Educazione alla cittadinanza e al dialogo interreligioso

Il pluralismo religioso è una dimensione della nostra società multiculturale di cui la scuola italiana può esserne lo specchio. L’insegnamento
della religione come elemento sociale può divenire un percorso per un’educazione alla cittadinanza e, come elemento personale, può essere una strada per formare al dialogo.
Questo volume, rivolto ad educatori, docenti (in specie di religione) e studiosi del fenomeno della multireligiosità, ha cercato di cogliere
alcune peculiarità della sfida culturale del pluralismo religioso nella scuola italiana.
All’interno del testo è esaminata la questione della religious education in un’ottica europea e nell’interpretazione che ne è data nel nostro paese. Vengono poi rintracciate alcune buone prassi portate avanti nella scuola secondaria di secondo grado e nell’ultima parte si presentano
sei studi caso su alcuni progetti didattici che hanno affrontato il tema del pluralismo religioso.
Il volume si conclude con una proposta per l’oggi per affrontare la multireligiosità in chiave interculturale.

Educazione alla cittadinanza e al dialogo interreligioso

 

Carlo Macale, Dottore di Ricerca in Studi Umanistici (indirizzo Scienze
dell’Educazione) è assegnista di Ricerca presso l’Università degli Studi di Roma
“Tor Vergata” con il sostegno della Fondazione Intercultura Onlus e docente a
contratto presso la stessa università. Ha partecipato come relatore a convegni
nazionali e internazionali. Ha preso parte a diverse ricerche accademiche ed è
autore di varie pubblicazioni scientifiche di natura pedagogica.

Educare, infinito presente

La presentazione di mons. Mariano Crociata
7 Settembre 2020

Il presente sussidio è uno dei frutti del cammino decennale che i Vescovi italiani hanno dedicato all’educazione. Esso testimonia che quello dell’educazione è un dossier che non può mai essere considerato chiuso e, anzi, un tempo così lungo dedicato ad essa conduce semmai ad una consapevolezza più avvertita di un impegno che si presenta accresciuto per urgenza e novità di esigenze. La Commissione episcopale per l’educazione, la scuola e l’università, che ne porta la responsabilità, ha voluto riservare una attenzione particolare alla scuola e al rapporto che la Chiesa è chiamata a intrattenere con essa. Un rapporto che ha già una lunga storia alle spalle e una considerevole ricchezza di esperienze, ma che oggi chiede una rivisitazione alla luce delle circostanze profondamente mutate. Il mutamento è tale da metterci dinanzi una scuola dal volto completamente diverso da quello che ha conosciuto chi è passato per le sue aule (anche queste ben altra cosa da quelle di oggi!) appena pochi decenni fa. Se a questo si aggiunge l’esplosione dell’epidemia da coronavirus, delle cui conseguenze di lungo periodo non possiamo essere adeguatamente avvertiti nel momento in cui scriviamo, ci rendiamo conto del bisogno di uno sguardo nuovo, di un atteggiamento più duttile, capace di aderire ad una realtà in continua evoluzione.

Un tale approccio suppone innanzitutto proprio questo: la capacità di tenere sotto osservazione la realtà della scuola, per capire e seguirne le incessanti trasformazioni che la caratterizzano in questa fase della sua storia. La missione evangelizzatrice della Chiesa esige innanzitutto tale attitudine a comprendere il destinatario della sua azione, così da rendere la sua parola intellegibile. E il destinatario è, in questo caso, tutto il mondo dell’infanzia, della fanciullezza e dell’adolescenza: tutti infatti passano per la scuola.

L’azione pastorale della Chiesa ha bisogno di farsi meno ‘istituzionalizzata’ (pur servendosi di tutti gli strumenti ‘istituzionalizzati’ di cui dispone) e più personalizzata. Del resto, nell’intreccio imperscrutabile dei percorsi personali di incontro con Dio e con gli altri, nessun credente, nel mondo della scuola e nel tessuto ecclesiale, è escluso da un ruolo missionario e testimoniale che conduca alla scoperta di Cristo Gesù. Quest’ultima nota – testimoniale – in modo speciale deve essere tenuta presente, perché «la Chiesa non cresce per proselitismo ma “per attrazione”» (Evangelii gaudium, n. 14); e se questo vale in generale, ha una portata enorme nel caso delle nuove generazioni.

In questo ambito vanno verificate, poi, due condizioni che l’azione pastorale della Chiesa avverte la necessità di abbracciare con decisione. La prima riguarda il superamento di una attività portata avanti in maniera settoriale, quasi separata dalle altre che la comunità ecclesiale conduce; un tale modo separato di procedere non è più concepibile perché non conducente ai fini che si vogliono perseguire. La seconda tocca un’idea dominante degli Orientamenti pastorali sull’educazione e che conosce una ripresa e una attualità sorprendenti, per iniziativa di papa Francesco, e cioè la necessità di alleanze educative o di un patto educativo. A cominciare da scuola e Chiesa, tutti gli attori e gli organismi della collettività che hanno attinenza con il mondo dell’educazione e della scuola sono chiamati a mettersi in rete, a collegarsi attivamente per favorire la crescita sana e autentica delle nuove generazioni. Ne va del futuro dell’intera comunità umana, oltre che di quella ecclesiale.

Con queste attenzioni, il presente sussidio può sperare di contribuire ad un nuovo punto di partenza, a un nuovo inizio, nell’impegno per l’educazione e per la scuola animato dalla fede e, con cuore libero, aperto alla condivisione dell’esperienza insuperabile della fede in Cristo, Maestro e Signore.

 

S.E. mons. Mariano Crociata

Vescovo di Latina

Presidente della Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università

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I temi del sussidio

I lavori del Sinodo amazzonico al centro della riflessione catechetica nella giornata dei curricoli

In occasione della giornata dei curricoli, gli studenti e i docenti dei percorsi di Educazione religiosa e Catechetica si sono ritrovati nella sala “E. Viganò” della Biblioteca per riflettere sul recente Sinodo amazzonico.

La giornata è stata preparata in ogni dettaglio dai partecipanti a uno dei Laboratori attivati nel primo semestre e l’incontro ha visto la presenza di tutti i docenti e quasi tutti gli studenti del curricolo, uniti nell’entusiasmo e partecipazione attiva.

È stato coinvolgo nell’iniziativa don Antonio Donadio, uno degli Assistenti agli acta del Sinodo. Egli ha dapprima offerto delle considerazioni originali sulla sinodalità e la sua importanza per la vita della Chiesa; ha presentato poi una lucida analisi delle principali tematiche e problematiche emerse al Sinodo, soffermandosi in particolare sui temi della conversione all’ecologia integrale, dei viri probati e dei nuovi ministeri. Il dialogo vivace che è seguito è risultato ancor più interessante proprio per l’esperienza privilegiata vissuta dal giovane prete lucano: egli ha potuto comunicare come si è vissuto “dall’interno” ciò che veniva dibattuto all’esterno del Sinodo, facendo scoprire aspetti inediti e stimolanti.

I lavori di gruppo che sono seguiti hanno consentito di approfondire ancora di più il significato che il Sinodo può avere sulla vita della Chiesa e della società. Le sintesi presentate in assemblea plenaria hanno rilevato che del Sinodo va colto il progetto globale soggiacente e non ci si può limitare alla sola tappa romana; che non si può fare teologia fuori dalla storia (e dalla geografia); che non può essere trascurata l’interdipendenza che sussiste nell’ecosistema mondiale (“Tutto quanto succede in Amazzonia mi appartiene”, è stato detto); che la svolta ecologica di cui si parla non può essere limitata alla plastica e agli imballaggi – per quanto importanti – ma pretende un’autentica conversione personale e una mentalità che salvaguardi la “casa comune”; che l’educazione delle nuove generazioni e la formazione degli educatori cristiani rimane un compito urgente e permanente; che occorre una riflessione non superficiale per assimilare e mettere in atto le novità che i lavori sinodali consegnano alla Chiesa e alla società.

La giornata, con i momenti conviviali, di ascolto e di confronto, è stata valutata con soddisfazione da tutti e ha dato conferma di quanto siano sempre importanti l’insegnamento della religione cattolica e la catechesi per la realizzazione di un mondo più umano.

UPS – Giornata dei Curricoli – Sinodo Amazzonia – 12.XI.2019 (1)

Alcuni scatti:

 

 

Politiche educative di istruzione e di formazione

Guglielmo Malizia.

Politiche educative di istruzione e di formazione tra descolarizzazione e riscolarizzazione. La dimensione internazionale, Milano, FrancoAngeli, 2019, pp. 288.

 

 

Le numerose problematiche, riscontrabili nei sistemi educativi all’inizio del terzo millennio, hanno provocato un acceso dibattito sulla validità ed efficacia dell’attuale offerta di istruzione e di formazione. L’obiettivo non è tanto quello di introdurre qualche cambiamento, quanto piuttosto quello di puntare a una riforma generale e vi sono anche proposte di procedere a una vera e propria descolarizzazione. Il volume si schiera per una riscolarizzazione e il punto di partenza è una nuova concezione dell’educazione ispirata alla Dichiarazione di Incheon dell’Unesco del 2015 che la descrive nei termini seguenti: «assicurare un’educazione di qualità, equa e inclusiva, e promuovere opportunità di apprendimento per tutti lungo l’intero arco della vita».

Il volume svolge una funzione di introduzione generale alla dimensione politica dei sistemi educativi in una prospettiva comparativa. Gli argomenti toccati prevedono anzitutto la presentazione del quadro generale delle politiche educative a livello internazionale. Seguono quattro capitoli in cui vengono illustrate le strategie secondo i vari gradi e ordini di scuola/FP: l’educazione di base; la scuola secondaria e l’istruzione e formazione tecnico-professionale; l’istruzione superiore; l’educazione degli adulti. Completano il panorama due tematiche di carattere trasversale: il ruolo e la formazione degli insegnanti; la governance della scuola e della FP tra autonomia e libertà.

Destinatari del volume sono i dirigenti e gli insegnanti della scuola/IeFP, gli studenti che si stanno preparando per operarvi e gli amministratori e i politici impegnati in questi settori.

L’Università, una comunità di studio, di ricerca e di vita

Il 28 e 29 novembre 2019 a Roma il convegno nazionale di pastorale universitaria. I primi frutti del Manifesto CEI e CRUI per l’Università

 

“Una comunità di studio, di ricerca e di vita” è il titolo del prossimo convegno nazionale di pastorale universitaria, in calendario per i giorni 28 e 29 novembre 2019 a Roma, presso la Casa “San Juan de Avila”.
Da alcuni anni è ripreso a cadenza fissa un appuntamento che vede insieme responsabili di uffici diocesani per l’università, docenti e studenti, cappellani e direttori di collegi universitari cattolici. A tutti loro, infatti, è rivolto l’invito per una due giorni di confronto e riflessione.
Il programma del 28 novembre prevede la relazione introduttiva di Luigi Alici, docente di filosofia morale presso l’Università di Macerata, e un’ampia sessione di laboratori su temi quali il rapporto fra Pastorale universitaria, Atenei e territorio, le scienze e la reologia, la spiritualità e il discernimento. A conclusione del pomeriggio, la Celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Mariano Crociata, Presidente della Commissione Episcopale della CEI per l’educazione cattolica, la scuola e l’università
Venerdì 29 novembre si apre con la Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons. Stefano Russo, Segretario Generale della CEI, a cui segue una tavola rotonda dal titolo “Insieme attori e alleati”, con la partecipazione del prof. Francesco Bonini, rettore Università LUMSA; di mons. Valentino Bulgarelli, responsabile del Servizio nazionale della CEI per gli studi superiori di teologia e di scienze religiose; del prof. Alberto De Toni, Presidente Fondazione CRUI; del dott. Filippo Moretti, Segretario Comitato “Mai troppo umano” di Pavia.
Nel corso del dibattito verrà presentato il recente accordo tra Santa Sede e Stato italiano per il riconoscimento dei titolo accademici ecclesiastici e i primi frutti del “Manifesto per l’Università” firmato nel maggio scorso da CEI e CRUI.
La scadenza per le iscrizioni è il 20 ottobre 2019.
In allegato, le note logistiche e il programma completo dell’iniziativa.

 

ALLEGATI

Educare nel cambiamento

Da settembre on line il sussidio del Consiglio nazionale della scuola cattolica per aiutare il mondo dell’educazione ad interrogarsi sulla qualità dell’offerta formativa, leggere i cambiamenti sociali e culturali in corso e confrontarsi con le nuove sfide. Si tratta – spiega Ernesto Diaco, direttore dell’Ufficio Cei per l’educazione, la scuola e l’università – di “uno strumento per ‘pensare la scuola e l’educazione’ nel contesto attuale. Le difficoltà che le scuole cattoliche devono affrontare sono numerose, ma le opportunità non sono da meno, come dimostrano le numerose esperienze raccolte nel testo”

 

«Si può dire che oggi non viviamo un’epoca di cambiamento quanto un cambiamento d’epoca». Con queste parole, pronunciate al Convegno ecclesiale di Firenze il 10 novembre 2015, papa Francesco ha attirato l’attenzione di tutti sulle rapide e radicali trasformazioni del nostro mondo e della nostra società. Per il mondo della scuola e della formazione ciò significa che bisogna fare i conti con esigenze, generazioni e modelli educativi diversi da quelli cui si era abituati fino a un passato anche recente.
Lo ricorda mons. Mariano Crociata, presidente del Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica, introducendo il sussidio “Educare nel cambiamento”, frutto della riflessione e del lavoro comune dell’organismo che rappresenta l’ampia e composita realtà della scuola cattolica in Italia. Il Consiglio Nazionale ha infatti dedicato l’ultimo anno ad una riflessione sulle condizioni delle scuole e dei centri di formazione professionale (Cfp) definibili come cattolici o di ispirazione cristiana, pubblicandone i risultati in questo strumento di lavoro.
Il testo contiene:
il documento su “Autonomia, parità e libertà di scelta educativa”, pubblicato nel 2017 e dal carattere programmatico;
il sussidio “Uno strumento per il discernimento delle comunità educative”, che vede qui la luce per la prima volta e si propone di aiutare tutte le scuole e i Cfp a promuovere una ponderata riflessione di fronte alle difficoltà che possono derivare dalle trasformazioni che stiamo vivendo;
un’Appendice costituita da una serie di esperienze e buone pratiche di scuole e Cfp che hanno saputo misurarsi con il cambiamento in maniera creativa e coraggiosa, pur se non priva di ostacoli;
una seconda Appendice, che raccoglie i recapiti degli organismi che a vario titolo compongono il mondo della scuola cattolica e possono essere di riferimento proprio per affrontare eventuali difficoltà o anche solo per confrontarsi nella vita ordinaria delle diverse realtà educative.
La scuola cattolica, come insegna il Concilio Vaticano II (GE, 8), è essenzialmente «un ambiente comunitario scolastico permeato dello spirito evangelico di libertà e carità». Con questo sussidio, quindi, il Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica vuole rivolgersi a tutte le componenti della comunità educativa – alunni, insegnanti, genitori, gestori, responsabili della direzione, comunità ecclesiale – per promuovere e sostenere un’azione che confermi e rafforzi il ruolo della scuola cattolica nella società italiana alla luce dei cambiamenti in atto.
In allegato il testo del sussidio “Educare nel cambiamento”, una presentazione a cura di mons. Mariano Crociata e l’articolo di Avvenire del 4 settembre 2018.

Leggi qui l’articolo del Sir dedicato al sussidio:

https://www.agensir.it/chiesa/2018/09/03/scuola-cattolica-dal-consiglio-nazionale-un-sussidio-per-ripensare-leducazione-tra-crisi-opportunita-e-prospettive/

ALLEGATI

Lauree Università Pontificie

È pubblicato in Gazzetta Ufficiale (160° [2019] 160, 1-3) il Decreto del Presidente della Repubblica (DPR 63/2019 Approvazione dello scambio di Note Verbali sul riconoscimento dei titoli accademici pontifici nelle discipline ecclesiastiche) che dà attuazione agli accordi intercorsi tra Santa Sede e Repubblica Italiana (13 febbraio 2019) in merito al riconoscimento dei titoli di studio nelle discipline ecclesiastiche, ovvero al mutuo riconoscimento dei titoli di studio statali ed ecclesiastici.

La notizia giunge nella prima parte della stagione estiva, quasi a rallegrare il meritato riposo di studenti e docenti che hanno da poco concluso la sessione degli esami. Alimenta anche la speranza che la fatica degli anni di studio non solo dia soddisfazione all’impegno profuso, ma approdi anche ad una preparazione riconosciuta formalmente in sede statale e “spendibile” a tutti gli effetti in campo civile oltreché ecclesiale.

Il cammino, che giunge in questi giorni ad un importante traguardo, è iniziato quantomeno con la firma dei rinnovati “Patti Lateranensi” (Accordo tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede del 18 febbraio 1984) e la relativa Intesa (1985/1990). Ha toccato poi le tappe del “Processo di Bologna” (1999) e della Intesa CEI-MIUR circa “i profili della qualificazione professionale degli insegnanti di religione cattolica” (2012).

Certamente il passo in avanti è notevole, giacché amplia le specialità dello studio teologico che affiancano ora Teologia e Sacra Scrittura, quali titoli con validità civile. Soprattutto annovera tra questi i titoli rilasciati dalle Facoltà e dagli Istituti Superiori di Scienze Religiose: la qual cosa acquista un valore particolare, dal momento che si tratta delle uniche lauree che, a partire dal 2017, danno accesso all’Insegnamento della Religione Cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado. Si può leggere un indiretto ed ulteriore riconoscimento pubblico del valore dell’IRC, attraverso il definitivo riconoscimento della qualità e specificità del titolo di studio conseguito dai suoi Docenti.

Certamente la circostanza del reciproco riconoscimento – come evidenziato nel commento dell’11 luglio 2019 riportato in www.chiesacattolica.it – richiede alle Facoltà Teologiche ed agli ISSR un impegno maggiore nell’elaborare un’offerta aggiornata; soprattutto un’offerta qualitativamente in grado di mantenere alto il livello formativo ed entrare “a testa alta” in positivo concorso con i percorsi offerti dalle altre Facoltà, oramai anche Statali. Il che significa – tradotto in termini accademici – curare non solo l’aspetto didattico ma anche e ancor prima il livello e l’ampiezza della ricerca, poiché una didattica accademica che non derivi da una ricerca solida rischia di ridursi a duplicato di un percorso di scuola secondaria. Conseguenza pratica sarebbe non la proliferazione quantitativa dei Centri di Studio ma la revisione qualitativa dei curricoli, che porti ad una essenzializzazione dell’offerta formativa e la sua specificazione in senso pratico-operativo.

L’importante passo compiuto con la firma del febbraio scorso implica disponibilità reciproca a rendere concretamente possibile il riconoscimento dei titoli di studio. Vuol dire che i titoli ecclesiastici individuati hanno valore civile, ma anche che i titoli rilasciati dalle università statali dovranno trovare accoglienza negli ambienti ecclesiastici. Si apre uno spiraglio, se non all’ingresso delle discipline ecclesiastiche nelle Università statali, quantomeno al formale riconoscimento pubblico del valore accademico delle medesime e dei loro risultati.

Il DPR 63/2019 alimenta alcune attese: la prima riguarda per l’appunto le procedure di mutuo riconoscimento – affidate a tavoli tecnici tra MIUR e Congregazione per l’Educazione Cattolica – che possono realizzare concretamente gli accordi oppure indirettamente rallentarne l’attuazione, predisponendo percorsi burocraticamente farraginosi, che finiscono per scoraggiare l’accesso a quanto concordato. Altro auspicio concerne il riconoscimento di tutte le specialità annoverabili sotto la dicitura Baccellierato/Licenza in Teologia e simpliciter i Gradi Accademici rilasciati da tutte le Facoltà Ecclesiastiche. Gli Atenei che dipendono dalla Santa Sede da tempo hanno sviluppato interessi in campi disparati (Filosofia, Scienze Sociali, Scienze della Comunicazione, Scienze dell’Educazione, etc.), dando vita a produzioni scientifiche di grande livello e ad applicazioni pratiche riconosciute ed apprezzate. Tutto questo attende soltanto di poter entrare in un circolo virtuoso di condivisione intellettuale, formazione professionale e spendibilità operativa, anche attraverso il riconoscimento civile dei titoli conseguiti. Infine, data la delicatezza del tema, meriterebbe una considerazione particolare il riconoscimento paritetico del Grado Accademico di Dottorato.

Discorso particolare riguarda il titolo accademico di Scienze Religiose, titolo di accesso all’IRC, che porta nella sua struttura la cura di una base filosofico-teologica, ma si trova davanti alla sfida di sviluppare nell’arco del medesimo quinquennio competenze circa il fenomeno religioso e lo specifico campo pedagogico-didattico. Si tratta di tre ambiti invalicabili nella preparazione dell’IdR, che attualmente vengono curati da Centri di Studio di impostazione teologica, ma anche dalla Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium e dalla Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’UPS nel Curricolo di “Educazione e Religione”. Entrambe queste ultime rientrano già nel novero degli Enti abilitati a rilasciare titoli validi per l’IRC: l’auspicio in questo caso è che la dicitura “Laurea in Scienze Religiose” non significhi l’estromissione dei due percorsi che – unici ed originali nel loro genere e nella loro proposta – hanno la caratteristica di sviluppare in maniera sensibile l’aspetto pedagogico, accanto a quello filosofico-teologico e antropologico-religioso.

Dunque tutto ciò che si è realizzato nei mesi di febbraio-luglio è contemporaneamente un traguardo e una tappa in un itinerario di mutua disponibilità e responsabilità tra Repubblica Italiana e Santa Sede: creare le condizioni giuridico-formali per far sì che l’impegno di ricerca, docenza e studio abbia una occasione di confronto e scambio non più eludibile.

 

CONSULTA:

Normativa riconoscimento dei titoli di studio accademici

Quale sinergia tra scuola e comunità cristiana?

Si terrà a Roma martedì 20 novembre 2018 il seminario di studio su iniziazione cristiana, scuola e insegnamento della religione cattolica dal titolo “Generare alla vita e alla fede. Quale sinergia tra scuola e comunità cristiana”.
L’incontro è organizzato da tre uffici della Conferenza Episcopale Italiana: l’Ufficio catechistico nazionale, l’Ufficio nazionale per l’educazione, la scuola e l’università e il Servizio nazionale per l’insegnamento della religione cattolica. Alla riunione parteciperanno diversi invitati scelti dagli uffici organizzatori. Molti di loro uniscono al lavoro nella scuola il servizio nella catechesi in parrocchia.
Aprirà i lavori la preghiera presieduta da S.E. Mons. Stefano Russo, Segretario Generale della CEI.
La relazione della mattinata, che sarà affidata al prof. Pierpaolo Triani, docente presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, avrà per titolo “Cosa sarà di questo bambino? (Luca 1,57-66.80). le opportunità e problematiche nel rapporto tra scuola e comunità cristiana”, mentre nel pomeriggio ci si confronterà a partire dalle esperienze di alcuni insegnanti di religione che sono anche catechisti. Sul tema “Lo racconteremo ai nostri figli. Iniziazione Cristiana e IRC: dalla separazione alla sinergia” interverranno infatti Elena Lauricella della diocesi di Agrigento e suor Ginevra Rossi della diocesi di Aosta. La sintesi dei lavori sarà curata da fratel Enzo Biemmi.
 
ALLEGATI

Il cinema per l’ora di religione

La Fondazione Ente dello Spettacolo presenta un corso residenziale per insegnanti di religione della scuola secondaria di primo e secondo grado, dal titolo Usare il cinema nell’ora di religioneSi svolgerà dal 4 al 6 ottobre presso l’Hotel Duca della Corgna a Castiglione del Lago (PG), ed è realizzato con la direzione scientifica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e il patrocinio del Servizio per l’Insegnamento della Religione cattolica della Diocesi di Milano. Ha la durata di 25 ore ed è accreditato presso il MIUR, acquistabile con Buono scuola e dà diritto ad 1 credito formativo.

 

Usare il cinema nell’ora di religione vuole formare gli insegnanti di religione sul linguaggio del cinema e sui suoi significati, per poter usare questo strumento nella didattica. Durante le tre giornate sarà approfondita la questione del sacro nel cinema attraverso l’analisi de La ricotta di Pier Paolo Pasolini. Il tema sarà affrontato attraverso lezioni metodologiche, un seminario di approfondimento su Pasolini, lavori di gruppo, lo studio del film, redazione di materiali che confluiranno in una pubblicazione operativa per gli insegnanti.

 

La Direzione scientifica è affidata a Pier Cesare Rivoltella, professore ordinario di Tecnologie dell’istruzione e dell’apprendimento Università Cattolica di Milano e direttore del Cremit (Centro di Ricerca per l’Educazione ai Media, all’Informazione e alla Tecnologia). In aula saranno presenti Michele Maragi professore – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Sergio Perugini (Commissione Nazionale Valutazione Film Cei), oltre a Federico Pontiggia, critico della Rivista del Cinematografo. Tutor d’aula, Livia Fiorentino, Fondazione Ente dello Spettacolo.

 

L’iniziativa si colloca nell’ambito degli eventi organizzati dalla Fondazione Ente dello Spettacolo per la celebrazione dei 90 anni della Rivista del Cinematografo, il più antico periodico italiano di critica cinematografica. Il programma di Castiglione Cinema 2018 – RdC Incontra, (4 al 7 ottobre 2018) prevede anche anteprime cinematografiche, seminari di studio e incontri con i protagonisti del nostro cinema.

 

Il costo complessivo per il corso è di 350 euro e comprende:

– sistemazione in hotel a 3 stelle in camera singola per 3 notti con colazione inclusa

– pasti dal pranzo di giovedì 4 ottobre al pranzo di sabato 6 ottobre (3 pranzi, 2 cene)

– materiali didattici

– l’ingresso alle proiezioni dei film di giovedì e venerdì della rassegna ufficiale di Castiglione Cinema

– la visita al Palazzo della Corgna

– l’accesso alla mostra “Joan Mirò – Meraviglie grafiche 1966-1977

– il libro che raccoglie i materiali didattici prodotti durante il corso (che verrà editato nei mesi successivi)

 

Il corso è riservato ai primi 50 iscritti.

Per iscrizioni: entespettacolo.org

Per informazioni sul corso

Fondazione Ente dello Spettacolo

segreteria.presidenza@entespettacolo.org – Tel. 06 96519.200 

IRC, nuove generazioni e ricostruzione del cristianesimo

L’«Istituto di catechetica» (ICA) della Facoltà di Scienze dell’Educazione (Università Pontificia Salesiana) sviluppa attualmente una programmazione triennale (2017-2020) attorno all’ Insegnamento della Religione cattolica (Irc) all’interno della quale si situa il prossimo «corso estivo» sull’«Irc, nuove generazioni e ricostruzione del cristianesimo», che si terrà al «Hotel Santa Chiara» di Chianciano Terme (SI) dal 1° al 7 luglio.

I destinatari del corso estivo sono gli Insegnanti di Religione Cattolica (IdR) di ogni ordine e grado ed è in fase di studio da parte della corrispondente Commissione Ministeriale del MIUR. Sono stati chiesti concretamente 50 posti, quindi il finanziamento andrà alle prime 50 persone che si scrivano; giunti a quel numero si elaborerà una lista di attesa.

Il corso estivo (Irc, nuove generazioni e «ricostruzione del cristianesimo») persegue l’obiettivo, da un lato, di fare il punto sull’attuale identità degli adolescenti e dei giovani d’oggi; dall’altro, di determinare alcune delle sfide educative fondamentali – legate alla loro «identità-situazione» – per l’Irc e per gli IdR. Infine, il Corso si sviluppa in sette giorni residenziali di lavoro che poi si prolungano nel lavoro on-line in modalità blended. Dunque, il Corso prevede delle aree tematiche e contenuti della formazione, offerti nelle lezioni frontali, approfonditi e sperimentati poi nei laboratori, realizzati in modalità blended (blended learning – asincrona – quale modalità di erogazione didattica).

 

Più informazione nei file allegati:

Lettera di invito al corso

Scheda di iscrizione

Programma del corso estivoProgrammazione triennale «Irc 2017-2010

 Orario