La fede e l’istituzione ecclesiale in Occidente. Perché la Chiesa?

Il cristianesimo al quale la maggioranza dei nostri contemporanei rimane legata, almeno nell’Occidente secolarizzato, è ormai un cristianesimo senza Dio e senza Chiesa. Davanti a tale considerazione, per quanti si sentono coinvolti in un’esperienza credente espressa anche in forma ecclesiale diventa urgente la domanda sulla finalità e la ragion d’essere della Chiesa oggi. «Se il cristianesimo è stato un fattore storico di civilizzazione, la sua pertinenza è caduca quando questa civilizzazione si trasforma, come sta avvenendo nel mondo contemporaneo?», si chiede Raymond Lemieux. Si tratta di verificare se l’esperienza cristiana sia fatta per garantire processi di civilizzazione o per partecipare all’umanizzazione del mondo. Una tappa previa importante sarà costituita dal ripensare il trittico «Chiesa-Regno-mondo». È sul versante di questa impresa che Denis Müller – procedendo da una prospettiva protestante, ma distanziandosi sia dal giuridicismo cattolico sia dall’evenemenzialismo protestante – ripercorre il formarsi dell’ecclesiologia contemporanea, restituendo un’articolazione teologica ecumenica della secondarietà e della necessità della Chiesa in rapporto al regno di Dio con un decentramento cristologico ed escatologico.

 

Regno-att. n.18, 2011, p.628

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I bambini e la violenza

Bambini meno brillanti a scuola e nello sport, se esposti a violenze: i risultati di una ricerca.

 

Hanno meno competenze scolastiche, faticano a farsi accettare dai coetanei, sono meno abili nelle attività sportive e hanno comportamenti valutati in modo non positivo da adulti e insegnanti. Sono i bambini che sono stati esposti, in maniera diretta o indiretta, a violenza familiare rispetto ai loro coetanei che non hanno mai vissuto esperienze simili.

Il profilo dei bambini esposti a violenze e figli di donne vittime di violenza è stato tracciato da un team di ricercatori provenienti dalle università di quattro diversi paesi europei: Italia, Cipro, Slovacchia e Romania. Inserita nel più ampio progetto “Daphne III programme”, finanziato dalla commissione europea, l’indagine per l’Italia è stata condotta presso l’università degli studi Roma tre presso la quale è stata presentata questa mattina dalla professoressa Sandra Chistolini, ordinario di pedagogia generale e sociale e responsabile scientifico del progetto, insieme al gruppo di ricerca.

Riguardo alle valutazioni fatte dagli insegnanti a proposito delle dimensioni di autopercezione dei bambini (competenze scolastiche, accettazione sociale, abilità sportiva, aspetto fisico, comportamento/condotta e percezione globale di benessere ce il bambino ha di sè), dall’analisi dei dati raccolti emerge che i punteggi più basi sono stati assegnati ai maschi i quali, tuttavia, hanno una più alta considerazione di sè rispetto alle femmine ma tutti, maschi e femmine, sviluppano strategie attive di difesa davanti alla violenza, sono più inclini a sentirsi esclusi dal gruppo anche se non lo desiderano e, rispetto ai bambini non esposti a violenza, tendono a considerare meno la madre come un modello ideale e sentono forte il bisogno di proteggerla.

Per l’indagine sono stati intervistati due gruppi di minori, 40 scelti a caso e 40 esposti a violenza. Il 48% rientra nella fascia d’età 0-11 anni e il 30% ha tra i 12 e i 18 anni. Il resto del campione è composto da donne adulte.




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La “Carta dei doveri dei bambini e degli adolescenti”,

Bambini e adolescenti soggetti di diritti, ma anche di doveri

 

È stata presentata presso la Regione Calabria la “Carta dei doveri dei bambini e degli adolescenti”, nata da un protocollo di intesa fra Regione, Ufficio scolastico regionale e Osservatorio sui Diritti dei Minori.

L’iniziativa, che pone la Calabria all’avanguardia in tema di tutela dei minori, evidenzia la necessità di riequilibrare diritti e doveri dei cittadini, a prescindere dall’età e senza venir meno al dovere della tutela del minore. Tuttavia, è necessario che i più giovani divengano consapevoli che non si possono rivendicare i diritti senza rispettare i doveri.

L’Assessore Regionale alla Cultura Mario Caligiuri nel presentare la Carta ha precisato che “si tratta di un’iniziativa rivoluzio­na­ria sul piano culturale, che pone l’accento sul terreno della responsabilità, non solo verso i minori, che hanno anch’essi delle responsabilità sociali, ma anche verso i genitori e gli educatori, dando priorità alla sfera dei doveri. Responsabilizzare bambini e adolescenti sui doveri verso la società significa stimolare la capacità di rivendicazione consapevole dei propri diritti e, dunque, del rispetto della legalità”.

La Carta vuole mettere in evidenza come anche per i più giovani si debba e si possa parlare di doveri come quello di studiare, e non solo rivendicare il diritto allo studio, o di corrispondere ai propri doveri nei confronti della famiglia.

La Carta dei doveri, nata in Calabria, rappresenta tuttavia un’idea che vuole porsi come un ausilio educativo fondamentale per genitori e docenti.

Fra le iniziative idonee a farla conoscere si vuole –  ha dichiarato Francesco Mercurio, direttore dell’Ufficio scolastico regionale per la Calabria – avviare un’attività di formazione del personale docente individuando le azioni concrete da mettere in atto per il raggiungimento degli obiettivi dell’iniziativa che abbiamo concordato con la Regione e l’Osservatorio sui diritti dei minori anche per introdurre un nuovo modo per educare i bambini alla legalità”.

 




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1/Sperimentazione per la scuola primaria: Dio è creatore e padre

 

SCUOLA PRIMARIA – CLASSE SECONDA

UNITÀ DI APPRENDIMENTO N° 1 :

NELLA BIBBIA DIO È CREATORE E PADRE

 

 

FASE IDEATIVA



DEFINIRE LA DOMANDA:


1. Individuazione dell’Area di Esperienza e della domanda educativa

Si sceglie l’area della relazione intesa come dimensione fondamentale per la crescita del bambino. Inoltre, in questa fase il bambino s’interroga su come sia nato il mondo e su chi abbia dato la vita a tutte le creature e su chi le sostenga nel corso del tempo. Basta poco per stimolare la sua curiosità e far emergere domande riguardo all’esistenza e al mondo, alla vita e all’uomo.

 

2.  Indicazione del motivo educativo conduttore


Il processo di apprendimento si svilupperà privilegiando in particolar modo il senso di fiducia. Nelle relazioni quotidiane del bambino sono presenti il padre e/o la madre che si curano di lui, delle sue necessità ogni giorno, lo seguono da vicino e da lontano, gli infondono costantemente fiducia, sono pronti ad incoraggiarlo, a stimolarne un’autonomia sempre maggiore e a mostrargli una nuova possibilità dopo un conflitto o un evento sfavorevole.

3. Definizione delle fasi e dei passaggi del processo di apprendimento

Sono state individuate le seguenti fasi di svolgimento del processo di apprendimento per il raggiungimento della dimensione religiosa a partire dall’esperienza della relazione di fiducia nell’ambito familiare:

–          in famiglia il bambino sperimenta la dedizione del papà o della mamma, il tempo che loro dedicano per curare i diversi aspetti della vita della famiglia, l’attenzione verso le necessità non solo materiali dei diversi componenti, l’interesse nei confronti del suo desiderio di crescere, di imparare e di essere guidato all’autonomia (il progetto di una vacanza, di un viaggio o di una giornata insieme), il senso di sicurezza  di protezione e di fiducia, la certezza di un consiglio sicuro e di un’altra opportunità, in caso di conflitto o evento negativo;

–          Si allargano gli orizzonti, il bambino osserva il mondo, niente è casuale, qualcuno lo ha creato e lo sostiene nel tempo, avverte la presenza di un architetto invisibile, di qualcuno che ha a cuore anche la sua vita, che da sempre lo ha pensato, creato e che gli è e sarà sempre vicino, anche nelle difficoltà o quando si sentirà solo, a cui può affidarsi con fiducia piena;

–          individuazione nei racconti della creazione la presenza del trascendente che crea, guida, pianifica ha a cuore la vita delle creature;

–          individuazione in alcuni racconti e brani della Bibbia la presenza di un Dio che è Creatore del mondo e della vita, ma soprattutto è Padre e che quindi risponde alle attese di fiducia piena che appartengono al profondo di ogni persona.

 

4. Confronto orientativo con i documenti normativi della progettazione.

 


Dalle Indicazioni per il Curricolo

La promozione e lo sviluppo di ogni persona.

Elaborare il senso dell’esperienza.

Sviluppo delle capacità necessarie per imparare a leggere le proprie emozioni e a gestirle.

Coesistere, condividere ed essere disponibili a cooperare.

Riflettere sulla dimensione religiosa dell’esistenza umana.

 

Dal P.O.F.:

Da ricavare dai documenti della scuola di appartenenza.

 

Dalle Indicazioni per il curricolo di Religione Cattolica

“L’insegnamento della religione cattolica fa sì che gli alunni riflettano e si interrogano sul senso della loro esperienza per elaborare ed esprimere un progetto di vita, che si integri nel mondo reale in modo dinamico, armonico ed evolutivo … ”;

“… il confronto esplicito con la dimensione religiosa dell’esperienza umana svolge un ruolo insostituibile per la piena formazione della persona …”.


Dai Traguardi per lo sviluppo delle competenze di Religione Cattolica

–          L’alunno riflette su Dio Creatore e Padre.

–          L’alunno riconosce che la Bibbia è il libro sacro per cristiani ed ebrei e documento fondamentale della nostra cultura, sapendola distinguere da altre tipologie di testi, tra cui quelli di altre religioni; identifica le caratteristiche essenziali di un brano biblico, sa farsi accompagnare nell’analisi delle pagine a lui più accessibili, per collegarle alla propria esperienza.

 

Ambito tematico

Dio e l’uomo, con i principali riferimenti storici e dottrinali del cristianesimo.

La Bibbia e le fonti, per offrire una base documentale alla conoscenza.

 

Dagli Obiettivi di apprendimento  al termine della classe terza di Religione Cattolica

Dio e l’uomo

· Scoprire che per la religione cristiana Dio è Creatore e Padre e che fin dalle origini ha voluto stabilire un’alleanza con l’uomo.

La Bibbia e le altre fonti

· Ascoltare, leggere e saper riferire circa alcune pagine bibliche fondamentali, tra cui i racconti della

della creazione,

 

Sono possibili connessioni con le altre discipline della’Area Linguistico – Artistico – Espressiva

  1. 1. Italiano.

–          Leggere testi cogliendo l’argomento centrale, le informazioni essenziali, le intenzioni comunicative.

–          Interagire nello scambio comunicativo in modo adeguato alla situazione, rispettando le regole stabilite.

  1. 2. Arte e Immagine

–          Esprimere sensazioni, emozioni, pensieri in produzioni di vario tipo, utilizzando materiali e tecniche adeguate e integrando diversi linguaggi.

  1. 3. Musica

–          Usare la voce, gli strumenti, gli oggetti sonori per produrre, riprodurre, creare e improvvisare fatti sonori ed eventi musicali di vario genere.

 

5. Definizione dell’obiettivo formativo


Muovendo da una riflessione sull’esperienza personale del senso di fiducia in famiglia, il bambino:

scopre l’importanza della fiducia per la propria crescita e apertura al mondo che lo circonda;

si interroga sulla presenza di qualcuno che ha a cuore il mondo e la vita di ogni persona, anche la sua in modo autentico;

intuisce in alcuni racconti mitici l’idea di un dio creatore del mondo e dell’uomo;

si accosta ai racconti biblici della creazione per scoprire che Dio è Creatore e Padre.

 

 

 

FASE DI APPLICAZIONE


COSTRUIRE LA RISPOSTA


1.      INDIVIDUARE IL COMPITO autentico di apprendimento


Con il contributo di ciascuno, si allestisce una mostra di classe con sei poster che dimostrino il percorso compiuto a livello personale e di gruppo. Possono contenere riflessioni, disegni, fotografie, immagini, idee …:

–          IDEE SU DIO …(le idee all’inizio dell’unità)

–          NELLA MIA VITA HO SCOPERTO CHE …

–          OCCHI APERTI SUL MONDO …

–          RACCONTI ANTICHI PER DIRE CHE …

–          NELLA BIBBIA: DIO è CREATORE E PADRE!

–          ORA PER NOI DIO … (come sono cambiate le nostre idee dopo il percorso)


  1. 2. STABILIRE LE MODALITà DI ESECUZIONE DEL COMPITO AUTENTICO UNITARIO

I poster vanno realizzati nei diversi momenti dell’unità, in modo da poter prevedere un momento finale di confronto sul percorso e verificare se la fruizione delle fonti, il confronto di gruppo e le diverse esperienze hanno modificato le idee di partenza.

 

  1. 3. INDICARE LE ATTIVITÁ PREVISTE

 

Suggeriamo le seguenti esperienze ed attività per sviluppare le diverse fasi del processo di apprendimento.

¨      In famiglia il bambino sperimenta la fiducia, infatti ci sono persone  che hanno tempo per lui, predispongono gli aspetti più importanti della sua vita, per ascoltarlo, per parlare …

Suggeriamo alcuni testi, tra i quali scegliere, che :

–          possono essere spunti per la riflessione di gruppo, per far emergere vissuti ed esperienze;

–          si prestano ad essere illustrati;

–          lasciano spazio a attività di rielaborazione personale e collettiva (ne suggeriamo alcune di volta in volta).

 

Felicità

Felicità è farsi le coccole

e star bene insieme anche con niente.

È un posto dove starcene in pace

a dirci quello che ci piace.

È sederci vicini in un posto caldo e colorato

a goderci tranquilli

un racconto incantato.

Felicità è che ci vogliamo bene,

è tutte le cose che facciamo insieme.

G. Andreae, V. Cabban, Felicità è …, La Margherita

 

–          cartellone di gruppo: PER ME FELICITà è…

–          acrostici con la parola FELICITà

 

Mamma

Mamma,

i miei capelli

che si sciolgono sulle tue ginocchia

sono mille e mille fili di seta

che tu mi hai donato.

Pic Sing

 

Io e la mamma

Io con la mamma sto moltissimo bene: mi fa sentire un gattino felicissimo.

Le do un dolore quando la faccio arrabbiare, ma poi facciamo la pace perché è lei che mi perdona sempre. Lei mi dà gioia e felicità. La mamma mi chiama “topolino” e io la chiamo “regina”.

Matteo Mussi

 

I papà sono bravi a …

I papà possono insegnarti ad andare in bicicletta, possono fare un pupazzo di neve con te, e preparare una torta per il tuo compleanno.

I papà possono aiutarti a lavorare in giardino, possono portarti in spalla quando sei stanco e curarti quando sei malato.

I papà possono guardare il tramonto con te, cucire il bottone del tuo orsacchiotto e consolarti quando sei triste. I papà posso mascherarsi ad Halloween, aiutarti a fare il bagno al cane e giocare con te al parco. I papà possono leggerti una storia della buonanotte, rimboccarti le coperte e darti il bacio prima della nanna.

Ma, più di tutto i papà possono darti tanto, tantissimo amore. E le mamme? Le mamme possono fare le stesse cose.

L. Numeroff, I papà sono bravi a …, Fabbri

 

–          Racconto e/o disegno un momento o un’esperienza della mia vita di ogni giorno con papà e/o mamma che ritengo molto importante.

 

Tu cosa faresti?

C’era una volta un piccolo tucano curioso.

Un giorno chiese alla mamma.

– E se fossi una nuvola, tu cosa faresti?

– Sarei il vento – rispose la mamma – per poterti spettinare.

– E se fossi un serpente?

– Sarei il ramo con cui puoi giocare.

– E se fossi una cascata?

– Sarei la pietra che ti fa cantare.

– E se fossi un albero, tu cosa saresti?

– Sarei la pioggia che grande ti fa diventare.

– E se fossi un frutto?

– Sarei il sole che ti fa maturare.

– E se fossi la pantera nera?

– Sarei la notte per poterti abbracciare.

– E se fossi la mamma tucano?

– Sarei il tuo piccolo che ha tanto sonno e vuol farsi coccolare.

S. Colloredo, P. La Porta, Solo per amore, CARTHUSIA

 

–          Intervista alla mamma e/o al papà con: SE IO FOSSI…TU COSA SARESTI/FARESTI?

Concludiamo questa prima fase con una sintesi:

è bello, perché nella mia vita ci sono persone che pensano a me, ho fiducia in loro,

perché mi ascoltano, mi capiscono e mi aiutano a crescere.

 

¨      Si allarga lo sguardo sul mondo, il bambino scopre che niente è casuale (l’alternanza delle stagioni, dei momenti della giornata, la bellezza e i frutti della natura …), c’è qualcuno che come un architetto invisibile ha messo ordine e sostiene ogni creatura, ogni persona, come un padre o una madre.

Suggeriamo di esplorare direttamente le bellezze della natura, in qualsiasi stagione dell’anno, con un’osservazione del giardino della scuola o con una passeggiata, magari scattando delle fotografie da commentare in classe per rivivere l’esperienza.

Presentiamo alcuni brani, tra i quali scegliere i più idonei al periodo di svolgimento dell’unità e/o agli interessi dei bambini, che possono essere illustrati, rielaborati, drammatizzati o semplicemente spunto per una riflessione insieme, utilizzando le domande che li accompagnano.

 

Finestre sul mondo

Apro i miei occhi, finestre sul mondo:

lo guardo bene. Non sembra tondo …

Fiumi, pianure, monti in salita,

la giravolta è presto finita.

Apro le orecchie, lo sento parlare:

soffio di vento, canto di mare.

Provo a toccarlo: che meraviglia!

Ruvido tronco, liscia conchiglia.

Voglio scoprirlo da cima a fondo.

È così bello questo mio mondo!

Tratto da I favolosi quattro, Giunti Scuola, classe seconda, pag. 45

 

– Anche per voi è bello il mondo? Perché? Che cosa vi piace osservare, ascoltare o toccare? Che cosa vorreste scoprire o vedere?

– Cerchiamo immagini belle del mondo e realizziamo un collage dal titolo: è COSì BELLO QUESTO NOSTRO MONDO!

 

Le magie del sole

Di notte tutto è nero:

il cielo, i giardini i prati,

il mare che urla e piange

i boschi profumati.

Ma appena il gallo canta

Il sole torna fuori

A dipingere il mondo

con i suoi mille colori.

G. Rodari

 

–          Com’è il cielo di notte? E durante il giorno?

–          Quali sono i colori della notte e del giorno?

–          Cosa accade quando spunta il sole?

–          Ti piace la notte/ il giorno? Perché? Ti fa paura la notte? Quando?

 

L’ombra del cielo

Il cielo tramonta

il cielo tiene un po’

della sua luce

e si fa l’abito di tanti colori.

La terra diventa scura

e il mare prende l’ombra del cielo

e la sprofonda pian piano.

Io mi sento sola

ma penso al sole

che domani verrà.

M. Lodi

 

–          Che cosa succede quando il sole tramonta?

–          Quali sono i colori dell’abito che il cielo indossa al tramonto?

–          Ti ricordi di aver visto un tramonto molto bello? Quando? Cosa hai provato?

 

Un albero per amico


Il tronco è il tuo corpo;

i rami braccia sempre aperte

che a cullare i nidi sono esperte.

Le radici son piedi …

ma tu non cammini,

gli amici li hai sempre vicini:

i passeri, le nuvole, il vento

e me che ti guardo contento.

M. Mortillaro

–          A cosa assomiglia un albero? Cosa fanno le sue “braccia”?

–          Hai mai visto un nido nascosto fra i rami?

–          Chi sono gli amici dell’albero? Tu pensi di essere amico degli alberi?

 

Sotto le stelle

Era una notte buia, senza luna e tutto era nero intorno a me. Ad un tratto mi parve di sentire un brusio sul fienile e alzai lo sguardo. Vidi un cielo così fitto di stelle come non l’avevo mai visto. Uno spettacolo: c’erano stelline tanto piccoline che parevano granellini di sabbia, altre invece grandi e luminose. E in mezzo al cielo si vedeva una nuvola chiara e sfumata, che non era una nuvola, ma polvere di stelle. Erano tantissime! Provai a contarle: una, due, tre, quattro, dieci … Ma ben presto diventò impossibile; i miei occhi si smarrivano.

M. Lodi

 

–          Anche a voi è capitata un’esperienza simile? Quando? Che cosa avete provato?

–          È possibile contare le stelle? Secondo voi qualcuno c’è riuscito?

 

Il concerto del prato

Vi è capitato di prestare attenzione ai suoni della natura? Quando in un pomeriggio di primavera o d’estate ascoltate il canto degli insetti in un prato, lo sapete che state ascoltando una vera musica? I grilli, le cicale suonano bellissime melodie che solo loro sanno capire. I grilli sembrano violinisti che muovono l’archetto sulle corde del violino. Le cicale, invece, sono tamburine: il loro pancino risuona come un tamburo mentre fanno il loro verso. E questi versi si mescolano agli altri mille suoni che formano il concerto del prato.

Da Panda G, Mondadori

–          Con materiale naturale o riciclato e la voce, proviamo a fare un concerto del prato.

 

Il cielo

Il cielo mi piace così tanto, con la luna, le stelle e tutto il resto. Però mi piacerebbe di più se potessi cambiarlo ogni tanto a modo mio. Una sera, per esempio, vorrei tre lune, non una sola: una luna rotonda, una luna quadrata, una luna triangolare.

Un’altra sera mi piacerebbe disporre le stelle secondo disegni che preparerei io stesso. Disegnerei con tante stelle il mio nome, poi il nome del mio bambino, poi il nome della sua mamma. Metterei una stella ferma in mezzo al cielo, ordinerei a tutte le altre di farle attorno il girotondo. Tutti guarderebbero in su, sarebbe uno spettacolo molto più bello dei fuochi artificiali. Mi piacerebbe anche vedere un corteo di stelle: centomila stelle in fila, e davanti a tutte la luna, come una bandiera bianca.

G. Rodari, Fiabe lunghe un sorriso, E. Riuniti

Spostiamo l’attenzione sulla dimensione religiosa con alcune domande: che senso ha il nostro mondo con tutte le sue meraviglie? Perché esistono il mare, il cielo, gli animali, le piante e tutto quanto il mondo contiene? Chi ha iniziato tutto questo e chi lo sostiene ogni giorno, pensando ad ogni creatura, anche la più piccola e a ciascuno di noi?


¨      Individuazione nei racconti della creazione la presenza del trascendente che crea guida, pianifica a cuore la vita delle creature.

Ci sono moltissimi racconti a riguardo, naturalmente i bambini non dispongono ancora degli strumenti per una comprensione completa e adeguata dei miti, soffermiamoci quindi sugli aspetti che mettono in luce la presenza e l’azione del trascendente che crea e ha a cuore le sue creature.

Qui ne riportiamo un paio.

 

Un racconto antichissimo

«In un tempo lontanissimo, il mondo era immerso completamente nel silenzio. Non c’erano monti, prati o qualsiasi essere vivente, solo un cielo infinito e buio e un mare immenso e silenzioso. Esistevano solo Gucumatz e Hurakan. Gucumatz era il dio costruttore, avvolto nel manto di piume azzurre e Hurakan.

Gucumatz e Hurakan decisero di incontrarsi e di dare inizio alla vita e alla luce.

– Terra! – dissero gli dei e subito si formarono le colline, le pianure e i monti rivestiti di boschi, spuntarono i fiori a dipingere di colori i prati e fu stabilito il tempo del giorno e della notte.

Dopo aver pensato un po’, gli dei dissero: – Rompiamo il silenzio che riempie la Terra e diamo vita a creature viventi, che ci lodino e ci ringrazino per tutto ciò che abbiamo creato! -.

Così apparvero animali d’ogni specie, bestie grandi e piccole, che popolarono il mare, la terra e il cielo. Gli dei comandarono loro: – Fate sentire le vostri voci e date lode a chi vi ha dato la vita e tutto ciò che vi circonda!-.Ogni animale, quindi, iniziò ad esprimersi e a lodare gli dei, secondo le sue capacità, chi ruggendo o ululando, chi fischiettando o gracidando e la Terra si riempì d’ogni genere di suono. Gli dei erano davvero felici di ciò che avevano fatto, la Terra era piena di vita, di luce e di voci, ma nessun animale era capace di ringraziarli dal profondo del cuore.

Gucumatz e Hurakan, quindi, decisero di donare la vita ad un essere capace di obbedire, di lodare, e di aver cura delle meraviglie della natura e crearono l’uomo. In principio presero della creta, ma erano uomini troppo fragili e non pensavano, perciò gli dei afferrarono i pupazzi di fango, li gettarono in mare e questi si sciolsero subito.

Allora presero del legno, lo intagliarono e fecero degli uomini, ma non avevano cuore e intelligenza e ben presto si dimenticarono degli dei che li avevano creati. Quindi gli dei fecero scatenare delle piogge così forti che gli uomini di legno furono sommersi.

Gucumatz e Hurakan, però, non volevano rinunciare alla loro idea, così presero un po’ di mais e lo mescolarono con una pozione magica, creando quattro uomini maschi, belli, intelligenti e che sapevano parlare. I loro occhi erano straordinari, come quelli degli dei sapevano vedere e capire ogni cosa. Gli dei erano un po’ preoccupati, perché avevano paura che gli uomini diventassero come loro, allora soffiarono tante nuvole, che circondarono la Terra e resero più confusa la vista degli uomini, ma non li lasciarono soli e crearono quattro bellissime donne.

Da quel momento gli uomini iniziarono a popolare la Terra».


Così raccontano gli indiani Yakima

Agli inizi del mondo c’era solo acqua. Il Grande Capo Lassù viveva nel cielo tutto solo. Quando decise di creare il mondo, scese in luoghi dove l’acqua era poco profonda e cominciò a raccogliere grandi manciate di fango che divennero terra. Fece un mucchio di fango altissimo che, per il gelo, divenne duro, dando origine alle montagne.

Quando cadde la pioggia, questa si trasformò in ghiaccio e neve. Il Grande Capo Lassù fece crescere sulla terra alberi, radici e bacche. Con una palla di fango creò un uomo e gli disse di prendere i pesci nell’acqua, i daini e gli animali nelle foreste.

Quando l’uomo divenne malinconico, Grande Capo Lassù creò una donna, affinché fosse la sua compagna, e le insegnò a preparare le pelli, a lavorare cortecce e radici e a fare cesti.

Miti  e leggende degli Indiani del Nord America, Demetra

 

¨      Individuazione nei brani della Bibbia la presenza di un Dio che è Creatore del mondo e della vita, ma soprattutto è Padre e che quindi risponde alle attese di fiducia che sperimenta nel suo vissuto quotidiano.

Leggiamo insieme ai nostri alunni alcuni brani tratti dai primi due capitoli della Genesi: i racconti della Creazione, aiutandoci con immagini, fotografie o una presentazione in Power Point.

Guidiamo i bambini a scoprire alcuni punti importanti, che mettono in luce gli aspetti specifici delle narrazioni bibliche e quindi della prospettiva cristiana: Dio è Creatore e Padre.

  • Dio crea, con la sua parola e con le sue azioni, ogni cosa da nulla, mettendo ordine dove prima c’era il caos; crea il tempo e lo spazio e tutti gli esseri viventi;
  • Dio crea l’uomo e la donna a sua immagine e somiglianza, dandogli la facoltà di agire sul mondo in modo responsabile e libero;
  • Dio è felice per tutto ciò che ha creato, specialmente per l’uomo;
  • sin dalla Creazione, Dio desidera stringere un patto d’amicizia con Adamo, si impegna a condurre l’uomo a una vita di comunione con lui, chiedendo in cambio obbedienza e fedeltà, ma lo lascia libero di scegliere;
  • l’uomo non rispetta da subito questo patto, ma Dio non si stanca mai di perdonarlo e ricominciare ogni volta.

 

 

Possiamo arricchire la nostra proposta con altri brani biblici e non, che esprimono lode e ringraziamento per i doni quotidiani e le meraviglie della natura, la fiducia in Dio e il riconoscimento della Sua grandezza e della sua presenza nella vita, come un genitore per il proprio figlio.

Ne indichiamo alcuni tra i quali l’insegnante può operare delle scelte.

 

Salmi adattati per i bambini


Salmo 131

Padre buono,

il mio cuore non diventa orgoglioso,

non cerco di fare cose più grandi di me.

Fa’ che io sia felice con te.

Come un bambino in braccio alla sua mamma,

fa’ che io sia sereno e innocente come lui.


Salmo 139

Signore, tu mi guardi sempre,

mi segui in tutto ciò che faccio

e vedi persino i miei pensieri.

Signore, tu sai dove sto andando

e che cosa dirò ancora prima

che io inizia parlare.

Talvolta è come se sentissi una mano,

la tua mano appoggiata alla testa:

così mi guidi come fa un papà.


Dal Salmo 131

Tu solo sei grande.

Tu solo fai meraviglie.

Tu solo sei Dio.

 

Dal Salmo 66

Venite, guardate le meraviglie di Dio,

opere stupende che meravigliano l’uomo.

Salmi per piccoli cuori, Elledici

 

Il più bel nome di Dio

Questa storia accadde nei tempi antichi. Allora gli uomini conoscevano una sola parola per indicare Dio: DIO,appunto.

«E non c’è un altro nome?» domandarono alcuni. Allora gli uomini cominciarono a riflettere. Stabilirono di ritrovarsi dopo una settimana. Ciascuno doveva dire il nome che aveva trovato Avrebbero, poi, scelto il più bello e lo avrebbero dato a Dio.

Ed eccoli riuniti dopo una settimana. Il primo portò un recipiente di terracotta dentro il quale ardeva un fuoco. Disse:«SOLE, questo è il nome di Dio. Egli ci dona la luce e il calore, vince il buio e il freddo della notte».

Avanzò il secondo, anche lui portava un vaso di terracotta con dentro dell’acqua. «ACQUA: questo deve essere il vero nome di Dio. Dall’acqua, infatti, viene la vita».

Il terzo si chinò verso il suolo, raccolse con la mano una manciata di terra e la sciò scorrere tra le dita. Disse:«Così dobbiamo chiamare Dio,TERRA. Essa ci nutre e ci sostiene, è la nostra casa».

Il quarto portò un velo soffice e leggero. Lo gettò per aria e subito il vento lo gonfiò e lo portò in alto. Egli disse:«Questo per me è il vero nome di Dio, ARIA. L’aria spinge le vele delle navi e noi viviamo d’aria, essa ci permette di respirare».

Tra questi c’era anche un quinto uomo. Era zitto, non diceva una sola parola, teneva in braccio un bambino e lo cullava teneramente. «E tu?» chiesero allora, «quale nome hai trovato per Dio?».

L’uomo rimaneva in silenzio, cullava il suo bambino. Tutti erano in silenzio e lo guardavano attenti. All’improvviso uno di loro esclamò:«Adesso ho capito! Il nome più bello che possiamo dare a Dio è PADRE!».

«è davvero così» dissero tutti insieme,«Dio è nostro Padre. Egli è il Padre di tutti.»

Tratto da Raccontami una storia, Ella Di Ci, 1989

 

  1. 4. precisare: tempi, modalità, metodi, mezzi, strumenti scelti per le attività

 

Stabilire i tempi

Primo o secondo quadrimestre, almeno 10 ore.

 

Modalità, metodi, mezzi, strumenti

IN SINTESI

–          Esperienze di riflessione e di confronto.

–          Rievocazione di vissuti.

–          Lettura di immagini.

–          Lettura e lavoro di ricerca, di analisi di racconti, filastrocche, preghiere.

–          Attività di sintesi e di condivisione di gruppo.

–          Rielaborazione personale e di gruppo con cartelloni, disegni, attività di attualizzazione.

 

Metodologia

–          Lavoro di analisi e ricerca di gruppo e personale, confronto e discussione di gruppo e altri indicati nel percorso, rielaborazione.

 

 

 

 

FASE DI VALUTAZIONE

 


VERIFICA, VALUTAZIONE E

CERTIFICAZIONE DELLE COMPETENZA ACQUISITA


  1. 1. Stabilire il “compito autentico di verifica”
  1. 1. Per verificare se gli alunni hanno scoperto nella propria esperienza di vita la presenza di persone che pensano a lui ogni giorno e a cui può rivolgersi con fiducia.

Nell’album sottostante disegna le persone nelle quali hai fiducia e una situazione in cui hai scoperto in famiglia la presenza di persone hanno pensato a te in modo speciale. Racconta con le tue parole.

 

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  1. 2. Per verificare se l’alunno ha compreso che, da sempre, Dio è presente nella vita dell’uomo come Creatore e Padre.

Leggi con attenzione il racconto.

Ogni mattino un arabo, che attraversava il deserto con un esploratore francese, si fermava per pregare Dio. Un giorno il francese gli disse:: «PERCHÉ OGNI GIORNO FAI QUESTO? DIO NON ESISTE, TU NON L’HAI MAI VISTO E MAI TOCCATO». L’arabo non rispose.

Poco dopo il francese vide delle belle orme di cammello ed esclamò: «GUARDA, DI QUI É PASSATO UN CAMMELLO!».

E l’arabo: «COME FAI A DIRLO? IL CAMMELLO NON L’HAI VISTO, NÉ TOCCATO».

Il francese rispose: «SI VEDONO LE ORME!».

Allora l’arabo, puntando il dito verso il sole: «ECCO LE ORME DEL CREATORE: DIO C’È».

Adattato da P. Pellegrino, Sorsate. 365 gocce di luce per ogni mattina dell’anno, Elledici

E se tu osservi il mondo e le persone che ti circondano, dove vedi i segni della presenza di Dio? Traccia quattro impronte delle tue mani, disegna all’interno e poi racconta con una breve frase.


  1. 3. precisare le modalità di verifica

Verifica individuale.

 

  1. 4. definire i criteri e la scala di valutazione

 

Aspetto della prova da valutare

Descrittori di livello

A                                                   B                                                       C

INIZIALE                                    MEDIO                                        ELEVATO

Le presenza di persone  e situazioni nell’esperienza personale dell’alunno

Non sono state disegnate persone importanti e/o una situazione significativa.

È stata disegnata una situazione significativa, ma la spiegazione non è coerente.

Sono state disegnate persone importanti e una situazione significativa. La spiegazione è coerente.

I segni della presenza nel mondo di Dio Creatore e Padre

È stato disegnato e spiegato un solo un segno significativo della presenza di Dio Creatore e Padre.

Sono stati disegnati e spiegati due o tre segni significativi della presenza di Dio Creatore e Padre.

Sono stati disegnati e spiegati quattro segni significativi della presenza di Dio Creatore e Padre.

 

  1. 5. individuare modalità di certificazione della competenza acquisita.

Si può ipotizzare il seguente modello di certificazione:

 

LIVELLO    COMPETENZA   RAGGIUNTO

SI CERTIFICA CHE L’ALUNNO

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PIENO

MEDIO

INIZIALE

 

Ha scoperto la presenza nei suoi vissuti quotidiani di persone che hanno a cuore la sua vita, si occupano di lui e in cui ha fiducia.

Ha sperimentato che nel mondo e nella natura che lo circonda niente è casuale, che c’è un ordine che rimanda alla presenza di un creatore che ha a cuore le sue creature.

Ha intuito nei racconti antichi della creazione appartenenti a varie tradizioni culturali la presenza del trascendente come creatore del mondo e della vita.

Ha colto, nei racconti biblici della Creazione, che Dio non è solo Creatore, ma anche Padre di ogni persona.

 

  1. 6. confronto con i documenti normativi

In questa fase, l’insegnante verifica la conformità del percorso con gli obiettivi indicati nella FASE 1 per quanto riguarda:

–          i riferimenti al P.O.F. d’Istituto di appartenenza;

–          gli obiettivi di apprendimento di Religione Cattolica contenuti nelle Indicazioni per il Curricolo;

–          gli obiettivi delle altre aree disciplinari coinvolte.

 

 

 

 

 

 

 

 

Prima lezione di teologia

 

Giuseppe Ruggieri, Prima lezione di teologia, Laterza, Bario 2011, pp.169 Euro 12,00

 

Descrizione:

La teologia applica la metodologia scientifica al discorso su Dio e vuole quindi accordare il pensiero di questo mondo con il messaggio cristiano. Ma il discorso su Dio nel cristianesimo del Nuovo Testamento non è in ultima analisi una negazione del sapere di questo mondo? E, allora, la teologia è compatibile con il cristianesimo? Ed è possibile una teologia che resti fedele al messaggio di Gesù di Nazaret?

“La teologia, come viene qui intesa, è semplicemente il ‘discorso su Dio’ che gli uomini non riescono a evitare, la cui presenza si riscontra quindi in tutte le culture umane. Tutti gli uomini sono ‘teologi’, parlano cioè di Dio sia affermandolo e pregandolo, ma anche negandolo o dubitando di lui. Ma questo discorso su Dio nella storia degli uomini tutti ha suscitato anche dei discorsi che hanno la caratteristica di essere funzionali, secondari. Nella storia dell’Occidente (ma non solo in essa) al discorso su Dio che si ritrova nel linguaggio comune si è infatti aggiunto un discorso sul discorso che ha avuto sempre una duplice motivazione: la prima, piuttosto critica e negativa, che rende attenti a non trasferire in Dio i sentimenti dell’uomo che spesso sono discutibili e pericolosi; la seconda (che è poi il risvolto della prima), piuttosto positiva, che tende a dare rigore al discorso a partire da ciò che è specifico di Dio in qualunque modo lo si concepisca. E anche questo discorso sul discorso su Dio si chiama teologia”: Giuseppe Ruggieri introduce alla disciplina che studia Dio, prendendo in esame l’esperienza religiosa cristiana nella sua dimensione dottrinale e di riflessione intellettuale.

 

 

Ora di religione: tutelare la libertà di scelta

L’Osservatore Romano dedica oggi un lungo articolo al tema dell’ora di religione nelle scuole e approfondisce, in particolare, la questione del diritto dei genitori a decidere in materia. “Sono i genitori, e non lo Stato”, scrive il giornale del Vaticano, “ad avere il diritto di educare i propri figli conformemente alle loro convinzioni e lo Stato deve cercare di aiutarli in questo, nella più assoluta neutralità. Lo Stato è costituzionalmente obbligato a garantire ai genitori che i docenti di religione dei loro figli minorenni vengano designati dalla gerarchia della Chiesa della quale essi fanno parte. Designazione che deve essere completamente libera per le Chiese e necessariamente rispettata dallo Stato”.

La presa di posizione del quotidiano della Santa Sede è dovuta al fatto che domani “si tiene a Strasburgo, dinanzi alla Corte europea dei diritti dell’uomo, un’importante udienza nella quale sono in gioco, in parte, la libertà religiosa e l’autonomia delle Chiese, delle confessioni e delle comunità religiose riguardo all’insegnamento del proprio credo”. La questione in discussione è “se ai cittadini europei viene garantito che l’insegnamento religioso ricevuto dai loro figli minorenni nelle scuole corrisponda alle loro convinzioni”.




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tuttoscuola.com

Bachelet. Testimoniare da cristiani nella vita e nella politica

Bachelet. Testimoniare da cristiani nella vita e nella politica,  La Scuola, Brescia 2011, 156 pagine, 9 euro

 

La scelta di Vittorio Bachelet


Un discorso del cardinale Martini del 1995 contestava il ruolo di un moderatismo cattolico come stampella di regime e  si rifaceva alla «vocazione ad una società avanzata» della dottrina sociale della Chiesa; una «socialità di tipo  relazionale, che punta sui diritti delle persone, delle comunità, a cominciare dalla famiglia, e dei gruppi sociali e infine  dello Stato di tutti…».
Non riguarda direttamente il protagonista della monografia dedicata da Angelo Bertani a Vittorio Bachelet, ma si  iscrive in un contesto nel quale attorno al personaggio si snoda una riflessione più generale. A partire dal titolo:  Bachelet. Testimoniare da cristiani nella vita e nella politica (La Scuola, Brescia 2011, 156 pagine, 9 euro). Il curatore –  he già in altre occasioni si è interessato di Bachelet – aggiunge oggi alcune valutazioni su un momento storico, come  l’attuale.
«Oggi – scrive Bertani – i cattolici si chiedono come fare ad essere più presenti nella società. L’interrogativo è  complesso e persino ambiguo, ma una risposta c’è: fare come Bachelet. Educare, aiutare a crescere tanti cittadini   redenti, laici cristiani come Vittorio Bachelet. Non è facile, ma forse non ci proviamo neppure perché troppo alta e  disinteressata appare la loro testimonianza, troppo pericolosa la loro libertà, poco redditizia la loro militanza».
Ma nelle cinquanta pagine dell’introduzione, un terzo del volumetto, su alcuni testi illuminanti del «messaggio  educativo» di Bachelet (esemplare nella sua «antropologia della mitezza») c’è la chiave di lettura di qualcuno che «ci  ha aiutato a uscire dal cristianesimo di cristianità: quello che si affidava al conformismo e all’intimidazione,  all’abitudine, alle strutture, alle leggi. E a camminare verso un cristianesimo della coscienza e dell’amore, di  comunione e di carità, dell’evangelo e del Concilio».
Troviamo ancora, nell’introduzione, una ricchezza di riferimenti: ecco che spuntano Giuseppe Dossetti, Aldo Moro,  padre Adolfo Bachelet, il gesuita fratello maggiore di Vittorio: non per il gusto della citazione appropriata ma con il  criterio della perennità che quelle parole attribuiscono ai valori.
E se è un raffinato riferimento quello al testo di una lettera inviata dal cardinale Ercole Consalvi nell’anno di grazia  1800 all’allora ambasciatore del Vaticano (non si chiamavano ancora nunzi) a Parigi, monsignor Annibale della Genga  – il futuro Leone XII –, e nella quale era avveniristicamente contenuta l’esortazione a rendersi conto che la rivoluzione  rancese c’era stata, è meritorio, come fa Bertani, ricordare, civicamente parlando, la trama di  riconciliazione tessuta da Adolfo Bachelet con alcuni protagonisti delle sanguinose vicende degli anni settanta.
Il «nucleo incandescente del linguaggio evangelico » viene evocato nel rapporto Dossetti-Bachelet, anche se con esiti  diversi. Bertani torna inoltre più volte sulla esemplare testimonianza espressa dalla famiglia di Vittorio Bachelet; e  riporta alcuni passi di una intervista nella quale, a vent’anni dalla morte, il figlio Giovanni rifletteva sul significato di  quel sacrificio che, ricorda, è stata «l’occasione, pur tristissima, di mettere alla prova quello che diceva papa Giovanni:  nche se qualcuno dice di essere nostro nemico, e si comporta come tale, noi non ci sentiamo nemici di nessuno».
Si rammenteranno le parole di Giovanni che, il giorno delle esequie del padre, inducevano al perdono e nello stesso  tempo alla giustizia in difesa della democrazia: «Vogliamo pregare per quelli che hanno colpito il mio papà perché,  senza nulla togliere alla giustizia che deve trionfare, nelle nostre bocche ci sia sempre il perdono e mai la vendetta,  sempre la vita e mai la richiesta della morte degli altri».
Con questo spirito si potranno leggere gli otto interventi contenuti nella seconda parte del libro, che disegnano un  percorso culturale e spirituale. Del quale è stato un tornante la «scelta religiosa» impressa all’Azione cattolica in anni  di grande tensione: «Scelta religiosa – affermava Bachelet che ne era stato il gestore – è anche, allora capacità di  aiutare i cristiani a vivere la loro vita di fede in una concreta situazione storica, ad essere “anima del mondo”, cioè  fermento, seme positivo per la salvezza ultima, ma anche servizio di carità non solo nei rapporti personali, ma nella  costruzione di una città comune in cui si siano meno poveri, meno oppressi, meno gente che ha fame».

Angelo Paoluzi

Ripensare l’integrazione degli immigrati

“Il presidente ha ragione bisogna ripensare la legge o siamo destinati al declino”:

intervista ad Andrea Riccardi, a cura di Marco Ansaldo.

 

«Sì, il presidente Giorgio Napolitano ha ragione: c’è la possibilità di riprendere in mano le politiche sull’immigrazione. E dunque occorre ripensare la legge sulla cittadinanza. Perché l’integrazione è un tema centrale di quest’epoca. Lo  faremo, allora, nell’interesse del Paese, della generazione dei bambini immigrati e delle loro famiglie».
Per Andrea Riccardi è un periodo davvero intenso. Citato pubblicamente ieri dal capo dello Stato per l’importanza del nuovo ministero che gli è stato affidato, ma anche elogiato da un ministro del passato governo (Gianfranco Rotondi, il  quale ha detto che lo storico della Chiesa e fondatore della Comunità di Sant’Egidio «ha una bella storia personale»), sa  di avere dietro di sé anche l’attenzione del Vaticano e dello stesso Pontefice, che lo conosce bene e lo stima. Riccardi  allora si schernisce, e si dice ancora «scombussolato» per la chiamata del premier Mario Monti a partecipare al nuovo esecutivo in un ruolo chiave, benché senza portafoglio. E tuttavia «felice» per la nuova avventura.
Lo incontriamo mentre esce dal suo ministero, a Roma, a Largo Chigi.

Il presidente della Repubblica ha parlato di «assurdità e follia» per il fatto che i figli degli immigrati nati in Italia non siano cittadini italiani. È uno dei temi centrali del suo ministero. Che cosa ne pensa?
«Mi sembra che il capo dello Stato abbia dato – per la seconda volta nel giro di pochi giorni – un contributo al  ripensamento dell’identità italiana. Ponendo l’accento sull’importanza di sapere chi siamo e dove andiamo. Un argomento decisivo».


Perché?

«Intanto perché giunge nell’anniversario dei 150 anni dell’unità d’Italia. Proprio quest’anno i giovani hanno potuto  riscoprire le loro radici, direi con un orgoglio maturo».


E poi?

«Perché ha posto il problema dei nuovi italiani e fatto cenno alla legge che porta il suo nome, la Turco-Napolitano del  1998, che segnala un percorso per stabilizzare gli stranieri, seguendo una logica che va dal momento dell’emergenza a quello della stabilizzazione del fenomeno».

Però oggi le prospettive sono diverse.
«Sì, lo sono perché ora abbiamo un popolo di bambini che sono figli di immigrati. I nati in Italia giuridicamente  stranieri superano il mezzo milione. E i minori residenti sono quasi un milione.
Insomma, parlano l’identica lingua, vedono i medesimi paesaggi, vivono la stessa storia, sono legati al nostro mondo.  Senza di loro l’Italia sarebbe più vecchia e con minori capacità di sviluppo».


Qual è la sua intenzione allora?

«Occorre ripensare la legge sulla cittadinanza. Questo proprio perché abbiamo fiducia nella nostra identità. Che è forte  e al tempo stesso flessibile. Capace di integrare».

Un obiettivo ambizioso. Ma non vede dei rischi?
«Io piuttosto vedo convergere in questo progetto, come nelle grandi scelte della politica, l’identità nazionale con  l’interesse nazionale. E anche con l’interesse dei soggetti in questione, cioè i bambini e le loro famiglie».

In quanto fondatore di Sant’Egidio è un argomento a lei caro. Non si attirerà però delle critiche?
«Veramente, e lo dico in modo assolutamente modesto, sono anni che auspico che questo tema sia trattato in modo  ragionevole, legale, e soprattutto umano. Prima di ricevere questo incarico avevo già deciso di parlare di integrazione. Lo faccio ora a maggior ragione».

E dal punto di vista storico come lo considera?
«Credo che il tema dell’immigrazione sia importante tanto quanto la questione dei confini nell’Otto- Nocevento. E  andrebbe affrontato perciò in modo preveggente, freddo e ragionevole».

Si dice che l’Italia abbia una società invecchiata, se non addirittura sclerotizzata. Ma è davvero così?
«Beh, sul tema dell’immigrazione ci si gioca sul serio il futuro, e la possibilità di acquisire nuove energie. L’integrazione  è un passaggio importante. Gli stranieri ringiovaniscono il Paese. È una grande possibilità per il domani. E per tutti i cittadini italiani».

Napolitano ieri ha ricordato il significato della sua nomina a ministro, citando «l’integrazione nella società e nello Stato italiano». Un invito chiaro a puntare su questo aspetto?
«Io sono grato che Napolitano abbia fatto cenno al mio ministero. Anzi confesso che non sono ancora abituato a  pronunciare questa parola, sono ancora fresco di nomina. Ma credo che rappresenti un segnale per affrontare la questione in modo non partigiano».

 

Documentazione

 

Sabato 19 novembre 400 persone hanno partecipato alle prime ‘Assises nationales de la diversité culturelle’ a Parigi. La giornata, fatta di conferenze e di laboratori, organizzata da ‘Témoignage chrétien’ e ‘Salamnews’, si è conclusa con un appello per una società interculturale.

 

Tertio Millennio Film Fest


Il cinema dei miracoli


“Finalmente un ruolo lontano dal narcisismo televisivo e dal ribellismo stereotipato” si legge nella motivazione del Premio rivelazione degli RdC Awards consegnato dai dicasteri del Pontificio Consiglio della Cultura e del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali a Filippo Scicchitano; il giovanissimo “attore per caso” (così ha definito se stesso il protagonista di Scialla! scritto e diretto da Francesco Bruni) ha ricevuto il riconoscimento martedì 22 novembre durante la conferenza stampa di presentazione del Tertio Millennio Film Fest (6-11 dicembre), intitolato “Amore, morte, miracoli. Per una fenomenologia della società contemporanea” e organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo presieduta da Dario Edoardo Viganò. Quest’anno il festival sarà preceduto l’1 e il 2 dicembre dal convegno internazionale “Film and Faith”, come hanno spiegato monsignor Franco Perazzolo, del Pontificio Consiglio della Cultura e monsignor Paul Tighe, segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Una conferenza stampa atipica, quella della galassia di iniziative che portano il marchio Tertio Millennio Film Fest, composta da anteprime, presentazioni di film restaurati, convegni, incontri, concorsi “per sguardo e smartphone”, in cui accanto ai ringraziamenti di rito ai tanti operatori di cinema presenti, alla poesia per immagini o in versi – da Seamus Heaney a Terrence Malick, passando per Bresson e il suo Il diavolo probabilmente – si sono affacciati anche i Novissimi, le realtà ultime che tanta cultura contemporanea è abituata a ignorare: un rapido memento mori (monsignor Viganò ha citato una frase del cardinale Tomás Spidlík: “Tra noi e il verme non c’è granché spazio”) che ha ottenuto il duplice scopo di ravvivare l’attenzione dell’uditorio e provocare un salutare brivido lungo la schiena, ricordando quanto sia facile sprecare la vita in questioni “di seconda classe”.

(silvia guidi)

©L’Osservatore Romano 23 novembre 2011)

 

 

Tertio Millennio in arrivo

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Giunto alla XV edizione, il Tertio Millennio Film Fest, organizzato dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, presieduta da Dario E. Viganò, propone ancora una volta il cinema quale momento di riflessione sui problemi e gli avvenimenti del mondo contemporaneo e motore per delle domande che nessuno può più permettersi di eludere.
Il tema centrale per l’edizione 2011, è “Amore, morte, miracoli. Per una fenomenologia della società contemporanea”, perché il miracolo, la morte e l’amore sono cifre fondamentali del cinema: “Il Tertio Millennio Film Fest è per tradizione momento di riflessione sulla condizione dell’uomo nel mondo moderno, usando l’orizzonte cinematografico quale mezzo per ragionare e sviscerare i problemi e i disagi contemporanei, ma anche occasione per riflettere sull’ineffabile”, dichiara Dario E. Viganò, Presidente FEdS e Direttore Artistico del Festival, che spiega: “Il tema centrale di quest’anno sottolinea come l’uomo sia da sempre in bilico tra la vita, il razionalismo e misticismo. In questo mondo, in cui sembra esserci poco spazio per il miracolo, il cinema si trova ad assumere su di sé il compito di restituirne la potenza, lo stupore, il bagliore sacrale, senza ridurlo a un effetto scenico, una superfetazione visiva, un trucco tra i tanti”.
I film saranno proiettati presso il Cinema Sala Trevi (vicolo del Puttarello, 25), sala della Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma dal 6 all’11 dicembre. Tra le anteprime più attese, Atmen e Attack the Block. Il primo, diretto da Karl Markovics è il candidato per l’Austria agli Oscar 2012 come miglior film straniero. Una storia di disagio, quella di Roman, che uscito dal carcere sulla parola si trova a dover affrontare i fantasmi del proprio passato.
Il secondo, Attack the Block di Joe Cornish, è un film di fantascienza dai risvolti sociali in cui i veri alieni sono i teppisti di periferia. Tra le anteprime, trova spazio anche Sette opere di misericordia di Gianluca e Massimiliano De Serio. Il film, che ha vinto numerosi premi all’estero e sarà distribuito in Italia a gennaio 2012, è incentrato sulle vicende della giovane Luminiţa che, per cambiare la sua vita, mette in atto un piano audace che la porta a scontrarsi con Antonio, anziano e malato, che cambierà la sua vita. Sempre in anteprima, anche un Evento Speciale, la proiezione di S.O.S/State of Security, documentario di Michèle Ohayon, che racconta attraverso testimonianze e interviste le falle dell’intelligence statunitense in occasione dell’attentato dell’11 settembre.
Infine sarà la volta dell’atteso Hors Satan di Bruno Dumont, film di raccordo con la rassegna Il miracolo, probabilmente. La storia di un giovane, la cui vita è scandita dalla caccia e dalla preghiera, e il suo rapporto con la ragazza che abita in una fattoria limitrofa e si prende cura di lui. Un’ambientazione particolarissima per un film presentato a Cannes 64 nella sezione “Un Certain Regard”.
Il secondo giorno del Festival riserva al pubblico ulteriori eventi speciali a partire da I giorni contati di Elio Petri, opera restaurata dal Museo Nazionale del Cinema di Torino in collaborazione con La Cineteca di Bologna presso il Laboratorio L’Immagine Ritrovata. Introdotto al pubblico da Alberto Barbera, il film (1962) focalizza con precisione ed efficacia l’estraneità del protagonista dalla società.
A seguire, un incontro con il Direttore dell’Institut Lumière di Lione e delegato generale del Festival di Cannes che riceve dalla Fondazione Ente dello Spettacolo il Premio Speciale Cinema per essersi distinto nell’opera di divulgazione del lavoro di conservazione e valorizzazione del patrimonio cinematografico. Al termine della cerimonia di premiazione, Thierry Frémaux presenterà un’antologia di film restaurati dei fratelli Lumière.
L’8 dicembre sarà la volta del Focus talent: Răzvan Rădulescu & Melissa de Raaf, coppia di sceneggiatori e registi protagonista del risveglio del cinema rumeno. Con First of All, Felicia, il loro esordio dietro la macchina da presa, e Shelter di Dragomir Sholev, l’ultima collaborazione, racconteranno al pubblico il loro sodalizio artistico.
Anche quest’anno, il festival riserva al pubblico degli Incontri con autori e attori italiani. Il 9 dicembre sarà il regista Francesco Patierno che – insieme ai protagonisti del suo Cose dell’altro mondo – racconterà la genesi del film e risponderà alle domande degli spettatori. Il 10 dicembre saranno gli attori Cristiana Capotondi e Antonio Catania ad incontrare il pubblico ripercorrendo in “Cinema è sogno” le loro carriere e trasportando gli spettatori nel magico splendore del mondo del cinema.
Quest’anno il Festival sarà arricchito anche dalla rassegna “Il miracolo, probabilmente (L’occhio laico della messa in scena)”: la sezione si apre con Ordet – La parola, capolavoro del 1955 di Carl Theodor Dreyer, per arrivare ai giorni nostri con Lourdes, vincitore di Premio FIPRESCI, Premio SIGNIS e Premio “La Navicella” alla 66. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Stellet Licht di Carlos Reygadas, Premio della Giuria al 60. Festival di Cannes, e Il ragazzo con la bicicletta dei fratelli Dardenne, Grand Prix al 64. Festival di Cannes e Premio Bresson a Venezia 68. Opere che, come Il tempo dei miracoli di Goran Paskaljevic e Hors Satan, raccontano come il miracolo oggi si insinui tra le pieghe del reale, più che sovvertirlo.
Sempre nell’ambito del Festival, è prevista l’annuale assegnazione degli RdC Awards, che avverrà nel corso di una serata di gala venerdì 9 dicembre, a partire dalle ore 20.30.
Come di consueto, il Festival sarà anticipato da un Convegno Internazionale (1-2 dicembre presso la Pontificia Università Lateranense): “Film and Faith”, diviso in cinque sessioni, sarà occasione per analizzare le implicazioni della Fede e le sue narrazioni nel mondo contemporaneo, per sviscerare l’essenza del sacro nelle immagini cinematografiche.
Un altro convegno, invece, collaterale al Festival, avrà luogo dal 14 al 16 dicembre nella cornice dell’Abbazia Greca a Grottaferrata: “L’Anima nell’Arte. Prospettive ed approdi dell’era digitale”, organizzato dall’associazione Art Promotion con il Patrocinio del Pontificio Consiglio della Cultura, del Ministero della Pubblica Istruzione, della Fondazione Ente dello Spettacolo, si rivolge a quanti, soprattutto nelle nuove generazioni, sentono profondamente l’urgenza della spiritualità.
Cinematografo.it22 novembre 2011