Seminario Internazionale: “Conflitti. Religioni e (non)violenza”

La Facoltà di Scienze della Comunicazione dell’UPS partecipa ormai da quattro anni al Religion Today Filmfestival, il primo festival itinerante del cinema delle religioni giunto alla XV edizione. Scopo dell’iniziativa, fin dalla sua nascita nel 1997, è la promozione di una cultura del dialogo e della pace.

Il tema Conflitti. Religioni e (non)violenza si mostra oggi con tutta la sua dirompente attualità, ed interpella ad una riflessione profonda sulle vie praticabili per costruire il presente e il futuro delle nostre società.

Il Seminario internazionale “Conflitti. Religioni e (non)violenza” si svolgerà a Roma lunedì 22 ottobre 2012 presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’università Pontificia Salesiana.

Programma

8.45 – Accoglienza

9.00 – Saluti e introduzione

Carlo Nanni: [Rettore Magnifico dell’Università Pontificia Salesiana].

Katia Malatesta: [Direttrice del Religion Today Film Festival].

9.30 – 11.00 – Panel: Conflitti. Religioni e (non) violenza

Modera Katia Malatesta

Intervengono (prima parte)

Farzam Amin Salehi, Iran

The Relation between World cinema and Religion after World-War 2

[Poeta, scrittore, traduttore, giornalista, critico d’arte, sceneggiatore e docente. Nato in una piccola città del Nord dell’Iran, da più di 25 anni insegna varie discipline – tra cui Sceneggiatura e Filosofia e Storia del Cinema – agli studenti universitari e attivisti iraniani. Ha pubblicato molti saggi e articoli su cinema, storia, politica. Il suo intervento farà riferimento a film sia europei che iraniani]

Kjartan Leer Salvesen, Norvegia

Religion, conflict and film. The promise and problems of film in interreligious dialogue.

[Vicario e critico cinematografico. Professore al Volda University College in Norvegia, è responsabile di uno studio chiamato “Film, cultura popolare e visioni dal mondo” e ha pubblicato un libro sulle figure cristologiche nel cinema. È stato direttore del Filmfestival interreligioso “La faccia dell’altro” di Oslo (Norvegia) dal 2009 al 2011]

11 – 11.30 – Intervallo

11.30 – 13.00

Intervengono (seconda parte)

Gilli Mendel, Israele

Israeli Cinema : Short reflections on conflict, religion and violence.

[Direttrice del dipartimento Film e Media Education al Jerusalem Film Center, sede della Jerusalem Cinematheque e dell’Archivio cinematografico d’Israele. Tiene conferenze e sviluppa seminari e programmi usando il cinema per esplorare temi sociali, politici, culturali e storici. È stata consulente artistica dell’Israel Film Fund ed è membro della European Film Academy]

Carlo Tagliabue, Italia

Alla ricerca di una pace possibile: il cinema contemporaneo tra rappresentazione dei conflitti del reale e profezia.

[Regista in  Rai, docente universitario, giornalista e critico cinematografico. Autore di numerosi saggi e volumi.
Direttore Responsabile delle riviste “Ragazzo selvaggio” e “Scrivere di cinema”. Dal 1993 è Presidente del
Centro Studi Cinematografici]

13.00 – Pranzo

Pomeriggio

15.00 – Tavola rotonda

Modera Peter Gonsalves [Docente di Storia della Comunicazione Sociale – FSC]

Intervengono:

Augustine Loorthusamy, Malesia

[Presidente Generale di SIGNIS – World Catholic Association for Communication]

Dialogue as a way towards the solution of conflicts and an education to peaceful relations among religions

e Farzam Amin Salehi, Kjartan Leer Salvesen, Gilli Mendel, Carlo Tagliabue.

16.45 – relazione

Norman Peña [Dottorando FSC]

In the name of God – narratives of violence and values of the 9/11 tragedy

Dialogo con i relatori del Convegno

ore 17.45 – 19.00 – Proiezione di cortometraggi

Introduce: prof. Enrico Cassanelli [Docente di Televisione – FSC]. 

ADMISSIONS, di Harry Kakatsakis, USA, 2011, 21′ (ebraismo/islam, conflitto e riconciliazione con riferimento alla questione israelo-palestinese)

THE PILLARS, di Moustafa Zakaria, EAU, 2012, 16′ (islam)                                  

 JAGJEET, di Kavanjit Singh, India, 2011, 14′ (sikhismo)

THE GIFT, di Evgenij Isachenko, Bielorussia, 2011, 12′ (cristianesimo ortodosso)

 ore 19.15 – Conclusione e ringraziamenti

Prof. Mauro Mantovani [Decano FSC].

I Catechismi in rete

In occasione dell’apertura dell’Anno della Fede, giovedì 11 ottobre arriva www.educat.it, un sito cheoffre a tutti i navigatori una nuova forma di accesso digitale ai Catechismi, anche in linea con le nuove richieste dalla didattica di bambini e ragazzi.

Il sito presenta tutti i testi dei Catechismi, sia in versione navigabile, sia in versione sfogliabile, le note e – cosa più importante – l’intero apparato sinottico con il Catechismo della Chiesa Cattolica.

Oltre ai collegamenti incrociati tra i diversi testi, il sito offre la possibilità di accedere direttamente a tutte le citazioni della Bibbia, sia nella versione CEI del 2008 sia in quella del 1974. I testi sono accessibili mediante navigazione e indice tematico, grazie a un motore di ricerca completo ed esteso a tutti i testi di corredo. Una speciale barra di navigazione consente all’utente di mantenere memoria delle proprie visite, attivare un segnalibro, fare stampe personalizzate.

Il sito, integralmente accessibile, può essere consultato attraverso i tablet e sarà presto disponibile anche in forma di APP. Ideato e realizzato dalla Segreteria Generale della CEI – che l’ha voluto per iniziare idealmente l’Anno della Fede –, ha visto lavorare insieme Ufficio Catechistico Nazionale e lo staff del Servizio Informatico/Seed. Nel presentare il sito, Mons. Mariano Crociata cita le parole di Benedetto XVI, contenute nella lettera apostolica Porta Fidei: «Desideriamo che questo Anno susciti in ogni credente l’aspirazione a confessare la fede in pienezza e con rinnovata convinzione, con fiducia e speranza.

Sarà un’occasione propizia anche per intensificare la celebrazione della fede nella liturgia, e in particolare nell’Eucaristia…Riscoprire i contenuti della fede professata, celebrata, vissuta e pregata, e riflettere sullo stesso atto con cui si crede, è un impegno che ogni credente deve fare proprio, soprattutto in questo Anno».

La nuova evangelizzazione parte del Vaticano II

Monsignor Fisichella illustra lo spirito dell’Anno della Fede e il suo legame con il 50° anniversario dell’evento conciliare

di Luca Marcolivio

 

Mancano due giorni alla solenne celebrazione eucaristica che aprirà l’Anno della Fede. Si tratta, come ha sottolineato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, di una “celebrazione non ordinaria” che, niente affatto causalmente, cade nel giorno del 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II.

“La scadenza conciliare è un’opportunità per ritornare all’evento del concilio che ha segnato in modo determinante la vita della Chiesa del XX secolo e per verificare l’incidenza dei suoi insegnamenti nel corso di questi decenni e dei prossimi anni che segneranno l’impegno della Chiesa per la nuova evangelizzazione”, ha commentato monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, nel corso del briefing riservato ai giornalisti accreditati alla Sala Stampa della Santa Sede.

Difatti lo stesso Vaticano II, fu un “momento privilegiato di nuova evangelizzazione”, ha aggiunto il presule. L’intero svolgimento del Concilio, del resto – dal discorso inaugurale del beato Giovanni XXIII, ai 16 documenti, fino al magistero di Paolo VI – esprimeva l’esigenza “di parlare di nuovo all’uomo di oggi di Dio e dell’importanza della fede per la sua vita”.

L’importanza dell’eredità dei documenti conciliari è stata ribadita anche da papa Benedetto XVI nel motu proprio Porta Fidei, che, istituendo l’Anno della Fede, ricorda la necessità che tali testi “vengano letti in maniera appropriata, che vengano conosciuti e assimilati come testi qualificati e normativi del Magistero, all’interno della Tradizione della Chiesa”.

L’Anno della Fede, dunque, rappresenta una “occasione propizia” sia per celebrare l’anniversario del Concilio, sia per “per ravvivare la fede dei credenti e animarli di uno spirito di evangelizzazione sempre più convinto”, ha sottolineato monsignor Fisichella.

Si tratterà anche di “un Anno dedicato allo studio e all’approfondimento dell’insegnamento conciliare perché abbia ad essere di sostegno nella formazione dei credenti – in particolare con la catechesi – nella vita sacramentale della comunità cristiana e nella testimonianza di vita”, ha aggiunto il presule.

La testimonianza è fondamentale affinché “la credibilità della fede non sia offuscata da nulla, ma ritrovi la sua freschezza e la sua forza evangelizzatrice con un linguaggio sempre più coerente ed efficace”.

Al briefing è intervenuto anche il segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, monsignor José Octavio Ruiz Arenas, che ha ricordato che l’Anno della Fede sarà accolto da celebrazioni speciali in tutte le diocesi e parrocchie del mondo e che finora la risposta dei vescovi è stata molto positiva.

A margine del briefing, monsignor Fisichella ha poi risposto ad alcune domande poste da Zenit, in merito alla Nuova Evangelizzazione, all’Anno della Fede e al 50° anniversario del Concilio.

Come sarà possibile armonizzare la realtà della Nuova Evangelizzazione, fatta di nuovi movimenti e carismi, con le strutture “tradizionali” dell’evangelizzazione?

Mons. Fisichella: Io credo che abbiamo bisogno di vivere in maniera straordinaria, quella che è la vita ordinaria della Chiesa. L’evangelizzazione è la missione della Chiesa, che è stata voluta da Gesù per portare il suo Vangelo. In questa prospettiva, la Nuova Evangelizzazione non è qualcosa di diverso rispetto all’evangelizzazione del passato. Certamente ci sono talora delle sovrastrutture che possono soffocare l’azione evangelizzatrice della Chiesa. Come ho sottolineato durante i lavori sinodali, ritengo che abbiamo burocratizzato troppo la vita ecclesiale e spesso anche la vita sacramentale. Sotto questo punto di vista, abbiamo bisogno di tornare ad essere delle comunità che annunciano l’incontro vivo con il Signore, capaci di estendere la gioia di questo incontro. Se rimaniamo chiusi in noi stessi, autosufficienti rispetto a ciò che siamo, la Nuova Evangelizzazione non può partire, rischia di soffocare.

Lo “tsunami della secolarizzazione” di cui si è parlato al Sinodo, è un fatto conseguente o antecedente al Concilio?

Mons. Fisichella: Cronologicamente viene prima del Concilio. Di secolarizzazione si inizia a parlare dopo la Prima Guerra Mondiale. Non possiamo dimenticare l’ambigua interpretazione di alcune espressioni che vengono fatte proprie dal movimento post-conciliare. Penso, ad esempio, a quanto diceva Dietrich Boenhoffer nelle sue lettere dal carcere, quando affermava che “bisogna vivere come se Dio non esistesse”. C’è stato un accavallamento di interpretazioni che non hanno favorito l’esatta comprensione positiva del fenomeno della secolarizzazione.

La secolarizzazione doveva essere un momento di purificazione di tanti elementi estranei all’essenza della fede. La Gaudium et Spes, a tal proposito, riconosce l’autonomia delle realtà terrene: questo è uno dei punti maggiormente positivi della secolarizzazione, fermo restando che tutto ciò deve essere riletto alla luce del Vangelo, con occhi nuovi. I Padri conciliari avevano fatto passi in avanti di grande apertura. Sociologicamente e culturalmente il ’68 segna una tappa decisiva e la Chiesa riprende consapevolezza di questa situazione al Sinodo del 1973. È stato il progetto pastorale che non è stato più condiviso, quindi ci si è divisi in tante espressioni ecclesiali differenti. Adesso però siamo in grado di comprendere ulteriormente il percorso che la Chiesa deve fare.

Potrà l’Anno della Fede rappresentare un momento di riconciliazione all’interno della Chiesa? Penso alle divisioni tra i vari carismi, ai contrasti a livello di dottrina e di potere…

Mons. Fisichella: L’Anno della Fede è un anno che il Papa non ha indetto per una categoria particolare di fedeli. Esso è indirizzato all’intera Chiesa, partendo dai vescovi per arrivare all’ultimo dei battezzati. È un anno attraverso il quale tutti quanti siamo impegnati più del solito a riflettere sull’importanza della fede, su come poterla ravvivare nella nostra testimonianza nel mondo di oggi ma siamo chiamati anche a superare tutte le difficoltà presenti. Non ho una visione così pessimista come quella che lei ha esposto: nella mia esperienza in questi due anni da presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, nei diversi incontri che abbiamo avuto con i tanti movimenti antichi, storici e anche nuovi, ho riscontrato una grande disponibilità alla collaborazione e un grande desiderio non solo di ascoltarsi ma anche di lavorare insieme.

Maria Santissima è stata la prima ad avere fede nella natura divina e salvifica di suo Figlio, Gesù Cristo. Che ruolo avrà il culto mariano durante l’Anno della Fede?

Mons. Fisichella: Maria è icona della Fede e di come deve essere il credente, ovvero colui che si abbandona fiducioso alla volontà di Dio. Come preludio all’Anno della Fede, il Santo Padre ha ricordato, durante l’Angelus di domenica scorsa, l’esigenza di recitare quotidianamente e abitualmente il rosario. Oltre a questi momenti che sono parte della nostra vita quotidiana, ci sarà un evento esplicitamente dedicato alla pietà mariana: il 13 ottobre, anniversario della conclusione delle apparizioni della Madonna a Fatima, da tutto il mondo giungeranno rappresentanti ed esperienze di pietà mariana che confermeranno ancora una volta, l’importanza della presenza di Maria nella Chiesa, come esempio e come icona della fede.

“dire il Vangelo oggi”… Al via il Sinodo

Il Sinodo dei record apre l’Anno della Fede, le celebrazioni del cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II e i venti dalla pubbilicazione del catechismo universale. In arrivo indulgenza plenaria

 

Ieri Benedetto XVI è volato a Loreto per affidare alla Vergine l’Anno della fede e il Sinodo dei vescovi. E ai vescovi delle Marche ha confidato:«A Loreto, nella casa di Maria, tutti ci sentiamo a casa nostra, e io ho chiesto protezione per il Sinodo e per l’Anno della Fede. Dobbiamo invocare dalla Vergine che ci aiuti ad offrire al mondo la verità che Dio c’è e ci vuole bene». 

E domenica inizia un momento fondamentale nella vita della chiesa. In occasione dell’anno della fede che si aprirà giovedì 11 ottobre per concludersi il 24 novembre 2013, la Penitenzieria Apostolica ha emanato un decreto per arricchire “di indulgenze particolari” una serie di “esercizi di pietà” da compiersi durante questo periodo. Sollecitata dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e in conformità con i desideri del Papa, la
Penitenzieria ha stabilito alcune disposizioni “perché i fedeli siano maggiormente stimolati alla conoscenza e all’amore della dottrina della Chiesa cattolica e ne ottengano più abbondanti frutti spirituali”.

Il 90% delle chiese particolari e di altri organismi ecclesiali ha risposto al questionario che è servito per la redazione dell’’Instrumentum laboris” il documento che servirà quale base di partenza per il  sinodo generale sulla nuova evangelizzazione secondo i dati forniti stamane da monsignor Nikola Eterovic, Segretario generale del sinodo.

Alla XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi parteciperanno 262 padri sinodali, il numero più elevato nella storia dei Sinodi. Dall’Europa provengono 103 padri sinodali, dall’America 63, dall’Africa 50, dall’Asia 39 e dall’Oceania 7.

La maggioranza dei padri sinodali, precisamente, è stata eletta, 172 dalle conferenze episcopali (172) e gli altri dieci dall’Unione dei superiori generali; 3 sono stati designati dalle Chiese Orientali Cattoliche sui iuris; 37 partecipano ex officio, 40 sono stati nominati dal Pontefice.

Tra essi vi sono 6 Patriarchi, 49 cardinali, 3 arcivescovi maggiori, di cui uno è cardinale, 71 arcivescovi, 120 vescovi e 14 sacerdoti. Per quanto riguarda l’ufficio svolto, 10 sono capi delle Chiese Orientali sui iuris, 32 presidenti delle conferenze episcopali, 26 capi dei dicasteri della Curia Romana, 211 ordinari e 11 ausiliari. Benedetto XVI ha nominato relatore generale il cardinale Donald William Wuerl, arcivescovo di Washington (Usa), e Segretario Speciale monsignor Pierre-Marie Carré, arcivescovo di Montpellier. 

L’assemblea sarà aperta domenica prossima alle 9.30 dalla solenne messa di Benedetto XVI sul sagrato della basilica vaticana, durante la quale proclamerà due nuovi «dottori della Chiesa», i santi Giovanni D’Avila e Ildegarda di Bingen. I lavori termineranno poi domenica 28 con la messa concelebrata da tutti i padri sinodali e i sacerdoti partecipanti all’assemblea. Domenica 21 il Papa presiederà la messa di canonizzazione di sette nuovi santi, Giacomo Berthieu, Pedroa Calungsod, Giovanni Battista Piamarta, Maria del Monte Carmelo Salles y Barangueras, Marianna Cope, Caterina Tekakwitha e Anna Schaeffer.

Particolare significato avrà poi la messa di giovedì 11 ottobre, sempre sul sagrato di San Pietro, in cui Benedetto XVI nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II darà solennemente inizio all’Anno della Fede, che terminerà il 24 novembre 2013. All’assemblea sinodale, ha ricordato Eterovic, parteciperanno anche 45 esperti e 49 uditori e uditrici, scelti tra specialisti e persone impegnate nell’evangelizzazione in tutti i continenti.

Saranno presenti poi di «delegati fraterni» in rappresentanza di 15 Chiese non in comunione con la Chiesa cattolica: tra questi il primate anglicano Rowan Williams, arcivescovo di Canterbury, poi il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I, che sarà anche alla messa dell’11 ottobre.

 Gli «invitati speciali» sono invece frere Alois, priore di Taizé (Francia), il presidente dell’American Bible Society, Lamar vest, e il Premio Nobel Werner Arber, protestante, docente di microbiologia a Basilea (Svizzera) e presidente della Pontificia Accademia delle Scienze. Alla messa del Papa dell’11 ottobre, nei 50 anni del Concilio, parteciperanno anche 12 dei 69 padri conciliari ancora vivi che presero parte al Vaticano II.

 Considerando anche i cinque addetti stampa, i 32 assistenti e i 30 traduttori, alla 13/a assemblea generale del Sinodo parteciperanno in tutto, ha detto Eterovic, oltre 400 persone.

da: LaStampa.it del 5/10/12

“la famiglia è il cuore della società”

La 47esima edizione della Settimana Sociale dei cattolici italiana si svolgerà dal 12 al 15 settembre del prossimo anno a Torino con un tema al centro della riflessione

Questa mattina è stata presentata alla stampa la prossima settimana sociale dei cattolici, in una sede civica, il Palazzo del Comune di Torino. A fare gli onori di casa il sindaco Piero Fassimo con monsignor Arrigo Miglio, Arcivescovo di Cagliari e presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei Cattolici italiani; monsignor Cesare Nosiglia, vicepresidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) e Arcivescovo di Torino; monsignor Domenico Pompili, sottosegretario e direttore Ufficio nazionale per le Comunicazioni sociali della Cei.

«In questi ultimi anni si è chiesto e si chiede molto alla famiglia», ha dichiarato mons. Miglio, «che ha sempre dato molto dal punto di vista sociale, economico, educativo, mentre ci si accorge che molte famiglie non ce la fanno più: ne ha parlato recentemente il presidente della Cei card. Angelo Bagnasco, lo sanno bene le parrocchie e le Caritas. La famiglia – ha proseguito – nel nostro Paese sconta molti ritardi subiti, dal punto di vista politico e legislativo, ritardi maggiori rispetto a vari altri Paesi europei. E anche la crisi demografica ha e avrà ricadute in tempi lunghi; e si trascura il fatto che anche le famiglie degli immigrati portano gli stessi pesi delle nostre famiglie, molte volte accresciuti, ed entrano rapidamente anche loro nella stessa situazione delle famiglie italiane».

«Verremo dunque a Torino – ha affermato – a parlare di famiglia di fronte a una grave crisi sociale: di posti di lavoro, di rappresentanza, dei soggetti sociali e della politica. Il 2013 peraltro – ha aggiunto – vedrà anche un vivace dibattito sulle libertà in generale e sulle libertà religiose in particolare, in occasione del 17° centenario dell’Editto di Costantino. Tutto questo ci chiede di, e ci può aiutare a, fare una proposta forte, che comprenda l’annuncio del Vangelo della famiglia, la presentazione della famiglia come cellula primaria e fondamentale della vita sociale, come portatrice di diritti, anzitutto quello della libertà educativa, in base ai quali esigere politiche adeguate, larga attenzione e speciale rispetto da parte dello Stato, come risorsa e come punto da cui ripartire per dare speranza anzitutto ai giovani, considerando anche alcuni esempi virtuosi nati da anni in vari Paesi europei». «”Famiglia: speranza e futuro per la società italiana”: il titolo – ha sottolineato il Presule – collega alla famiglia il tema della speranza e dell’impegno per il futuro del Paese».

«Torino ha già ospitato la Settimana sociale in tre occasioni», ha ricordato invece mons. Nosiglia, «nel 1924, nel 1952 e nel 1993 dove si è riflettuto, proprio nell’ultima occasione, su “Identità nazionale, democrazia e bene comune”, temi che sappiamo essere di grande attualità ancora oggi. Le Settimane sociali – ha detto l’Arcivescovo «di casa» – sono un’occasione straordinaria di riflessione per l’intera Chiesa italiana, ma è anche uno strumento capace di stimolare il rilancio del nostro Paese in momenti particolarmente difficili come quello attuale». Mons. Nosiglia ha poi messo in evidenza che «oggi possiamo sentire anche la presenza, nel mistero della comunione dei Santi, di Giuseppe Toniolo, figura straordinaria di laico appassionato delle questioni economiche e sociali che ha avviato nel lontano 1907 le Settimane sociali e che nei mesi scorsi è stato beatificato da Benedetto XVI: consideriamo questo un ulteriore segnale che ci incoraggia per condividere nel modo migliore la preparazione alla prossima Settimana sociale qui a Torino», dove arriveranno circa 1400 persone provenienti dalle diocesi di tutta Italia.

LaStampa.it del 5/10/12

Carlo Carretto, dall’azione cattolica al deserto

Un incontro a Spello e Foligno su una delle figure laicali la cui spiritualità e fedeltà al vangelo sono state e sono fonte di ispirazione di molte generazioni 

 

Nella sua Spello si svolge una due giorni dedicata alla luminosa figura di Carlo Caretto (Alessandria, 2 aprile 1910 – Spello, 4 ottobre 1988), uno dei grandi protagonisti della vita della Chiesa e della società del Novecento.

 

L’appuntamento è promosso dall’Azione cattolica italiana, dalla diocesi di Foligno, dai Piccoli Fratelli di Jesus Caritas e dai Piccoli Fratelli del Vangelo, dall’Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia “Paolo VI” (Isacem) e dalle amministrazioni territoriali. 

Luoghi dei lavori la città di Foligno e la “Casa San Girolamo” di Spello, il complesso residenziale presso il quale si trova la tomba dell’autore di “Lettere dal deserto” che l’Azione cattolica propone a chi intenda fare un’esperienza intensa e fraterna di contemplazione, discernimento e vita spirituale sulle orme di “Fratel Carlo”.

 

Il tema scelto per l’incontro vuole richiamare lo stretto legame tra Caretto, il Vaticano II e la Parola, alla vigilia del cinquantesimo anniversario dell’apertura dell’assise conciliare e all’inizio dell’anno della fede proclamato da Benedetto XVI. 

Ripercorrendo la parabola religiosa e civile di un uomo che ha vissuto intensamente la sua vicenda terrena: dai vivaci anni della formazione alla partecipe attenzione alle problematiche educative, dall’intenso impegno nell’Azione cattolica italiana all’appassionante esperienza nel deserto algerino, dalla fondazione della fraternità dei Piccoli fratelli di Charles de Foucauld a Spello fino all’effervescente coinvolgimento nel rinnovamento post-conciliare della Chiesa.

 

In programma dei lavori prevede: un incontro pubblico con gli studenti e don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana; la tavola rotonda con il presidente nazionale dell’Azione cattolica, Franco Miano, il sindaco di Spello, Sandro Vitali, e il direttore Sciortino; e un momento di confronto dedicato al grande tema della pace con testimonianze e proposte dalle nostre città e dal mondo, a cui prenderanno parte il sindacalista Luciano Recchioni, lo storico Paolo Trionfini, il gesuita padra Paolo Dall’Olio e il coordinatore della “Tavola della pace” Flavio Lotti.

Auto-affermarsi ed esprimere il proprio potenziale in tempi di crisi

SEMINARIO GRATUITO: 12 Ottobre 2012     ore 19- 20:30

presso Università Pontificia Salesiana –  Piazza Ateneo Salesiano, 1 00139 Roma

Dott.sa Angela Maluccio


“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere ‘superato’. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla”.

Albert Einstein

L’occasione che mi ha sollecitato a scegliere questo tema è l’attuale crisi della finanza e dell’economia sulla quale volevo dire la mia, ma non dal punto di vista di un economista o di un politico… perché non lo sono e perché già si sentono troppe chiacchiere a riguardo, ma da quello di una psicologa e di una giovane che vive in prima persona ciò che accade.

Sono convinta che la parola crisi sia oggi una parola “comoda” usata spropositatamente, e basta accendere la tv per rendersi conto che siamo diventati in qualche modo prigionieri degli spostamenti quotidiani dello spread e quindi – a mio avviso – di un modello sbagliato di vita, che aspetta la sua felicità da cose che non lo possono davvero rendere tale.

Inoltre la cosa sconcertante è che, a detta loro, dovremmo sentirci rassicurati perché la crisi economica e finanziaria, con le loro conseguenze, è già superata e che grazie alle loro manovre finanziarie l’economia va avanti e presto staremo tutti bene e avremo tutti un posto di lavoro.

E dunque tutto bene. Perché preoccuparsi?

Eppure, ancora quando vado dal fruttivendolo, dal parrucchiere, alla posta, quando converso con il collega di lavoro… almeno una volta al giorno mi sento dire “eh.. vabbè è un momento di crisi… che ci vuoi fare..” oppure “lasciamo passare questo momento di crisi poi andrà meglio” oppure “ora non ho chance di trovare lavoro con questa crisi, poi se ne parla” oppure “mica dipende da noi, è colpa loro che ci hanno messo in questa condizione di crisi e loro ci devono portare fuori”. Esclamazioni tutte vere e attuali che sussurrano fortemente alla fragilità della nostra esistenza e che sollecitano in me alcuni interrogativi, perché non è vero che va tutto bene:

Possiamo assistere soltanto come spettatori alla distruzione della nostra vita quotidiana?

Disponiamo di risorse interiori in grado di orientarci nelle attuali crisi personali e sociali?

… e a partire da questi mi sento spinta a ricercare un giusto orientamento e delle misure concrete perché questo momento non sia vissuto come una catastrofe ma come un’opportunità per tutti noi.

Il seminario si propone di fornire un aiuto a trovare un orientamento nei momenti di crisi. Non vuole essere un compendio di soluzioni strategiche ma vuole aprire un possibile confronto sul tema in questione.

Cosa vedremo insieme:

  1. Se non siete felici, probabilmente siete in “crisi”!
  2. Crearsi un futuro stimolante: crisi come opportunità
  3. Ciò che per noi conta veramente: alla ricerca della nostra bussola
  4. Come ottenere ciò che volete veramente: il potere di creare il cambiamento
  5. Auto-affermarsi costruendo un codice di condotta

 

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Prenotazione obbligatoria:

dai fissi 800 76 66 44

dai cell 333 40 27 140

“Catechesi con arte”: Speciale giovani

Le Missionarie della Divina Rivelazione presentano il nuovo itinerario di arte e fede dedicato interamente alle nuove generazioni, in occasione dell’Anno della Fede

di suor Rebecca Nazzaro, 
superiora delle Missionarie della Divina Rivelazione

Amore e fede, viaggi e conversione, santità e martirio, apostoli e primato di Pietro…. Cosa vogliono dire queste parole alle menti dei giovani, o azzarderemo, ai loro cuori?

Resta forse inconcepibile oggi far coesistere fede e amore, come splendidamente, ma non senza difficoltà, fecero gli sposi Cecilia e Valeriano. O ancor più strano può sembrare parlare di San Paolo che dopo tutti i suoi viaggi per convertire i pagani, spendendo la sua intera vita per Cristo, si ritrova solo in una minuscola prigione a scrivere le ultime righe prima di partire da questo mondo verso Gesù.

Come poter parlare poi di Pietro che dal lago della Galilea si ritrova a Roma, a morire per un Uomo che aveva detto essere il Figlio di Dio e che affidò solennemente a questo povero pescatore, la Sua Chiesa?

Queste persone possono veramente dire ancora qualcosa ai giovani del terzo millennio? Hanno lasciato tutto, hanno seguito Gesù Cristo, ma non solo, lo hanno amato fino a versare il loro sangue per Lui. Cosa vuol dire tutto questo? Cosa hanno capito queste persone tanto da agire così estremamente?

L’itinerario che proponiamo ai giovani cattolici – e non solo – consiste nel cercare di dimostrare attraverso l’arte, come tutto ciò non abbia “sapore di passato”, ma di un presente proteso verso un futuro al di là di noi.

E’ proprio conducendo i nostri giovani sui luoghi dove questi Santi hanno vissuto e testimoniato la loro fede che ci daremo tutte le risposte necessarie, cercando dunque di comprendere perché questi Santi hanno ritenuto che morire per Cristo non è stata una perdita, bensì un “guadagno”!

Per maggiori informazione sulle date e gli incontri, consultare il sito: www.divinarivelazione.org

Famiglia e vita, impegni profetici

Nel testo del comunicato finale del Consiglio Permanente (Roma, 24-27 settembre), l’attenzione dei Vescovi nei confronti della famiglia, per la quale rinnovano l’appello a politiche fiscali che la tutelino e ne rispettino la libertà educativa; la responsabilità per la qualità delle vocazioni e la santità dei sacerdoti; la formazione di comunità che siano ambiente educante per la fede, animate da una catechesi adulta anche nei contenuti; il dialogo con la cultura, nella proposta del paradigma antropologico che scaturisce dal Cristianesimo.

Conferenza Episcopale Italiana

CONSIGLIO PERMANENTE

Roma, 24 – 27 settembre 2012

COMUNICATO FINALE

«Questo Concilio tutto si risolve nel suo conclusivo significato religioso, altro non essendo che un potente e amichevole invito all’umanità d’oggi a ritrovare, per via di fraterno amore, quel Dio “dal Quale allontanarsi è cadere, al Quale rivolgersi è risorgere, nel Quale rimanere è stare saldi, al Quale ritornare è rinascere, nel Quale abitare è vivere” (Sant’Agostino). Così noi speriamo al termine di questo Concilio ecumenico vaticano secondo e all’inizio del rinnovamento umano e religioso, ch’esso s’è prefisso di studiare e di promuovere; così speriamo per noi, Fratelli e Padri del Concilio medesimo; così speriamo per l’umanità intera, che qui abbiamo imparato ad amare di più ed a meglio servire».

L’ampia citazione di Paolo VI (7 dicembre 1965) con cui si è conclusa la sessione autunnale del Consiglio Episcopale Permanente (24 – 27 settembre 2012) – riunito a Roma sotto la presidenza del Card. Angelo Bagnasco – ne riassume lo spirito, la finalità e gli stessi contenuti.

La prolusione e il confronto che l’ha seguita hanno dato voce alle difficoltà della gente, senza venire meno a uno sguardo di speranza e di incoraggiamento. I Vescovi si sono soffermati sulla famiglia, per la quale rinnovano l’appello a politiche fiscali che la tutelino e ne rispettino la libertà educativa.

Alla vigilia del Sinodo dedicato al tema della Nuova Evangelizzazione e dell’apertura dell’Anno della Fede nel 50° anniversario del Concilio Vaticano II e nel 20° della pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, il Consiglio Permanente ha focalizzato la propria riflessione su alcuni temi e iniziative: la formazione cristiana degli adulti tra rinnovamento e istanza educativa, all’indomani dei Convegni catechistici regionali; la pastorale vocazionale, con la trasformazione del Centro Nazionale Vocazioni in Ufficio Nazionale; la 47ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, incentrata sulla famiglia, cellula primaria e fondamentale della vita sociale (Torino, 12 – 15 settembre 2013); il Convegno Ecclesiale Nazionale  sul tema della fede, criterio veritativo d’interpretazione del vivere umano (Firenze, 9 – 13 novembre 2015). In vista di tale appuntamento, il Consiglio Permanente ha provveduto a costituire un Comitato preparatorio e ne ha eletto la Presidenza.

Nei corso dei lavori è stata, quindi, analizzata la situazione concernente i registri comunali delle cosiddette unioni di fatto e delle dichiarazioni anticipate di trattamento; si è fatta una valutazione del primo quinquennio del Comitato per il progetto culturale, individuando ambiti e compiti per il prossimo futuro; è stato approvato il nuovo regolamento dell’Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università; si è proceduto ad adeguare la Convenzione per il servizio pastorale in missione dei presbiteri diocesani; è stato approvato il Messaggio per la Giornata per la Vita (3 febbraio 2013).

Il Consiglio Episcopale Permanente ha provveduto anche ad alcune nomine, fra le quali quella di membri di Commissioni Episcopali e di direttori di Uffici Nazionali.

Famiglia e vita, impegni profetici

Il «reticolo di corruttele e di scandali», che attraversa la classe politica e motiva indignazione e ostilità nella cittadinanza, ha portato i membri del Consiglio Permanente a lamentare la distanza tra l’Italia dei “furbi” e quella degli onesti. La tradizione culturale del Paese è enorme – hanno rilevato – ma si stenta a vederne in atto le ricadute; prevale la demagogia delle opinioni, mentre si fatica a formare le coscienze di quei credenti che si sono volti all’impegno politico e che necessitano di essere sostenuti anche nella vita spirituale, perché questa ispiri loro comportamenti coerenti. Si avverte la necessità di un nuovo patto sociale, a partire dalla riscoperta di ragioni vere e condivise che possano far vivere insieme una vita buona e virtuosa.

Il confronto all’interno del Consiglio ha permesso di focalizzare la drammatica situazione in cui tanta gente ormai vive: precariato, disoccupazione, aziende in forti difficoltà, insolvenza da parte di enti locali. La realtà che porta il peso maggiore della crisi rimane la famiglia, principale ammortizzatore sociale e condizione del possibile rilancio del Paese. Per questo il Consiglio Permanente rimarca l’urgenza di politiche fiscali che la tutelino, riconoscendole, ad esempio, libertà educativa e, quindi, un maggiore sostegno alla scuola, compresa quella paritaria. Specie attraverso le Caritas, si conferma il volto di una Chiesa vicina e solidale, riferimento credibile anche nella proposta di stili di vita sobri ed essenziali. La stessa Chiesa rimane, perciò, sconcertata a fronte di forze politiche e culturali preoccupate, paradossalmente, di indebolire ulteriormente la famiglia: il riferimento è al tentativo di regolamentazione giuridica delle cosiddette unioni di fatto, per le quali anche in Italia alcuni gruppi avanzano pressanti richieste di riconoscimento, in termini che si vorrebbero analoghi – se non identici – a quelli previsti per la famiglia fondata sul matrimonio; una tutela che, nelle intenzioni, verrebbe estesa anche alle unioni omosessuali.

L’analisi della situazione porta a rilevare che nei Comuni italiani che hanno istituito registri per le unioni civili il numero degli iscritti rimane irrilevante, se non nullo. Questo dato – unito alla consapevolezza che tali iniziative sono di dubbia legittimità sotto il profilo giuridico e carenti di utilità pratica – non impedisce di coglierne il valore simbolico e la carica ideologica rispetto al modello costituzionale: l’unione tra l’uomo e la donna sancita dal patto matrimoniale.

Ad analoga considerazione i Vescovi sono giunti anche per le dichiarazioni anticipate di trattamento, raccolte nei registri istituiti da alcuni Comuni, che pure concorrono a diffondere una precisa e discutibile cultura attorno al fine vita.

Il Consiglio Permanente ha quindi ribadito l’impegno della Chiesa a tutela della famiglia naturale e a difesa della vita umana nella sua inderogabile dignità: un impegno – è stato evidenziato – profondamente “laico”, che va a beneficio dell’intera comunità civile. Di tale impegno è parte anche l’annuncio della bellezza del progetto matrimoniale e familiare e, quindi, la difesa della domenica, quale giorno libero dal lavoro e dedicato alla famiglia e alla festa.

Catechesi, assunzione del pensiero di Cristo

Alla luce dei 16 Convegni regionali promossi dall’Ufficio Catechistico Nazionale – una sorta di Convegno diffuso che, da aprile a settembre 2012, ha animato in maniera capillare il territorio nazionale – il Consiglio Permanente si è soffermato sulla catechesi, quale forma decisiva nell’educazione alla fede.

La responsabilità di comunicare e testimoniare la fede alle nuove generazioni ha il suo soggetto nell’intera comunità cristiana: questa consapevolezza richiede un forte investimento sulla formazione e l’accompagnamento degli adulti, a partire da quanti già partecipano alla vita ecclesiale. Compito prioritario della Chiesa, del resto, rimane la riscrittura della proposta cristiana nelle coscienze delle persone e nel loro vissuto.

Una comunità che sia ambiente educante per la fede, inoltre, non può che essere animata da una catechesi adulta anche quanto ai contenuti, nell’attenzione a plasmare in ogni età credenti capaci di rendere ragione della speranza che li anima: può dirsi adulto soltanto chi è capace di restituire quanto ha ricevuto, assicurando la continuità tra le generazioni e la vitalità della stessa comunità.

Per questo i Vescovi hanno sottolineato l’importanza di concludere la fase delle sperimentazioni degli itinerari di iniziazione cristiana e di fare comunione e unità attorno al progetto catechistico e agli stessi catechismi della CEI. L’obiettivo di tale investimento è la formazione e l’assunzione del pensiero di Cristo – «Pensare secondo Cristo e pensare Cristo attraverso tutte le cose» (S. Massimo il Confessore) –; necessita di legami integranti con l’esperienza celebrativa e con quella caritativa, nonché della valorizzazione di particolari momenti – quali la richiesta del battesimo e della prima Comunione – per un cammino di relazione e di incontro con la famiglia, in una prospettiva pastorale attenta a mantenere il carattere popolare dell’esperienza ecclesiale. È stato, infine, chiesto dai Vescovi di mantenere prioritario l’impegno di formazione dei catechisti.

La Commissione Episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi ha, quindi, aggiornato il Consiglio Permanente circa il lavoro di stesura di nuovi orientamenti che, riaffermando il valore del documento di base, Il rinnovamento della catechesi (1970), indichino le scelte pastorali delle Chiese in Italia per svolgere la loro missione evangelizzatrice.

Vocazioni, questione di fede

La matrice antropologica della cultura corrente rimanda a un io autocentrato, che idolatra la propria individuale libertà e ha come riferimento soltanto se stesso. Dal rischio di tale mentalità non sono immuni gli stessi sacerdoti: riconoscerlo per i Vescovi è stato un riappropriarsi della responsabilità della santità del proprio clero, nell’impegno a prevenirne, per quanto possibile, le cadute e ad accompagnarlo con una formazione adeguata, perché la sua vita sia abitata dal Signore.

Su tale tema i Vescovi hanno sviluppato un’ampia riflessione, alla luce del documento “Orientamenti pastorali per la promozione delle vocazioni al ministero sacerdotale” della Congregazione per l’educazione cattolica.

La preoccupazione dei Pastori – più ancora che il calo numerico dei sacerdoti – riguarda i criteri che, nella mentalità corrente, guidano un giovane nella costruzione della propria identità: spesso il singolo ritiene di potersela costruire da sé, scegliendosi i riferimenti e le risorse che ritiene maggiormente confacenti al proprio benessere psicologico ed emotivo. La condizione che innerva un’autentica vocazione – ha evidenziato a più riprese il Consiglio Permanente – rimane la fede, coltivata nella relazione con Cristo: da qui nasce l’elemento unificante dell’identità teologica e della vita spirituale del sacerdote, che porta a quella carità pastorale caratterizzata dalla totalità del dono della vita.

Tra i “luoghi” di formazione i Vescovi hanno indicato la pastorale giovanile, la direzione spirituale e il Seminario Minore o, comunque, una forma di pre–Seminario.

Il Consiglio Episcopale Permanente ha, quindi, sancito il passaggio del Centro Nazionale Vocazioni a nuovo Ufficio Nazionale per la pastorale delle vocazioni, approvandone il regolamento e inserendolo a pieno titolo nella Segreteria Generale della CEI. In questo modo ha dato nuova configurazione giuridica a un organismo che ora diventa segno più adeguato della collocazione della dimensione vocazionale nel contesto della pastorale delle Chiese particolari in Italia.

Un Comitato per Firenze 2015

Il V Convegno Ecclesiale Nazionale si terrà a Firenze sul tema della fede, cifra veritativa di interpretazione del vivere umano. In vista di tale appuntamento il Consiglio Permanente ha costituito un Comitato preparatorio, del quale ha eletto la Presidenza: un Presidente e tre Vice Presidenti (espressioni rispettivamente del Nord, del Centro e del Sud dell’Italia), oltre al Segretario Generale della CEI.

Il compito affidato al Comitato concerne la presentazione alla prossima Assemblea Generale non solo della proposta del titolo del Convegno, ma del programma del percorso preparatorio e delle modalità più idonee a favorire il coinvolgimento e la partecipazione del popolo cristiano nelle sue varie articolazioni.

I Vescovi, dopo aver fissato la data dell’assise (9 – 13 novembre 2015), ne hanno richiamato la funzione di approfondimento della tematica del decennio nella sua proiezione culturale e sociale. In particolare, hanno raccomandato che venga evidenziata la natura cristiana dell’umanesimo, a dire quanto il Cristianesimo sia indispensabile per la storia, la cultura e l’attualità del Paese, e come l’erosione di tali radici comprometta la base su cui è fondata la comunità nazionale.

L’attenzione a rilanciare le fonti dell’umanesimo sociale, in un contesto che vede il declino dell’ambizioso progetto della modernità, si completa nella consapevolezza di essere, come credenti, portatori di una parola decisiva circa l’umano, quindi la libertà, la responsabilità e le relazioni, vissute in chiave trinitaria: con l’Apostolo, i Vescovi annunciano che «se uno è in Cristo, è una nuova creatura» (2Cor 5,17).

Abitare la cultura

Una valutazione del primo quinquennio del Comitato per il progetto culturale ha offerto al Consiglio permanente l’occasione di un confronto con il Card. Camillo Ruini, che del Comitato è Presidente.

Il Cardinale ha presentato le iniziative scaturite da una sistematica riflessione sul momento attuale della società e della Chiesa: i rapporti-proposta e gli eventi internazionali.

I Vescovi, nell’esprimere gratitudine per questo lavoro di penetrazione della cultura “alta”, hanno raccomandato che il Comitato continui – in mezzo a quella “promessa mancata” che, per molti versi, è stata la modernità – a proporre il paradigma antropologico che scaturisce dal Cristianesimo. Circa i contenuti sui quali lavorare, il Consiglio Permanente ha espresso un’attenzione privilegiata per i giovani, per arrivare a dialogare meglio con la loro cultura, usando i linguaggi e gli strumenti più idonei a evangelizzarla in profondità.

Al riguardo, Avvenire e TV2000, il SIR nonché i settimanali e le emittenti diocesane, sono colti nel loro decisivo valore in merito alla formazione dell’opinione pubblica. Nel rilanciare l’impegno a sostenerli e a promuoverne la diffusione, i Vescovi domandano che si individuino strategie anche per valorizzare la rete di internet.

Varie

Il Consiglio Permanente ha preso in esame tema, programma e itinerario di preparazione alla 47ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani (Torino, 12-15 settembre 2013). Sarà imperniata sulla famiglia, con l’intento di presentarla come cellula primaria e fondamentale della vita sociale, portatrice di diritti – a partire dalla libertà educativa –, risorsa da sostenere e da cui ripartire per dare speranza anzitutto ai giovani.

Di famiglia parla anche il Messaggio per la Giornata per la Vita (3 febbraio 2013), nel quale i Vescovi esprimono vicinanza solidale a quanti sono duramente provati dalla crisi, mentre rilanciano il valore della persona e della vita umana fin dal concepimento.

Per aggiornarlo alla situazione attuale, il Consiglio Permanente ha approvato il nuovo regolamento dell’Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università. Le modifiche sono finalizzate, in particolare, a ridare unitarietà a questi diversi ambiti, facendoli confluire in un’unica Consulta.

Nel corso dei lavori è stata adeguata anche la Convenzione che regola il servizio pastorale in missione dei presbiteri diocesani. I principali mutamenti riguardano l’inserimento nel sistema di sostentamento del clero dei sacerdoti fidei donum, il versamento dei contributi previdenziali al Fondo clero dell’INPS da parte dell’Istituto Centrale per il sostentamento del clero, nonché le coperture previste dalla polizza sanitaria per il clero, stipulata dall’ICSC.

Nomine

Nel corso dei lavori, il Consiglio Permanente ha proceduto alle seguenti nomine:

– Presidente del Comitato Preparatorio del V Convegno ecclesiale nazionale (Firenze 2015): S.E. Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino.

– Vice Presidenti del Comitato Preparatorio del V Convegno ecclesiale nazionale (Firenze 2015): S.E. Mons. Gianni Ambrosio, Vescovo di Piacenza – Bobbio, per il Nord; S.E. Mons. Mansueto Bianchi, Vescovo di Pistoia, per il Centro; S.E. Mons. Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale, per il Sud.

– Membro della Commissione Episcopale per il clero e la vita consacrata: S.E. Mons. Arturo Aiello, Vescovo di Teano – Calvi.

– Membro della Commissione Episcopale per la famiglia e la vita: S.E. Mons. Alberto Tanasini, Vescovo di Chiavari.

– Direttore dell’Ufficio Nazionale per i problemi giuridici: Mons. Giuseppe Baturi (Catania).

– Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale del tempo libero, turismo e sport: Mons. Mario Lusek (Fermo).

– Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della sanità: Don Carmine Arice (Società dei Sacerdoti di San Giuseppe Benedetto Cottolengo).

– Direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale delle vocazioni: Mons. Domenico Dal Molin (Vicenza).

– Responsabile del Servizio Nazionale per la pastorale giovanile: Don Michele Falabretti (Bergamo).

– Responsabile del Servizio Nazionale per l’insegnamento della religione cattolica: Don Daniele Saottini (Brescia).

– Coordinatore Nazionale della pastorale per gli immigrati albanesi in Italia: Don Pasquale Ferraro (Roma).

– Coordinatore Nazionale della pastorale per i cattolici indiani di rito latino in Italia: Don Rajan Madakkudiyan (Kannur, India).

– Assistente ecclesiastico centrale dell’Azione Cattolica Italiana per il settore adulti: Don Emilio Centomo (Vicenza).

– Assistente ecclesiastico nazionale per la Branca Rover – Scolte dell’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani: Padre Giovanni Gallo, C.O.

– Assistente ecclesiastico generale dell’Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici: Don Stefano Caprio (Foggia – Bovino).

– Assistenti ecclesiastici nazionali dell’Associazione Italiana Guide e Scouts d’Europa Cattolici:  Don Giovanni Facchetti (Bolzano – Bressanone), per la Branca Guide;  Don Fabio Menghini (Pitigliano – Sovana – Orbetello), per la Branca Esploratori; Don Claudio Barboni (Cerignola – Ascoli Satriano), per la Branca Rover; Padre Peter Dubovsky, SJ, per la Branca Coccinelle; Padre Andrea Cova, OFM Capp., per la Branca Scolte.

– Consulente ecclesiastico nazionale del Centro Sportivo Italiano: Don Alessio Cirillo Albertini (Milano).

– Consigliere ecclesiastico nazionale della Coldiretti: Don Paolo Bonetti (Gorizia).

– Assistente ecclesiastico centrale della Fondazione Centesimus Annus – Pro Pontifice: Don  Giovanni Fusco (Melfi – Rapolla – Venosa).

La Presidenza, nella riunione del 24 settembre, ha proceduto alle seguenti nomine:

– Membro dell’Osservatorio centrale per i beni culturali di interesse religioso di proprietà ecclesiastica, in rappresentanza della Conferenza Episcopale Italiana: Don Bassiano Uggé, Sottosegretario della CEI.

– Assistenti Ecclesiastici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – sede di Roma: don Angelo Auletta (Tricarico), don Paolo Angelo Bonini (Albenga – Imperia), don Luciano Oronzo Scarpina (Nardò – Gallipoli), don Matthew James Solomon (Roma).

– Assistente Ecclesiastico dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – sede di Brescia: don Roberto Lombardi (Brescia).

– Membri del Collegio dei Revisori dei Conti della Fondazione Centro Unitario per la cooperazione missionaria tra le Chiese (CUM): Rag. Ruggero Mischi (Presidente); Ing. Livio Gualerzi (Membro).

La Presidenza, nella medesima riunione, ha dichiarato l’assunzione ad interim delle funzioni di Presidente della Commissione Episcopale per le migrazioni da parte di S.E. Mons. Paolo Schiavon, Vescovo ausiliare di Roma.