, forse, sia stato percepito dall’opinione pubblica e in molti casi anche dai diretti interessati.

Cosa succederà, in sintesi? Ecco una breve rassegna predisposta da Tuttoscuola degli effetti, diretti e indiretti, della manovra:

  • l’accorpamento in istituti comprensivi e il loro ridimensionamento coinvolgerà tre quinti delle istituzioni scolastiche (ognuna – che accorpa più sedi o scuole – con la presidenza e la segreteria amministrativa, e quindi con il dirigente scolastico e il direttore dei servizi amministrativi), cioè circa 5.700 delle attuali 10.500 istituzioni esistenti, quasi tutte del 1° ciclo;

  • i consigli di istituto delle 5.700 istituzioni scolastiche coinvolte nella ristrutturazione decadranno: per questo ultimo anno funzioneranno regolarmente poi si dovrà procedere a nuove elezioni;

  • tutte le rappresentanze sindacali di istituto (rsu) dovranno essere rielette negli istituti ristrutturati; si tratta di circa 14 mila rappresentanti da rieleggere;

  • vi sarà una contrazione di organico di circa 3.180 posti di dirigente scolastico (-30%), di circa 1.130 posti Dsga (-11%), di circa 1.100 posti di assistente amministrativo; non vi sarà incidenza sull’organico dei docenti;

  • la ristrutturazione delle istituzioni scolastiche comporterà una notevole discontinuità didattica e amministrativa (revisione dei Pof, ricomposizione dei collegi docenti, cambio dei revisori dei conti, nuovi bilanci, gestioni finanziarie di esercizi diversi, ecc.);

  • le dotazioni in carico alle istituzioni soppresse o aggregate comporteranno passaggi di beni alle nuove istituzioni e saranno modificati gli inventari, per un valore stimabile in 150 milioni di euro;

  • più di 5 milioni di famiglie vedranno modificato il loro riferimento con la segreteria della scuola e con il dirigente scolastico;

  • accorpamenti delle istituzioni e soppressione di organico modificheranno profondamente la funzione dirigenziale non solo relativamente alla riduzione di posti, ma anche per la modifica della funzione con nuovi carichi di lavoro, riorganizzazione dei servizi e diffusa situazione delle reggenze (circa 2mila).

Tutto ciò è la conseguenza di poche righe contenute in tre commi dell’articolo 19 della legge n. 111, che stabiliscono queste modifiche:

  1. tutte le istituzioni scolastiche del 1° ciclo dovranno essere accorpate in istituti comprensivi;

  2. i nuovi e i vecchi istituti comprensivi dovranno avere almeno 1000 alunni;

  3. le micro-istituzioni scolastiche con meno di 500 alunni non potranno avere il dirigente scolastico titolare, ma saranno affidate in reggenza ad altro dirigente.

Ma perché tutto questo? Quali gli obiettivi della manovra?

Il decreto legge 98/2011 convertito nella legge n. 111/2011 ha disposto la ristrutturazione della rete scolastica con il duplice obiettivo di:

  • garantire nel 1° ciclo di istruzione un processo di continuità didattica, generalizzando il modello di istituti comprensivi;

  • ottenere una consistente riduzione nella spesa per la rete scolastica, quantificabile complessivamente in circa 200 milioni di euro all’anno

  • finanziare per il triennio 2012/2014, con le risorse conseguenti, il sistema nazionale di valutazione

 

Nelle prossime ore su tuttoscuola.com verranno pubblicate progressivamente notizie sul tema, e sarà a breve scaricabile gratuitamente il testo integrale del dossier. Seguiteci.




–>


tuttoscuola.com mercoledì 31 agosto 2011

 

 

Rivoluzione organizzativa/2: l’accorpamento in istituti comprensivi

 

Attualmente nel 1° ciclo di istruzione funzionano 7.311 istituzioni scolastiche:

  • 2.120 circoli didattici (organizzano scuole dell’infanzia e scuole primarie),

  • 1.198 istituti principali di scuola secondaria di I grado (organizzano soltanto scuole secondarie di I grado, le ex-scuole medie)

  • 3.933 istituti comprensivi (organizzano scuole dell’infanzia, scuole primarie e scuole secondarie di I grado).

Gli istituti comprensivi rappresentano oggi il 54% delle istituzioni scolastiche del 1° ciclo. Nati a metà degli anni ’90 dalla fusione sperimentale di circoli didattici e scuole medie nei territori di montagna e nei piccoli comuni, già al momento d’avvio dell’autonomia scolastica nel 2000 erano arrivati al numero di 3.277, il 43,5% delle istituzioni del 1° ciclo. In dieci anni sono aumentati di oltre 10 punti in percentuale, essendo stati considerati un modello vincente dal punto di vista didattico e organizzativo.

D’ora in poi diventeranno il 100% delle istituzioni scolastiche del settore, in quanto i circoli didattici e gli istituti principali di scuola secondaria di I grado (presidenze di scuola media) scompariranno completamente dal sistema nazionale di istruzione per essere accorpati in istituti comprensivi.

Che vuol dire, in pratica? Nulla accadrà alle singole sedi scolastiche (o punti di erogazione del servizio) dove vivono gli alunni, se non che cesseranno di far parte, ad esempio, di un certo circolo didattico, e diverranno parte di un istituto comprensivo. Quel circolo didattico verrà soppresso, insieme alla relativa presidenza e segreteria amministrativa. Ne consegue che per i docenti e per le famiglie cambieranno in molti casi il dirigente scolastico e il direttore amministrativo di riferimento. Cambieranno anche il consiglio di istituto e il collegio dei docenti, e aderiranno a un nuovo piano dell’offerta formativa (Pof). Dovranno essere eletti nuovi rappresentanti sindacali nelle RSU d’istituto.

Se la manovra finanziaria si fosse limitata a prevedere gli accorpamenti in istituti comprensivi senza mettere mano anche al parametro del dimensionamento (almeno mille alunni), la “rivoluzione” della rete avrebbe riguardato soltanto gli attuali 2.120 circoli didattici e i 1.198 istituti principali di scuola secondaria di I grado, cioè complessivamente quasi il 46% delle istituzioni scolastiche del 1° ciclo (che non è poco), ma, come vedremo, oltre agli accorpamenti vi sarà anche un forte ridimensionamento che toccherà anche i vecchi istituti comprensivi.

Tuttavia anche il solo accorpamento dei circoli didattici e delle presidenze di scuola media, in alcuni territori, scompaginerà l’intera rete, vista la scarsa presenza attuale di istituti comprensivi. È il caso, ad esempio, della Puglia, dove gli attuali istituti comprensivi costituiscono poco più di un quarto (26,7%) di tutte le istituzioni scolastiche del 1° ciclo. Anche la Campania, dove gli istituti comprensivi attualmente non raggiungono il 40%, dovrà mettere mano all’intera rete.

Avranno meno accorpamenti da fare le Marche, dove attualmente gli istituti comprensivi rappresentano già il 75% delle istituzioni del 1° ciclo o il Veneto dove i comprensivi sono il 72,5%.

A Oristano, su 27 istituzioni scolastiche del 1° ciclo, attualmente i comprensivi sono 24.

A Bari, invece, dove le istituzioni scolastiche sono 245, gli istituti comprensivi sono attualmente soltanto 12: dovranno essere accorpate – cioè verranno toccate dalla riorganizzazione – tutte le restanti 233 istituzioni, cioè più del 95%.

 

Istituzioni scolastiche del 1° ciclo – a.s. 2010-11

Regioni

tot. istituzioni scolastiche

circoli didattici

presidenze scuole medie

istituti comprensivi

Puglia

643

273

198

172

26,7%

Campania

977

363

230

384

39,3%

Umbria

118

42

27

49

41,5%

Abruzzo

196

66

41

89

45,4%

Piemonte

478

166

90

222

46,4%

Lazio

624

215

105

304

48,7%

Totale Nazionale

7.311

2.120

1.198

3.993

54,6%

Sicilia

836

253

108

475

56,8%

Liguria

149

38

25

86

57,7%

Friuli Venezia G.

135

32

23

80

59,3%

Sardegna

265

63

39

163

61,5%

Emilia Romagna

387

94

50

243

62,8%

Calabria

370

91

43

236

63,8%

Toscana

361

80

47

234

64,8%

Lombardia

923

189

94

640

69,3%

Basilicata

111

25

9

77

69,4%

Molise

64

12

6

46

71,9%

Veneto

494

84

52

358

72,5%

Marche

180

34

11

135

75,0%

 

Area Geografica

tot. istituzioni scolastiche

circoli didattici

Presidenze scuole medie

istituti comprensivi

Sud

2.361

830

527

1.004

42,5%

Totale Nazionale

7.311

2.120

1.198

3.993

54,6%

Centro

1.283

371

190

722

56,3%

Isole

1.101

316

147

638

57,9%

Nord Ovest

1.550

393

209

948

61,2%

Nord Est

1.016

210

125

681

67,0%

 




–>
Tuttoscuola.com mercoledì 31 agosto 201