XI edizione del Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo (Acs 2012)

Non cessano le violenze e le persecuzioni a sfondo religioso nel mondo. Cina, Nigeria, Pakistan, Egitto, Kenya, India sono solo alcuni dei Paesi che destano maggiore preoccupazione. Se dunque nel 2011 sul fronte dell’applicazione della libertà religiosa “non vi sono stati miglioramenti”, si riscontra però una tendenza positiva inedita in termini di “consapevolezza relativa al tema della nell’opinione pubblica, dovuta in gran parte all’aumento della copertura mediatica e ad una maggiore disponibilità d’informazioni”.

È il quadro complessivo che emerge dalla XI edizione del Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo presentato oggi a Roma in conferenza stampa da Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs).

Il Rapporto ha preso in esame 196 Paesi del mondo. Da una parte preoccupano in modo particolare le situazioni vissute in Cina, nei Paesi della cosiddetta “primavera araba” e in alcune nazioni dell’Africa; dall’altra il Rapporto evidenzia un aumento di sensibilità nell’opinione pubblica riguardo a questo problema: ne sono prova gli interventi legislativi di vari stati europei e l’impegno mostrato da alcuni parlamenti nazionali (italiano, belga e tedesco) nonché dal Parlamento europeo.

Se dunque, sul piano legislativo “si riscontrano passi in avanti, lo stesso – conclude il Rapporto di Acs – non si può dire riguardo alle violenze e alla persecuzione. Perché le minacce alla libertà religiosa non accennano a diminuire”.

Alcuni dati. Riflettori di Acs puntati sulla Nigeria per la proliferazione di alcuni gruppi islamici: dal 1999 alla fine del 2011 sono stati 14 mila i nigeriani uccisi da violenze a sfondo religioso. Lo scorso anno, nella sola settimana di aprile successiva alle elezioni presidenziali del giorno 16, almeno 800 persone sono rimaste uccise e 65 mila hanno dovuto abbandonare le proprie case. In India – si legge nel Rapporto – è lunghissima la lista degli attacchi alle minoranza mentre “il 2011 è stato un anno terribile per il Pakistan”: “Dopo l’omicidio a gennaio del governatore del Punjab, Salman Taseer, il 2 marzo viene ucciso il ministro federale per le Minoranze, il cattolico Shahbaz Bhatti”. Nessuna modifica è stata apportata alla legge anti-blasfemia, a causa della quale nel 2011 sarebbero state almeno 161 le persone incriminate e 9 quelle uccise con esecuzioni extra-giudiziali. Mai come nel 2011 anche in Cina è stata lunga la lista degli arresti di cristiani (cattolici e protestanti), islamici e buddisti (tibetani); la maggiore durezza del governo si deve probabilmente al crescente interesse religioso riscontrato nel Paese, in particolare nei confronti del cristianesimo. Le ulteriori tensioni tra Pechino e la Santa Sede sono legate alle nuove ordinazioni illecite e ai numerosi casi di arresti, torture e “rieducazioni tramite il lavoro” subiti da chi, fedele al Papa, rifiuta di aderire all’Associazione Patriottica.

Il caso dell’Egitto. A parlare della situazione della libertà religiosa nei Paesi arabi è stato padre Samir Khalil Samir, islamologo, che ha portato la storia dei due bambini copti analfabeti, di 8 e 10 anni, Mina Nadi Faraj e Nabil Naji Rizq, che sono stati arrestati con l’accusa di aver urinato su dei fogli di carta sui quali erano scritti dei versetti del Corano. “Questo – ha detto padre Samir – ci fa dire che stiamo prendendo una direzione pericolosa. Stiamo per tornare ad un’epoca che ormai non conoscevamo più: quella del fanatismo religioso. Negli ultimi trenta anni si sono verificati degli episodi, ma mai si era arrivati a mettere in prigione dei bambini analfabeti accusati di oltraggio all’Islam”. Queste situazioni, però – ha aggiunto l’islamologo – devono incrementare l’impegno del dialogo: “Insieme, musulmani e cristiani, dobbiamo lottare per più giustizia e per la dignità per tutti, lottare in favore dei più disagiati. Dobbiamo imparare insieme che la religione non è fatta per condannare chiunque, ma per aiutare tutti quanti ad essere più umani e più aperti ad ogni essere umano!”.

Dietro le statistiche. “La libertà religiosa è come tutti sanno una battaglia non solo dei credenti ma di tutti coloro che difendono il principio di libertà d’opinione”, ha detto il giornalista del “Sole 24 Ore” Alberto Negri. Ed ha aggiunto: “Sebbene redatto da una fondazione cattolica”, il Rapporto “non si limita a denunciare le violazioni alla libertà religiosa subite dalle comunità cristiane ma fa un quadro della situazione in 200 Paesi con riferimento alla condizione dei fedeli di ogni credo. La libertà religiosa è la cartina di tornasole per verificare l’applicazione dei diritti fondamentali dell’uomo”. “Ovviamente – ha concluso mons. Sante Babolin, presidente del Segretariato italiano di Acs -, le statistiche, spesso aride e fredde, vanno sempre collocate in un contesto geografico e culturale: dietro ogni cifra si nascondono volti e nomi precisi, persone che hanno pagato con la vita la loro fedeltà al Vangelo di Cristo. E a ricordarcelo, in questi ultimi mesi, ci sono le innumerevoli domeniche di sangue in Nigeria e le continue sofferenze dei cristiani iracheni e di quelli pachistani”.

Dal Convengno nazionale degli insegnanti AC:”Tenere vivo il dibattito sulla scuola”

Documento del Convegno nazionale degli insegnanti di Ac, svoltosi domenica a Roma

 

«Al di là delle semplificazioni o banalizzazioni sulla scuola, oltre le politiche che da decenni sanno per lo più operare tagli e riduzioni nel sistema scolastico, il nostro desiderio e impegno è contribuire a delineare quel nuovo profilo di insegnante – e quella rinnovata idea di scuola – di cui tutti avvertiamo la necessità».

 È questo solo uno dei passaggi dell’intenso documento “Nella scuola con stile, per costruire il domani”, dedicato ai grandi tempi che attraversano il mondo della scuola e che il Consiglio nazionale dell’Azione Cattolica Italiana ha approvato e reso noto in occasione del primo incontro nazionale degli insegnanti che provengono dall’esperienza di Azione Cattolica, in corso oggi a Roma, presso la Domus Pacis in via di Torre Rossa 94.

 «L’intento», si legge nel documento «è quello di tenere vivo il dibattito sulla scuola e sulle problematiche educative, consapevoli che questo nostro tempo necessita di un supplemento di pensiero condiviso, all’interno della nostra Associazione, e non solo». Ma anche «con il desiderio e l’attenzione di chi ama la scuola e si spende per renderla migliore».

Cinque i capitoli di riflessione individuati dal documento: «L’autentica cura della relazione educativa tra insegnante e alunno»; «Una rinnovata capacità di costruire virtuose interazioni tra scuola e famiglia»; «Intessere reti virtuose nel territorio in cui la scuola opera»; «Accettare la sfida con la capacità di creare ambienti di apprendimento accoglienti e sereni»; «Una costruzione del sapere che sia davvero capace di abbracciare l’intera esistenza del soggetto».

 Per l’Azione Cattolica, «prendersi cura, corresponsabilità, partecipazione, accoglienza e professionalità sono i connotati di un buon insegnante», che vuole farsi costruttore di “legami di vita buona”, ma «sono anche i tratti distintivi del vivere secondo il Vangelo da laici nel mondo della scuola; ci rendono impegnati insieme a chi vuole condividere con noi uno stile, un progetto, un’idea alta e profonda di scuola, avendo a cuore il presente e il futuro di ciascun alunno e dell’intero Paese».

 * per consultare il documento si può cliccare sul seguente link: 
http://www.zenit.org/article-33257?l=italian

Seminario Internazionale: “Conflitti. Religioni e (non)violenza”

La Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’UPS partecipa ormai da quattro anni al Religion Today Filmfestival, il primo festival itinerante del cinema delle religioni giunto alla XV edizione. Scopo dell’iniziativa, fin dalla sua nascita nel 1997, è la promozione di una cultura del dialogo e della pace.

Il tema Conflitti. Religioni e (non)violenza si mostra oggi con tutta la sua dirompente attualità, ed interpella ad una riflessione profonda sulle vie praticabili per costruire il presente e il futuro delle nostre società.

Il Seminario internazionale “Conflitti. Religioni e (non)violenza” si svolgerà a Roma lunedì 22 ottobre 2012 presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’università Pontificia Salesiana.

Programma

8.45 – Accoglienza

9.00 – Saluti e introduzione

Carlo Nanni: [Rettore Magnifico dell’Università Pontificia Salesiana].

Katia Malatesta: [Direttrice del Religion Today Film Festival].

9.30 – 11.00 – Panel: Conflitti. Religioni e (non) violenza

Modera Katia Malatesta

Intervengono (prima parte)

Farzam Amin Salehi, Iran

The Relation between World cinema and Religion after World-War 2

[Poeta, scrittore, traduttore, giornalista, critico d’arte, sceneggiatore e docente. Nato in una piccola città del Nord dell’Iran, da più di 25 anni insegna varie discipline – tra cui Sceneggiatura e Filosofia e Storia del Cinema – agli studenti universitari e attivisti iraniani. Ha pubblicato molti saggi e articoli su cinema, storia, politica. Il suo intervento farà riferimento a film sia europei che iraniani]

Kjartan Leer Salvesen, Norvegia

Religion, conflict and film. The promise and problems of film in interreligious dialogue.

[Vicario e critico cinematografico. Professore al Volda University College in Norvegia, è responsabile di uno studio chiamato “Film, cultura popolare e visioni dal mondo” e ha pubblicato un libro sulle figure cristologiche nel cinema. È stato direttore del Filmfestival interreligioso “La faccia dell’altro” di Oslo (Norvegia) dal 2009 al 2011]

11 – 11.30 – Intervallo

11.30 – 13.00

Intervengono (seconda parte)

Gilli Mendel, Israele

Israeli Cinema : Short reflections on conflict, religion and violence.

[Direttrice del dipartimento Film e Media Education al Jerusalem Film Center, sede della Jerusalem Cinematheque e dell’Archivio cinematografico d’Israele. Tiene conferenze e sviluppa seminari e programmi usando il cinema per esplorare temi sociali, politici, culturali e storici. È stata consulente artistica dell’Israel Film Fund ed è membro della European Film Academy]

Carlo Tagliabue, Italia

Alla ricerca di una pace possibile: il cinema contemporaneo tra rappresentazione dei conflitti del reale e profezia.

[Regista in  Rai, docente universitario, giornalista e critico cinematografico. Autore di numerosi saggi e volumi.
Direttore Responsabile delle riviste “Ragazzo selvaggio” e “Scrivere di cinema”. Dal 1993 è Presidente del
Centro Studi Cinematografici]

13.00 – Pranzo

Pomeriggio

15.00 – Tavola rotonda

Modera Peter Gonsalves [Docente di Storia della Comunicazione Sociale – FSC]

Intervengono:

Augustine Loorthusamy, Malesia

[Presidente Generale di SIGNIS – World Catholic Association for Communication]

Dialogue as a way towards the solution of conflicts and an education to peaceful relations among religions

e Farzam Amin Salehi, Kjartan Leer Salvesen, Gilli Mendel, Carlo Tagliabue.

16.45 – relazione

Norman Peña [Dottorando FSC]

In the name of God – narratives of violence and values of the 9/11 tragedy

Dialogo con i relatori del Convegno

ore 17.45 – 19.00 – Proiezione di cortometraggi

Introduce: prof. Enrico Cassanelli [Docente di Televisione – FSC]. 

ADMISSIONS, di Harry Kakatsakis, USA, 2011, 21′ (ebraismo/islam, conflitto e riconciliazione con riferimento alla questione israelo-palestinese)

THE PILLARS, di Moustafa Zakaria, EAU, 2012, 16′ (islam)                                  

 JAGJEET, di Kavanjit Singh, India, 2011, 14′ (sikhismo)

THE GIFT, di Evgenij Isachenko, Bielorussia, 2011, 12′ (cristianesimo ortodosso)

 ore 19.15 – Conclusione e ringraziamenti

Prof. Mauro Mantovani [Decano FSC].

I Catechismi in rete

In occasione dell’apertura dell’Anno della Fede, giovedì 11 ottobre arriva www.educat.it, un sito cheoffre a tutti i navigatori una nuova forma di accesso digitale ai Catechismi, anche in linea con le nuove richieste dalla didattica di bambini e ragazzi.

Il sito presenta tutti i testi dei Catechismi, sia in versione navigabile, sia in versione sfogliabile, le note e – cosa più importante – l’intero apparato sinottico con il Catechismo della Chiesa Cattolica.

Oltre ai collegamenti incrociati tra i diversi testi, il sito offre la possibilità di accedere direttamente a tutte le citazioni della Bibbia, sia nella versione CEI del 2008 sia in quella del 1974. I testi sono accessibili mediante navigazione e indice tematico, grazie a un motore di ricerca completo ed esteso a tutti i testi di corredo. Una speciale barra di navigazione consente all’utente di mantenere memoria delle proprie visite, attivare un segnalibro, fare stampe personalizzate.

Il sito, integralmente accessibile, può essere consultato attraverso i tablet e sarà presto disponibile anche in forma di APP. Ideato e realizzato dalla Segreteria Generale della CEI – che l’ha voluto per iniziare idealmente l’Anno della Fede –, ha visto lavorare insieme Ufficio Catechistico Nazionale e lo staff del Servizio Informatico/Seed. Nel presentare il sito, Mons. Mariano Crociata cita le parole di Benedetto XVI, contenute nella lettera apostolica Porta Fidei: «Desideriamo che questo Anno susciti in ogni credente l’aspirazione a confessare la fede in pienezza e con rinnovata convinzione, con fiducia e speranza.

Sarà un’occasione propizia anche per intensificare la celebrazione della fede nella liturgia, e in particolare nell’Eucaristia…Riscoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata, e riflettere sullo stesso atto con cui si crede, è un impegno che ogni credente deve fare proprio, soprattutto in questo Anno».

La nuova evangelizzazione parte del Vaticano II

Monsignor Fisichella illustra lo spirito dell’Anno della Fede e il suo legame con il 50° anniversario dell’evento conciliare

di Luca Marcolivio

 

Mancano due giorni alla solenne celebrazione eucaristica che aprirà l’Anno della Fede. Si tratta, come ha sottolineato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, di una “celebrazione non ordinaria” che, niente affatto causalmente, cade nel giorno del 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II.

“La scadenza conciliare è un’opportunità per ritornare all’evento del concilio che ha segnato in modo determinante la vita della Chiesa del XX secolo e per verificare l’incidenza dei suoi insegnamenti nel corso di questi decenni e dei prossimi anni che segneranno l’impegno della Chiesa per la nuova evangelizzazione”, ha commentato monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, nel corso del briefing riservato ai giornalisti accreditati alla Sala Stampa della Santa Sede.

Difatti lo stesso Vaticano II, fu un “momento privilegiato di nuova evangelizzazione”, ha aggiunto il presule. L’intero svolgimento del Concilio, del resto – dal discorso inaugurale del beato Giovanni XXIII, ai 16 documenti, fino al magistero di Paolo VI – esprimeva l’esigenza “di parlare di nuovo all’uomo di oggi di Dio e dell’importanza della fede per la sua vita”.

L’importanza dell’eredità dei documenti conciliari è stata ribadita anche da papa Benedetto XVI nel motu proprio Porta Fidei, che, istituendo l’Anno della Fede, ricorda la necessità che tali testi “vengano letti in maniera appropriata, che vengano conosciuti e assimilati come testi qualificati e normativi del Magistero, all’interno della Tradizione della Chiesa”.

L’Anno della Fede, dunque, rappresenta una “occasione propizia” sia per celebrare l’anniversario del Concilio, sia per “per ravvivare la fede dei credenti e animarli di uno spirito di evangelizzazione sempre più convinto”, ha sottolineato monsignor Fisichella.

Si tratterà anche di “un Anno dedicato allo studio e all’approfondimento dell’insegnamento conciliare perché abbia ad essere di sostegno nella formazione dei credenti – in particolare con la catechesi – nella vita sacramentale della comunità cristiana e nella testimonianza di vita”, ha aggiunto il presule.

La testimonianza è fondamentale affinché “la credibilità della fede non sia offuscata da nulla, ma ritrovi la sua freschezza e la sua forza evangelizzatrice con un linguaggio sempre più coerente ed efficace”.

Al briefing è intervenuto anche il segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, monsignor José Octavio Ruiz Arenas, che ha ricordato che l’Anno della Fede sarà accolto da celebrazioni speciali in tutte le diocesi e parrocchie del mondo e che finora la risposta dei vescovi è stata molto positiva.

A margine del briefing, monsignor Fisichella ha poi risposto ad alcune domande poste da Zenit, in merito alla Nuova Evangelizzazione, all’Anno della Fede e al 50° anniversario del Concilio.

Come sarà possibile armonizzare la realtà della Nuova Evangelizzazione, fatta di nuovi movimenti e carismi, con le strutture “tradizionali” dell’evangelizzazione?

Mons. Fisichella: Io credo che abbiamo bisogno di vivere in maniera straordinaria, quella che è la vita ordinaria della Chiesa. L’evangelizzazione è la missione della Chiesa, che è stata voluta da Gesù per portare il suo Vangelo. In questa prospettiva, la Nuova Evangelizzazione non è qualcosa di diverso rispetto all’evangelizzazione del passato. Certamente ci sono talora delle sovrastrutture che possono soffocare l’azione evangelizzatrice della Chiesa. Come ho sottolineato durante i lavori sinodali, ritengo che abbiamo burocratizzato troppo la vita ecclesiale e spesso anche la vita sacramentale. Sotto questo punto di vista, abbiamo bisogno di tornare ad essere delle comunità che annunciano l’incontro vivo con il Signore, capaci di estendere la gioia di questo incontro. Se rimaniamo chiusi in noi stessi, autosufficienti rispetto a ciò che siamo, la Nuova Evangelizzazione non può partire, rischia di soffocare.

Lo “tsunami della secolarizzazione” di cui si è parlato al Sinodo, è un fatto conseguente o antecedente al Concilio?

Mons. Fisichella: Cronologicamente viene prima del Concilio. Di secolarizzazione si inizia a parlare dopo la Prima Guerra Mondiale. Non possiamo dimenticare l’ambigua interpretazione di alcune espressioni che vengono fatte proprie dal movimento post-conciliare. Penso, ad esempio, a quanto diceva Dietrich Boenhoffer nelle sue lettere dal carcere, quando affermava che “bisogna vivere come se Dio non esistesse”. C’è stato un accavallamento di interpretazioni che non hanno favorito l’esatta comprensione positiva del fenomeno della secolarizzazione.

La secolarizzazione doveva essere un momento di purificazione di tanti elementi estranei all’essenza della fede. La Gaudium et Spes, a tal proposito, riconosce l’autonomia delle realtà terrene: questo è uno dei punti maggiormente positivi della secolarizzazione, fermo restando che tutto ciò deve essere riletto alla luce del Vangelo, con occhi nuovi. I Padri conciliari avevano fatto passi in avanti di grande apertura. Sociologicamente e culturalmente il ’68 segna una tappa decisiva e la Chiesa riprende consapevolezza di questa situazione al Sinodo del 1973. È stato il progetto pastorale che non è stato più condiviso, quindi ci si è divisi in tante espressioni ecclesiali differenti. Adesso però siamo in grado di comprendere ulteriormente il percorso che la Chiesa deve fare.

Potrà l’Anno della Fede rappresentare un momento di riconciliazione all’interno della Chiesa? Penso alle divisioni tra i vari carismi, ai contrasti a livello di dottrina e di potere…

Mons. Fisichella: L’Anno della Fede è un anno che il Papa non ha indetto per una categoria particolare di fedeli. Esso è indirizzato all’intera Chiesa, partendo dai vescovi per arrivare all’ultimo dei battezzati. È un anno attraverso il quale tutti quanti siamo impegnati più del solito a riflettere sull’importanza della fede, su come poterla ravvivare nella nostra testimonianza nel mondo di oggi ma siamo chiamati anche a superare tutte le difficoltà presenti. Non ho una visione così pessimista come quella che lei ha esposto: nella mia esperienza in questi due anni da presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, nei diversi incontri che abbiamo avuto con i tanti movimenti antichi, storici e anche nuovi, ho riscontrato una grande disponibilità alla collaborazione e un grande desiderio non solo di ascoltarsi ma anche di lavorare insieme.

Maria Santissima è stata la prima ad avere fede nella natura divina e salvifica di suo Figlio, Gesù Cristo. Che ruolo avrà il culto mariano durante l’Anno della Fede?

Mons. Fisichella: Maria è icona della Fede e di come deve essere il credente, ovvero colui che si abbandona fiducioso alla volontà di Dio. Come preludio all’Anno della Fede, il Santo Padre ha ricordato, durante l’Angelus di domenica scorsa, l’esigenza di recitare quotidianamente e abitualmente il rosario. Oltre a questi momenti che sono parte della nostra vita quotidiana, ci sarà un evento esplicitamente dedicato alla pietà mariana: il 13 ottobre, anniversario della conclusione delle apparizioni della Madonna a Fatima, da tutto il mondo giungeranno rappresentanti ed esperienze di pietà mariana che confermeranno ancora una volta, l’importanza della presenza di Maria nella Chiesa, come esempio e come icona della fede.

“dire il Vangelo oggi”… Al via il Sinodo

Il Sinodo dei record apre l’Anno della Fede, le celebrazioni del cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II e i venti dalla pubbilicazione del catechismo universale. In arrivo indulgenza plenaria

 

Ieri Benedetto XVI è volato a Loreto per affidare alla Vergine l’Anno della fede e il Sinodo dei vescovi. E ai vescovi delle Marche ha confidato:«A Loreto, nella casa di Maria, tutti ci sentiamo a casa nostra, e io ho chiesto protezione per il Sinodo e per l’Anno della Fede. Dobbiamo invocare dalla Vergine che ci aiuti ad offrire al mondo la verità che Dio c’è e ci vuole bene». 

E domenica inizia un momento fondamentale nella vita della chiesa. In occasione dell’anno della fede che si aprirà giovedì 11 ottobre per concludersi il 24 novembre 2013, la Penitenzieria Apostolica ha emanato un decreto per arricchire “di indulgenze particolari” una serie di “esercizi di pietà” da compiersi durante questo periodo. Sollecitata dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e in conformità con i desideri del Papa, la
Penitenzieria ha stabilito alcune disposizioni “perché i fedeli siano maggiormente stimolati alla conoscenza e all’amore della dottrina della Chiesa cattolica e ne ottengano più abbondanti frutti spirituali”.

Il 90% delle chiese particolari e di altri organismi ecclesiali ha risposto al questionario che è servito per la redazione dell’’Instrumentum laboris” il documento che servirà quale base di partenza per il  sinodo generale sulla nuova evangelizzazione secondo i dati forniti stamane da monsignor Nikola Eterovic, Segretario generale del sinodo.

Alla XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi parteciperanno 262 padri sinodali, il numero più elevato nella storia dei Sinodi. Dall’Europa provengono 103 padri sinodali, dall’America 63, dall’Africa 50, dall’Asia 39 e dall’Oceania 7.

La maggioranza dei padri sinodali, precisamente, è stata eletta, 172 dalle conferenze episcopali (172) e gli altri dieci dall’Unione dei superiori generali; 3 sono stati designati dalle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris; 37 partecipano ex officio, 40 sono stati nominati dal Pontefice.

Tra essi vi sono 6 Patriarchi, 49 cardinali, 3 arcivescovi maggiori, di cui uno è cardinale, 71 arcivescovi, 120 vescovi e 14 sacerdoti. Per quanto riguarda l’ufficio svolto, 10 sono capi delle Chiese Orientali sui iuris, 32 presidenti delle conferenze episcopali, 26 capi dei dicasteri della Curia Romana, 211 ordinari e 11 ausiliari. Benedetto XVI ha nominato relatore generale il cardinale Donald William Wuerl, arcivescovo di Washington (Usa), e Segretario Speciale monsignor Pierre-Marie Carré, arcivescovo di Montpellier. 

L’assemblea sarà aperta domenica prossima alle 9.30 dalla solenne messa di Benedetto XVI sul sagrato della basilica vaticana, durante la quale proclamerà due nuovi «dottori della Chiesa», i santi Giovanni D’Avila e Ildegarda di Bingen. I lavori termineranno poi domenica 28 con la messa concelebrata da tutti i padri sinodali e i sacerdoti partecipanti all’assemblea. Domenica 21 il Papa presiederà la messa di canonizzazione di sette nuovi santi, Giacomo Berthieu, Pedroa Calungsod, Giovanni Battista Piamarta, Maria del Monte Carmelo Salles y Barangueras, Marianna Cope, Caterina Tekakwitha e Anna Schaeffer.

Particolare significato avrà poi la messa di giovedì 11 ottobre, sempre sul sagrato di San Pietro, in cui Benedetto XVI nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II darà solennemente inizio all’Anno della Fede, che terminerà il 24 novembre 2013. All’assemblea sinodale, ha ricordato Eterovic, parteciperanno anche 45 esperti e 49 uditori e uditrici, scelti tra specialisti e persone impegnate nell’evangelizzazione in tutti i continenti.

Saranno presenti poi di «delegati fraterni» in rappresentanza di 15 Chiese non in comunione con la Chiesa cattolica: tra questi il primate anglicano Rowan Williams, arcivescovo di Canterbury, poi il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, che sarà anche alla messa dell’11 ottobre.

 Gli «invitati speciali» sono invece frere Alois, priore di Taizé (Francia), il presidente dell’American Bible Society, Lamar vest, e il Premio Nobel Werner Arber, protestante, docente di microbiologia a Basilea (Svizzera) e presidente della Pontificia Accademia delle Scienze. Alla messa del Papa dell’11 ottobre, nei 50 anni del Concilio, parteciperanno anche 12 dei 69 padri conciliari ancora vivi che presero parte al Vaticano II.

 Considerando anche i cinque addetti stampa, i 32 assistenti e i 30 traduttori, alla 13/a assemblea generale del Sinodo parteciperanno in tutto, ha detto Eterovic, oltre 400 persone.

da: LaStampa.it del 5/10/12

“la famiglia è il cuore della società”

La 47esima edizione della Settimana Sociale dei cattolici italiana si svolgerà dal 12 al 15 settembre del prossimo anno a Torino con un tema al centro della riflessione

Questa mattina è stata presentata alla stampa la prossima settimana sociale dei cattolici, in una sede civica, il Palazzo del Comune di Torino. A fare gli onori di casa il sindaco Piero Fassimo con monsignor Arrigo Miglio, Arcivescovo di Cagliari e presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei Cattolici italiani; monsignor Cesare Nosiglia, vicepresidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) e Arcivescovo di Torino; monsignor Domenico Pompili, sottosegretario e direttore Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Cei.

«In questi ultimi anni si è chiesto e si chiede molto alla famiglia», ha dichiarato mons. Miglio, «che ha sempre dato molto dal punto di vista sociale, economico, educativo, mentre ci si accorge che molte famiglie non ce la fanno più: ne ha parlato recentemente il presidente della Cei card. Angelo Bagnasco, lo sanno bene le parrocchie e le Caritas. La famiglia – ha proseguito – nel nostro Paese sconta molti ritardi subiti, dal punto di vista politico e legislativo, ritardi maggiori rispetto a vari altri Paesi europei. E anche la crisi demografica ha e avrà ricadute in tempi lunghi; e si trascura il fatto che anche le famiglie degli immigrati portano gli stessi pesi delle nostre famiglie, molte volte accresciuti, ed entrano rapidamente anche loro nella stessa situazione delle famiglie italiane».

«Verremo dunque a Torino – ha affermato – a parlare di famiglia di fronte a una grave crisi sociale: di posti di lavoro, di rappresentanza, dei soggetti sociali e della politica. Il 2013 peraltro – ha aggiunto – vedrà anche un vivace dibattito sulle libertà in generale e sulle libertà religiose in particolare, in occasione del 17° centenario dell’Editto di Costantino. Tutto questo ci chiede di, e ci può aiutare a, fare una proposta forte, che comprenda l’annuncio del Vangelo della famiglia, la presentazione della famiglia come cellula primaria e fondamentale della vita sociale, come portatrice di diritti, anzitutto quello della libertà educativa, in base ai quali esigere politiche adeguate, larga attenzione e speciale rispetto da parte dello Stato, come risorsa e come punto da cui ripartire per dare speranza anzitutto ai giovani, considerando anche alcuni esempi virtuosi nati da anni in vari Paesi europei». «”Famiglia: speranza e futuro per la società italiana”: il titolo – ha sottolineato il Presule – collega alla famiglia il tema della speranza e dell’impegno per il futuro del Paese».

«Torino ha già ospitato la Settimana sociale in tre occasioni», ha ricordato invece mons. Nosiglia, «nel 1924, nel 1952 e nel 1993 dove si è riflettuto, proprio nell’ultima occasione, su “Identità nazionale, democrazia e bene comune”, temi che sappiamo essere di grande attualità ancora oggi. Le Settimane sociali – ha detto l’Arcivescovo «di casa» – sono un’occasione straordinaria di riflessione per l’intera Chiesa italiana, ma è anche uno strumento capace di stimolare il rilancio del nostro Paese in momenti particolarmente difficili come quello attuale». Mons. Nosiglia ha poi messo in evidenza che «oggi possiamo sentire anche la presenza, nel mistero della comunione dei Santi, di Giuseppe Toniolo, figura straordinaria di laico appassionato delle questioni economiche e sociali che ha avviato nel lontano 1907 le Settimane sociali e che nei mesi scorsi è stato beatificato da Benedetto XVI: consideriamo questo un ulteriore segnale che ci incoraggia per condividere nel modo migliore la preparazione alla prossima Settimana sociale qui a Torino», dove arriveranno circa 1400 persone provenienti dalle diocesi di tutta Italia.

LaStampa.it del 5/10/12

Carlo Carretto, dall’azione cattolica al deserto

Un incontro a Spello e Foligno su una delle figure laicali la cui spiritualità e fedeltà al vangelo sono state e sono fonte di ispirazione di molte generazioni 

 

Nella sua Spello si svolge una due giorni dedicata alla luminosa figura di Carlo Caretto (Alessandria, 2 aprile 1910 – Spello, 4 ottobre 1988), uno dei grandi protagonisti della vita della Chiesa e della società del Novecento.

 

L’appuntamento è promosso dall’Azione cattolica italiana, dalla diocesi di Foligno, dai Piccoli Fratelli di Jesus Caritas e dai Piccoli Fratelli del Vangelo, dall’Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia “Paolo VI” (Isacem) e dalle amministrazioni territoriali. 

Luoghi dei lavori la città di Foligno e la “Casa San Girolamo” di Spello, il complesso residenziale presso il quale si trova la tomba dell’autore di “Lettere dal deserto” che l’Azione cattolica propone a chi intenda fare un’esperienza intensa e fraterna di contemplazione, discernimento e vita spirituale sulle orme di “Fratel Carlo”.

 

Il tema scelto per l’incontro vuole richiamare lo stretto legame tra Caretto, il Vaticano II e la Parola, alla vigilia del cinquantesimo anniversario dell’apertura dell’assise conciliare e all’inizio dell’anno della fede proclamato da Benedetto XVI. 

Ripercorrendo la parabola religiosa e civile di un uomo che ha vissuto intensamente la sua vicenda terrena: dai vivaci anni della formazione alla partecipe attenzione alle problematiche educative, dall’intenso impegno nell’Azione cattolica italiana all’appassionante esperienza nel deserto algerino, dalla fondazione della fraternità dei Piccoli fratelli di Charles de Foucauld a Spello fino all’effervescente coinvolgimento nel rinnovamento post-conciliare della Chiesa.

 

In programma dei lavori prevede: un incontro pubblico con gli studenti e don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana; la tavola rotonda con il presidente nazionale dell’Azione cattolica, Franco Miano, il sindaco di Spello, Sandro Vitali, e il direttore Sciortino; e un momento di confronto dedicato al grande tema della pace con testimonianze e proposte dalle nostre città e dal mondo, a cui prenderanno parte il sindacalista Luciano Recchioni, lo storico Paolo Trionfini, il gesuita padra Paolo Dall’Olio e il coordinatore della “Tavola della pace” Flavio Lotti.

Auto-affermarsi ed esprimere il proprio potenziale in tempi di crisi

SEMINARIO GRATUITO: 12 Ottobre 2012     ore 19- 20:30

presso Università Pontificia Salesiana –  Piazza Ateneo Salesiano, 1 00139 Roma

Dott.sa Angela Maluccio


“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere ‘superato’. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla”.

Albert Einstein

L’occasione che mi ha sollecitato a scegliere questo tema è l’attuale crisi della finanza e dell’economia sulla quale volevo dire la mia, ma non dal punto di vista di un economista o di un politico… perché non lo sono e perché già si sentono troppe chiacchiere a riguardo, ma da quello di una psicologa e di una giovane che vive in prima persona ciò che accade.

Sono convinta che la parola crisi sia oggi una parola “comoda” usata spropositatamente, e basta accendere la tv per rendersi conto che siamo diventati in qualche modo prigionieri degli spostamenti quotidiani dello spread e quindi – a mio avviso – di un modello sbagliato di vita, che aspetta la sua felicità da cose che non lo possono davvero rendere tale.

Inoltre la cosa sconcertante è che, a detta loro, dovremmo sentirci rassicurati perché la crisi economica e finanziaria, con le loro conseguenze, è già superata e che grazie alle loro manovre finanziarie l’economia va avanti e presto staremo tutti bene e avremo tutti un posto di lavoro.

E dunque tutto bene. Perché preoccuparsi?

Eppure, ancora quando vado dal fruttivendolo, dal parrucchiere, alla posta, quando converso con il collega di lavoro… almeno una volta al giorno mi sento dire “eh.. vabbè è un momento di crisi… che ci vuoi fare..” oppure “lasciamo passare questo momento di crisi poi andrà meglio” oppure “ora non ho chance di trovare lavoro con questa crisi, poi se ne parla” oppure “mica dipende da noi, è colpa loro che ci hanno messo in questa condizione di crisi e loro ci devono portare fuori”. Esclamazioni tutte vere e attuali che sussurrano fortemente alla fragilità della nostra esistenza e che sollecitano in me alcuni interrogativi, perché non è vero che va tutto bene:

Possiamo assistere soltanto come spettatori alla distruzione della nostra vita quotidiana?

Disponiamo di risorse interiori in grado di orientarci nelle attuali crisi personali e sociali?

… e a partire da questi mi sento spinta a ricercare un giusto orientamento e delle misure concrete perché questo momento non sia vissuto come una catastrofe ma come un’opportunità per tutti noi.

Il seminario si propone di fornire un aiuto a trovare un orientamento nei momenti di crisi. Non vuole essere un compendio di soluzioni strategiche ma vuole aprire un possibile confronto sul tema in questione.

Cosa vedremo insieme:

  1. Se non siete felici, probabilmente siete in “crisi”!
  2. Crearsi un futuro stimolante: crisi come opportunità
  3. Ciò che per noi conta veramente: alla ricerca della nostra bussola
  4. Come ottenere ciò che volete veramente: il potere di creare il cambiamento
  5. Auto-affermarsi costruendo un codice di condotta

 

Visualizza locandina

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Prenotazione obbligatoria:

dai fissi 800 76 66 44

dai cell 333 40 27 140